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Anna Maria Puleo » 2.Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte


Lettura del rapporto tra progetto e luogo

in tre opere di architettura moderna e in una contemporanea,

che sono gli edifici più densi di significato di un dato contesto

Leggiamo il modo in cui la costruzione della figura, l’esatta collocazione, il rapporto con il suolo concorrono a definire il rapporto con il luogo in tre opere – di Mies van der Rohe, Aalto, Le Corbusier – che sono i luoghi più densi di significato del contesto di cui fanno parte. Un’opera contemporanea, il Guggenheim a Bilbao di Gehry, conclude la comunicazione.

Localizzazione della Nuova Galleria Nazionale di L.  Mies  van der Rohe a Berlino tra la Potsdamer Straße e il Landwehrkanal.

Localizzazione della Nuova Galleria Nazionale di L. Mies van der Rohe a Berlino tra la Potsdamer Straße e il Landwehrkanal.

A sinistra e al centro, il Municipio di Säynätsalo di A. Aalto; a destra, il Convento de La Tourette di Le Corbusier.

A sinistra e al centro, il Municipio di Säynätsalo di A. Aalto; a destra, il Convento de La Tourette di Le Corbusier.


Relazioni con il contesto

Le tre opere si affermano nel contesto, simili ad antichi monumenti, inseriti nel tessuto delle città o isolati nella natura.
Nelle immagini:

  • il Pantheon, che ha resistito alla distruzione dell’antica Roma e oggi è una permanenza nel tessuto, che si è modificato intorno;
  • la Chiesa di S. Maria della Consolazione di Todi, che si misura con lo spazio aperto.
Il Pantheon, Roma, circa 1835 (da Wikimedia Commons).

Il Pantheon, Roma, circa 1835 (da Wikimedia Commons).

J. Blaeu, vista della Chiesa di S. Maria della Consolazione al di fuori della mura di Todi, 1663 (da  Wikimedia Commons).

J. Blaeu, vista della Chiesa di S. Maria della Consolazione al di fuori della mura di Todi, 1663 (da Wikimedia Commons).


Nuova Galleria Nazionale, L. Mies van der Rohe, Berlino,

1962-1968

Costruzione della figura attraverso la riscrittura

«Sembra che Mies voglia riconoscere negli edifici pubblici che studia una funzione generale, quella della riunione di un gran numero di persone intente a compiere una attività che le accomuna» (A. Monestiroli).
Mies identifica il tipo ad aula con l’idea di luogo collettivo.
Il tempio dà forma all’aula.

New National Gallery

L’Altesmuseum di K. F. Schinkel sul Lustgarten a Berlino (foto di Manfred Brückels da 
 Wikimedia Commons).

L'Altesmuseum di K. F. Schinkel sul Lustgarten a Berlino (foto di Manfred Brückels da Wikimedia Commons).

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.


Nuova Galleria Nazionale, L. Mies van der Rohe, Berlino,

1962-1968

Trattamento del piano di posa – modellazione del suolo

Da un podio incassato entro un piano lievemente inclinato, nel quale sono situate le sale delle mostre permanenti, emerge la grande hall a pianta quadrata, luogo delle mostre temporanee. Una piastra sorretta da otto pilastri copre uno spazio libero, racchiuso tra pareti perimetrali trasparenti e fortemente arretrate.
New National Gallery, Berlin, Germany, Column with details, Archivio MoMA

Lo spazio sul podio si apre all’intorno urbano.

Lo spazio sul podio si apre all'intorno urbano.

Lo spazio interno si offre all’uso, privo di vincoli.

Lo spazio interno si offre all'uso, privo di vincoli.


Nuova Galleria Nazionale, L. Mies van der Rohe, Berlino,

1962-1968

Esatta collocazione

Dopo la caduta del muro, il Museo si attesta con naturalezza sulla  Potsdamer Straße, sollevato di pochi gradini dal piano stradale.
Mies, prevedendo questa relazione privilegiata con la strada, dà forma concreta alla speranza del ricongiungimento delle due parti della città e, a più di trent’anni dalla sua morte, contribuisce alla costruzione della Berlino nuovamente unita.

Video: Mies van Rohe: New National Gallery, Berlin da YouTube (min 5:54)

La Nuova Galleria Nazionale sulla Potsdamer Straße , riaperta al traffico dopo la caduta del muro.

La Nuova Galleria Nazionale sulla Potsdamer Straße , riaperta al traffico dopo la caduta del muro.

La scala di accesso per chi proveniva dal Tiergarten, cuore di Berlino Ovest, prima della caduta del muro.

La scala di accesso per chi proveniva dal Tiergarten, cuore di Berlino Ovest, prima della caduta del muro.


Municipio di Säynätsalo, A. Aalto, 1950-1952

Costruzione della figura attraverso la riscrittura

Aalto chiarisce le ragioni della scelta dell’impianto del municipio: «Ho utilizzato la corte chiusa come motivo principale perché, in qualche modo misterioso, essa risveglia l’istinto sociale. Negli edifici governativi e comunali il cortile ha conservato quel significato originale che, sin dai tempi dell’antica Creta, Grecia e Roma, attraversando il medioevo e il rinascimento, è giunto fino a noi».

Video: samiqab Precedent II – Saynatsalo Town Hall; Alvat Aalto da You Tube (min 3:32)

L’agorà di Priene nel tessuto edilizio, scavi 1895-1898  (dalla Pianta di Wiegand e Schrader).

L'agorà di Priene nel tessuto edilizio, scavi 1895-1898 (dalla Pianta di Wiegand e Schrader).

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.


Municipio di Säynätsalo, A. Aalto, 1950-1952

Trattamento del piano di posa – modellazione del suolo

Aalto lavora sulla figura del palazzo con cortile pubblico, un palazzo-piazza, incastonato nel declivio del bosco; la terra non viene esclusa dal progetto, ma inclusa, portata dentro.
«Il terreno racchiuso all’interno pare fluire verso l’esterno; un fluire che risponde all’idea costruttiva dell’edificio come contenimento del terreno chiuso all’interno» (M. Iñiguez).

Saynatsalo Town Hall

Accesso alla corte dall’esterno.

Accesso alla corte dall'esterno.

La corte interna.

La corte interna.


Municipio di Säynätsalo, A. Aalto, 1950-1952

Esatta collocazione

Il bosco è il tessuto connettivo uniforme dell’insediamento di rade case, l’estensione del quale si identifica con la piccola isola. L’artificio del portare la terra all’interno della composizione dei due corpi crea uno spazio racchiuso dalla dimensione familiare, integrato nel contesto e, per la presenza della torre, rappresentativo del suo essere il luogo del governo della collettività.

Säynätsalo on osa Jyväskylää

La scala con le pedate in terra e le alzate in legno.

La scala con le pedate in terra e le alzate in legno.

Il municipio e le case rade si dispongono nel bosco indistinto.

Il municipio e le case rade si dispongono nel bosco indistinto.


Convento de La Tourette, Le Corbusier, Eveux, 1952-1960

Costruzione della figura attraverso la riscrittura

Le Corbusier visita il monastero cistercense di Thoronet su suggerimento di Padre Couturier e osserva: «Mi sembra che in esso vi sia l’essenza stessa di ciò che deve essere il monastero di una qualunque epoca; gli uomini dediti al silenzio, al raccoglimento e alla meditazione, nella vita in comune non cambiano molto con il passare del tempo».

Video: La Tourette (Le Corbusier): Dong- Ho, Yoo da YouTube (min.2:51)

Abbazia di Thoronet, pianta ( autore: Robert Vallette, da 
Wikipedia).

Abbazia di Thoronet, pianta ( autore: Robert Vallette, da Wikipedia).

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.


Convento de La Tourette, Le Corbusier, Eveux, 1952-1960

Trattamento del piano di posa – modellazione del suolo

Le Corbusier sconnette lo schema tradizionale del convento, disponendo l’edificio su un pendio. Il suolo rimane intatto. Solamente la chiesa è radicata nella terra; i pilotis elevano il corpo a C, che contiene due piani di celle e gli ambienti comuni. Il chiostro è occupato dai volumi, che ospitano gli spazi di collegamento, dalla scaletta cilindrica, dalla piramide dell’oratorio.

Convent of La Tourette

Couvent Sainte-Marie de la Tourette, Eveux-sur-l’Arbresle, France, 1953

Il terreno in pendio rimane intatto. In lontananza, costruzioni agricole e la vecchia casa dei padri domenicani.

Il terreno in pendio rimane intatto. In lontananza, costruzioni agricole e la vecchia casa dei padri domenicani.

Paesaggio  artificiale interno alla corte.

Paesaggio artificiale interno alla corte.


Convento de La Tourette, Le Corbusier, Eveux, 1952-1960

Esatta collocazione

La difficoltà a osservare l’edificio da lontano, stretto nella morsa del bosco, accentua il suo caratterizzarsi come una macchina a reazione poetica: la natura entra come visione del bosco e del prato dalle celle, dalle sale e spazi comuni, come luce che filtra dalle aperture; la materia esprime un pensiero, il pensiero impregna la forma e i particolari.

Video: La Tourette – Tiffany Chen da YouTube (min.3:20)

La cella. “Bugnato rustico”, con piccoli ciottoli di fiume nel cemento, nei fronti delle logge delle celle.

La cella. “Bugnato rustico”, con piccoli ciottoli di fiume nel cemento, nei fronti delle logge delle celle.

La loggia della cella.

La loggia della cella.


Museo Guggenheim, F. Gehry, Bilbao, 1991-1997

Costruzione della figura – autonomia dei mezzi espressivi

«Gli spazi espositivi sono strutturati attorno ad un atrio centrale [...]. Un tetto a forma di scultura, che ricorda un ‘fiore metallico’ si sviluppa dall’atrio centrale inondandolo della luce che penetra dalle vetrate. Questa struttura scultorea unisce i diversi edifici comunicanti in un’unica composizione architettonica» (F. Gehry).

Camminando sul lungofiume, si guadagna la vista frontale del museo.

Camminando sul lungofiume, si guadagna la vista frontale del museo.

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.

Localizzazione, da Google Earth, km 1.05 di altezza.


Museo Guggenheim, F. Gehry, Bilbao, 1991-1997

Esatta collocazione

«Le dimensioni senza precedenti dell’atrio centrale 50 metri sopra il livello del lungofiume [...] sono un invito a visitare le monumentali installazioni del museo» (F. Gehry).

Bilbao si dota di un monumento moderno che, sapientemente collocato nella struttura urbana, istituisce relazioni con la città antica e moderna attraverso il Nervión e con le principali direttrici del tessuto otto-novecentesco.

Vista dal lungofiume provenendo dalla città vecchia. Solo le torri annunciano la presenza del Museo Guggenheim.

Vista dal lungofiume provenendo dalla città vecchia. Solo le torri annunciano la presenza del Museo Guggenheim.

La scala con l’ingresso e la scultura floreale Puppy sono in asse con Calle Iparraguire.

La scala con l'ingresso e la scultura floreale Puppy sono in asse con Calle Iparraguire.


Museo Guggenheim, F. Gehry, Bilbao,  1991-1997

Trattamento del piano di posa-modellazione del suolo

Disposta sul salto di quota tra il piano del tessuto otto-novecentesco e il lungofiume, l’opera sembra riassumere in sé le caratteristiche figurative della città contemporanea, priva di una regola formale riconoscibile. Concorrono a radicarla nel sito i raccordi tra i due piani, l’innalzamento del livello del fiume attraverso una vasca d’acqua, la connessione delle torri a un’importante arteria.

 La vasca sul fiume innalza il livello dell’acqua alla base del museo, che vi si specchia.

La vasca sul fiume innalza il livello dell'acqua alla base del museo, che vi si specchia.

Un sistema di scale connette il piano di posa del museo a quello di imposta della maglia del tessuto edilizio.

Un sistema di scale connette il piano di posa del museo a quello di imposta della maglia del tessuto edilizio.


Morfologia e poetica, gerarchie e identità

Le opere della prima lezione instaurano relazioni di corrispondenza con edifici e spazi, quelle della seconda tendono a porsi come un unicum; solamente il Guggenheim domina come moderna emergenza architettonica sul contesto urbano, di cui modifica forma e identità.
Ciascun progetto si colloca nel solco dei tradizionali processi di costruzione morfologica dello spazio e costruisce l’”appartenenza” al luogo, poiché in esso la poetica del progettista si esprime, interagendo con i principi di ordine, che regolano la morfologia del luogo. La lettura morfologica è sottesa al processo ideativo.

I materiali di supporto della lezione

T. Riley, B. Bergdoll, Mies in Berlin,The Museum of Modern Art, New York 2002.

C. Martí Arís, voce Tipo, in AA.VV., Dizionario critico illustrato delle voci più utili all'architetto moderno, diretto da L. Semerani, Venezia 1993, p. 193.

A. Monestiroli, La metopa e il triglifo. Nove lezioni di architettura, Laterza, Roma-Bari 2002.

M. Iñiguez, Tiempo y lugar en la obra de K. F. Schinkel y A. Aalto, Servicio Editorial Universidad del País Vasco.

K. Fleig, Alvar Aalto, Artemis Verlag and Verlag für Architektür, Zurich 1974.

G. Schildt, Alvar Aalto, Rizzoli, Milano 1998, pp.74-81.

Le Corbusier, Oeuvre Complète. Volume 6. 1952-1957, Les Editions d'Architecture, Zurich 1965, pp. 42-49.

Le Corbusier, Oeuvre Complète. Volume 7. 1957-1965, Les Editions d'Architecture, Zurich 1965, pp. 32-53.

P. O. Rossi, La costruzione del progetto architettonico, Laterza, Roma-Bari 1996, p. 24.

A. Saggio, F. O. Gehry. Architetture residuali, Testo e Immagine, Torino 1997.

L. Prestinenza Puglisi, HyperArchitettura. Spazi nell'età dell'elettronica, Testo e Immagine, Torino 1998.

F. O. Gehry, Il museo Guggenheim a Bilbao in costruzione, «Casabella», 632, 1996, p.2.

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