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Alessandra Pagliano » 6.Cenni di storia della scenografia: la scena contemporanea


La frammentazione del linguaggio scenografico

Dopo Appia il mondo della scenografia ha intrapreso innumerevoli strade diverse alla ricerca di espressività e suggestioni sempre nuove in nome dell’ormai affermata libertà artistica; in un simile terreno di sperimentazione, frammentazione e velocità è venuto tuttavia a mancare il rapporto tra le esperienze realizzate e l’individuazione delle regole da esse dedotte ed acquisite e dunque la letteratura sulla scenografia ha smesso di seguirne le tappe, i risultati e i protagonisti.
Con l’epoca contemporanea è dunque cessata la trattatistica sulle scene a causa della complessità, della commistione e della confusione degli stili e dei linguaggi in atto.
Nelle pagine che seguiranno si proverà dunque a citare alcune delle tematiche maggiormente affrontate in scena dal teatro contemporaneo, fornendo una carrellata di immagini significative che le possano sinteticamente rappresentare.

Luci, ombre, proiezione di filmati e immagini: l’introduzione delle nuove tecnologie nello spazio scenico

Idometeo, scene di Erich Wonder, Monaco, Residenztheater, 1781. Fonte: foto di Marco Brescia, Archivio Peroni S.p.A.

Idometeo, scene di Erich Wonder, Monaco, Residenztheater, 1781. Fonte: foto di Marco Brescia, Archivio Peroni S.p.A.

Samsara, scene di Paco Azorín, Teatro de Madrid, 2006. Fonte: Archivio Peroni S.p.A.

Samsara, scene di Paco Azorín, Teatro de Madrid, 2006. Fonte: Archivio Peroni S.p.A.


Luci, ombre, proiezione di filmati e immagini: l’introduzione delle nuove tecnologie nello spazio scenico

Madama Butterfly, scene di Paolo Miccichè, Arena di Verona, 1999. Fonte: foto di Faianello, Archivio Peroni S.p.A.

Madama Butterfly, scene di Paolo Miccichè, Arena di Verona, 1999. Fonte: foto di Faianello, Archivio Peroni S.p.A.

Madama Butterfly, scene di Paolo Miccichè, Arena di Verona, 1999. Fonte: foto di Faianello, Archivio Peroni S.p.A.

Madama Butterfly, scene di Paolo Miccichè, Arena di Verona, 1999. Fonte: foto di Faianello, Archivio Peroni S.p.A.


Contro la forza di gravità – Azione scenica e forza di gravità: staccando i piedi dal suolo.

O corvo branco, scene di Bob Wilson, Lisbona, Teatro Camões 1998. Fonte: foto di Javier del Real, Archivio Peroni S.p.A.

O corvo branco, scene di Bob Wilson, Lisbona, Teatro Camões 1998. Fonte: foto di Javier del Real, Archivio Peroni S.p.A.

Orphée et Eurydice, scene di David e Frédèrico Alagna, Teatro Comunale di Bologna 2008. Fonte: foto Art Project, Archivio Peroni S.p.A.

Orphée et Eurydice, scene di David e Frédèrico Alagna, Teatro Comunale di Bologna 2008. Fonte: foto Art Project, Archivio Peroni S.p.A.


Prospettive illusorie dal basso

Attore e spazio scenico.
Il contrasto tra la forza di gravità dello spazio fisico degli attori e lo spazio illusorio delle prospettive illusorie “dal sotto in su”.

Demofoonte, scene di Margherita Palli, Salisburgo, maggio 2009. Fonte: foto di Silvia Lelli, Salzburgerfestspiele

Demofoonte, scene di Margherita Palli, Salisburgo, maggio 2009. Fonte: foto di Silvia Lelli, Salzburgerfestspiele

Demofoonte, bozzetto di Margherita Palli, Salisburgo 2009. Fonte: foto di Silvia Lelli

Demofoonte, bozzetto di Margherita Palli, Salisburgo 2009. Fonte: foto di Silvia Lelli


Contro la prospettiva – Frantumazione e annullamento dello spazio prospettico

Kát’a Kabanová, scene di Patrick Kinmonth, Teatro alla Scala di Milano, 2006. Fonte: foto di Marco Brescia

Kát'a Kabanová, scene di Patrick Kinmonth, Teatro alla Scala di Milano, 2006. Fonte: foto di Marco Brescia

Tosca, scene di Margherita Palli, Teatro alla Scala di Milano, 1996. Fonte: foto di Andrea Tamoni

Tosca, scene di Margherita Palli, Teatro alla Scala di Milano, 1996. Fonte: foto di Andrea Tamoni


Superfici riflettenti

Prospettive dinamiche e mutevoli, molteplicità di punti di vista, l’immagine degli attori staccata dal suolo e liberata nella leggerezza del riflesso.

Aida, scene di Hugo De Ana, Teatro Verdi di Padova, 2008. Fonte: Archivio Peroni S.p.A.

Aida, scene di Hugo De Ana, Teatro Verdi di Padova, 2008. Fonte: Archivio Peroni S.p.A.

Semiramide scene di William Orlandi, Teatro La Fenice, Venezia, 2003. Foto: Amati Bacciardi- Rossini Opera Festival. Fonte: Archivio Peroni S.p.A.

Semiramide scene di William Orlandi, Teatro La Fenice, Venezia, 2003. Foto: Amati Bacciardi- Rossini Opera Festival. Fonte: Archivio Peroni S.p.A.


La scena digitale e l’evento teatrale

Attualmente, il nuovo campo di ricerca è quello offerto dal disegno digitale, e più precisamente dalla creazione di uno spazio tridimensionale alternativo, quello virtuale, nel quale sia consentita la possibilità di azione, e reciproca interazione tra attori e pubblico; tuttavia, tra le tante teorie in campo, sono ancora poche le pratiche teatrali in grado di farci comprendere realmente le nuove possibilità del computer in campo scenico.
Conseguenza dell’introduzione del digitale in ambito teatrale è la progressiva scomparsa dell’osservatore unico, e del sistema prospettico da quest’ultimo diretto; lo spazio “illimitato” a disposizione della modellazione 3D in ambiente digitale non richiede accorgimenti di natura prospettica al fine di creare l’illusione di una voluta profondità del palco. In realtà, è possibile notare che non è più il palcoscenico il luogo delle scene, poiché tali spettacoli sono concepiti per luoghi alternativi dall’edificio teatrale.

La scena digitale e l’evento teatrale

Ne consegue l’abbandono dei teatri tradizionali a favore dell’ambiente digitale nel quale viene modellata la scena, rispetto alla quale ciascuno spettatore sceglie, dalla propria postazione multimediale, la posizione che preferisce assumere e in tale spazio interviene attivamente, spesso condizionando lo svolgimento stesso dello spettacolo. Sebbene esistano ancora eventi dal vivo, nei quali attori e pubblico condividono il medesimo spazio fisico, è inevitabile notare che il luogo della “percezione condivisa” sul quale si basa l’idea stessa di teatro è sempre più quello dell’ambiente virtuale, nel quale avviene propriamente l’interazione attore-spettatore, e contenitore del nuovo spazio scenico.
Lo scambio che tradizionalmente si sviluppa nel “qui” ed “ora” del teatro, fra tutti i soggetti coinvolti (autore, attori, spettatori, e regia, siano essi reali o artificiali), è amplificato oggi dalla telematica, che garantisce contatti in tempo reale a distanza, e rende fruibile una stessa performance da parte di un elevatissimo e variegato numero di spettatori, cioè un pubblico separato da migliaia di chilometri, eppure compresente nel luogo virtuale e nel tempo reale dell’evento.
Si tratta in definitiva del tentativo di modificare il concetto stesso di spettacolo teatrale, mediante la creazione, in uno stesso “ora” temporale, di uno spazio virtuale, un “qui”, che è in sostanza il nuovo spazio di relazione e di osservazione del pubblico, nella definizione prima del theatron come “luogo dello sguardo”.

L’attore, lo spazio e le sue immagini

Roberto Paci Dalò / Giardini Pensili, Metamorfosi, spettacolo di Roberto Paci Dalò, con Anna Bonaiuto, Palazzo delle civiltà italiana EUR, Roma 2001.
Lo spazio scenico diventa un tutt’uno con l’interprete, che a sua volta interagisce con le sue stesse immagini – e le sue ombre – in un’alternanza di materiali preregistrati e riprese effettuate in tempo reale durante dello spettacolo.
Metamorfosi digitali e analogiche si susseguono in scena: il volto è proiettato in formato gigante, trasformandosi via via in altri volti, animali, luoghi, paesaggi attraverso un’elaborata grafica computerizzata creata in diretta.

Metamorfosi, immagini dell’evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli

Metamorfosi, immagini dell'evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli

Metamorfosi, immagini dell’evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli

Metamorfosi, immagini dell'evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli


La scena digitale e l’evento teatrale

L’architettura dell’intero edificio viene usata nello spettacolo con materiali girati nella pre-produzione, facendo così agire Anna Bonaiuto in più luoghi contemporaneamente.
La scenografia è quindi totalmente digitale, macchina reattiva alle situazioni drammaturgiche in atto.
I movimenti di Anna Bonaiuto sono catturati da telecamere, rielaborati in tempo reale e riproiettati in suggestive immagini di videoarte in diretta.

Metamorfosi, immagini dell’evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli

Metamorfosi, immagini dell'evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli

Metamorfosi, immagini dell’evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli

Metamorfosi, immagini dell'evento teatrale. Fonte: Massimiliano Botticelli


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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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