Lo studio approfondito degli ordini classici trova diretta applicazione nell’analisi di diversi portali napoletani collocabili tra il XIX e gli inizi del XX secolo, evidentemente riconducibili a tale linguaggio. La pluralità dei riferimenti adottati dai vari architetti autori di tali portali è principalmente responsabile delle diversità ivi riscontrabili nelle modalità di adesione al mondo classico.
Dalla metà del Settecento fino al primo Novecento, in particolare in conseguenza degli scavi archeologici settecenteschi scientificamente condotti a Ercolano, Pompei e Paestum, la riscoperta del mondo antico determina un rinnovato rapporto con il passato dell’architettura. Nell’impiego degli ordini, non ci si riferisce più ad un’unica epoca dell’antichità, considerata depositaria di un insuperato raggiungimento di valori estetici, e ciò comporta che le norme compositive e di proporzionamento comincino ad essere discusse nel loro stesso intrinseco valore.
Accade così che, nella riproposizione degli ordini architettonici, il canone a cui si era pervenuti alla fine del Cinquecento risulti osservato più nei suoi principi sostanziali e nella generale norma compositiva che nel puntuale dettato proporzionale e formale.
I disegni proposti sono stati elaborati da allievi del corso.
Le esemplificazioni trattate sono emblematiche nel dimostrare come l’utilizzo del linguaggio architettonico classico non frustri le intuizioni dei singoli architetti, lasciando loro un ampio margine di libertà che scongiura il rischio di un esito finale impersonale.
L’interpretazione degli schemi classici ha consentito, perciò, un’attività espressiva che, pur basata su modelli certi e sperimentati, si è potuta rinnovare e inventare rispetto all’oggetto interpretato, di cui, nel contempo, ha aumentato la conoscenza.
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