Oggetto dell’analisi morfologica e iconografica è lo spazio in cui viviamo, che viene studiato nella struttura organizzativa, nella configurazione, nei modi d’uso, al fine di riconoscerne l’identità e i valori.
Con il contributo di Ludovico Quaroni e di Giuseppe Samonà, si mettono a fuoco alcuni strumenti concettuali utili all’analisi.
La città contemporanea è priva di limiti percepibili all'occhio. Barcellona (foto di Alhzeiia da Wikimedia Commons).
La città antica è stata giudicata “un’opera d’arte corale….risultato della collaborazione… di molte, quasi tutte, spesso, le persone che la città hanno governato disegnato costruito… in un periodo di tempo assai lungo, per secoli…” (L. Quaroni).
L’analisi morfologica legge le relazioni interne alla sua configurazione fisica.
Con il termine oggetto, indichiamo un volume chiuso, che si pone nel contesto in una condizione di isolamento, che ne fa leggere pienamente la forma.
Con il termine invaso, indichiamo uno spazio racchiuso, definito da piani: una stanza, una strada, una piazza.
I due termini sono privi di una precisa connotazione scalare.
«’Un tutto formato di fenomeni solidali, tale che ciascuno dipenda dagli altri e non possa essere quello che è se non in virtù della sua relazione e nella sua relazione con essi’, cioè ‘una entità autonoma di dipendenze interne’» (definizione dello Hjelmslev, citata da L. Quaroni). Quaroni indica nei limiti, tessuto ed emergenze gli elementi principali della struttura della città antica.
I limiti erano le mura, che cingevano la città, la separavano e la proteggevano dall’esterno; “….ma questa forma è anche, per il rapporto tra contenuti e forme, il ‘limite’ del disegno, l’inquadratura, la precisa forma dell’insieme, l’inviluppo, la cornice….”(L. Quaroni).
Le emergenze architettoniche sono “…i monumenti, i ‘focus’, quei punti nodali fortemente riconoscibili, che sono insieme la sede delle istituzioni e quindi la rappresentatività per le stesse… : la chiesa, i palazzi di città, i castelli, le moschee, il ‘beffroi’, la torre, la residenza, ma anche l’agorà, il foro, la piazza, le terme, il teatro” (L. Quaroni).
La parte più estesa della città è costituita “da un tessuto, dal continuo dell’edilizia residenziale, opportunamente integrata da altre funzioni correlate (commercio, scuole, artigianato, magazzini, ecc.)… un sistema edilizio nel quale la ripetizione di un tipo, di poco variato nei secoli, costituisce uno strato steso uniformemente sull’area della città…” (L. Quaroni).
Gli elementi, che compongono la forma della città antica, ne disegnano la forma esterna e ne caratterizzano formalmente lo spazio interno.
Alcune di queste relazioni, che caratterizzavano tutte le città in passato, sono leggibili oggi in piccoli e medi insediamenti.
Il carattere architettonico dei luoghi può essere osservato in due modi, diversi e complementari:
da lontano, attraverso una visione sintetica, che coglie i rapporti e le caratteristiche essenziali,
e da vicino, attraverso una visione analitica, che coglie il valore del dettaglio.
Due condizioni qualificano il processo di costruzione della forma della città antica:
Nei luoghi centrali della città antica la configurazione architettonica è il risultato del coordinamento di elementi differenti, che si possono assemblare e comporre nell’arco di secoli; le differenze stilistiche fanno parte della loro caratterizzazione formale e simbolica, ma sono assoggettate a una chiara idea delle relazioni compositive (gerarchiche).
Piazza San Marco: un processo di formazione durato dieci secoli (foto di Ingo Mehling da Wikimedia Commons).
Sistema chiuso, sistema aperto, elencalità molto caratterizzate sono le tre categorie nelle quali trovano una collocazione i volumi edilizi, che definiscono gli spazi della città (Piano-Programma di Palermo, 1980-1983). Le unità edilizie vengono classificate in base alle caratteristiche iconografiche dei loro fronti.
Sono sistemi architettonici chiusi sia gli edifici singolari, presenti nel tessuto, che le grandi architetture, i monumenti, i capisaldi della struttura urbana, i volumi architettonici di rilievo, gli edifici più rappresentativi, in cui l’applicazione di regole codificate ha determinato un livello di connessione formale tra gli elementi, tale da conferire loro un carattere di necessarietà assoluta.
Palazzo Farnese a Roma è un sistema architettonico chiuso (incisione del Vasi del secolo XVIII, da Wikimedia Commons).
Sono sistemi aperti i “manufatti di carattere più elementare di quello dei palazzi”, “file di case a uno, due, tre e quattro piani”, disposte ad elenco una accanto all’altra”. Tra i sistemi aperti sono elencalità molto caratterizzate gli “edifici o insiemi di edifici, più chiaramente riconoscibili… per un fatto formale particolarmente significativo” (G. Samonà).
Edifici medioevali a Piazza S.Stefano a Bologna (foto di Gaspa da da Wikimedia Commons).
In alcuni contesti urbani, il sistema codificato di decorazioni – che costituisce una normativa architettonica per il disegno dei fronti – conferisce forza espressiva alle relazioni di solidarietà tra gli edifici.
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
L. Quaroni, La Torre di Babele, Marsilio, Padova 1967 - Cap. II Il disegno per la città, pp. 64 – 68 - Cap. I Necessità possibilità da parte dell'architetto del controllo della città, p. 25.
C. Ajroldi, F. Cannone, F. De Simone (a cura di), Lettere su Palermo di Giuseppe Samonà e Giancarlo De Carlo per il Piano programma del Centro Storico di Palermo 1979-1982, Officina edizioni, Roma 1994 - Appunti per la formazione degli elaborati grafici del piano programma del centro storico di Palermo (gennaio 1980), pp. 71 – 79.
N. Alfano, Città e case. Racconti di morfologia urbana, Sellerio, Palermo 2008.
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
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