In ogni rilievo si distinguono due fasi:
La fase di campagna a sua volta si può articolare in:
Per la misura delle lunghezze ci si avvale del metodo delle misure parziali integrato da quello delle misure progressive. Buona regola è quella rilevare sia le misure parziali, sia per verifica quelle progressive a partire da uno 0 fissato.
Con il metodo delle misure progressive per ogni parte da misurare viene letta la distanza sulla rollina da un punto O detto origine. Operativamente: posto lo zero della rollina ad un estremo della parte da misurare, leggere i valori metrici progressivamente. Questo metodo comporta i seguenti vantaggi: 1) speditezza nella ripresa delle misure, 2) riduzione dell’errore. Comporta invece l’inconveniente di non riportare il valore metrico della singola parte, che necessariamente deve essere indicato nella rappresentazione.
Con il metodo delle misure parziali invece si misura la distanza relativa per ogni coppia di punti. Il metodo delle misure parziali comporta la lettura della distanza reciproca dei punti, dunque il valore metrico di ogni singola parte. Va in ogni caso rilevata anche la misura totale.
Verifica: sommando tutte le misure parziali fino ad un punto, il risultato dovrà necessariamente essere uguale alla misura progressiva fino a quel punto.
I metodi per il rilevamento diretto sono quello per ascisse e ordinate e per trilaterazione.
Metodo per ascisse e ordinate
Per il rilievo di lunghezze discontinue (ad esempio il perimetro esterno di un edificio caratterizzato da sporgenze e rientranze) ci si può avvalere del metodo delle coordinate ortogonali (ascisse e ordinate).
Viene tracciata una retta esterna (linea di appoggio) possibilmente parallela al lato da rilevare. Su questa retta – considerata come asse delle ascisse – si proiettano perpendicolarmente tutti i punti da rilevare. Si misurano poi (con il metodo delle misure parziali e progressive) le distanze tra i punti proiettati (ascisse) e le distanze tra i punti della facciata e la loro proiezione sulla linea di appoggio (ordinate).
Per la costruzione della linea di appoggio si usano fili tesi tra due punti oppure si traccia un allineamento a mezzo di paline.
(Da M. Docci, D. Maestri, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Roma, 1998)
Il metodo per ascisse e ordinate si basa sul ricondurre i punti significativi da rilevare ad un sistema di riferimento ortogonale.
Nei due casi riportati in figura 1 e 2 ci si è disposti e in maniera parallela al lato da misurare materializzando un’asse di riferimento (base di appoggio) che rappresenta l’asse delle ascisse.
L’operazione è di semplice realizzazione e si esegue disponendo una rollina (che diventa l’asse delle ascisse o base di appoggio) parallelamente al tratto da misurare; poi con l’aiuto di uno squadro da muratore – utilizzato come guida per verificare la perpendicolarità – si misura la distanza di ciascun punto dell’edificio dalla base di appoggio, annotando inoltre per ciascuno a che distanza dall’origine (0.00) viene effettuata quella misura.
(Da M. Docci, D. Maestri, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Roma, 1998)
Il rilievo per trilaterazione si basa sul principio dell’indeformabilità del triangolo. Date le misure dei lati ci sarà infatti una sola configurazione che corrisponde alle misure date.
Il triangolo è infatti una figura rigida e può essere definito con la semplice misurazione dei suoi tre lati.
È possibile dunque rilevare la posizione di un punto da altri due definiti fissi prelevando le distanze relative da esso. Nella realtà si individueranno due punti appartenenti ad un asse di riferimento (asse di appoggio), facilmente riconoscibili. A seconda della loro natura questi punti si potranno definire stabili o provvisori: punti fissi stabili se materialmente individuabili (come paletti infissi nel suolo, oppure intersezioni di conci di pavimentazione, paracarri ecc.), punti fissi provvisori se individuati provvisoriamente ai soli fini del rilievo e tracciati ad esempio con gesso.
Nel caso del rilievo di una nicchia è sufficiente stabilire un allineamento su cui individuare due punti, nell’esempio A e B misurandone la distanza relativa. Da A e B successivamente si misurano le distanze A1 A2 A3 A4 A5 e B1 B2 B3 B4 B5 che ne definiscono opportunamente l’andamento.
(Da M. Docci, D. Maestri, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Roma, 1998)
Fase di rilievo
I due punti fissi (i punti A e B in figura 3 e 4) devono essere riferiti ad un asse di appoggio quanto più parallelo al l’oggetto da misurare.
Una volta misurata la distanza relativa tra i due punti fissi A e B, si procede a misurare con una rollina la distanza del punto da rilevare (il punto C) dai due punti fissi A e B. Si misura dunque la distanza AC e poi la distanza BC.
Fase di restituzione
Nella fase di restituzione si tratterà di riportare in scala opportuna il segmento AB che rappresenta la distanza tra i due punti fissi e con un compasso tracciare nei due estremi A e B due circonferenze di raggio pari alle distanze del punto da rilevare dai punti fissi. L’intersezione delle due circonferenze darà la posizione del punto C cercato.
È opportuno scomporre la superficie da rilevare in triangoli facendo in modo tale che ogni punto da rilevare risulti saldamente ancorato agli altri.
Trilaterazione – rilievo diretto – uso di strumenti semplici, rilievo della misura dei lati di un triangolo. Triangolazione – rilievo indiretto – uso di strumenti topografici, rilievo della misura degli angoli di un triangolo. Trilaterare un punto C: rilevare la distanza del punto C dai punti fissi A B (la cui distanza è nota) della linea di appoggio.
Restituire per trilaterazione un punto C: disegnare sul foglio la linea di appoggio, staccare su di essa i punti A e B la cui distanza è nota. Puntare il compasso in A con raggio pari alla distanza misurata AC riportata in scala e tracciare un arco di cerchio. Puntare il compasso in B con apertura di raggio pari alla distanza misurata BC e tracciare un arco di cerchio. L’intersezione tra i due archi di cerchio individua univocamente il punto C. Per verifica potrà essere rilevato il punto D da un terzo punto interno al segmento AB.
Punti fissi: punti da cui parte il rilievo. Linea o asse di appoggio: asse che congiunge i punti fissi A e B di cui si conosce la distanza.
È importante ricordare che: i punti da rilevare dovranno essere visibili dai due punti fissi; le misure devono essere rigorosamente prese in orizzontale (verificando tale condizione attraverso una livella torica); il triangolo che si verrà a formare dovrà essere quanto più equilatero possibile onde evitare errori di tangenza.
Nel caso del rilievo di un ambiente singolo è necessario rilevare tutte le misure perimetrali e le diagonali restituendo le misure in riferimento ad uno dei lati individuato come asse di appoggio AB. Successivamente si procede al rilievo del dettaglio.
Qualora invece non fosse possibile rilevare le diagonali, sarà opportuno dividere l’ambiente in triangoli minori. Nella figura 6 il pilastro centrale è stato relazionato alle pareti mediante trilaterazioni.
In alcuni casi può rivelarsi opportuno integrare il metodo della trilaterazione con quello per ascisse e ordinate.
(Da M. Docci, D. Maestri, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Roma, 1998)
Attraverso la trilaterazione è possibile rilevare gli angoli (fig. 7).
Nel caso di un angolo concavo, fissando a piacere sulle pareti i punti 1 e 2 si procede per trilaterazione rilevando e restituendo i lati del triangolo.
Nel caso di un angolo convesso il valore è ottenuto per sottrazione dall’angolo di 180°. Si ottiene prolungando uno dei due lati con un regolo e, fissando a piacere sul regolo stesso e sull’altro lato i punti 1 e 2 si procede per trilaterazione rilevando e restituendo i lati del triangolo.
Quando le tre misure prese sono in rapporto 3,4,5, per il teorema di Pitagora, l’angolo formato dai due lati è retto.
Rilievo per trilaterazione con asse principale di appoggio interno.
Nel caso di spazi aperti o spazi chiusi ove sono presenti più ambienti in successione è opportuno riferire il rilievo ad un asse principale di appoggio interno. La suddivisione in triangoli della superficie da rilevare, infatti, non è sufficiente a garantire un rilievo corretto, in quanto, qualora si verificasse un errore, esso verrebbe “trasportato” attraverso la rete di triangoli per tutto il rilievo. Inoltre la trilaterazione a rete non consente agevoli verifiche di controllo essendo caratterizzata da trilaterazioni in successione.
È necessario dunque creare un allineamento con una lenza da muratore che metta in collegamento il primo e l’ultimo ambiente. Una volta tracciato l’allineamento si individuano su quest’asse (asse principale di appoggio o asse principale della trilaterazione) i punti fissi da cui prenderà avvio il rilievo.
È necessario inoltre rapportare il rilievo ad un asse di trilaterazione esterno, facendo attenzione al raccordo tra i due assi. Per determinane la reciproca posizione è opportuno riferirsi sempre alla trilaterazione.
In particolare: una volta tracciato l’asse di appoggio esterno per il rilievo della facciata, si individuano su di esso i punti fissi ad esempio B e C. Dai punti fissi B e C si procede alla trilaterazione del punto E. Si individua poi sull’asse di appoggio esterno un altro punto fisso compreso tra B e C, ad esempio il punto F (fig. 8).
Congiungendo (sul posto e poi sul grafico) i punti F ed E si avrà la direzione del nuovo asse di appoggio interno collegato a quello esterno. Sull’asse di appoggio interno andranno individuati nuovi punti fissi per il rilievo.
Fasi operative del rilievo
Affinché ogni rilievo sia chiaro, è necessario che rechi in sé non solo le informazioni metriche, ma anche le modalità di prelievo delle misure. A tal fine è opportuno distinguere tra misure dirette, indirette o presunte.
Le quote vanno indicate sempre dal particolare (più vicine al disegno) al generale (più lontane, fino alla totale che le comprende tutte). Le quote costituiscono la traduzione in numero dei nomi degli elementi.
Analogamente vanno opportunamente rappresentati tutti i dati atti a rendere esplicita la metodologia utilizzata. Nel caso specifico, attraverso apposite legende vanno indicati gli assi di appoggio, le linee di trilaterazione, i punti fissi, i punti stabili, i punti notevoli.
Perimetro esterno di un edificio base di appoggio e poligonali
Per individuare tutto il perimetro esterno di un edificio vanno costruite delle linee di appoggio – una per ogni lato dell’edificio – e prolungate fino ad incontrarsi così da costruire una rete di inquadramento.
Di tale rete di inquadramento o poligonale, bisognerà rilevare non solo le lunghezze, ma anche gli angoli che formano tra di loro.
Questa rete di inquadramento deve essere collegata anche all’interno dell’edificio.
La poligonale può essere aperta o chiusa: aperta se il primo asse e l’ultimo non hanno una relazione diretta, chiusa se è possibile verificare la bontà del rilievo relazionando il primo asse con i punti del l’ultimo.
(Da M. Docci, D. Maestri, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Roma, 1998)
Poligonale: linea spezzata di riferimento di appoggio per la trilaterazione.
Asse di riferimento o linea di appoggio esterna: linea esterna di riferimento.
Asse di riferimento principale o linea di appoggio: asse interno allo spazio da rilevare.
Asse di riferimento secondario o linea di appoggio: asse interno allo spazio da rilevare.
Nel caso di più assi ogni asse verrà indicato con una lettera dell’alfabeto minuscola e ad ogni punto sull’asse corrisponderà un numero (a1, a2, a3).
Punti di passaggio: punti di variazione di direzione della linea di appoggio.
Punti fissi materiali stabili: punti riconoscibili nel reale intercettati sull’allineamento della a linea di appoggio o sull’asse di riferimento. Consentono di svolgere il rilievo in sessioni separate, e di ripetere le misure. Vanno individuati con le lettere dell’alfabeto maiuscole. I punti fissi vanno fotografati con l’indicazione della lettera corrispondente.
Punti fissi provvisori: punti intercettati sull’allineamento dell’asse di riferimento ed indicati sul posto con un gessetto. Vanno individuati con le lettere dell’alfabeto maiuscole.
Punti notevoli: sono i punti dell’edificio da rilevare, vanno indicati con i numeri.
Molto spesso, quando ci si trova in presenza di edifici storici, una delle operazioni più frequenti può essere il rilievo dello spessore interno o esterno dei maschi murari, per il quale bisogna munirsi di opportuni strumenti, a volte anche molto semplici come ad esempio dei regoli; la seconda operazione è quella di avvalersi dell’allineamento dei due regoli per la determinazione dello spessore «s» del muro che avviene per sottrazione tra la misura complessiva e quello che potrebbe essere l’aggetto di una eventuale cornice.
(Da M. Docci, D. Maestri, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Roma, 1998)
1. Orizzonti didattici ed applicativi del rilievo dell'Architettur...
3. Metrologia e teoria dell'errore
6. Parti ed elementi dell'architettura: nomenclatura
7. Schizzi e appunti di rilievo
8. Fondamenti teorici del rilevamento
9. Strumenti di supporto al rilievo e strumenti per il rilievo dir...
10. Metodi per il rilevamento diretto
11. Metodi per il rilievo altimetrico diretto
13. La scala nell'edilizia residenziale napoletana: analisi conosci...
14. Strumenti per il rilievo indiretto
15. Metodi per il rilievo indiretto
16. La fotografia nel rilievo. Metodi e strumenti per il rilievo fo...
17. La fotografia nel rilievo. Il fotoraddrizzamento
18. Nuove tecnologie per il rilievo dell'architettura: il laser sca...
19. L'impiego del GPS nel rilevamento
22. Tematismi del rilievo: il rilievo del degrado
26. Elementi di Geometria Proiettiva
27. Il metodo di Monge - rappresentazione degli enti fondamentali
28. Condizioni di appartenenza, parallelismo e perpendicolarità ne...
29. Teoria delle ombre nel metodo di Monge
30. L'omologia
31. Introduzione all'assonometria. Assonometria obliqua
33. La rappresentazione prospettica
34. La prospettiva: rappresentazione degli enti geometrici fondamen...
Docci M., Maestri D., Manuale di rilevamento architettonico, Laterza, Roma, 1998.