Presupposti
Con poche eccezioni, tutti gli alimenti, dopo la raccolta o la macellazione o nel corso di ogni fase della loro trasformazione e consumo, vanno incontro ad alterazioni di varia natura che comportano una perdita della loro qualità con una velocità che è strettamente dipendente dal tipo e composizione dell’alimento, dalle tecnologie di trasformazione e dalle modalità di conservazione, distribuzione e consumo.
Definizione
L’alterazione di un alimento può essere definita come qualsiasi cambiamento che rende un prodotto inaccettabile per il consumo umano.
A volte le modificazioni indesiderate possono essere ovvie:
Altre volte l’alterazione riguarda:
L’alterazione della qualità durante la conservazione degli alimenti è condizionata da una serie di eventi strettamente collegati a:
Le alterazioni di natura biologica sono imputabili ai processi di degradazione (idrolisi e ossidazioni) a carico dei lipidi, delle proteine e degli aminoacidi, dei carboidrati, degli alcoli ecc., catalizzate da enzimi costitutivi dell’alimento (di origine animale o vegetale) o da enzimi prodotti da microrganismi che contaminano l’alimento.
L’alterazione di un alimento è il risultato dell’attività microbica di una grande varietà di microrganismi, il cui numero e composizione speciografica risulta strettamente dipendente dalle caratteristiche del prodotto e dalle condizioni ecologiche che in esso si realizzano nel corso della sua trasformazione e conservazione.
Organismi specifici di alterazione
I microrganismi alterativi causano modificazioni in un alimento tali da renderlo inaccettabile per il consumo umano.
Non sempre esiste una stretta correlazione tra numero di microrganismi presenti in un alimento e il grado di alterazione dello stesso. In genere soltanto una parte della popolazione totale partecipa all’alterazione.
Questa microflora è denominata come:
La crescita dei microrganismi negli alimenti è strettamente associata alla trasformazione di alcuni componenti alimentari:
La capacità di utilizzare questi nutrienti varia in funzione del tipo di microrganismo.Lo stesso substrato nutritivo può essere utilizzato in maniera diversa da differenti microrganismi, con la produzione di metaboliti finali diversi: il glucosio può essere trasformato aerobicamente da specie di Micrococcus in CO2 e H2O e in condizioni anaerobiche da batteri lattici omofermentanti per produrre quasi esclusivamente acido lattico.
La natura delle alterazioni di un alimento dipende da:
I cambiamenti imputabili ai microrganismi riguardano:
Principali modificazioni chimiche: proteine e amminoacidi
Azioni legate ai processi tecnologici (alte temperature, pH, essiccamento spinto, radiazioni ionizzanti, trattamenti meccanici).
Denaturazione proteine: modificazione della struttura secondaria, terziaria e quaternaria senza rottura dei legami peptidici.
Modificazioni della catena laterale degli amminoacidi:
Reazione di Maillard: sapore di cotto e cambiamenti di colore (grigio) dovuto ad una glicazione delle proteine (reazione tra gruppo carbonilico e gruppo amminico).
Azioni legate all’attività degradativa di enzimi endocellulari e microbici
Putrefazione (fermentazione): processi anaerobici di natura microbica che comprendono l’idrolisi delle proteine e la successiva degradazione degli amminoacidi. Si formano prodotti di cattivo odore, attraverso processi chimici che si possono sintetizzare come segue.
Principali modificazioni chimiche: lipidi
Fermentazioni: quando non guidate, possono rappresentare una forma di alterazione alimentare, con formazione di odori e sapori sgradevoli (off-flavours)
Inizialmente gli Organismi Alterativi Specifici sono presenti in bassa concentrazione. Durante la conservazione gli SSO crescono più rapidamente della restante microflora e producono odori e sapori anomali associati con l’alterazione. Il numero di SSO alla comparsa dell’alterazione può essere definito come il livello minimo di alterazione e i metaboliti prodotti potrebbero essere usati come un indice chimico di alterazione dell’alimento.
Principali Microrganismi alterativi
I microrganismi alterativi, appartenengono a diversi gruppi microbici:
Diverse specie (P. fluorescens, P. solanacearum, P. cichorii, P. syringae, P. gladioli) sono importanti patogeni di piante coltivate, determinando grosse perdite economiche.
Sono tra i più comuni agenti alterativi degli alimenti.
In particolare P. fragi, P. lundensis, P. putida, P. viridiflava e P. fluorescens svolgono un ruolo chiave nelle alterazioni di alimenti di origine animale e vegetale. La loro capacità di alterare alimenti come carne, latte e derivati, pesce e vegetali, anche durante la conservazione refrigerata, è in parte legata alla produzione di proteasi e lipasi.
Le alterazioni causate sono strettamente legate al loro metabolismo con produzione di vari composti volatili (H2S, NH3, TMA, dimetil sulfide. diacetile, ecc.) e alla produzione di enzimi proteolitici.
Batteri lattici. Possono alterare una vasta gamma di alimenti.
Brochothrix thermosphacta. Bastoncino pleomorfo, catalasi positivo, anaerobio facoltativo in grado di svilupparsi a basse temperature (0-30°C). E’ considerato uno dei principali microrganismi alterativi di carne conservata sia aerobicamente che in MAP.
L’alterazione è imputabile alla produzione di diacetile e di acidi grassi dalla utilizzazione aerobica del glucosio, che conferiscono agli alimenti odori e sapori di acido e burro.
Alcune specie producono enzimi che idrolizzano carboidrati, proteine e lipidi:
Bastoncini Gram-positivi sporigeni, mobili per flagelli peritrichi o immobili, anaerobi stretti e catalasi negativi.
L’alterazione è dovuta alle loro attività saccarolitiche o proteolitiche e si manifesta attraverso la produzione di acidi, gas e odori sgadevoli.
1) Clostridi saccarolitici. Noti anche come “batteri butirrici”. Non sono patogeni e/o tossigeni e non putrefacenti. Operano fermentazioni gasogene. Cl. butyricum e Cl. tyrobutyricum producono dai carboidrati acido butirrico, acido acetico, CO2 e H2.
2) Clostridi proteolitici: sono molto attivi sugli amminoacidi (es. Clostridium sporogenes)
Alterano una vasta gamma di alimenti come formaggi, carne cotta, e vegetali e pesce in scatola.,
3) Clostidi proteolitici-saccarolitici: alterano gli alimenti con formazione di odori e sapori sgradevoli (off-flavours) associati alla fermentazione degli amminoacidi: acido butirrico, isobutirrico e caproico; H2S; NH3; Metil mercaptani; ammine come cadaverina e putrescina. (Es. Clostridium bifermentans)
Alterazioni microbiche degli alimenti
In questa lezione abbiamo preso in considerazione i principali aspetti delle alterazioni microbiche degli alimenti.
Alcuni punti di riflessione e studio sono i seguenti:
Infezioni e intossicazioni alimentari. Batteri patogeni trasmessi con gli alimenti: Escherichia coli enterovirulenti
Nella prossima lezione, dopo una presentazione sulle malattie alimentari veicolate dagli alimenti e sulle infezioni e intossicazioni alimentari, incominceremo a trattare in maniera specifica della biologia, dell’ecologia, delle attività metaboliche e dei fondamenti di sistematica dei principali batteri patogeni trasmessi con gli alimenti.
1. Introduzione: origine, storia, scopi ed evoluzione della microb...
2. Principali caratteristiche dei microrganismi associati con gli ...
3. Ecologia microbica degli alimenti
4. Fattori ecologici intrinseci
5. Fattori ecologici estrinseci, impliciti e tecnologici
6. Batteri lattici: ecologia, fisiologia e tassonomia
7. Batteri lattici: Lactobacillus, Carnobacterium, Weissella, Leuc...
8. Batteri lattici: Streptococcus, Enterococcus, Lactococcus, Bifi...
9. Batteri acetici, batteri proponici, Micrococchi e stafilococchi...
10. I microrganismi Probiotici. Le colture starter
11. I microrganismi indicatori della qualità e sicurezza microbiol...
12. Le alterazioni microbiche degli alimenti e i microrganismi anti...
13. Infezioni e intossicazioni alimentari. Batteri patogeni trasmes...
14. Batteri patogeni trasmessi con gli alimenti: Salmonella spp. Sh...
15. Batteri patogeni trasmessi con gli alimenti: Bacillus cereus. C...
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21. Microbiologia di prodotti alimentari: Vegetali, Prodotti fermen...
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25. La sicurezza nel laboratorio di microbiologia e l'analisi micro...
26. Criteri microbiologici e piani di campionamento
27. Principali terreni nutritivi e diluenti usati per l'analisi mic...
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29. Preparazione delle diluizioni decimali seriali
30. Conteggio in terreno liquido: tecnica MPN (Most Probable Number...
31. Numerazione di popolazioni microbiche specifiche degli alimenti
32. Principi di microbiologia selettiva e differenziale e fasi per ...
33. Cenni sui metodi e procedure di identificazione dei microrganis...
34. Schemi generali delle operazioni di laboratorio
35. Numerazione dei microrganismi aerobi mesofili totali e delle En...
36. Numerazione dei coliformi e di Escherichia coli in carne macina...
37. Numerazione di coliformi in latte pastorizzato con il metodo MP...
38. Numerazione di coliformi totali, coliformi fecali e streptococc...
39. Numerazione della microflora totale e dei clostridi solfito rid...