A differenza degli ambienti interni, in cui le pareti e soprattutto il soffitto giocano un ruolo fondamentale per la collocazione degli apparecchi illuminanti e per gli effetti di inter-riflessione prodotti da tali superfici, negli esterni la presenza della volta celeste che assorbe tutta la radiazione luminosa rivolta verso essa, fa sì che in linea di principio l’illuminazione diretta sia preponderante.
Anche per gli esterni vi sono differenti applicazioni, tra cui:
Strade con prevalente traffico motorizzato
Assicurare condizioni di visibilità tali da garantire la sicurezza, la scorrevolezza ed il comfort di marcia per gli automobilisti, nonché di sicurezza per i pedoni nelle zone di attraversamento.
Aree con prevalente o esclusivo traffico pedonale
Principali riferimenti normativi
UNI EN 13201 (2-3-4) Illuminazione stradale: Requisiti prestazionali – Calcolo delle prestazioni- Metodi di misura delle prestazioni.
UNI 10819 Requisiti per la limitazione della dispersione verso l’alto del flusso luminoso.
CIE 115 (1995) Recommendations for the lighting of roads for motor and pedestrian traffic.
L.R. n. 12 del 25 Luglio 2002 “Norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso e del consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata…”
Principali riferimenti normativi
CIE 115 (1995) Recommendations for the lighting of roads for motor and pedestrian traffic (technical report)
IESNA (1999) RP-3399 Lighting for exterior environments (recommended practice)
CIE 136 (2000) Guide to the lighting of urban areas
AIDI (1993) Raccomandazioni per l’illuminazione pubblica
AIDI (1998) Guida per il piano regolatore comunale dell’illuminazione pubblica
La luce emessa dagli apparecchi per esterni e rivolta verso l’alto viene dispersa, producendo il cosiddetto “inquinamento luminoso” e determinando sprechi energetici. Le leggi contro l’inquinamento luminoso vietano in generale i flussi luminosi con componenti che superano i 90°, tranne rare eccezioni (zone archeologiche,…). I corpi illuminanti devono essere dotati di opportuni sistemi di schermatura (cut-off) ed essere correttamente installati.
Oltre all’illuminazione delle strade, nelle aree urbane si presenta l’esigenza di illuminare anche le piazze, i monumenti e le facciate di alcuni edifici, mettendo in evidenza alcuni elementi rispetto ad altri e tenendo conto anche della presenza dell’illuminazione privata dei negozi e dei cartelloni pubblicitari.
L’illuminazione nei centri storici deve consentire la corretta visione dell’ambiente urbano senza alterare in modo sostanziale la percezione dei vari elementi architettonici di rilievo, pur stabilendo delle gerarchie visive. In linea di principio non si dovrebbe fare uso di effetti cromatici ed i corpi illuminanti, dovrebbero essere di minor impatto possibile nel contesto ambientale. Sono da proscrivere apparecchi “in stile”, a favore di apparecchi appositamente progettati sia per le caratteristiche fotometriche che estetiche. La temperatura di colore delle sorgenti va scelta in base ai materiali presenti.
Negli ambienti urbani, ma anche in alcuni paesaggi extraurbani, risulta necessario mettere in evidenza alcuni edifici di particolare rilievo, illuminandone la facciata mediante proiettori posizionati ad opportune distanze rispetto all’ampiezza del fascio, con l’obiettivo di ottenere adeguati illuminamenti rispetto all’ambiente circostante. E’ sconsigliabile stravolgere la natura architettonica dell’edificio mediante illuminazione eccessiva o mal posizionata che altera i rapporti tra i vari elementi, impedendone la lettura.
Per illuminare le facciate si può ricorrere ad illuminazione diretta sulle superfici, posizionando i proiettori in modo che l’angolo di incidenza sia piccolo. La scelta del posizionamento dipende anche dalle condizioni ambientali. I corpi illuminanti possono essere collocati su pali, a terra o su edifici circostanti. E’ necessario scegliere opportunamente l’ottica dell’apparecchio in modo da ottenere la desiderata impronta luminosa. Talvolta si illuminano le facciate, per scelta o per necessità, con proiettori posizionati sulle facciate stesse o in prossimità di esse, ottenendo un’illuminazione radente, che enfatizza i rilievi delle superfici.
Fasi previste dal PIC:
L’architettura contemporanea risulta spesso “attiva”, per quanto riguarda l’illuminazione, ossia sono gli edifici stessi ad emettere luce, o perché dotati di involucri trasparenti ed illuminati dall’interno, oppure per la presenza di sistemi, spesso realizzati con LED o fluorescenti, che costituiscono un ornamento dell’edificio stesso, mutandone sostanzialmente l’aspetto rispetto alle ore diurne.
Spesso, per quanto riguarda le città contemporanee, le facciate degli edifici diventano strumento di informazione e comunicazione, oltre che sorgenti di luce. L’illuminazione è dinamica e gli scenari urbani sono soggetti a continue mutazioni. La dinamicità della vita, in una concezione post-futurista, si traduce in una dinamicità di luce. La luce in questo caso non evidenzia l’architettura, ma diviene essa stessa protagonista.
Il LED, per la loro natura monocromatica, ben si prestano all’illuminazione architetturale e decorativa, consentendo di illuminare in modo “mirato” grazie alle loro piccole dimensioni che consentono di realizzare sistemi ottici di eccezionale efficacia e alla possibilità di ottenere effetti cambia colore mediante accostamento di LED diversamente colorati in uno stesso apparecchio. Per ottenere luce colorata con sorgenti tradizionali è necessario l’impiego di filtri, con conseguente spreco energetico delle radiazioni assorbite dal filtro e conseguente deterioramento dello stesso.
Vi sono ambienti luminosi in cui le esigenze funzionali ed estetiche si fondono in modo perfetto. Nel caso dell’esterno dell’Institute du Monde Arabe, a Parigi, alla luce proveniente dall’edificio stesso si aggiunge un “tappeto” di LED che non produce abbagliamento e guida i visitatori, creando un suggestivo effetto.
Nel Parc de la Cigalière, invece, lo scultore Daniel Buren e l’architetto Nicolas C.Guillot hanno realizzato un ambiente con sculture luminose i cui colori cambiano dinamicamente, in cui le esigenze visive sono perfettamente rispettate senza apporto di altre sorgenti.
Le fontane e più in generale i giochi d’acqua rivestono un’importanza notevole negli spazi esterni. Per una buona progettazione occorre associare alle tecniche idrauliche più classiche le tecnologie elettroniche ed informatiche più avanzate per gestire non solo variazioni dei getti d’acqua (forma, altezza), ma anche della luce e dei suoni. Gli apparecchi illuminanti, i cavi e gli accessori devono rispettare le norme CEI per quanto riguarda le classi di isolamento ed il grado di protezione. Per tali applicazioni, in generale, ben si prestano le fibre ottiche. Per ottenere gli effetti desiderati è necessario conoscere e sfruttare le caratteristiche di rifrazione, riflessione e diffusione dell’acqua e degli altri materiali adoperati.
L’illuminazione degli spazi verdi ha come obiettivo quello di sottolineare la geometria del giardino o parco evidenziandone gli elementi caratterizzanti e costitutivi (alberi, arbusti, piantagioni, rocce, acqua), creando dei paesaggi notturni da diversi punti di vista e nello stesso tempo rendendo sicuri i percorsi e consentendo alle persone di orientarsi facilmente. A tal fine è necessaria la conoscenza delle specie vegetali e gli elementi minerali ed acquatici presenti sul posto.
La luce artificiale, soprattutto negli ambienti esterni, presenta il limite di illuminare l’ambiente in modo selettivo, venendo a mancare, rispetto alla luce naturale, la componente diffusa proveniente dalla volta celeste. Tale limite può invece costituire una forte potenzialità, consentendo al progettista di definire delle gerarchie e mettere in evidenza degli elementi che di giorno sono quasi invisibili.
Indipendentemente dall’illuminazione delle singole strade, piazze e palazzi, occorre porre attenzione al paesaggio urbano notturno che, così come quello diurno, rappresenta uno degli elementi di connotazione delle città. In questa ottica, le scelte illuminotecniche devono tenere conto anche di questo aspetto. La scelta di mettere in evidenza degli elementi rispetto ad altri dipende in questo caso da esigenze scenografiche. E’ molto importante in tal senso lo studio del paesaggio urbano dai diversi punti di vista che si possono presentare.
1. La natura della luce e le sue caratteristiche fisiche
2. Interazioni tra luce e materia
5. Il meccanismo della visione
6. La percezione dei colori: cenni di colorimetria e spettrofotometria
7. Le sorgenti di luce artificiale: le lampade
9. I sistemi di controllo del flusso luminoso
10. Metodi di calcolo ed uso di software come strumento per la progettazione
11. Cenni sull'illuminazione degli ambienti interni
12. Cenni sull'illuminazione degli ambienti esterni
13. Strategie per il conseguimento di risparmi energetici e cenni di domotica
Roger Narboni, Luce e Paesaggio (a cura di Pietro Palladino). Ed Tecniche Nuove.
Alessandro Grassia, Manuale di Illuminazione a cura di Pietro Palladino, cap. 35. Ed Tecniche Nuove.
Gianni Forcolini, Illuminazione degli esterni, Hoepli, Milano 1994.
Vittorio Re, Illuminazione di esterni: strade, campi sportivi, edifici e giardini, Ed. Delfino, Milano, 1996.
1. La natura della luce e le sue caratteristiche fisiche
2. Interazioni tra luce e materia
5. Il meccanismo della visione
6. La percezione dei colori: cenni di colorimetria e spettrofotometria
7. Le sorgenti di luce artificiale: le lampade
9. I sistemi di controllo del flusso luminoso
10. Metodi di calcolo ed uso di software come strumento per la progettazione
11. Cenni sull'illuminazione degli ambienti interni
12. Cenni sull'illuminazione degli ambienti esterni
13. Strategie per il conseguimento di risparmi energetici e cenni di domotica
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