In conclusione non ci resta che completare la descrizione dei Concept Book, attraverso l’esposizione di due esempi, elaborati dallo Studio Vudafieri Partners di Milano e DeuxL di Parigi.
Il Concept Book esordisce attraverso un’esplorazione di una serie di riferimenti, accostabili ai valori del marchio, passaggio indispensabile per poi procedere, attraverso il progetto, ad una evoluzione dell’espressione aziendale. Questo processo di rappresentazione si avvale di testi che puntualizzano, attraverso l’uso di alcune parole chiave, il mondo della marca, riassunto nelle espressioni di equilibrio, stabilità, durata, precisione, atemporalità a cui per affinità sono state associate una serie di immagini appartenenti all’ideale architettonico razionalista, sotto la forma di alcune tra le più famose architetture di Mies Van Der Rohe. Parallelamente, utilizzando lo stesso principio narrativo costruito attraverso un sistema di affinità tra testo e immagini, viene rivolta la stessa attenzione all’interpretazione dei gusti e della personalità dell’acquirente Dupont. Esso viene descritto, attraverso un ipotetico universo di consumo maschile fatto di auto sportive e di motoscafi di lusso, come un personaggio in bilico tra stabilità e avventatezza, che assegna agli oggetti un ruolo affettivo fatto di qualità legate alla espressività tattile e fisica dei materiali ed al gusto per le cose ben fatte di un mondo sospeso in una dimensione temporale indefinibile.
L’azienda è nota universalmente per la produzione di accendini che, nella loro struttura compositiva, rappresentano un esplicito omaggio all’architettura ed al linguaggio razionalista. Il concept di progetto è stato sviluppato in vista di una possibile espansione dell’attività aziendale all’abbigliamento per uomo, all’interno di un concorso ad inviti per la realizzazione di un sistema di vendita specifico.
Questo contorno di citazioni costituisce, nell’insieme, il contenuto concettuale del progetto che viene sviluppato in maniera coerente, attraverso la rappresentazione di tutti i suoi elementi costitutivi. Tale progetto nasce dall’unione di purezza e semplicità nelle linee compositive e di uso di materiali e finiture che si richiamano a qualità persistenti nel tempo, riprendendo esplicitamente i caratteri essenziali ricavati dall’esposizione precedente.
Pucci rappresenta una storia aziendale che si identifica con un’idea di eleganza mediterranea. Tale idea, da un punto di vista del prodotto, è chiaramente rappresentata dal cromatismo dei tessuti stampati, mentre da un punto di vista immaginario è costruita attraverso un rapporto privilegiato della marca con il mondo della mondanità degli anni ‘60, anni che rappresentano l’età d’oro dello stilista Pucci, fondatore dell’azienda. Questo insieme di aspetti è stato riassunto nel concept book attraverso una serie di riferimenti espliciti, ricavati mediante l’uso di immagini che rappresentano un campionario di quell’insieme di riferimenti precedentemente indicati.
Da un lato, appunto, la qualità cromatica dei prodotti, e dall’altro il mondo immaginario in cui essi trovano un’adeguata ambientazione, identificabile in alcuni tra i più noti appartenenti al jet set internazionale degli anni ‘60 che sono stati coinvolti, in veste di ispiratori o di semplici clienti, nelle vicende del marchio Pucci. Un primo fattore di costruzione del concept è consistito quindi nel richiamo ad una idea di mediterraneità che, necessariamente, non si è espressa attraverso un approccio imitativo, ma che si è posta su un piano di una sofisticata espressione evocativa. In continuità con la tradizione Pucci la mediterraneità si esprime in una attenzione al dettaglio cromatico, attraverso l’uso di una forte luminosità all’interno dello spazio di vendita e di cromatismi nei rivestimenti e nelle finiture che nell’uso prevalente di azzurri, verdi e bianco, riportano a colorazioni marine o agli intonaci a calce che caratterizzano molti paesi del Sud.
Questo sistema di tematizzazione è completato da un ingombro delle componenti che configurano lo spazio dello show room, in cui prevale il senso di una rotondità organica, priva di qualunque spigolosità geometrica. Questo concept ha trovato applicazione in una ventina di spazi di vendita, ciò ha comportato una sua ovvia evoluzione nel tempo che è avvenuta attraverso una forma di trasformazione graduale e continua.
1. Commercio e dimensione urbana
2. Gli spazi di vendita della moda e il design: la vetrina e il magazzino moderno
3. Riconoscibilità della marca e spazi di vendita: le origini
4. Gli anni Sessanta: Biba, Mary Quant e la Swinging London
5. Gli anni Settanta e Ottanta: verso un nuovo atteggiamento progettuale
6. Il punto vendita come esperienza della marca
9. Espressività della marca e diversificazioni commerciali: i multibrand
10. Il Pop-Up Retail: una classificazione degli spazi commerciali temporanei
11. Principali esemplificazioni di pop up retail
13. Arte e consumo negli spazi di vendita: lo spazio della vetrina e la mostra surrealista del 1938
14. L'apporto della Pop Art: Keith Haring e il Pop Shop
15. Esemplificazioni recenti: Prada Marfa
16. Una nuova modalità di rappresentazione della marca: i concept book