Si definisce volta un particolare tipo di superficie posta a copertura di uno spazio delimitato da muri o da pilastri composta da un’insieme di elementi che reagiscono ad un unico tipo di sollecitazione, e tale che la sezione in almeno una delle direzioni principali sia una linea curva. La volta è un elemento tridimensionale dato dallo sviluppo di una superficie nello spazio, più precisamente dalla traslazione o rotazione di una curva direttrice lungo una retta generatrice.
Ha collaborato alla redazione di questa lezione l’arch. A. Paolillo.
Fanno parte delle volte ottenute per traslazione la volta a botte e tutte le volte che derivano da essa. Fanno parte delle volte ottenute per rotazione la cupola e tutte le volte ottenute da essa. Ancora si possono dividere per come scaricano il peso proprio e quello portato: si distinguono in tale ambito: volte su piedritti come la vota a vela e la volta a crociera e volte su appoggio continuo come la volta a botte e la volta a padiglione.
Infine le volte possono essere divise in semplici e composte. Sono semplici quelle volte ove la superficie che le delimita non ha soluzioni di continuità, cioè non presenta punti in cui cambia la curvatura (es. volta a botte, volta a vela). Si dicono invece volte composte quelle volte la cui superficie è formata da più parti di diversa curvatura (es. volta a crociera, volta a padiglione).
Le volte sono strutture di copertura caratterizzate dalla curvatura della superficie d’intradosso. La loro classificazione avviene a seconda della genesi geometrica di tale superficie. Questa può essere costituita da:
In figura 1: Esempi schematici dei tipi più comuni di volte: (1) volta a botte; (2-3) volta a botte rampante; (4) volta conica; (5) botte ribassata; (6) volta a crociera; (7) volta a padiglione; (8) volta a padiglione su pianta rettangolare; (9) volta a schifo o a carena; (10) cupola semisferica; (11) volta a vela; (12) cupola su pennacchi sferici.
Una classificazione più immediata delle volte individua due tipi distinti in base alla superficie estradossale:
Nella maggior parte dei casi le curve utilizzate per la realizzazione di archi e volte sono l’arco semicircolare o gli archi policentrici. Tale scelta è dettata soprattutto da esigenze costruttive legate alla realizzazione delle centine ed al taglio delle pietre.
Sono riconducibili ai vari tipi di volte a botte e calotte.
L’intradosso della volta a botte è definito da una superficie semicilindrica.
La curva direttrice può essere costituita da un generico arco.
In architettura trovano applicazione principalmente l’arco a tutto sesto (1), l’arco ellittico (2), l’arco a tre centri (3), l’arco a ogiva (4) in figura 3 e l’arco rampante detto “a collo d’oca” in figura 2.
Quando le generatrici della volta a botte non sono ortogonali al piano cui appartiene la curva direttrice, la volta così generata prende il nome di volta a botte obliqua.
Presentano analogie con la volta a botte ma la superficie dell’intradosso è costituita da un toro sezionato con piano equatoriale. In architettura sono utilizzate nella copertura di gallerie o corridoi circolari e pertanto si impostano su pareti piene.
Girona, bagni arabi. Il frigidarium è coperto da una pregevole volta anulare. Fonte: Wikimedia Commons
La cupola è una volta a calotta che si imposta su ambienti a pianta con base poligonale, circolare o ellittica ed il cui profilo è costituito da un semicerchio, da una semiparabola oppure da un arco di ovoidale. La superficie della cupola appartiene alla famiglia delle quadriche. In particolare si tratta di superfici che hanno sia per direttrici sia per generatrici delle coniche non degeneri. Nei casi più frequenti di coperture a cupola, la superficie di intradosso viene ottenuta dal movimento rotatorio, sia circolare, sia ellittico, di un arco di conica intorno ad una retta verticale, detta asse di rotazione, in cui l’asse e la curva siano tra loro complanari.
La volta a vela atta a coprire un vano di forma quadrata è ottenuta sezionando una calotta semisferica – avente come diametro la diagonale del quadrato di base (la circonferenza di base della semisfera circoscrive il perimetro interno del vano) – con quattro piani verticali individuati dalle pareti del vano. Lo spazio risulta così coperto da una porzione di semisfera, che viene ‘tagliata’ dai piani verticali.
Genesi della volta avela a partire da una sfera. Fonte: elaborazione grafica Arch. Raffaele Catuogno
I pennacchi sferici sono costituiti dalle quattro porzioni di calotta sferica di diametro uguale alla diagonale del quadrato di imposta della volta, ottenute secando questa ultima con i quattro piani verticali passanti per i lati del quadrato di base (in analogia con la volta a vela) ed un piano orizzontale passante per la chiave dei quattro archi ottenuti dalla sezione coi i piani verticali.
I pennacchi sferici sono stati ampiamente sfruttati in architettura come struttura di imposta delle cupole su ambienti a pianta quadrata. Le cupole, oltre ad essere impostate su supporto murario circolare (tamburo), possono coprire anche ambienti a pianta quadrata attraverso l’uso di altre strutture voltate quali ipennacchi sferici o le trombe che permettono di risolvere il problema del raccordo tra le due figure geometriche differenti, il quadrato delle pareti e il cerchio della calotta sovrastante.
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