Definizione
La sostituzione nucleofila deriva dall’interazione tra nucleofili ed elettrofili.
In questa reazione, un nucleofilo prende il posto di un gruppo presente in un’altra molecola.
Il gruppo che viene sostituito si chiama gruppo uscente.
I gruppi uscenti sono singoli atomi, o gruppi, più elettronegativi del carbonio: l’elettronegatività ne polarizza il legame con l’atomo di carbonio e conferisce a quest’ultimo e ad ogni atomo di idrogeno vicino a esso un parziale carattere positivo (sito elettrofilo).
… più usati
Da una reazione di sostituzione si forma un nuovo legame: questo è il principale modo in cui si creano nuovi legami carbonio-ossigeno, carbonio-zolfo, carbonio-azoto e carbonio-carbonio, per citare i più comuni.
I reagenti nucleofili che si possono usare per formare tali legami sono mostrati in tabella.
Decorso di reazione
Prendiamo ad esempio,la sostituzione di un atomo di Br con uno di I.
lo ione ioduro, in acetone, reagisce con 1-bromobutano sostituendo l’atomo di bromo e formando 1-iodobutano.
La reazione è reversibile.
Lo ione ioduro è il nucleofilo, ossia la specie che ha elettroni da donare, e reagisce con l’1-bromobutano all’atomo di carbonio che porta il bromo.
La differenza di elettronegatività fra Br e C polarizza il legame fra i due in modo da creare una parziale carica positiva.
Il C è dunque un sito carente di elettroni, quindi è un centro elettrofilo.
I “protagonisti” di questa reazione sono quindi il nucleofilo, l’elettrofilo ed il gruppo uscente, vediamoli più da vicino.
Gruppo uscente (GU)…vediamolo più da vicino
In una sostituzione nucleofila il legame che si rompe è scisso eteroliticamente (cioè i due elettroni del legame si allontano con uno solo dei due atomi, lasciando l’altro carente di elettroni) ed il GU si allontana con la coppia di elettroni formando un anione X:-.
Il GU è una specie stabile, neutra o ionica, ma cosa rende una specie un buon GU, cioè tale da contribuire a spostare l’equilibrio verso destra?
È chiaro che X:- è più stabile quando è in grado di accettare facilmente la coppia di elettroni.
Ma allora un GU è più stabile quanto più è una base debole.
Caratteristiche generali
Per quanto detto, nell’esempio già riportato dell’1-bromobutano, la reazione è reversibile e l’esito dipende da fattori diversi quali il solvente etc. che vedremo in seguito!
In generale comunque:
Un esempio. Talvolta può essere necessario cambiare le condizioni di reazione per migliorare le caratteristiche di un GU:
Un confronto utile
Si definisce nucleofilia (con un inglesismo, nucleofilicità) la più o meno spiccata tendenza delle basi di Lewis a condividere una coppia di elettroni con un sito elettrofilo.
Ma allora basi e nucleofili sono strutturalmente simili; tuttavia le prime attaccano i protoni, mentre i secondi attaccano altri atomi elettrondeficenti.
Generalmente, comunque, una base forte è un nucleofilo forte, inoltre:
1. per due siti nucleofili con lo stesso atomo nucleofilo, più forte è la base, più forte è il nucleofilo.
2. Procedendo lungo un periodo della tavola periodica, la forza dei nucleofili diminuisce all’aumentare dell’elettronegatività.
Continuiamo il confronto
3. Gli anioni sono nucleofili più forti dei loro acidi coniugati non carichi. Gli elettroni su un atomo che porta una carica negativa sono meno fortemente trattenuti e quindi più facilmente condivisi rispetto agli elettroni di una molecola non carica. Pertanto, gli anioni alcossido sono nucleofili migliori degli alcoli e gli ioni ammiduro sono nucleofili migliori delle ammine.
4. La forza di molecole non cariche è tanto maggiore quanto più il loro centro nucleofilo si trova in basso in un dato gruppo della tavola periodica. La facilità con cui la nuvola elettronica che circonda un atomo può essere distorta si definisce polarizzabilità dell’atomo. Procedendo dall’alto verso il basso lungo un gruppo della tavola periodica gli atomi sono via via più grandi e in genere più polarizzabili e più nucleofili.
5. Procedendo lungo un gruppo della tavola periodica, la forza dei nucleofili aumenta dall’alto verso il basso.
Un confronto utile
Anche se nucleofilia e basicità sono concetti correlati, va fatta una distinzione importante.
La basicità, dipendendo dalla forza con cui un atomo dona la sua coppia di elettroni al protone, è infatti caratterizzata da una costante Kb di equilibrio acido-base e quindi è una proprietà termodinamica.
La nucleofilia, invece, misura quanto facilmente un atomo dona la sua coppia di elettroni ad un altro atomo ed è caratterizzata da una costante di velocità di reazione, quindi è una proprietà cinetica.
Un confronto utile
Talvolta l’ingombro sterico (cioè l’ingombro che due gruppi offrono l’un l’altro nello spazio) determina cambiamenti tali da diminuire la reattività dei siti coinvolti.
Ad esempio l’etossido è un nucleofilo più forte del t-butossido sebbene il pKa di quest’ultimo ci dica che questa è una base più forte.
La forza di un nucleofilo è una grandezza relativa, non assoluta: essa dipende dagli altri reagenti, dagli altri ioni presenti in soluzione, dal solvente e dal grado di solvatazione degli ioni.
A proposito del solvente, qualcosa va detto, visto che i reagenti della sostituzione nucleofila sono polari e quindi si usano solventi polari per scioglierli.
Esistono solventi polari protici e aprotici.
I solventi polari protici sono in grado di dare legami idrogeno; il legame idrogeno fa diminuire la disponibilità degli elettroni non leganti dell’anione e, di conseguenza, il suo carattere nucleofilo.
Pertanto, ad esempio, nei solventi ossidrilati lo ione cloruro (anione più piccolo e quindi più solvatato) è un nucleofilo più debole dello ione bromuro!
I più comuni sono l’H2O, il metanolo CH3OH, l’etanolo C2H5O, l’acido acetico CH3COOH.
… e in quelli aprotici?
Anche in questi sono presenti interazione dipolo-dipolo, ma in questo caso non c’è formazione di legami idrogeno.
Tutti questi solventi hanno un elevato momento dipolare a causa della presenza di gruppi polari, hanno anche alte costanti dielettriche e sono molto efficaci come solventi per reazioni organiche che coinvolgano reagenti o intermedi di reazione ionici.
Quando i composti ionici sono disciolti in questi solventi, gli anioni non vengono solvatati così fortemente come avverrebbe in solventi ossidrilati e perciò sono più disponibili per prender parte alle reazioni di sostituzione nucleofila le cui velocità sono, infatti, più elevate di quanto lo siano negli alcoli.
1. Introduzione alla Chimica Organica – Parte prima
2. Introduzione alla Chimica Organica – Parte seconda
3. Introduzione alla Chimica Organica – Parte terza
4. Composti organici come acidi e basi
5. Il decorso delle reazioni organiche
8. Stereochimica – Parte prima
9. Stereochimica – Parte seconda
10. Stereochimica – Parte terza
11. Reazioni di sostituzione nucleofila e di eliminazione – Parte...
12. Reazioni di sostituzione nucleofila e di eliminazione – Parte...
13. Reazioni di sostituzione nucleofila e di eliminazione – Parte...
16. Alchini
17. Alcoli, tioli ed eteri – Parte prima
18. Alcoli, tioli ed eteri – Parte seconda
19. Aldeidi e chetoni – Parte prima
22. Enoli ed enolati
23. Acidi carbossilici e loro derivati – Parte prima
24. Acidi carbossilici e loro derivati – Parte seconda
25. Acidi carbossilici e loro derivati – Parte terza
26. Composti aromatici. Reazioni di sostituzione – Parte prima
27. Composti aromatici. Reazioni di sostituzione – Parte seconda
28. La chimica delle ammine – Parte prima
29. La chimica delle ammine – Parte seconda