La scoperta delle capacità illusorie della prospettiva offre agli artisti rinascimentali la possibilità di rappresentare una voluta profondità in uno spazio dimensionalmente inferiore, o addirittura su fondali piani.
La fiorente applicazione degli artifici prospettici nella cultura rinascimentale viene testimoniata anche da un largo utilizzo della prospettiva solida accelerata in campo architettonico; è il caso dell’abside di Santa Maria presso San Satiro a Milano (1482) di Donato Bramante, ma anche della galleria prospettica di Palazzo Spada (1640) del Borromini e della Scala Regia in Vaticano (1666) di Gian Lorenzo Bernini.
D. Bramante, Coro illusionistico di Santa Maria presso San Satiro, Milano 1482. Fonte: Geometriefluide
La prospettiva lineare conica è il metodo della geometria descrittiva più efficace per la formazione di immagini di grande verosimiglianza visiva. Il procedimento si avvale di un centro di proiezione fisso, detto punto di vista V, coincidente con l’occhio di un ipotetico osservatore, dal quale gli oggetti dello spazio vengono proiettati su un piano iconico, detto quadro, che si suppone trasparente e interposto tra l’osservatore e l’oggetto.
Il riferimento sul quadro, generalmente coincidente con il foglio da disegno, è costituito dal punto principale V0, proiezione ortogonale del centro di vista sul quadro e del ribaltamento V* di quest’ultimo, per il quale passa il cerchio di distanza, di centro V0 e raggio pari alla distanza principale VV0 dell’osservatore dal quadro.
Il riferimento si completa con una coppia di rette parallele, rispettivamente la traccia e la fuga del piano di calpestio detto geometrale, denominate rispettivamente retta fondamentale f e retta d’orizzonte o.
È possibile disegnare la prospettiva di qualunque retta r orizzontale congiungendo la sua traccia Tr con la rispettiva fuga F’r.
In termini prettamente geometrici, la prospettiva solida opera uno sdoppiamento del quadro della prospettiva lineare conica, con l’introduzione di un secondo piano, parallelo al primo, che contiene le fughe di tutti gli elementi, denominato piano delle fughe e situato alle spalle dello stesso osservatore, nel caso della prospettiva solida ritardata, oppure al di là del quadro rispetto all’osservatore, nel caso di prospettiva solida accelerata, mentre sul primo quadro restano le tracce delle rette e dei piani.
L’immagine di una retta sarà ancora una retta, contenuta tuttavia nello spazio compreso tra i due suddetti piani paralleli e congiungente la traccia (sul quadro) con il punto di fuga (sul piano delle fughe).
Così accade che gli enti del disegno prospettico (rette, piani e superfici) non giacciono più su un unico piano iconico ma si sviluppano in uno spazio più o meno profondo, dando luogo a un volume tridimensionale piuttosto che a una rappresentazione piana.
All’occhio dell’osservatore V la profondità della prospettiva solida fornisce la medesima percezione dell’analoga rappresentazione piana di quel dato spazio.
Pianta e sezioni di uno spazio architettonico reale a pianta rettangolare e dell'equivalente spazio illusorio, realizzato in prospettiva solida. Originale di Alessandra Pagliano
Assonometria cavaliera dello spazio architettonico reale e dell'equivalente prospettiva solida accelerata. Originale di Alessandra Pagliano
Le immagini alla destra propongono lo spazio illusorio di una camera distorta, realizzata per metà in prospettiva solida accelerata, e per l’altra metà in prospettiva solida ritardata. All’occhio dell’osservatore privilegiato lo spazio appare coerente e omogeneo, tuttavia l’ingresso di due personaggi sul fondo della camera produce l’effetto illusorio voluto nel raffronto con le dimensioni umane che, ovviamente, non sono soggette alle leggi illusionistiche della prospettiva.
Il trucco viene svelato da qualsiasi altra posizione diversa da quella dell’osservatore privilegiato, centro proiettivo dell’intero spazio prospettico.
La struttura della scena teatrale realizza la convergenza di tutti gli elementi della prospettiva solida verso il fondo del palcoscenico, creando una piramide la cui base coincide con boccascena; in detta piramide si realizza l’inevitabile inclinazione del piano di calpestio come degli altri piani non frontali. Il vertice F della piramide, denominato punto di fuga della prospettiva solida, cade nell’intersezione con la retta ortogonale al quadro passante per V: il punto F appartiene dunque alla retta d’orizzonte, così da consentire una visione ottimale per l’osservatore posto in V. Inoltre, secondo le leggi della prospettiva lineare, le rette orizzontali e parallele al quadro restano parallele, mentre quelle ortogonali concorrono in F.
1. Obiettivi e finalità del corso
2. Cenni di storia della scenografia: dal teatro greco alle rappresentazioni medioevali
3. Cenni di storia della scenografia: la scenografia rinascimentale e barocca
4. Cenni di storia della scenografia: le scenografie di Alessandro Sanquirico
5. Cenni di storia della scenografia: la scenografia del XX secolo
6. Cenni di storia della scenografia: la scena contemporanea
8. La prospettiva solida accelerata
9. La restituzione fotogrammetrica applicata all'architettura
10. La restituzione fotogrammetrica applicata alla scena
11. Un quadro a tre dimensioni: dal bozzetto al palcoscenico
12. Tosca, Aida e Madama Butterfly: tre proposte di allestimento