Il primo strumento di decodificazione della forma è lo schizzo che costituisce l’approccio iniziale nell’ambito di ogni processo conoscitivo della realtà.
Lo schizzo è un primo segno rapido, tracciato a mano libera per fissare sul foglio di carta un’immagine della realtà percepita attraverso il semplice sguardo.
Nel campo del rilievo architettonico, il disegno a schizzo ha la finalità di indagare l’esistente in modo critico, rappresentando l’oggetto di analisi attraverso linee significative derivate da un processo di sintesi e di lettura tematica. Esso mette infatti in relazione l’intuizione e la percezione della realtà: mediante l’occhio, l’osservatore legge l’oggetto, interpretandone le caratteristiche e restituendone attraverso il disegno una visione soggettiva.
Ha collaborato alla redazione di questa lezione l’arch. A. Paolillo.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo. Allievo A. Salvati.
Lo schizzo – sia nell’ambito di un processo inventivo sia in relazione al processo conoscitivo della realtà – è caratterizzato da un numero limitato di segni il cui significato è di volta in volta legato alla chiave di lettura e di interpretazione della realtà. Tali segni non devono compiacere la mano felice di chi li traccia ma devono esprimere con chiarezza e correttezza le peculiarità del manufatto architettonico, rispettandone le proporzioni e gli aspetti linguistici e formali.
L’economicità di segni ed il non finito nello schizzo non devono rappresentare un ostacolo alla riconoscibilità del reale, in quanto lo sforzo deve essere quello di far corrispondere ad un ridotto numero di linee una forte carica di significato.
Generalmente si suole distinguere lo schizzo dal disegno dal vero in quanto il primo è una rappresentazione che ha il carattere dell’immediatezza, dell’estemporaneità e della sintesi, mentre il disegno dal vero si caratterizza per l’approccio mimetico e figurativo alla realtà, restituendo la terza dimensione attraverso rese prospettiche e caricando il disegno di linee e di effetti chiaroscurali. Esso è ricco di particolari e riguarda nella maggior parte dei casi disegni di ambientazione.
Lo schizzo mette in moto un processo di selezione della realtà le cui modalità trascrittive sono in funzione del tempo necessario per osservare la realtà e per entrare in contatto con i significati dell’architettura.
Possiamo distinguere due modalità di rappresentazione nel disegno a schizzo:
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo. Allievo A. Salvati.
Nello schizzo di rilievo, è necessario preliminarmente saper guardare, osservare cioè la realtà con attenzione al fine di:
La rappresentazione della struttura dell’oggetto architettonico infatti avviene attraverso l’individuazione delle sue parti significative, delle geometrie che ne sottendono la forma, del ritmo che ne regola la composizione e della successiva trasposizione dei dati individuati in segni.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Lo schizzo in questo caso diventa il supporto grafico per le annotazioni relative agli elementi costitutivi dell’architettura ed alla articolazione della facciata.
Elaborati del corso di Applicazione di Geometria e Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Le fasi per la realizzazione di uno schizzo di studio sono:
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo. Allievo A. Salvati.
Il proporzionamento a vista e l’analisi dell’apparato decorativo che in successione ne scandiscono il ritmo di facciata permettono di cogliere con immediatezza la rappresentatività e le valenze dell’architettura.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo. Allievo A. Salvati.
Analisi dei rapporti proporzionali, ricerca del modulo di proporzionamento dell’insieme, degli interassi, degli interpiani, delle singole parti.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Analisi delle geometrie di assetto, dei rapporti proporzionali, ricerca del modulo di proporzionamento dell’insieme, degli interassi, degli interpiani, delle singole parti.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Schizzi di studio. Fonte: elaborati del corso di Applicazione di Geometria e Rilievo dell'Architettura, prof. A. di Luggo
Lo schizzo di studio può anche esplicitare una serie di informazioni relative ai percorsi di fruizione di un’architettura, alla composizione delle parti e degli elementi architettonici. Analizzando la pianta può essere evidenziato l’impianto attraverso l’indicazione dei percorsi e della successione degli ambienti principali, ad esempio l’androne, il cortile, la scala.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, a.a. 2003/04, prof. A. di Luggo.
Nell’ambito del rilievo dell’architettura viene definito come eidotipo, (dal greco: eidos vedere), uno schizzo a mano libera che riproduce la realtà in uno schema in proiezione ortogonale. Esso si caratterizza proprio perché rende visibili e dunque conoscibili gli aspetti fondativi della realtà che verranno successivamente analizzati attraverso la misura.
L’eidotipo costituisce un grafico di fondamentale importanza, utile alla traduzione dalla realtà alla rappresentazione. Viene predisposto preliminarmente alla fase di rilevamento, costituisce una guida ed uno strumento insostituibile durante le operazioni di ripresa delle misure e un supporto alla memoria nella fase di restituzione grafica.
L’unicità di ogni architettura e la specificità delle esigenze che motivano il rilievo impone di stabilire, caso per caso, il livello di sintesi necessario e le caratteristiche dell’oggetto di analisi da mettere in evidenza.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
L’eidotipo va realizzato rimanendo quanto più possibile fedeli alle proporzioni delle parti, in quanto su di esso andranno riportate tutte le informazioni che il rilevatore riterrà necessarie nella fase successiva di misurazione e di restituzione grafica. Affinché tali informazioni siano chiare, il disegno non deve cedere ad effetti pittorici ma la sua corrispondenza con il vero si deve manifestare attraverso un segno tecnico, in cui la forma e la struttura dei vari elementi deve prevalere sull’apparenza figurativa.
Impostato così sulla chiarezza e sulla semplificazione dei dati, l’eidotipo deve essere un supporto per recepire tutte le annotazioni metriche.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Generalmente viene realizzato a matita per permettere eventuali correzioni, frequenti in fase di campagna, e viene corredato dall’indicazione dei dati relativi all’opera ed alla sua ubicazione rispetto ad uno schema generale, dalla data e del rilievo e dal nome del rilevatore.
Praticamente deve mettere in evidenza tutte parti sezionate, gli elementi in vista, deve segnalare la posizione e la tipologia di gradini e scale, cambi di quota, indicazioni sui materiali utilizzati, proiezioni di oggetti posti al di sopra del piano di sezione come ad esempio travi principali, lucernari, o sistemi di copertura voltati.
L’insieme dei disegni così elaborati costituisce un vero e proprio quaderno di appunti sul quale il rilevatore annota anche osservazioni relative ai materiali, ai particolari ed ai dettagli architettonici.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Nella fase preliminare può essere di grande utilità munirsi di una planimetria dell’opera che funge da guida grafica per l’impostazione dell’eidotipo in pianta. Successivamente va definita la scala presumibile dello schizzo in funzione delle dimensioni principali e della complessità dell’oggetto da rappresentare.
Inoltre va scelta la quota alla quale si intende delineare la pianta – si preferisce scegliere una quota che consenta di rilevare e poi riportare il maggior numero possibile di aperture- per poi eseguire il rilievo in funzione di una rappresentazione che contenga il massimo numero informazioni utili alla restituzione grafica.
Nel disegno delle piante andranno riportate anche le indicazioni relative alle sezioni. Dovranno essere ben evidenti le parti sezionate, quelle in proiezione ed i punti rilevati.
Elaborati del corso di Applicazione di Geometria e Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
L’eidotipo non è un documento personale del rilevatore, ma un vero e proprio strumento di rilievo. Su di esso vanno riportate, oltre ai dati dimensionali, anche tutte le annotazioni relative alle operazioni effettuate sul luogo e le informazioni sui dati costruttivi e materici dell’opera.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
L’eidotipo viene disegnato in proiezione ortogonale.
Ai fini del rilievo devono essere elaborati gli eidotipi relativi a:
Agli eidotipi relativi ai dettagli è affidata la rappresentazione di elementi complessi come modanature o nodi strutturali particolarmente complicati indicando in modo chiaro la relazione della singola parte analizzata con la complessità dell’opera.
Lo schizzo della sezione risulta particolarmente utile per annotare tutte le informazioni necessarie al rilevamento altimetrico degli alzati, soprattutto nel caso di strutture complesse come le scale a struttura voltata. In questi casi sarà opportuno disegnare almeno una sezione per ciascun rampante della scala.
Elaborati del corso di Rilievo dell’Architettura, prof. A. di Luggo.
Tavola relativa agli schizzi di studio. Fonte: elaborati del corso di Rilievo dell'Architettura, prof. A. di Luggo. Allievi, C. Otranto, F. Toscano
Schizzi di studio relativi ad un portale di un palazzo napoletano. Fonte: elaborati del corso di Rilievo dell'Architettura, prof. A. di Luggo
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Docci M., Maestri D., Manuale di rilevamento architettonico, Laterza, Roma, 1998.