Individuare nel preesistente una linea logica a cui fare riferimento, svilupparla e rinnovarla, affermando i caratteri del proprio tempo è un atteggiamento che ritroviamo in molti esempi felici di interventi in ambiti urbani storicamente consolidati.
Un altro esempio rappresentativo di tale metodologia d’intervento è senza dubbio quello offertoci dal progetto per L’Ospedale di Venezia (1964) di Le Corbusier: come Brunelleschi nell’episodio di Santa Maria del Fiore, il Maestro approccia al progetto partendo sia da un’intelligenza critica delle preesistenze che dalla precisa volontà di offrire una contemporanea interpretazione della città.
Le immagini sono tratte da: Amedeo Petrilli, Il testamento di Le Corbusier, Marsilio, Padova, 1999
Realizzare a Venezia una struttura così complessa, come un ospedale, e inserirla nel contesto è un tema di grande complessità funzionale e morfologica. Le Corbusier era pienamente cosciente che costruire in una città storica come Venezia significava aprire la città al domani e che era necessario un principio insediativo capace di stabilire relazioni tali con il contesto da inserire la nuova architettura in quel continuum spaziale dove il primum figurativo non è il singolo edificio, ma la città intera.
Infatti Le Corbusier, individuando nella scala dell’intervento il problema fondamentale, dichiarava che:
«per costruire a Venezia bisogna scrivere architettonicamente un intero episodio urbano e che solo la completa intelligenza di Venezia può consentire anche la semplice proposta di cambiarne una pietra».
G. Mazzariol, Un progetto per Venezia, «Lotus», n. 6, 1969, p. 12
La struttura urbanistica della città è una sintesi tra natura ed artificio, in cui le diverse isole si riconoscono come elementi costitutivi fondamentali dell’organismo urbano; allo stesso tempo si legge un’organizzazione del tessuto secondo pochi modelli, ripetuti con regole precise, con un’infinità di combinazioni, ma con un’integrazione funzionale tale da trasformare anche gli impedimenti del luogo in qualità.
Il progetto rappresenta una sintesi degli elementi costitutivi della città, in cui tutto è generato da un impegno simultaneo, creativo e critico, che da un lato rivendica il diritto ad un linguaggio tutto moderno e ad un’organizzazione spaziale rispondente alle esigenze di un’efficiente struttura ospedaliera, e dall’altro cerca di far nascere dalle radici del passato gli elementi innovatori.
Le Corbusier crea un ordine razionale simile a quello che è sotteso alla struttura della città, riprendendone la logica gerarchica del tessuto, dove gli spazi si distinguono in campi, campielli e corti. Le infinite forme irregolari del tessuto vengono sostituite con poche forme, estremamente regolari, determinate dall’aggregazione di moduli base: l’unità-letto, la calle, il campiello.
La struttura, così costituita, è ulteriormente aggregabile fino a formare l’organismo completo, che si sviluppa su tre livelli.
Questa organizzazione restituisce un ambiente perfettamente integrato nel paesaggio lagunare, dove gli spazi si dischiudono l’uno all’altro generando un’infinità di vedute prospettiche, tutte aperte verso la laguna, tese ad esaltare il rapporto tra edificio, cielo, acqua e terra.
Così, l’architettura di Le Corbusier, incontrando l’ambiente lagunare, si adatta ad esso senza però rinunciare a plasmarlo e caratterizzarlo.
‘La città di Venezia è là, e io l’ho seguita. Non ho proprio inventato niente. Ho solo progettato un complesso ospedaliero che può nascere, vivere ed espandersi come una mano aperta: è un edificio “aperto”, senza una sola facciata definitiva, in cui si entra dal di sotto, cioè dal di dentro, come in altri luoghi di questa città‘.
Amedeo Petrilli, Il testamento di Le Corbusier, Marsilio, Padova 1999 – p.49
1. Conoscenza e consapevolezza nel percorso didattico
2. Elementi e principi della composizione architettonica
3. La modellistica nel processo progettuale
4. Il processo progettuale: un esempio da Alvar Aalto
5. Tradizione e Innovazione: Brunelleschi e la cupola di Santa Maria del Fiore
6. Tradizione e Innovazione parte 2. Le Corbusier e l'Ospedale di Venezia
7. Tradizione e Innovazione parte 3. Sant'Agnese in Agone
8. Tradizione e Innovazione parte 4. Alvar Aalto e la sede della Enso-Gutzeit