Gli elementi componenti il tessuto edilizio sono:
Le unità edilizie partecipano del disegno degli spazi pubblici attraverso la propria facciata.
La geometria dei tracciati ha origine in due differenti modalità insediative: l’una razionale, progettata, l’altra spontanea, organica.
La prima ha adottato la maglia viaria vincolata alla geometria dell’angolo retto, per delimitare isolati regolari. La seconda ha dato vita a tracciati, in cui non è identificabile la regola di una forma geometrica ripetuta.
Alla fine del XVIII secolo nel tessuto urbano di Napoli la residenza è organizzata in:
Gli edifici si distinguono in: esemplare, da exemplum, di notevole impegno progettuale, chiarezza tipologica, elevato livello linguistico decorativo, come da trattato; ricorrente, assume molte delle qualità dell’edificio esemplare, senza raggiungerne mai il livello; semplificato, scarno di ogni sottolineatura linguistica decorativa, ostenta l’immediatezza del suo essere una casa di città (S.Bisogni).
Edificio esemplare: Palazzo Sanfelice, scala ad ali di falco (foto di Bicloch da Wikimedia Commons).
Edificio ricorrente: palazzo con scala aperta in asse con l'androne (foto di Pinotto992 da Wikimedia Commons).
Gli esempi di edifici sono stati ordinati in sei classi:
A. edifici privi di chiostrina o cortile, formati da un corpo scala e da uno o più vani;
B. edifici con chiostrina - spazio scoperto, con lato non superiore ai m. 5;
C. edifici con cortile - spazio scoperto, con lato superiore ai m. 5;
D. edifici con corte comune – spazio scoperto, intorno al quale si affacciano più unità abitative, servite da un numero di scale superiore ad uno;
E. edifici con corte aperta – spazio chiuso solo per tre dei lati;
F. edifici in muratura del XIX e XX secolo.
Fanno parte di questa classe le unità edilizie prive di spazi interni scoperti, caratterizzate dalla riduzione al minimo dello spazio. Il tipo più elementare è formato da un vano e da una scala interna a due rampe, perpendicolare al fronte (un modulo in profondità). In facciata su un’unica verticale si allineano il piccolo portone di ingresso e le aperture del vano scala.
Ne fa parte il palazzo multipiano con chiostrina. Appartengono a questa classe alcuni tipi di edifici, formati da almeno tre moduli in facciata e tre in profondità; al di là dell’alto portale si dispongono l’androne e la chiostrina, rispetto ai quali la scala occupa il modulo in asse, o quello laterale, o il modulo stesso della chiostrina.
Appartengono a questa classe – la più diffusa e ricca di articolazioni – i numerosi edifici con cortile, dotati di uno spazio interno scoperto con lato superiore ai m. 5.
Il primo esempio è caratterizzato dalla sequenza androne-cortile e scala aperta, fondale del cortile; il secondo, dalla sequenza androne-cortile-corpo basso di comunicazione con il giardino.
Gli edifici della classe C sono caratterizzati dalla varietà della declinazione del rapporto tra androne, cortile e scala.
Al di là delle facciate uniformi, in questi esempi, il fondale assume la forma della scala aperta o diventa un dispositivo che apre lo spazio verso il giardino interno.
Gli edifici della classe D sono costituiti da più unità abitative, aggregate intorno a uno spazio aperto, con scale comuni.
Gli edifici con corte aperta fanno parte della classe E; presentano una profondità superiore a un modulo strutturale e in facciata un numero variabile da tre a cinque campate. La scala è in un modulo adiacente l’androne, che consente il collegamento diretto strada-giardino.
Si presentano alcuni esempi di isolati.
Ad esclusione di quelli oggi attestati sulla via Toledo, gli isolati dei Quartieri Spagnoli, rappresentati nella veduta Lafrery (1566), presentano una forma quadrata o rettangolare con lato compreso tra circa m. 16 e m. 22.
In alcuni casi l’unità edilizia coincide con l’isolato, in altri l’isolato è composto da un numero variabile da due a sei unità.
Questo isolato è formato da una unità edilizia priva di spazi interni scoperti e da un palazzo con chiostrina. I solai delle due unità edilizie adiacenti non sono disposti alla stessa quota. Ciascuna unità partecipa al disegno dello spazio della strada con le caratteristiche specifiche del proprio fronte.
Questo palazzo con chiostrina occupa un intero isolato dei Quartieri Spagnoli. Gli isolati di questo tipo presentano in pianta le dimensioni minori, nel centro storico di Napoli.
Questo isolato fa parte del Quartiere Stella, detto Borgo S. Maria della Stella, esistente nella seconda metà del XVII secolo.
Uno spazio aperto è presente al suo interno, come è frequente nelle parti di città sviluppatesi al di fuori della città murata vicereale.
Gli edifici di fine Ottocento si distinguono dal tessuto più antico per il rilievo che le nuove tecnologie assumono nell’adeguamento della tradizionale tipologia del “palazzo” alle nuove esigenze borghesi.
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
Il rilevamento delle unità edilizie negli isolati dei Quartieri Spagnoli, alle pagine 1 e 11 è stato effettuato da A. M. Puleo e E. Carreri, e pubblicato in A. M. Puleo, Aspetti della struttura morfologica e iconografica dei quartieri spagnoli, in M. Capobianco, Un Progetto per Napoli - i Quartieri spagnoli, Roma 1987, p.92.
I grafici e le foto presentate nelle pagine da 6 a 15 fanno parte dei materiali elaborati sul tema «Modelli tipologici strutturali per gli edifici urbani in muratura di Napoli», contributo di A. M. Puleo al Programma Nazionale di Ricerca Metodi di diagnosi e di progettazione di interventi di rinforzo statico e di adeguamento antisismico degli edifici e di insediamenti urbani, diretta dal prof. M. Como (1989).
A. Blunt, Architettura barocca e rococò a Napoli, 1° ed. 1975, Milano 2006.
C. De Seta, Napoli, Roma-Bari 1988.
T. Colletta, La cartografia pre-catastale, in “Storia della città”, nn. 34 -35, 1985.
I. Ferraro, Napoli. Atlante della città storica, Vol.1 Centro Antico, Vol. 2 Quartieri bassi e “Risanamento", Vol.3 Quartieri Spagnoli e “Rione Carità”, Vol. 4 Dallo Spirito Santo a Materdei, Vol. 5 Stella, Vergini, Sanità, Vol. 6 San Carlo all'Arena e Sant'Antonio Abate, Napoli 2002-2008.
Gambardella, Note su Ferdinando Sanfelice architetto napoletano, Napoli 1979.
A. Gambardella, G. Amirante, Napoli fuori le mura. La Costigliola e Fonseca da platee a borgo, Napoli 1994.
S. Bisogni, Il tipo edilizio tra piano e architettura, in AA.VV., Città/architettura architettura/dettaglio, Napoli 1985, pp. 25-35.
A. M. Puleo, Aspetti della struttura morfologica e iconografica dei quartieri spagnoli, in M. Capobianco, Un Progetto per Napoli – i Quartieri spagnoli, Roma 1987, p.92.
D. Mazzoleni, M. E. Smith, Palazzi di Napoli, Venezia 2000.
M. Capobianco, Scale settecentesche a Napoli. 1°parte, «L'architettura. Cronache e storia», n. 84, p. 401; 2° parte, n. 86, p. 548 3° parte, n. 84, p. 401.
AA. VV., Manuale del Recupero delle antiche tecniche costruttive napoletane, Napoli 1993.
Comune di Napoli - Piano Regolatore Generale - Variante generale al PRG - Relazione
1. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - prima parte
2. Architetture e luoghi: continuità dei processi morfologici - seconda parte
3. Introduzione alla lettura morfologica
4. Note sul processo di costruzione morfologica di alcuni luoghi centrali della città del passato
6. Indicazioni per la lettura morfologica dell'area di progetto
8. Indicazioni per lo studio delle opere di architettura
9. Il tema della costruzione dei fronti. Esempi di palazzi e case di città in contesti storici
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