Per luce naturale si intende quella proveniente dal sole e dalla volta celeste. Essa rappresenta la migliore sorgente di luce, poiché ad essa si è adattato l’organo visivo da quando l’uomo è presente sulla terra. La luce naturale inoltre consente di conseguire risparmi energetici, riducendo i consumi derivanti dall’utilizzo dell’illuminazione artificiale. La luce naturale è caratterizzata da variabilità nel tempo sia per quanto riguarda il flusso luminoso che la temperatura di colore.
La luce naturale è costituita dalla componente solare diretta, che è direzionale e che dipende dalla posizione del sole sulla volta celeste e dalla componente diffusa proveniente dalla volta celeste. La componente diffusa è dovuta a quella parte di radiazione solare che viene dispersa, per riflessioni multiple, dalle particelle di vapore acqueo e dal particolato presente in atmosfera. La componente diretta decresce con l’aumentare della nuvolosità del cielo. In condizioni estreme (cielo overcast), la componente diretta è assente.
Altezza solare: angolo formato tra la direzione dei raggi solari ed il piano orizzontale.
Zenit: angolo formato tra la direzione dei raggi solari e la verticale (complementare dell’altezza solare).
Azimut solare: angolo formato tra la proiezione sul piano orizzontale dei raggi solari e la direzione sud; è negativo se la proiezione cade verso est).
Per calcolare la posizione del sole nel cielo:
Cielo uniforme (luminanza costante) CIE: L = cost
Cielo nuvoloso (overcast) CIE: L(θ)=Lz(1+2cosθ)/3
Cielo intermedio (intermediate) CIE: L(θ)=f(Lz , θs,Φs,γ,θ)
Cielo sereno (clear) CIE: L(θ)= f(Lz , θs,Φs,γ,θ)
Modelli di Perez , per diverse consizioni climatiche:
L = funzione di Lz, posizione del sole, temperatura di rugiada, contenuto di vapor d’acqua, torbidità ed altri parametri.
Il DF (daylight factor) o fattore di luce diurna, è definito come il rapporto tra l’illuminamento in un punto di un ambiente interno e l’illuminamento, nello stesso istante, su una superficie orizzontale esterna, in assenza di ostruzioni, prodotto dalla volta celeste escludendo la componente solare diretta.
Il DF è composto da tre aliquote:
DF = Ds + De +Di
Le strategie per l’illuminazione naturale si possono classificare in due categorie: illuminazione laterale con aperture sulle pareti verticali ed illuminazione dall’alto, mediante sistemi di lucernai. La distribuzione della luce naturale all’interno degli ambienti della luce dipende dall’orientamento delle aperture, dalle loro dimensioni, forma e collocazione, dalla presenza di sistemi di controllo della luce, dalla geometria dell’ambiente e dai fattori di riflessione delle superfici interne dell’ambiente.
Riferimenti legislativi e normativi:
In linea di principio la radiazione solare diretta, e dunque la luce proveniente direttamente dal sole, va opportunamente schermata al fine di evitare fenomeni di abbagliamento e di eccessivo riscaldamento degli ambienti durante il periodo estivo. Mediante modelli in scala, metodi grafici o impiego di software, è possibile valutare l’impatto della componente solare diretta al variare della località, dell’orientamento, dell’ora del giorno e del giorno dell’anno, in base alle ostruzioni ed ai sistemi schermanti presenti.
In presenza di radiazione solare diretta sono possibili in ambiente eccessivi gradienti di illuminamento. Mediante impiego di “scaffali di luce” (light shelves) opportunamente orientati, con aperture verticali, è possibile distribuire la luce negli ambienti con maggiore uniformità.
Nel caso di luce proveniente dall’alto, la soluzione con sistemi trasparenti collocati su superfici verticali ed esposti a sud consente di fare accedere la luce solare diretta. Nella soluzione a “dente di sega” si ottiene una migliore distribuzione degli illuminamenti su piano orizzontale. I dati si riferiscono a cielo “clear”, con superfici vetrate orientate a sud.
In generale, il fenomeno dell’abbagliamento è di due tipi:
L’abbagliamento è dovuto al contrasto eccessivo tra la luminanza della finestra e quella delle pareti circostanti. Una sorgente con luminanza molto elevata e dimensioni piccole collocata su una parete scura produce maggiore abbagliamento di sorgenti ampie collocate su pareti chiare.
Per ottenere distribuzioni di luminanza senza eccessivi gradienti può essere necessaria una sia pur minima integrazione mediante illuminazione artificiale.
Tutti gli indici di abbagliamento da luce naturale dipendono dalla luminanza della finestra, da quella dello sfondo che rientra nel campo di vista e da parametri geometrici piuttosto complessi, quali gli angoli solidi sottesi dai diversi elementi all’interno del campo di vista, nonché dalla posizioni di tali elementi rispetto alla direzione di osservazione. L’indice più noto è il DGI (Daylight Glare Index) che però presenta dei limiti di applicazione. Attualmente si stanno proponendo e verificando altri indici.
L’abbagliamento da luce naturale può essere valutato mediante tecniche di simulazione , necessarie in caso di progetto, oppure tramite misure in campo. In quest’ultimo caso sono particolarmente significative le tecniche videografiche, che consentono il rilievo istantaneo della distribuzione di luminanza e la valutazione più immediata degli indici di comfort.
1. La natura della luce e le sue caratteristiche fisiche
2. Interazioni tra luce e materia
5. Il meccanismo della visione
6. La percezione dei colori: cenni di colorimetria e spettrofotometria
7. Le sorgenti di luce artificiale: le lampade
9. I sistemi di controllo del flusso luminoso
10. Metodi di calcolo ed uso di software come strumento per la progettazione
11. Cenni sull'illuminazione degli ambienti interni
12. Cenni sull'illuminazione degli ambienti esterni
13. Strategie per il conseguimento di risparmi energetici e cenni di domotica
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