ll primo rapporto della Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo del 1987, Our Common Future, il così detto Rapporto Brundtland e la Conferenza mondiale sull’ambiente, Earth Summit di Rio de Janeiro nel 1992, hanno ufficializzato in tutto il pianeta il termine Sviluppo Sostenibile. Nel 1988, nel rapporto State of the World, Lester Brown, il fondatore del Worldwatch Institute, sosteneva: «Avviare il mondo su un percorso di sviluppo sostenibile non sarà cosa facile, dati il degrado ambientale e la confusione economica che oggi prevalgono. Non sarà certo sufficiente qualche piccolo aumento degli investimenti destinati a un impiego razionale dell’energia o dei bilanci per la pianificazione familiare. La possibilità di imboccare un simile cammino dipende infatti da un riordinamento complessivo delle priorità e da una fondamentale ristrutturazione dell’economia globale, nonché da un rilancio della cooperazione internazionale pari soltanto a quello che si ebbe dopo il conflitto mondiale. Solo a patto che la volontà di assicurare un futuro sostenibile divenga una delle principali preoccupazioni dei governi nazionali, sarà possibile evitare che il continuo deterioramento dei sistemi naturali che presiedono alla vita economica vanifichi ogni sforzo teso a migliorare la condizione umana».
I consistenti guadagni di ecoefficienza non sono stati in grado di ridurre la pressione sull’ambiente determinata dall’incremento della popolazione e dei consumi. L’attuazione di politiche di sostenibilità richiede lo sviluppo di strumenti sempre più raffinati di analisi quantitativa e qualitativa degli impatti ambientali, economici e sociali associati alle scelte collettive e individuali, sia che comportino implicazioni complesse di medio e lungo periodo sia che determinino effetti più circoscritti. Il Life Cycle Assessment (LCA) rientra tra tali strumenti e ha come caratteristica principale quella di fornire valutazioni quantitative degli impatti ambientali ed energetici prodotti dal bene o sistema preso in considerazione in tutte le diverse fasi “dalla culla alla tomba”.
Come ogni metodologia valutativa l’LCA si colloca in un’area che interseca scienze esatte e scienze sociali. L’Lca evita slittamenti dei problemi da uno stadio all’altro del ciclo di vita e tra categorie di impatto, consente di comprendere e gestire la complessità della filiera, riporta al centro la “funzione” del prodotto/ servizio/ sistema, permette la valutazione delle esternalità al fine dell’internalizzazione dei costi, permette l’individuazione delle priorità di intervento.
Esistono diversi strumenti di valutazione del livello di sostenibilità di un edificio che permettono di capire quanto un edificio ha soddisfatto i requisiti di sostenibilità che riguardano il sistema ambiente-edificio. I principali sono:
L”edilizia influisce nel consumo di energia in un paese industrializzato come il nostro per almeno il
40%.
L’energia nella gestione dell’organismo edilizio viene utilizzata principalmente per la produzione di calore necessario al riscaldamento degli ambienti e dell’acqua a uso sanitario, per ottenere il raffrescamento e per la produzione di elettricità da utilizzare per uso domestico e in impianti meccanici e di illuminazione.
Ridurre l’inquinamento prodotto dalle case è forse più importante di quello causato dalle auto. Naturalmente questa rivoluzione culturale andrebbe concepita senza badare ai propri interessi personali, ma pensando a un disegno futuro di più ampio respiro internazionale.
L’alta efficienza delle fonti non rinnovabili, unita a un iniziale basso costo di approvvigionamento, ha reso possibile da parte di progettisti poco attenti al contesto ambientale un affidamento totale
a questo tipo di risorse per garantire il benessere climatico all’interno degli edifici con conseguente accantonamento di conoscenze e tecniche considerate da parte di molti superate.
Per fonti energetiche rinnovabili si intendono quelle che si rinnovano con grande rapidità, superiore o comparabile a quella con cui l’energia viene consumata; per esempio sole, vento, risorse idriche (per piccoli sfruttamenti), risorse geotermiche, maree, moto ondoso e biomasse.
Secondo la Legge n.10 del 9 gennaio 1991, Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia (G.U. n.13 del 6 gennaio 1991) si definiscono fonti rinnovabili (art.1, comma 3):
Fonti assimilabili alle rinnovabili
In edilizia l’utilizzo di fonti rinnovabili per intervenire nel controllo del comfort (riscaldamento, raffrescamento e illuminazione) può avvenire attraverso due tipi di sistemi: attivi e passivi.
I sistemi attivi captano, accumulano e utilizzano l’energia proveniente da fonti rinnovabili con una tecnologia di tipo impiantistico. Nei sistemi passivi è l’edificio stesso che, attraverso i suoi elementi costruttivi, capta, accumula e trasporta al suo interno l’energia ricavata da fonti rinnovabili.
La progettazione di un organismo architettonico con criteri passivi implica un’organizzazione di tutto lo spazio e dei suoi elementi in funzione di un’ottimizzazione delle risorse ambientali con importanti conseguenze architettoniche:
Studio dell’ambiente naturale: posizione geografica, fascia climatica di appartenenza, parametri meteorologici, morfologia, materiali locali
Studio dell’ambiente costruito: materiali da costruzione, influenze tra gli edifici
Orientamento dell’edificio nel lotto: asse elio termico, asse equisolare, asse nord – sud
Conduzione: trasmissione di energia termica dalle regioni a più alta temperatura verso quelle a temperatura minore per contatto molecolare diretto; come avviene per le pareti dell’involucro edilizio, è molto importante l’effetto della massa degli elementi, che contribuisce a livellare la differenza di temperatura massima e minima.
Convezione: trasmissione di energia termica all’interno di un fluido (acqua o aria) che si attua attraverso il trasferimento fisico della parte di fluido più calda che per differenza di densità si porta verso l’alto spostando la parte di fluido più fredda, questa riscaldandosi a sua volta si alternerà con la parte spostatasi precedentemente innescando un moto detto convettivo. In edilizia si sfruttano le capacità isolanti dell’aria, asciutta e ferma, in spessori ridotti al di sotto dei 4 ÷ 5 cm per esempio nelle pareti a cassetta.
Irraggiamento: forma elettromagnetica di trasmissione dell’energia tra corpi non a contatto diretto tra loro (non necessita di un mezzo per propagarsi); il calore una volta assorbito viene riemesso sotto forma di onda termica: il vetro, per esempio, risulta trasparente alle onde elettromagnetiche corte della luce ma opaco alle onde lunghe della radiazione termica, si determina quindi un riscaldamento degli ambienti direttamente irraggiati dal sole (effetto serra).
Combinazione di 5 elementi:
Nei sistemi a guadagno diretto il collettore e l’accumulatore coincidono con i locali abitati; l’edificio deve essere dotato di aperture orientate verso il sole e fortemente coibentato nelle zone non esposte. Nei sistemi a guadagno indiretto collettore e accumulatore fanno parte dell’involucro dell’edificio e trasmettono anche per conduzione (per esempio: muro di Trombe-Michelle, in cui collettore e accumulatore sono costituiti da una parete vetrata e da un paramento massivo o muro d’acqua, le serre…).
Parete ventilata e sistema ad Atrio Fonte: Francese Dora, Architettura bioclimatica, UTET, Torino, 2000
Un dispositivo fotovoltaico è in grado di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica. Il principio di funzionamento si basa sulla proprietà che hanno alcuni materiali semiconduttori opportunamente trattati, come il silicio, di fornire energia elettrica quando sono colpiti da radiazione solare.
L’impianto fotovoltaico è basato su moduli (ciascuno di potenza tra i 30 e i 100 Wp, a tensione continua di 12 o 24 V) collegati in serie o in parallelo. Ogni modulo è dotato di un diodo (dispositivo che permette il passaggio della corrente in una sola direzione) per evitare che il modulo si trasformi da generatore a dissipatore di energia.
Il solare termico si basa sul riscaldamento dell’acqua all’interno dei tubi di un assorbitore isolato termicamente sul retro e ai lati e protetto superiormente con uno o due vetri. L’acqua viene riscaldata dal sole e trasferita all’interno dell’accumulo o attraverso una pompa di circolazione (circolazione forzata) o sfruttando il principio del termosifone (circolazione naturale). I collettori solari possono essere di diversi tipi:
Nel sud Europa i consumi energetici delle abitazioni non dipendono soltanto dal riscaldamento invernale ma anche, e in alcuni casi in modo significativo, dal raffrescamento estivo.
L’obiettivo di molti progetti in corso (per esempio Passive on) è ridurre entrambi: gli edifici Passivhaus assicurano condizioni di comfort al proprio interno durante il periodo invernale, senza la necessità di disporre di un sistema di riscaldamento convenzionale.
Nel 1991 Wolfgang Feist e Bo Adamson applicarono l’approccio progettuale passivo a una casa a Darmstadt, con l’obiettivo di fornire un caso studio di abitazione a basso consumo energetico a costo ragionevole per il clima tedesco. Il progetto risultò convincente sia in termini di consumo energetico che di comfort, tanto che gli stessi sistemi passivi furono applicati anche in una seconda costruzione a Groß-Umstadt nel 1995.
Dal 1995, basandosi sull’esperienza dei primi sviluppi, Feist iniziò a codificare il Progetto Passivo delle case di Darmstadt e Groß-Umstadt nello standard Passivhaus. Lo standard fondamentalmente consiste di tre elementi:
In questi punti sono riassunte tutte le caratteristiche di ciò che oggi è noto come standard Passivhaus tedesco: ottimo isolamento, ponti termici ridotti e finestre ben isolate, buona tenuta all’aria e sistema di ventilazione con recupero di calore ad alta efficienza.
Considerando il costo del ciclo di vita dell’edificio, una Passivhaus non risulta più costosa di una nuova abitazione convenzionale. In totale più di 8.000 case sono state costruite finora in Germania e altrove in Europa Centrale.
L’applicabilità dello standard Passivhaus in altre zone d’Europa deve ancora essere testata (soprattutto per i climi più caldi). In Germania la definizione di questo standard è stata la ragione principale dell’esplosione della costruzione di case a basso consumo energetico. Di seguito sono riportati i cinque punti che definiscono l’attuale Standard Passivhaus tedesco per i paesi dell’Europa Centrale:
Il consorzio Passive-on ha pertanto formulato una proposta di revisione per l’applicazione dello standard Passivhaus nei paesi caldi europei che tiene conto del clima. I 6 punti che lo definiscono sono:
Il Protocollo ITACA (Istituto Per L’innovazione E Trasparenza Degli Appalti E La Compatibilità Ambientale) permette di stimare il livello di qualità ambientale di un edificio in fase di progetto, misurandone la prestazione rispetto a 12 criteri e 8 sottocriteri suddivisi in 2 aree di valutazione, secondo lo schema seguente:
1. Consumo di risorse
1.1. contenimento consumi energetici invernali( energia primaria per la climatizzazione invernale, trasmittanza termica involucro edilizio)
1.2. acqua calda sanitaria
1.3. contenimento consumi energetici estivi (controllo della radiazione solare, inerzia termica)
1.4. illuminazione naturale
1.5. energia elettrica da fonti rinnovabili
1.6. materiali eco-compatibili (materiali rinnovabili, materiali riciclati/recuperati)
1.7. acqua potabile (consumo di acqua potabile per irrigazione, consumo di acqua potabile per usi indoor)
1.8. mantenimento delle prestazioni dell’involucro edilizio
2. Carichi ambientali
2.1. emissione di gas serra
2.2. rifiuti solidi
2.3. rifiuti liquidi
2.4. permeabilità aree esterne
I criteri e sotto criteri di valutazione sono associati a caratteristiche specifiche, ovvero: hanno una valenza economica, sociale, ambientale di rilievo; sono quantificabili o definibili anche solo qualitativamente, in relazione a scenari prestazionalioggettivi e predefiniti; perseguono un obiettivo di ampio respiro; hanno comprovata valenza scientifica. In base alla specifica prestazione, l’edificio per ogni criterio e sotto-criterio riceve un punteggio che può variare da –1 a +5. Lo zero rappresenta lo standard di paragone (benchmark) riferibile a quella che deve considerarsi come la pratica costruttiva corrente, nel rispetto delle leggi o dei regolamenti vigenti. Il punteggio viene assegnato in base alle indicazioni e al metodo di verifica riportati nella “Scheda descrittiva” di ogni criterio di valutazione. Le informazioni riportate su ogni scheda sono:
L’obiettivo di CasaClima è coniugare risparmio, benessere abitativo e sostenibilità. Le tre categorie CasaClima (Oro, A e B) permettono di identificare il grado di consumo energetico di un edificio. Il consumo più basso è garantito da una CasaClima Oro, che richiede 10 Kwh per m2 l’anno, il che si può garantire anche in assenza di un sistema di riscaldamento attivo. La CasaClima Oro è anche detta “casa da 1 litro”, perché per ogni m2 necessita di un litro di gasolio o di un m3 di gas l’anno. Le case con un consumo di calore inferiore ai 30 Kwh per metro quadro l’anno sono invece classificate come CasaClima A, “casa da 3 litri”, perché richiede 3 litri di gasolio o 3 m3 di gas per metro quadro l’anno. CasaClima B è infine l’edificio che richiede meno di 50 Kwh per metro quadro l’anno. In questo caso si parla di “casa da 5 litri”, in quanto il consumo energetico comporta l’uso di 5 litri di gasolio o 5 m3 di gas per metro quadro l’anno.
Elementi di base di una CasaClima: struttura compatta; alto grado di isolamento termico della superficie esterna; finestre altamente isolanti; ermeticità; assenza di ponti termici; utilizzo dell’energia solare; impiantistica ottimale; realizzazione accurata.
Fabbisogno termico deve essere inferiore a 50 kWH/M2A
Il “più” viene concesso solo ad abitazioni di classe energetica Oro, A o B.
Riscaldamento con fonti energetiche rinnovabili
Non è consentito l’uso di fonti energetiche fossili. A meno che l’edificio non sia allacciato a un impianto di teleriscaldamento o Nahwärmenetz, o a un impianto di riscaldamento già esistente. Un sistema di riscaldamento a elettricità è consentito solo se il fabbisogno termico è inferiore ai 10 kWh/m2a.
Utilizzo di materiali sostenibili per ambiente e salute
I materiali vanno analizzati nel loro ciclo vitale complessivo, (calcolare di quanta energia hanno bisogno prima di poter essere utilizzati, da dove arrivano, che sostenibilità ha il loro utilizzo a livello ecologico): l’edificio deve essere caratterizzato solo da materiali sostenibili per ambiente e salute. La valutazione dei materiali avviene tenendo conto della catena di produzione e di rifornimento, degli effetti cancerogeni, di modificazione genetica o dannosi per la salute. Non si possono utilizzare isolanti sintetici, né PVC per pavimenti, finestre e porte, vernici chimiche per il legno, colori e vernici contenenti solventi o legno tropicale.
Presenza di almeno una delle seguenti misure ecologiche:
Impianto fotovoltaico, collettori solari per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento, recupero dell’acqua piovana o tetto verde.
Progetto:Mario Cucinella Architects, Project leader: Politecnico di Milano, Federico Butera
Committente: Ministero per l’Ambiente e il Territorio Italiano, Ministry of Science and Technology of the People’s Republic of China.
L’edificio è concepito come una foglia che utilizza e trasforma la luce solare in energia. Dieci piani fuori terra digradanti per ottimizzare l’ingresso della luce e creare sul fronte sud terrazzi piantumati, schermati da brise-soleil di pannelli fotovoltaici (per un totale di mq 1000) che generano l’elettricità necessaria. La pianta a C racchiude un giardino di forma irregolare che convoglia la luce naturale in profondità e anche questo garantisce un guadagno energetico notevole. Con la sua capacità di abbassare il livello di anidride carbonica, l’edificio è particolarmente significativo in un paese come la Cina che oggi emette l’11% della produzione mondiale di gas serra. L’edificio, 20.000 m2, s’inserisce in un lotto di 60×60 mt. L’involucro è costituito da una doppia pelle di vetro; la sua maggiore o minore opacità e l’infittirsi delle lamelle di vetro semiriflettenti dipendono dall’orientamento delle facciate e dalla necessità di isolamento termico o di schermi solari. Il fronte nord è realizzato con una parete cieca di vetro laccato blu.
Costruzione in acciaio, smontabile e reversibile. Risparmio energetico mediante l’uso dell’energia eolica e il recupero acque piovane.
Mvrdv raccontano: «The Dutch entry shows a mix of technology and nature, emphasising nature’s make-ability and artificiality. It provides multi-level public space as an extension to existing public spaces, a monumentalised multi-level park.
This act of stacking saves space, energy, time, water and infrastructure. A mini-ecosystem is created: a survival kit combining an increase of diversity with an increase of cohesion».
L’istituto è realizzato all’interno del primo campus indipendente della Cina realizzato dall’università inglese di Nottingham e nasce per un preciso intento di divulgazione delle tecnologie sostenibili come il solare, fotovoltaico, eolico etc, del distretto dello Zhijiang. L’istituto ospiterà un visitor center, dei laboratori di ricerca, delle classi per i master. Interamente rivestito da una doppia pelle in vetro a forma di ventagli che si trasforma dal giorno alla notte. Un’ampia apertura sul tetto convoglia la luce naturale a tutti i piani dell’edificio e contemporaneamente produce un effetto camino che assicura un’efficace ventilazione naturale, mentre i pannelli radianti a pavimento utilizzano l’energia geotermica per riscaldare e raffrescare l’ambiente.
Il sistema di aperture è stato studiato per ottimizzare l’irraggiamento solare e minimizzare l’uso di luce artificiale.
La qualità e la vivibilità ambientale dell’architettura sono tematiche fondamentali per pervenire a una diversa modalità di relazione tra ambiente e attività dell’uomo. In tal senso un impiego più consapevole delle tecnologie che sfruttano tutte le risorse esterne per convogliarle all’interno, consente l’utilizzo di soluzioni compatibili con il miglior rendimento delle risorse energetiche. Nella maggior parte dei casi si tratta di soluzioni dedotte dall’intelligenza delle costruzioni antiche.
2. Costruire assemblato a secco lettura tecnologica di casi studio
3. Costruzioni Low cost – Low energy, Life cycle thinking
4. Costruzioni Low cost – Low energy, Riciclo dei rifiuti
5. Costruzioni leggere in legno e sostenibilità caso studio: Gridshell
6. Gridshell: il concetto di grid e shell, superfici a doppia curvatura
8. Coperture di grande luce: innovazione per forma, strutture reticolari e cupole
9. Coperture di grande luce: innovazione per forma, strutture a guscio e reti di cavi
10. Coperture di grande luce: innovazione per nuovi materiali, lamellare, precompresso e palloni
11. Le parti e il tutto: progetto e sistema
Aa. Vv., Lo standard passivhaus nei climi caldi europei. Linee guida progettuali per case confortevoli a basso consumo energetico, Università di Nottingham, 2004-2007
Baldo Gian Luca, Marino Massimo, Rossi Stefano, Analisi del ciclo di vita LCA. Gli strumenti per la progettazione sostenibile di materiali, prodotti e processi, Edizioni Ambiente, Milano, 2008
Bologna Gianfranco, Manuale della sostenibilità. Idee, concetti, nuove discipline capaci di futuro, Edizioni Ambiente, Milano, 2005
Carotti Attilio, La Casa Passiva in Europa, Ed. Clup, Milano, 2005
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Droege Peter, La città rinnovabile. Guida completa ad una rivoluzione urbana, Edizioni Ambiente, Mialno, 2008
Gauzin-Müller Dominique, Case ecologiche. I principi, le tendenze, gli esempi. Edizioni Ambiente, Milano, 2007
Lavagna Monica, Sostenibilità e risparmio energetico. Soluzioni tecniche per edifici eco-efficienti, Libreria CLUP, Milano, 2005
Lavagna Monica, Life cycle assessment in edilizia. Progettare e costruire in una prospettiva di sostenibilità ambientale, Hoepli, Torino, 2008
Perriccioli Massimo, Low-cost(ruction) - Basso costo e qualità ambientale, in L'ultime notizie d'architettura, www.detail.de
Pozzati Piero, Palmeri Felice, Verso la cultura della responsabilità, Ambiente, tecnica, etica, Edizioni Ambiente, Milano, 2007
Rifkin Jeremy, Entropia, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2004 (1984)
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Sinopoli Nicola, La qualità dell'abitare, FrancoAngeli, Milano, 1981
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