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Renata Picone » 14.Il superamento delle barriere architettoniche negli edifici e nei siti storici


Conservazione e accessibilità: concetti generali

Coniugare le istanze della conservazione di un edificio o un sito storico con quelle dell’accessibilità allargata è compito difficile e delicato.
D’altro canto non sapremmo immaginare oggi un “monumento che non sia stato prodotto per gli uomini, che si sia tutelato e conservato in sé, come un’astrazione, e non per la fruizione”. Un bene non è tale se non è fruibile. La pura contemplazione non appartiene all’architettura. L’architettura vive anche per essere in sé un’esperienza culturale, ma non può essere disgiunta dall’uso materiale.
Abbiamo visto che esaminare il problema dell’accessibilità nell’ambito più generale di una fruizione ampliata è stato un compito fecondo di risultati: ciò ha portato ad una filosofia di approccio al progetto che cerca di allargare il più possibile il numero di persone che possono fruire dell’edificio restaurato, e in questa logica include anche l’utenza con maggiori difficoltà, costituita da persone con disabilità, non come categoria a parte, ma come parte di un tutto.
Un progetto di restauro per un’utenza ampliata non è un “progetto per tutti”, ma per il maggior numero di persone.

Parigi, museo del Louvre, ascensore oleodinamico nella hall di ingresso, sistemazione di I. M. Pei

Parigi, museo del Louvre, ascensore oleodinamico nella hall di ingresso, sistemazione di I. M. Pei


Conservazione e accessibilità: concetti generali

Occorre tenere in conto che non è solo necessario andare in un luogo, superare gli ostacoli per entrarvi, ma piuttosto abitarlo; vivere nell’architettura storica in modo confortevole per un’utenza ampliata, continuando a percepire il messaggio del tempo che essa ci rimanda.
Ma la fruizione ampliata non può avvenire a qualsiasi costo, in quanto non siamo disposti, pur di accedere e visitare il patrimonio architettonico, a ridurre il valore testimoniale e artistico che l’edificio storico ci trasmette.
Occorre perciò tenere alta la qualità progettuale degli interventi per il superamento delle barriere architettoniche perché essi si traducano in una proficua coesistenza tra le architetture storiche e il nuovo linguaggio contemporaneo, tra “antico e nuovo”.
Il concetto di accessibilità si coniuga quindi con quello più complesso di visitabilità, che presuppone lo studio non solo dei collegamenti verticali e del superamento dei dislivelli, ma anche dei percorsi orizzontali senza barriere, dei servizi e del comfort abitativo generale.

Un sito storico di difficile accessibilità: i Sassi di Matera

Un sito storico di difficile accessibilità: i Sassi di Matera

Un sito storico di difficile accessibilità: Mont-Saint-Michel in Francia

Un sito storico di difficile accessibilità: Mont-Saint-Michel in Francia


Conservazione e accessibilità: concetti generali

Non sempre noi siamo disposti ad accettare che la fruizione ampliata di un edificio storico avvenga “in qualsiasi modo”: essa deve avvenire a patto che si coniughi in modo efficace con le istanze di conservazione del bene, e soprattutto tenendo alta la qualità progettuale degli adeguamenti.
Spesso in nome della reversibilità si sono realizzate negli ultimi anni progettazioni sommarie, con materiali di scarsa qualità, altamente incompatibili con i materiali e la dignità che caratterizza un edificio storico, che denunziano il loro carattere di provvisorietà, ma anche la loro inadeguatezza rispetto al contesto e la loro scarsa durabilità.
Ciò implica che l’adeguamento dell’edificio storico ad un’utenza allargata venga inserito in una visione più ampia del progetto di restauro, e venga quindi affrontato in modo organico dall’architetto restauratore, che ha generalmente una visione e una formazione abituata alla complessità, e non o non solo da tecnici specialisti, più orientati viceversa ad una visione settoriale.

Napoli, Duomo, rampa di accesso

Napoli, Duomo, rampa di accesso

Firenze, Chiesa dei Sette Santi, rampa di accesso

Firenze, Chiesa dei Sette Santi, rampa di accesso


Le origini del dibattito in Italia

Possono collocarsi intorno alla metà degli anni Sessanta.

  • 1965: conferenza di Stresa. Nascita del concetto di barriera architettonica; 1971: legge n. 118 per i mutilati e gli invalidi civili; 1978: P. Cosulich e A. Ornato pubblicano “Progettare senza barriere”
  • 1989: legge n. 13″Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”
  • 1989: D. M. 236, “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”
  • 1998: la rivista TeMa (Tempo, materia e architettura) dedica un numero monografico al tema del superamento delle barriere architettoniche facendo entrare il tema dell’accessibilità a pieno titolo nelle tematiche del progetto di restauro
  • 1992: legge n. 104 sull’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate
  • 1996: DPR 503, “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”
Milano, Piazza Duomo, la rampa realizzata alla fine degli anni Sessanta

Milano, Piazza Duomo, la rampa realizzata alla fine degli anni Sessanta


Le origini del dibattito in Italia

Considerazioni sulla normativa vigente in Italia in materia di superamento delle barriere architettoniche

  • A partire dal 1989, l’Italia, che si poneva in ritardo rispetto al quadro normativo europeo, si è dotata di un assetto legislativo tra i più avanzati
  • Tale assetto ha imboccato con decisione la strada della incentivazione di interventi di adeguamento di edifici preesistenti, vincolati ai sensi del nuovo codice dei beni culturali, alla normativa sul superamento delle barriere architettoniche
  • La normativa vigente in Italia ha avuto il merito di introdurre un approccio prestazionale e non rigidamente prescrittivo
  • La norma non prescrive pertanto soluzioni standardizzate in quanto la conservazione di un edificio storico pone problemi legati anche alla sua unicità e irriproducibilità
  • La normativa vigente in Italia non impone, quindi, soluzioni “preconfezionate”, ma fissa i criteri in base ai quali selezionare le possibili soluzioni, fatti salvi alcuni requisiti dimensionali che restano irrinunciabili per il superamento delle barriere architettoniche
Schema antropometrico relativo alla persona su sedia a ruota.

Schema antropometrico relativo alla persona su sedia a ruota.


Requisiti cogenti e soluzioni alternative

Considerazioni sulla normativa vigente in Italia in materia di superamento delle barriere architettoniche

  • Il D.M. 236/89 contiene tanto indicazioni di tipo prestazionale (art. 4, 5, 6 e 7) che riferimenti prescrittivi e cogenti (art. 8 ), nel convincimento che se è opportuno delegare al progettista la soluzione dei particolari problemi posti dai singoli manufatti architettonici, non tutti gli aspetti legati al problema della barriere architettoniche possono esulare da una precisa indicazione dimensionale
  • Alcuni esempi in cui il requisito dimensionale resta cogente anche nell’adeguamento dell’edificio storico sono:
    • le dimensioni e le caratteristiche di una cabina ascensore
    • le dimensioni di una rampa per il superamento dei dislivelli
    • il dimensionamento dei servizi igienici
    • Il dimensionamento degli spazi di sosta e parcheggi, etc.

Accessibilità e Visitabilità nella normativa vigente

La normativa vigente – D.M. 14 giugno 1989, n. 236 – introduce i concetti di accessibilità e visitabilità riferibili anche ai beni architettonici intendendo livelli differenti di fruizione anche in ragione di scelte condotte a favore della conservazione del patrimonio esistente nella sua integrità fisica.

  • Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. (art. 2 del D.M. 14 giugno 1989, n. 236)
  • Per visitabilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. (art. 2 del D.M. 14 giugno 1989, n. 236)

Collegamenti verticali: rampe

Rampe: requisiti tecnici ai sensi del D.M. 236/89

  • Non viene considerato accessibile il superamento di un dislivello superiore a 3,20 m ottenuto esclusivamente mediante rampe inclinate poste in successione
  • La larghezza minima di una rampa deve essere: di 0,90 m. per consentire il transito di una persona su sedia a ruote; di 1,50 m per consentire l’incrocio di due persone
  • Ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni mediante porte, la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 x 1,50 m, ovvero 1,40 x 1,70 m in senso trasversale e 1,70 m in senso longitudinale al verso di marcia, oltre l’ingombro di apertura di eventuali porte
Parma, rocca di Noceto. La passerella di accesso, sistemazione di Paolo Zermani

Parma, rocca di Noceto. La passerella di accesso, sistemazione di Paolo Zermani


Collegamenti verticali: rampe

Rampe: requisiti tecnici

  • Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto non piano, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza
  • La pendenza delle rampe non deve superare l’8%
  • Sono ammesse pendenze superiori, nei casi di adeguamento, rapportate allo sviluppo lineare effettivo della rampa. In tal caso il rapporto tra la pendenza e la lunghezza deve essere comunque di valore inferiore rispetto a quelli individuati dalla linea di interpolazione del seguente grafico
Tibaes, presso Braga (Porto), monastero di San Martino, rampa di accesso

Tibaes, presso Braga (Porto), monastero di San Martino, rampa di accesso

Museo archeologico del castello di Baia, Bacoli (NA), la rampa inserita nel percorso espositivo

Museo archeologico del castello di Baia, Bacoli (NA), la rampa inserita nel percorso espositivo


Collegamenti verticali: ascensore

Il superamento dei dislivelli esistenti nel costruito storico mediante ascensore: considerazioni generali

  • Il collegamento verticale mediante ascensore presenta il vantaggio di essere dedicato all’intera utenza evitando discriminazioni di percorsi e inserendosi appieno nel concetto di fruibilità allargata
  • Il collegamento verticale mediante ascensore rappresenta un dispositivo realmente autonomo per il disabile motorio
  • La realizzazione di ascensori in edifici storici può avvenire con dispostivi ricavati all’interno dell’involucro murario possibilmente in zone “deboli” quali crolli parziali o cavedi già esistenti, oppure all’esterno dell’edificio, costituendo, in quest’ultimo caso, un’occasione spesso fecondo tra preesistenza storica e linguaggio contemporaneo
Madrid, centro culturale Reina Sofia. Le due torri ascensore in cristallo

Madrid, centro culturale Reina Sofia. Le due torri ascensore in cristallo


Collegamenti verticali: ascensore

Ascensore: requisiti tecnici ai sensi del D.M. 236/89

L’ascensore in caso di adeguamento di edifici preesistenti, ove non sia possibile l’istallazione di cabine di dimensioni superiori, può avere le seguenti caratteristiche:

  • cabina di dimensioni minime di 1,20 m di profondità e 0,80 m di larghezza
  • porta con luce netta minima di 0,75 m posta sul lato corto
  • piattaforma minima di distribuzione anteriormente alla porta della cabina di 1,40 x 1,40 m

Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo a scorrimento automatico. Nel caso di adeguamento la porta di piano può essere del tipo ad anta incernierata purché dotata di sistema per l’apertura automatica.

In tutti i casi le porte devono rimanere aperte per almeno 8 secondi e il tempo di chiusura non deve essere inferiore a 4 secondi.

Roma, mercati di Traiano e via Biberatica

Roma, mercati di Traiano e via Biberatica

Roma, ascensore del Vittoriano

Roma, ascensore del Vittoriano


Collegamenti verticali: ascensore

Ascensore: requisiti tecnici ai sensi del D.M. 236/89

  • L’arresto ai piani deve avvenire con autolivellamento con tolleranza massima + 2 cm
  • Lo stazionamento della cabina ai piani di fermata deve avvenire con porte chiuse
  • La bottoniera di comando interna ed esterna deve avere i bottoni ad una altezza massima compresa tra i 1,10 e 1,40 m. per ascensori del tipo a), b) e c) la bottoniera interna deve essere posta su una parete laterale ad almeno 35 cm dalla porta della cabina
  • Nell’interno della cabina, oltre il campanello di allarme, deve essere posto un citofono ad altezza compresa tra i 1,10 m e 1,30 m e una luce d’emergenza con autonomia minima di 3 h
  • I pulsanti di comando devono prevedere la numerazione in rilievo e le scritte con traduzione in Braille: in adiacenza alla bottoniera esterna deve essere posta una placca di riconoscimento di piano in caratteri Braille
  • Si deve prevedere la segnalazione sonora dell’arrivo al piano e, ove possibile, l’istallazione di un sedile ribaltabile con ritorno automatico
Roma, anfiteatro Flavio

Roma, anfiteatro Flavio

Roma, anfiteatro Flavio

Roma, anfiteatro Flavio


Collegamenti verticali: servoscala

Il superamento dei dislivelli esistenti nel costruito storico mediante servoscala: considerazioni generali

  • Il servoscala ha come requisito positivo quello di una parziale reversibilità e di un minore impatto sulla materia dell’edificio storico
  • Gli aspetti negativi che si accompagnano al servoscala sono:  la difficoltà di un utilizzo autonomo da parte del disabile motorio; il restringimento della larghezza del vano scala che costituisce un problema in caso di evacuazione dell’immobile, ostruendo i percorsi di esodo. L’utilizzo del servoscala è stato favorito anche dal D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503: “Per gli edifici soggetti al vincolo di cui all’art. 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, e all’art. 2 della legge 1° giugno 1939, n. 1089, la deroga è consentita nel caso in cui le opere di adeguamento costituiscono pregiudizio per i valori storici ed estetici del bene tutelato; in tal caso il soddisfacimento del requisito di accessibilità è realizzato attraverso opere provvisionali ovvero, in subordine, con attrezzature d’ausilio e apparecchiature mobili non stabilmente ancorate alle strutture edilizie”
  • Nelle Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici storici recentemente approvate dal Mibac, l’utilizzo del servoscala è sconsigliato

Collegamenti verticali: piattaforma elevatrice

Il superamento dei dislivelli esistenti nel costruito storico mediante piattaforma elevatrice: considerazioni generali

La piattaforma elevatrice ha un minore impatto visivo ed estetico rispetto agli ascensori. È un dispositivo utile per superare dislivelli medi. Consente l’utilizzo in autonomia; non è discriminante.

Requisiti tecnici ai sensi del DM 236/1989

Le piattaforme elevatrici per superare dislivelli, di norma, non superiori a ml. 4, con velocità non superiore a 0,1 m/s, devono rispettare, per quanto compatibili, le prescrizioni tecniche specificate per i servoscala. Le piattaforme ed il relativo vano-corsa devono avere opportuna protezione ed i due accessi muniti di cancelletto. La protezione del vano corsa ed il cancelletto del livello inferiore devono avere altezza tale da non consentire il raggiungimento dello spazio sottostante la piattaforma, in nessuna posizione della stessa.
La portata utile minima deve essere di Kg 130. Il vano corsa deve avere dimensioni minime pari a m. 0,80 x 1,20. Se le piattaforme sono installate all’esterno gli impianti devono risultare protetti dagli agenti atmosferici.

Parigi, museo del Louvre, ascensore oleodinamico nella hall di ingresso, sistemazione di I. M. Pei

Parigi, museo del Louvre, ascensore oleodinamico nella hall di ingresso, sistemazione di I. M. Pei


Disabilità sensoriali

Disabilità sensoriali e superamento delle barriere architettoniche: considerazioni generali

La complessità sopaziale e l’ampiezza degli ambienti degli edifici storici costituiscono delle barriere per i disabili sensoriali. Spesso, inoltre, i dispositivi per il superamento delle barriere architettoniche sono in contrasto con quelli che tengono conto di altri tipi di disabilità.

Ad esempio un gradino, che rappresenta un punto di riferimento per un non vedente, costituisce un ostacolo per un disabile motorio. Analogamente, una pavimentazione sdrucciolevole o troppo scabra è percorsa con difficoltà da un disabile motorio mentre consente l’orientamento per disabili sensoriali.

Roma, borgo Santo Spirito

Roma, borgo Santo Spirito

Roma, borgo Santo Spirito

Roma, borgo Santo Spirito


Disabilità sensoriali

Disabilità sensoriali e superamento delle barriere architettoniche: dispositivi

  • Mappe tattili
  • Indicazioni in linguaggio braille
  • Modellini tridimensionali
  • Pavimentazioni a rilievo
  • Pavimentazioni colorate
  • Audioguide
  • Strumentazioni hardware adeguate
  • Segnaletica acustica
Pola, Croazia, modello tattile della città

Pola, Croazia, modello tattile della città

Vienna, modello tattile della Cattedrale

Vienna, modello tattile della Cattedrale


Conservazione e accessibilità: la formazione

Conservazione dei beni architettonici e superamento delle barriere architettoniche: il ruolo della formazione

Il tema dell’accessibilità va inserito nel progetto di restauro inteso nella sua accezione più ampia, divenendo uno dei tanti requisiti da soddisfare, così come l’adeguamento strutturale e impiantistico dell’edificio storico sul quale si interviene.

Coniugare l’istanza della conservazione e quella del superamento delle barriere architettoniche è dunque compito delicato e difficile che ben si adegua alla complessità richiesta alla formazione di coloro che devono intervenire sul patrimonio storico.

È pertanto necessario intervenire già nella formazione degli allievi architetti per abituarli ad accogliere questo tema all’interno del più ampio progetto di restauro. In questo caso, infatti, l’accessibilità non è un dato di partenza, ma va raggiunta attraverso adeguamenti minimi ricercati nell’ottica di ottemperare la giusta istanza del superamento delle barriere architettoniche con quella altrettanto condivisibile della conservazione del patrimonio storico.


Conservazione e accessibilità: la formazione

Conservazione dei beni architettonici e superamento delle barriere architettoniche: il ruolo della formazione

Le tavole che seguono rappresentano in parte i risultati di questo impegno ad abituare gli allievi architetti ad affrontare il restauro di un edificio o di un sito urbano come gestione di un processo che ha molti parametri, tra cui anche l’accessibilità allargata. Esse sono state elaborate nell’ambito del corso di Laboratorio di Restauro architettonico da me tenuto presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli “Federico II”.
Le tavole non costituiscono l’intero lavoro svolto nel corso dell’anno accademico, che riguarda il progetto di restauro in tutte le sue componenti, ma solo uno stralcio, relativo evidentemente al problema del superamento delle barriere architettoniche.
I grafici che seguono rispecchiano lo schema metodologico con cui si è affrontato il tema dell’accessibilità. Si è partiti, cioè, dall’affrontare il superamento delle barriere architettoniche a livello urbano, con riferimento alla scala ampia e territoriale, ai mezzi, di comunicazione, ai percorsi orizzontali e verticali, ai parcheggi e all’accesso, per poi affrontare il tema alla scala architettonica, legando i requisiti dell’accessibilità a quelli della visitabilità, abitabilità e confort generale.


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Sperimentazioni e casi di studio

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell’ambito del Laboratorio di Restauro dell’Architettura prof. Renata Picone

Elaborati relativi al superamento delle barriere architettoniche redatti nell'ambito del Laboratorio di Restauro dell'Architettura prof. Renata Picone


Riferimenti normativi e documenti di indirizzo

Legge 9 gennaio 1989, n. 13
“Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”. (Pubblicata nella G. U. 26 gennaio 1989, n. 21)

Decreto Ministeriale – Ministero dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236.
“Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”. (Pubblicato in S. O. alla Gazzetta Ufficiale n. 145 del 23 giugno 1989)

Legge 5 febbraio 1992, n. 104
“Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.)
(Testo vigente dopo le ultime modifiche introdotte dalla Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151)

Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503.
“Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”. (Pubblicato in S.O. della G.U. 27 settembre 1996, n. 227).

I materiali di supporto della lezione

R. Picone, Conservazione e accessibilità. Il superamento delle barriere architettoniche negli edifici e nei siti storici, Arte Tipografica, Napoli 2004

"Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, Commissione per l'analisi delle problematiche relative alla disabilità nello specifico settore dei beni e delle attività culturali", pubblicate sul supplemento ordinario n. 127 alla Gazzetta ufficiale n. 114 del 16 maggio 2008, con decreto Mibac del 28.03.2008

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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