I metodi gravimetrici si basano sulla misura della massa con bilancia analitica, strumento che fornisce i dati più accurati e precisi rispetto a tutte le altre procedure e strumentazioni analitiche. Le procedure che si possono seguire in questo tipo di analisi sono essenzialmente di due tipi:
L’analisi gravimetrica si basa sull’impiego della bilancia per la misura del peso lordo (Campione + Tara) e del peso della Tara. E’ di fondamentale importanza conoscere la corretta modalità di impiego della bilancia evitando di pensare che l’impiego di tale strumento sia “semplice”. Ancora una volta è importante sottolineare che l’operazione della pesata nella Chimica Analitica getta le basi per tutte le altre operazioni ed è quindi di fondamentale importanza evitare di introdurre errori determinati in tale procedura.
Per un uso corretto della bilancia bisogna seguire le seguenti indicazioni:
Le reazioni utilizzate nell’analisi gravimetrica sono quelle che portano alla formazione di sali scarsamente solubili.
In chimica per solubilità si intende la quantità massima di soluto che può sciogliersi in un dato solvente ed è funzione della struttura chimica dei due composti e della temperatura.
Dipendenza della solubilità del solvente
La dipendenza della solubilità di una sostanza dalla natura chimica del solvente può essere riassunta con la regola che il simile scioglie il simile. Infatti, quando un soluto si scioglie in un solvente, le molecole o gli ioni che lo costituiscono vengono circondati dalle molecole di solvente con le quali interagiscono e si definiscono solvatate, o nel caso in cui il solvente sia l’acqua idratate. Si stabiliscono cioè forze attrattive tra soluto e solvente.
Dipendenza della solubilità dalla temperatura. Fonte: Wikipedia
Un agente precipitante gravimetrico deve reagire specificamente con un analita. Inoltre deve:
Non sempre tutte queste condizioni sono verificate.
La Solubilità dipende → Diminuzione o aumento della temperatura
↓
Cambiamento del solvente
La facilità di filtrazione è proporzionale alla dimensione delle particelle. Infatti, i precipitati costituiti da particelle grandi sono in genere preferibili in un’analisi gravimetrica perché più puri, facili da filtrare e da lavare dalle impurità.
La dimensione delle particelle varia a seconda dell’esperimento, ad un estremo ci sono le sospensioni colloidali le quali non mostrano alcuna tendenza a depositarsi e quindi non sono facilmente filtrabili.
All’altro estremo ci sono le particelle di una sospensione cristallina che tendono, invece, a depositarsi spontaneamente.
In molti casi per indurre la cristallizzazione del precipitato e aumentare la grandezza dei cristalli del precipitato stesso si ricorre alla digestione. Questa operazione consiste nel tenere a caldo il precipitato per un tempo prolungato. In questo modo la solubilità del precipitato aumenta e le particelle più piccole vanno in soluzione; gli ioni che si generano tenderanno a aggregarsi ai cristalli già formati. In tal caso aumenta la purezza del precipitato.
La dimensione delle particelle è influenzata da diverse variabili sperimentali, quali:
L’effetto di tutte queste variabili può essere spiegato ammettendo che la dimensione sia correlata ad una sola proprietà detta supersaturazione relativa.
Supersaturazione relativa = Q – S/ S
Dove:
Q: concentrazione molare (moli/L) dopo l’aggiunta dei solventi;
S: solubilità.
In pratica la supersaturazione influenza uno dei meccanismi di precipitazione, che sono la nucleazione e la crescita della particella.
La nucleazione è il primo stadio della precipitazione e consiste nella formazione di microcristalli stabili, capaci di accrescimento spontaneo, cioè di nuclei di cristallizzazione. Un’ulteriore precipitazione comporta una competizione tra una nucleazione aggiuntiva ed una crescita sui nuclei esistenti (crescita della particella). Se predomina la nucleazione si formerà una soluzione colloidale; se invece predomina la crescita si otterrà un cristallo facilmente filtrabile.
Una bassa supersaturazione favorisce l’accrescimento dei microcristalli già formati piuttosto che la formazione di nuovi nuclei. Inoltre favoriscono la formazione di precipitati cristallini le temperature elevate per aumentare la solubilità del precipitato (S), la diluizione delle soluzioni (Q), e la lenta addizione di un agente di precipitazione con un energetico mescolamento.
Processo di nucleazione. Fonte Wikipedia
Mediante la co-precipitiazione i composti altrimenti solubili vengono rimossi dalla soluzione durante la formazione del precipitato. Esistono quattro tipi di coprecipitazione:
Il reagente di precipitazione deve rimanere a composizione nota dopo che il precipitato viene asciugato e incenerito.
Dopo la precipitazione, il precipitato necessita del lavaggio, dell’essiccamento e della calcinazione. La scelta di un opportuno liquido di lavaggio è determinata al fine di ridurre il pericolo di adsorbimenti, occlusioni ed inclusioni. Normalmente per effettuare il lavaggi si usano soluzioni di sali di ammonio che, qualora presenti nel precipitato come contaminanti, possono essere eliminati con gli step successivi perché volatili.
Successivamente al lavaggio avviene l’essiccamento, cioè un trattamento a 100-150°C, in modo che possano essere allontanate le ultime tracce di umidità dal precipitato e che nel successivo stadio di calcinazione, qualora necessario, non si perdano frazioni di precipitato a causa di microesplosioni dovute alla vaporizzazione dell’acqua occlusa.
La calcinazione avviene in muffola a temperature massime dell’ordine di 475-525°C.
Fonti: Sarin - (Matraccio); Galeno Tech - (Becher); Galassia chimica - (Capsula); Labo&Co - (Becco Bunsen); Benet Lab - (Stufa).
Fonti:Wikipedia - (Essiccatore) ; Istituto Prove Geotecniche - (Muffola);Wikipedia -(Essiccatore) ; Galassia Chimica -(Capsula).
Il metodo gravimetrico più comune basato sulla volatilizzazione è quello dell’etanolo nel vino.
Infatti, la determinazione della gradazione alcolica è effettuata previa distillazione del vino e successiva determinazione del peso specifico (con bilancia idrostatica) della soluzione idroalcolica ottenuta. Apposite tabelle (di Reichard) permettono di risalire alla gradazione alcolica. Maggiore è il tenore alcolico del vino, più basso sarà il peso specifico del distillato.
Questo metodo è ufficiale ed è utilizzato per determinare il tenore alcolico di birra e acquaviti.
È da sottolineare che in genere, il risultato è leggermente superiore all’effettivo titolo alcolometrico volumico in quanto, assieme all’etanolo distillano altri alcoli e sostanze volatili.
Il distillato è recuperato è pesato con bilancia idrostatica. Il peso ottenuto è confrontato con le tabelle di Reichard in maniera tale da risalire alla gradazione alcolica della bevanda.
Bilancia idrostatica. Fonte: Steroglass
L’acqua è il composto più diffuso in natura, rappresenta il componente principale di tutti i sistemi biologici e degli alimenti fatta eccezione per alcuni prodotti come i cereali e derivati, i semi delle leguminose e lo zucchero.
In molti casi è possibile determinare il tenore di umidità (Acqua) negli alimenti impiegando il metodo per volatilizzazione.
Innanzitutto si tara una capsula, un crogiuolo o altro opportuno contenitore in stufa alla temperatura di 105° C. La taratura consiste nel porre in stufa un contenitore per almeno mezz’ora; dopo raffreddamento in essiccatore il contenitore viene pesato e l’operazione può considerarsi conclusa quando tra due pesate successive la differenza di peso non supera i 3 decimilligrammi in valore assoluto.
A questo può essere pesato il campione (Farina, semola, burro, etc.) e si procede allo stesso modo fino a quando la differenza di peso presa in valore assoluto tra due pesate successive non supera 0,3 milligrammi.
La quantità di acqua nel campione è data dalla differenza tra la seconda pesata e la tara; in generale viene riportata in percentuale (p/p) sul prodotto analizzato.
N.B. la capsula ed il campione vanno maneggiati con pinze o tamponi per le dita per evitare che si trasferisca su di essi il grasso delle mani.
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Douglas A. Skoog, Donald M. West F. James Holler; Chimica analitica una introduzione; edizioni EdiSes