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Roberta Amirante » 6.I caratteri del vuoto: progetto di uno spazio pubblico


I caratteri del vuoto

L’uomo prende coscienza del vuoto che lo circonda e gli conferisce una forma fisica e un’espressione.

L’effetto di tale trasfigurazione è la concezione dello spazio. (Sigfried Giedion)

Il tessuto del quartieri spagnoli è denso, costituito da una trama fitta del costruito.

Gli isolati a blocco si compongono secondo la trama regolare del tracciato, in cui i percorsi longitudinali seguono l’andamento delle curve di livello e quelli trasversali si spingono verso la collina da via Toledo sino al di sotto del Corso Vittorio Emanuele.

Gli spazi vuoti interni al tessuto sono pochi e sporadici; tra questi in particolare, il Largo Baracche si è generato per la demolizione di un isolato pieno. Al volume pieno dell’isolato si sostituisce un vuoto con uguali dimensioni planimetriche ma privo di una dimensione architettonica.

Il vuoto di Largo Baracche viene interpretato all’interno del Corso come elemento al negativo che compone la griglia urbana dei quartieri spagnoli ed è dunque almeno in parte assoggettato alle stesse regole compositive degli elementi pieni.

Largo Baracche, un isolato vuoto: sottrazione

Gli studenti dovranno riconfigurare questo vuoto privo di carattere trasformandolo in una piccola piazza e mantenendo inalterata la griglia di strade che la circonda.

Progettare il vuoto di Largo Baracche implica:

  • ragionare sulle qualità dello spazio vuoto
  • ragionare sugli elementi e materiali necessari alla composizione del vuoto

Largo Baracche, un isolato vuoto: sottrazione (segue)

Dare forma al vuoto di Largo Baracche implica riflettere su come agire per:

  • perimetrare il vuoto:
    • definire il limite
    • progettare i bordi
  • Percorrere il vuoto:
    • pensare i luoghi dell’attraversamento;
    • posizionare gli accessi.
  • Sostare nella piazza:
    • pensare i luoghi dello stare
    • progettare il suolo (risolvere la pendenza)
Edifici a blocco con cortile che definiscono gli isolati intorno al vuoto di Largo Baracche

Edifici a blocco con cortile che definiscono gli isolati intorno al vuoto di Largo Baracche


Un vuoto nel tessuto: la trama dei pieni e dei vuoti

In alcuni casi i vuoti della città possono generarsi per sottrazione del pieno all’interno di una trama regolare di strade e isolati di un tessuto.

È il caso dei quartieri spagnoli, ma anche nell’Ensanche di Barcellona. In ambedue i casi i vuoti hanno una dimensione analoga a quella degli isolati pieni. La differenza sta nella misura: a Barcellona gli isolati hanno un lato di 200 mt., nei quartieri spagnoli di appena 20 mt.

Il rapporto tra gli isolati dei quartieri spagnoli e quella degli isolati dell’Ensanche è di 1 a 10

Il rapporto tra gli isolati dei quartieri spagnoli e quella degli isolati dell'Ensanche è di 1 a 10


Un vuoto nel tessuto: la trama dei pieni e dei vuoti (segue)

Proprio a Barcellona, a partire dagli anni ottanta, è stato avviato un lavoro molto ampio di riqualificazione degli spazi pubblici: si è intervenuto in alcune grandi piazze, talvolta quasi trasformate in parchi, ma anche in piccoli spazi irregolari di cui si è cercato di interpretare il carattere. Si tratta di esempi molto utili per capire con quali strumenti è possibile dare forma a tipi diversi di temi spaziali.

Barcellona: vuoti nel tessuto urbano

Barcellona: vuoti nel tessuto urbano


Un vuoto nel tessuto: la trama dei pieni e dei vuoti (segue)

La piazza – parco di Sant Martì occupa lo spazio di un isolato vuoto.

Il disegno dello spazio vuoto sembra riferirsi alla struttura degli isolati pieni dell’Ensanche. Il percorso pavimentato lungo il perimetro occupa lo spazio dei corpi di fabbrica, mentre le aree verdi all’interno ripropongono la dimensione delle corti interne degli isolati.

Parc de Sant Martì de provençal, Barcellona

Parc de Sant Martì de provençal, Barcellona


Un vuoto nel costruito: frattura

La piazza d’escudellers è localizzata nel nucleo storico della città di Barcellona, il Barrio gotico. Il vuoto non nasce come nel caso precedente dall’alternanza regolare dei pieni e dei vuoti, sembra piuttosto una frattura nel continuum del costruito.

Lo slargo ha una forma triangolare; attraverso il progetto si trasforma questo generico dato geometrico in qualità architettonica.

Si ricostruisce il filo della strada che lambisce la piazza e si gerarchizza lo spazio con il posizionamento di un elemento scultoreo puntuale attraverso il quale, i vertici del triangolo acquisiscono pesi differenti.

Il triangolo diventa un tema compositivo; ogni elemento di arredo della piazza contribuisce a fornirne una differente interpretazione.

Placa d’ escudellers, Arenes-Arai, Barcellona

Un vuoto sul bordo di un isolato

Lo slargo occupa questa volta un angolo di uno dei grandi isolati dell’Ensanche di Barcellona.

La composizione si fonda sull’individuazione di tre giaciture che convergono in un punto, nel tentativo di sottolineare la gerarchia del tessuto viario che lambisce la piazza.

Le tre direzioni non hanno ugual peso: appare evidente la prevalenza di quella diagonale, sottolineata dalla tessitura della pavimentazione e dalla posizione di alcuni altri elementi che contribuiscono a disegnare la piazza.

Placa de l’Angel, Barcellona

Placa de l'Angel, Barcellona


Un vuoto centrale nel tessuto: intersezione assi

In altri casi i vuoti si pongono all’intersezione di assi stradali: questa volta siamo in Croazia, nella città di Pag. Qui la piazza centrale si trova all’intersezione delle due strade principali, nord-sud, est-ovest, del tessuto storico.

Il vuoto centrale non è simmetrico e non ha una forma regolare, a causa della posizione della cattedrale che occupa parte del vuoto centrale.

L’intervento è finalizzato a ridefinire la centralità della piazza. Il vuoto viene pensato come composizione di due rettangoli, e gli elementi di arredo contribuiscono tutti a definire la sovrapposizione o l’accostamento dei due rettangoli.

Piazza centrale, Città di Pag, Croazia. Nenad Fabijanic

Dare forma al vuoto: moduli e campi

Nel caso dell’ampia e regolare piazza di Lione, il disegno della piazza scaturisce dalla composizione dei multipli e dei sottomultipli di alcuni moduli, che derivano dalla lettura dei prospetti degli edifici che bordano la piazza.

La grande fontana preesistente all’intervento propone una idea di centralità ma la sua posizione non coincide con il centro geometrico dello spazio.

Place de Terreaux, Lione, C. Drevet & D. Buren

Place de Terreaux, Lione, C. Drevet & D. Buren

I prospetti degli edifici residenziali che affacciano sulla piazza

I prospetti degli edifici residenziali che affacciano sulla piazza


Dare forma al vuoto: moduli e campi (segue)

Il disegno della pavimentazione della piazza è scandito dalla alternanza degli zampilli di acqua che occupano il centro del modulo individuato dal disegno della pavimentazione.

Tutti gli elementi che contribuiscono a disegnare la piazza sono multipli dello stesso modulo, questo contribuisce a rendere armonico lo spazio della piazza.

Place de Terreaux, di giorno e di notte

Place de Terreaux, di giorno e di notte


Dare forma al vuoto: il perimetro ed i bordi

A Rotterdam lo spazio della piazza è definito da una piastra che si articola e compone in altezza e che in parte dà accesso ai parcheggi sotterranei.

La piastra si compone di diversi materiali ed elementi di arredo che, come sculture autonome, scandiscono lo spazio.

Il perimetro del vuoto è definito dagli edifici che circondano la piazza, ma i prospetti sono fortemente eterogenei.

I West 8 affidano dunque alla piastra il compito di dare forma e carattere al vuoto centrale.

Gli elementi che definiscono la piazza si espandono e proiettano lo spazio vuoto della piazza oltre i limiti fisici della piastra, un po’ come nella figura 3, in cui gli elementi della composizione si protraggono oltre il limite della cornice.

Fig.1: West 8, Piazza Schouwburgplein, Rotterdam
Fig. 2: Pianta della piazza
Fig. 3: Pianta della piazza

Produrre l’ideogramma di progetto

L’esercizio progettuale su Largo Baracche consiste nella produzione di:

  • un collage che restituisca in maniera sintetica ed immediata l’ideogramma di progetto
  • il disegno della piazza, pianta, prospetti e due sezioni (trasversale e longitudinale)

Centralità

Si illustrano a partire da qui i temi che possono essere affrontati dagli studenti per la elaborazione del collage. Il collage rappresenterà in maniera ideogrammatica l’idea di progetto.

Si riportano di seguito alcuni riferimenti per ciascun tema ed i collage elaborati negli anni precedenti dagli studenti.

Nel quadro di Albers (fig. 4) il centro viene individuato attraverso il colore e le differenti sfumature che esso acquisisce espandendosi in maniera concentrica.

Nel quadro di Francis (fig. 6) la centralità viene definita attraverso il disegno continuo del bordo.

Gli schizzi di Arnheim (fig. 5 e 7) illustrano come uno spazio centrale possa essere differentemente centrifugo o centripeto.

Fig. 4: J. Albers, Study for Homage to the square
Fig. 5: Studi, R. Arnheim
Fig. 6: S. Francis Sans titre
Fig. 7: Studi, R. Arnheim

Centralità: collage

I collage elaborati sul tema della centralità.

Collage n. 1, fig. 8

Si fissa uno spazio centrale, attraverso la continuità del perimetro che lo cinge (luogo dell’attraversamento).

Gli accessi alla piazza vengono localizzati in due punti, così da non interrompere la continuità del bordo e non introdurre altre direzioni prevalenti che facciano perdere di importanza allo spazio centrale (luogo dello stare).

Collage n. 2, fig. 9

Il centro viene definito attraverso l’articolazione spiroidale degli spazi che lo circondano. In questo caso il perimetro non viene individuato come un elemento continuo, e gli accessi si localizzano in quattro punti lungo le strade che circondano la piazza.

Collage n. 3, fig. 10

Lo spazio centrale è definito dal perimetro continuo che lo cinge e dalla convergenza simmetrica dei quattro percorsi di accesso.

Fig. 8: Collage n. 1
Fig. 9: Collage n. 2
Fig. 10: Collage n. 3

Diagonali

Lo spazio può essere gerarchizzato secondo direzioni diagonali. Gli studenti solitamente ricorrono all’utilizzo di uno schema fondato sulle diagonali quando decidono di non privilegiare alcuna delle direzioni che si evincono dalla giacitura dei quartieri spagnoli e della organizzazione tipologica degli edifici prospicienti la piazza.

Dal raffronto tra i due collage, in figura 13 e 14, si evince come, pur essendo entrambi organizzati secondo una direzione diagonale, il secondo, a differenza del primo, sia più prossimo ad una soluzione architettonica corretta.

Nel primo collage infatti il passaggio tra gli spazi che si susseguono lungo la diagonale è affidato unicamente alla tangenza lungo uno spigolo, mentre nel secondo gli spazi lungo la diagonale si fondono sovrapponendosi. Appare inoltre, nel secondo, più chiara la gerarchia tra gli spazi lungo la diagonale e tra quelli ortogonali.

Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13: Collage n. 4
Fig. 14: Collage n. 5

Moduli e campi

La composizione del vuoto di Largo Baracche può essere pensata anche attraverso la ripetizione di moduli rispetto ai quali organizzare i campi differenti del progetto.

Nei collage, in figura 17 e 18, lo spazio della piazza viene organizzato in campi. In particolare nel collage a destra si sviluppa, proprio attraverso l’utilizzo di campi differenti, il tema della centralità.

Fig. 15: Sans titre, H. Zangs
Fig. 16: Entre vert et noir, M. Pastoureau
Fig. 17: Collage n. 6
Fig. 18: Collage n. 7

Assi

Lo spazio della piazza può essere organizzato secondo degli assi prevalenti. La direzione degli assi è solitamente quella dettata dalla griglia dei quartieri spagnoli.

Gli studenti gerarchizzano il vuoto attribuendo un’ampiezza differente agli spazi che seguono le direzioni longitudinali e trasversali della griglia.

Brice Marden, Window study n.1
Collage n. 9
Collage n. 10
Collage n. 11

I materiali di supporto della lezione

«Casabella» n. 597-598 , Il disegno degli spazi aperti, 1993

F. Purini, Comporre l'architettura, Editori Laterza, Bari, 2006

F. Espuelas, Il vuoto, Christian Marinotti Edizioni, Milano, 2004

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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