Il lotto d’angolo tra via Foria e via C. Rosaroll è l’area dell’esercizio progettuale. È il sedime di un edificio che faceva parte di un isolato situato all’incrocio delle due strade del centro storico Napoli.
Proponiamo l’applicazione all’area di progetto della lettura morfologica, strumento di conoscenza della configurazione del luogo. Il referente del nostro progetto è il sistema delle due strade.
L’invaso urbano – strada, piazza, slargo, giardino, etc. – è l’unità di spazio, oggetto della lettura morfologica; è un sistema morfologico, formato da unità edilizie, che si relazionano attraverso le facciate.
Fa parte di un contesto o ambito urbano. Va letto nella dimensione urbana.
La lettura dell’invaso utilizza i seguenti strumenti:
Lo spazio va osservato a tutte quelle scale, che concorrono a definirne la caratterizzazione:
la scala dell’invaso, le scale intermedie dei contesti, degli ambiti urbani, di cui fa parte; la scala dell’ambito urbano.
Il sistema dei due invasi comprende, oltre al tratto di strada che conduceva fuori città, gli spazi a valle della cinta muraria aragonese, scandita da torri cilindriche, e di quella vicereale bastionata. Agli inizi del XIX secolo vengono demoliti gli isolati che chiudevano il Largo delle Pigne – oggi piazza Cavour – e a metà del secolo si traccia la via Rosaroll con l’abbattimento di alcune torri.
Due capisaldi monumentali segnano “inizio” e “conclusione” dell’invaso Cavour-Foria:
L'Albergo dei Poveri, caposaldo su piazza Carlo III (foto di Baku da Wikimedia Commons).
Il “nodo” della Caserma Garibaldi include nella sua struttura le torri aragonesi, segnalando l’inizio della via Rosaroll.
L’Orto Botanico (1808-1809) «prepara lo sguardo a ricevere l’imponente fronte dell’Albergo dei Poveri con la pausa di natura controllata della massa arborea della terrazza Carolina, lunga 300 metri, cosiddetta in onore della regina» (I. Ferraro).
Video: Prof. C. Grimellini, Il Parco delle mura aragonesi, 2007, da YouTube (min. 5:48)
L’invaso è un vuoto, che connette sistemi urbani diversamente strutturati.
L’allineamento della cortina sud – a destra nella foto in basso – risente dell’andamento della linea spezzata della cinta muraria vicereale, che presentava due bastioni, uno accanto alla porta di S. Gennaro e uno all’angolo con l’attuale via Pessina.
L’immagine moderna dello spazio urbano è condizionata da sostituzioni edilizie, formalmente “autonome” nei confronti delle caratteristiche morfologiche del luogo.
La sistemazione a verde e le due stazioni della metropolitana arretrano per consentire la continuità del traffico carrabile, colmando il dislivello esistente tra i due lati lunghi della piazza.
Regola e deroga, presente e passato si confrontano nello spazio. La continuità consiste solo nel far parte del medesimo invaso.
Il vuoto del tassello mancante, corrispondente all’area di progetto, si vede da lontano, provenendo da Piazza Cavour, per l’andamento curvilineo della strada, in uscita dalla piazza, per la lieve pendenza, per la posizione arretrata e ruotata della Caserma Garibaldi.
Inizia, con la Chiesa di S. Carlo all’Arena, che in passato ha dato il nome alla strada, il tratto rettilineo di via Foria. Le cortine edilizie, tuttavia, non presentano un perfetto allineamento.
La chiesa seicentesca fa parte della cortina edilizia, ma è anche testata dell’isolato.
Il metodo proposto fa comprendere il modo in cui le singole unità partecipano dell’insieme.
Palazzi in successione compongono questo tratto di strada. A partire da una conoscenza della struttura dell’isolato, leggiamo il modo in cui le facciate si associano, formando la cortina edilizia.
A metà del XIX secolo i «Fossi», a valle delle mura aragonesi, dal Castello del Carmine a via Foria vengono trasformati in un’«ampia e bella strada». L’intervento ottocentesco nasconde e/o distrugge la murazione, ostacolo alla continuità e alla permeabilità del tessuto urbano.
Uno stretto isolato, composto da tre palazzi, si realizza nel tratto più vicino a via Foria.
Il palazzo – oggi tassello mancante nell’architettura delle due strade – era la testata dello stretto isolato, che, con la realizzazione della via Rosaroll, si frappose tra il Palazzo Ruffo di Castelcicala e la cinta muraria aragonese.
La lettura morfologica offre due possibili, e differenti, obiettivi all’esercizio progettuale:
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
G. Amirante, M. R. Pessolano, Immagini di Napoli e del Regno. Le raccolte di Francesco Cassiano De Silva, Napoli 2005.
C. Cocchia, L'edilizia a Napoli dal 1918 al 1958, Napoli 1961.
I. Ferraro, Napoli. Atlante della città storica. Vol.5. Stella, Vergini, Sanità, Napoli 2007.
I. Ferraro, Napoli. Atlante della città storica. Vol.6. San Carlo all'Arena e Sant'Antonio Abate, Napoli 2008.
C. De Seta, Napoli, Roma-Bari 1988.
L. Santoro, Le mura di Napoli, Roma 1984.
L. Di Mauro, Mura e torri di Napoli, Napoli 1997.
M. R. Pessolano, Interventi pubblici nella Napoli del Settecento. Programmi, scelte, realizzazioni, in G. Simoncini (a cura di), L'edilizia pubblica nell'età dell'illuminismo, tomo III, Firenze 2000, pp. 813-855.
C. Ajroldi, F. Cannone, F. De Simone, Lettere su Palermo di Giuseppe Samonà e Giancarlo De Carlo, Roma 1994.
N. Alfano, Città e case. Racconti di morfologia urbana, Palermo 2008.
F. Ferrara e P. Scala (a cura di), Il sopralluogo. Materiali di ricerca 5, Napoli 2006.
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L. Fusco, F. D. Moccia, S. Polito, Dietro il risanamento. Il centro antico di Napoli, Napoli 1983.
L. Fusco, F. D. Moccia, S. Polito, Dietro il risanamento. I quartieri bassi di Napoli, Napoli 1983.
M. Malangone - La cultura neoclassica a Napoli nel dibattito europeo
Comune di Napoli - Variante generale al PRG – Relazione Cap. 4. Le scelte per il centro storico.
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
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