Il tempo trasforma l’architettura: ne trasforma i materiali, la statica, le funzioni, il ruolo nel contesto e nel relativo quadro storico – critico. Le trasformazioni che un edificio subisce durante tutta la sua esistenza sono praticamente ininterrotte.
Nel momento in cui la sua costruzione viene terminata, l’atmosfera, la luce, le variazioni di temperatura, il sole, il gelo ed il vento incidono sulla materia dell’architettura, così come le variazioni sociali e culturali incidono sui suoi ruoli e sui suoi significati. Tali trasformazioni determinano una particolare attenzione su tutti quegli aspetti che fanno apparire una architettura come degradata alle generazioni che si susseguono e che, con atteggiamento critico e metodologie diverse, si impegnano a contrastarne il degrado.
Ha collaborato alla redazione di questa lezione l’arch. A. Paolillo.
Ogni rilievo deve fondarsi su tre momenti fondamentali:
Ai fini del rilievo è necessario predisporre una documentazione che rechi informazioni relative non solo alle determinazioni metriche, ma anche specifici tematismi capaci di documentare la complessità dell’architettura. Accanto al rilievo cosiddetto “muto” (relativo alle piante prospetti e sezioni), al rilievo metrico (indicativo di procedure e quote), al rilievo architettonico (relativo alle piante prospetti sezioni con proiezioni e caratterizzazioni) ed al rilievo dei particolari costruttivi e decorativi, sarà necessario produrre delle letture tematiche sull’edificio volte a documentare:
In particolare il rilievo del degrado potrà essere completato attraverso la documentazione relativa ad indagini strumentali quali:
Il rilievo delle murature va effettuato con il metodo diretto o fotogrammetrico e va rappresentato in scala 1:20, 1:10, analizzando:
In molti casi ai fini della conoscenza della storia delle trasformazioni del manufatto è opportuno predisporre carte tematiche relative all’analisi delle murature ed una cronologia delle stesse.
La presenza di umidità all’interno delle murature può essere dovuta a:
Il tematismo può essere rappresentato in modo differente a seconda del tipo di umidità. Può essere indicato in modo mimetico evidenziando il percorso dell’acqua piovana o ancora può essere schematizzato indicando l’entità di umidità di risalita.
Il rilievo del quadro fessurativo è di estrema complessità e deve essere eseguito con cura ed esattezza perché dalla sua analisi è possibile risalire alle cause che lo hanno determinato.
Il rilievo delle lesioni può essere effettuato con il metodo diretto o fotogrammetrico.
Si possono distinguere:
Avendo valutato il tipo di lesioni e facendo riferimento ad opportune simbologie si perviene alla redazione del quadro fessurativo che reca una mappatura delle diverse tipologie di lesioni opportunamente graficizzate e localizzate nei disegni in pianta, prospetto e sezione.
Le modificazioni che si possono rilevare su di un edificio si distinguono in:
Nell’ambito del rilievo è opportuno indagarne le cause del degrado che possono dipendere da:
Il degrado, in riferimento all’alterazione dello stato di conservazione delle facciate delle architetture, nell’ambito del presente corso, è stato classificato come degrado di superficie o materico in riferimento al degrado dovuto a cause naturali e come degrado ambientale quello determinato dall’azione diretta dell’uomo quali superfetazioni di vario tipo (insegne pubblicitarie, antenne ed impianti impropri, sostituzioni di parti architettoniche, integrazioni non conformi).
Il degrado di superficie (o materico) riguarda gli intonaci e le pitture (A), gli stucchi (B), gli elementi lapidei (C), gli elementi in legno e in ferro. La classificazione distingue una serie di classi a seconda delle cause che hanno provocato il danneggiamento di tali superfici.
Il degrado ambientale non è codificato secondo criteri valutativi e grafici unificati, ma viene documentato da innumerevoli studi sull’architettura e sui centri storici, per i quali sussistono normative, leggi e piani di recupero che articolano in modo sistematico il rilievo, la classificazione, la rappresentazione dello status quo e degli interventi previsti. Con il termine di degrado ambientale si intendono tutti gli interventi impropri operati dall’uomo che alterano lo stato originario dell’architettura, come superfetazioni, impianti a vista in facciata (elettrici, idraulici, telefonici, di condizionamento, eccetera), modifica delle aperture (vani finestre, porte e balconi, vetrine), soprattutto per quanto riguarda la parte basamentale dove spesso i locali al piano terreno sono occupati da attività commerciali e dalla presenza delle relative vetrine ed insegne luminose.
Viene fornita di seguito la descrizione del Lessico Normal per la graficizzazione del degrado:
La sicurezza di un edificio può modificarsi nel tempo a causa di situazioni di degrado progressivo delle strutture. Ogni intervento di consolidamento deve fondarsi su di un insieme di operazioni conoscitive, propedeutiche ad ogni intervento sul manufatto. In tal senso, accanto all’indagine storica ed al rilievo metrico e tecnologico è opportuno predisporre una serie di indagini sulle caratteristiche strutturali al fine di individuare il comportamento dei materiali ai quali è demandata la funzione portante, nonché di constatarne il degrado, valutarne le sollecitazioni in atto e determinare quindi la resistenza residua.
Obiettivo della diagnostica è quello di valutare la sicurezza delle costruzioni nello stato attuale avvalendosi di prove meccaniche di tipo distruttivo, eseguite su campioni prelevati dalla struttura il più possibile indisturbati, e prove non invasive che non arrecano alcun danno al manufatto.
Tra le prove non invasive che è possibile effettuare:
La termografia è un tipo di acquisizione immagini nel campo dell’infrarosso. Attraverso l’utilizzo di una termocamera (strumento per eseguire controlli di tipo termografico) si eseguono controlli non distruttivi e non intrusivi. Le termocamere rilevano le radiazioni nel campo dell’infrarosso dello spettro elettromagnetico e compiono misure correlate con l’emissione di queste radiazioni. Questo strumento è in grado di rilevare le temperature dei corpi analizzati attraverso la misurazione dell’intensità di radiazione infrarossa emessa dal corpo in esame. Il principio si basa sulla misura della distribuzione delle temperature superficiali dell’oggetto, quando viene sollecitato termicamente. L’analisi termografica è utilizzata nel campo della ristrutturazione e della manutenzione preventiva per la diagnostica delle patologie edilizie. Utile per valutare distacchi di intonaco, difetti strutturali nascosti, umidità di risalita.
Queste indagini consistono nel misurare ed analizzare le caratteristiche di propagazione delle onde elastiche all’interno dei solidi murari.
Scopo delle prove è:
La strumentazione di prova è costituita da una sorgente di emissione di onde elastiche, un captatore dell’energia sonica e un’apparecchiatura di rilevazione e registrazione dei segnali. Le prove soniche sono basate sulla misura del tempo di propagazione di un impulso meccanico tra la sonda trasmettitore e la sonda ricevente. Tale velocità dipende dall’elasticità e dalla resistenza del materiale: maggiore è la velocità, maggiore sarà il modulo elastico e quindi la resistenza, essendo infatti ogni interruzione od eterogeneità del materiale, causa di un ritardo del segnale.
Le prove invasive consentono di indagare un manufatto provocando un’alterazione più o meno significativa a seconda se si prelevino campioni per sottoporli a prove di laboratorio o che si pratichino piccoli fori o tagli nella muratura.
In presenza di lesioni è opportuno monitorare l’andamento delle stesse nel tempo al fine di verificare se si tratti di lesioni di tipo statico, ossia ferme nel tempo, oppure dinamico, che tendono ad evolversi.
Il monitoraggio consiste dunque nel controllo del comportamento nel tempo di lesioni, rotazioni, cedimenti, deformazioni, vibrazioni.
Dovrà essere effettuato ad intervalli di tempo regolari, così da notare le evoluzioni del fenomeno.
Il fessurimetro è uno strumento che consente di tenere sotto controllo l’andamento delle lesioni presenti in una struttura.
I fessurimetri sono formati da 2 piastre parzialmente sovrapposte, per il controllo delle lesioni alle pareti. La piastra superiore è incisa con un reticolo, quella inferiore calibrata in mm sia in senso orizzontale che verticale e con l’azzeramento sulle 4 parti mediane.
La misura del movimento della lesione viene indicata in mm leggendo lo sfasamento tra la piastra con reticolo e quella millimetrata sottostante.
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31. Introduzione all'assonometria. Assonometria obliqua
33. La rappresentazione prospettica
34. La prospettiva: rappresentazione degli enti geometrici fondamen...
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