Il tema della riqualificazione urbana sia in aree consolidate che in contesti periferici è una delle grandi questioni che pone la città contemporanea perché investe i grandi temi con cui il progetto di architettura si misura all’attualità: la dimensione metropolitana del contesto di riferimento, il significato degli spazi aperti, la questione della residenza, il disegno delle attrezzature, il senso di identità e di appartenenza tra comunità e luogo.
I progetti che di seguito sono presentati in questa lezione e nella lezione successiva, sviluppati all’interno del Corso di Perfezionamento in Progettazione Architettonica per il Recupero Urbano, organizzato dall’Università “Federico II” di Napoli negli anni 2003 e 2004, affrontano queste tematiche suggerendo spunti progettuali su aree urbane complesse della città di Napoli:
La condizione insediativa che contraddistingue l’area di intervento mostra una situazione comune a gran parte delle periferie contemporanee, la tendenza a frammentare lo spazio in compartimenti funzionali, in enclaves, circoscritte all’interno di recinti fisici o virtuali, entro cui si esauriscono relazioni spaziali e morfologiche e dove sono riprodotti codici architettonici e linguistici condivisi da minoranze sociali. Tra l’estesa area del Bianchi, la zona ospedaliera Don Bosco e la fascia produttiva che si sviluppa lungo il nastro stradale di corso Maddalena, si incunea, infatti, il “quartiere-dormitorio” di Rione Amicizia, di chiara impronta razionalista, tuttora riconoscibile nell’impianto edilizio ordinato ed unitario, in un accostamento paratattico di tessuti edilizi autonomi ed introversi, in cui si assiste all’evanescenza del collettivo e alla conseguente indeterminatezza dello spazio aperto, che perde il ruolo di elemento connettivo del sistema urbano complessivo, diventando mera distanza tra oggetti, di cui ignora le relazioni.
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
L’assenza di carattere urbano, che concorre a definire questa condizione di ghettizzazione sociale, va letta innanzitutto in termini di rottura del rapporto di appartenenza tra comunità ed insediamento, nella mancanza di spazi identitari che, nella propria specificità e variazione, possano contribuire a ricostruire un desiderio di città attualmente latente. Una città che, anche se è presente con i suoi tessuti urbani consolidati e con le sue stratificazioni che nel tempo ne hanno definito l’attuale fisionomia, non riesce più a costituire un riferimento esplicito per i soggetti che abitano questo luogo, in cui degrado sociale ed edilizio, bassa vivibilità civile, incuria e abuso degli spazi aperti, assenza di attività e spazi di aggregazione hanno generato una condizione di automarginalizzazione e di chiusura del quartiere rispetto agli insediamenti urbani che si sviluppano attorno ad esso.
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
Potenzialità
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
In un contesto così complesso ed articolato, il Programma di Recupero Urbano assume il ruolo di strumento di riqualificazione di ambiti degradati attraverso un insieme coordinato di azioni ed interventi di dimensione e qualità tali da incidere sulla ricomposizione urbana, facendo leva sulle potenzialità di cui è dotato il quartiere. L’elevato valore di posizione, la prossimità a dense attrezzature metropolitane e i buoni collegamenti con le aree urbane al contorno, suggeriscono infatti un intervento di recupero volto a definire una nuova identità che apra il quartiere alle situazioni urbane al contorno, da promuovere con azioni di marketing urbano che, attraverso la costruzione di luoghi simbolici e la collocazione di attrattori di attività economica, comportino un miglioramento della qualità dell’abitazione, della qualità degli spazi aperti e della qualità funzionale (mix funzionale).
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
Il ragionamento è stato sviluppato contemporaneamente a diverse scale e articolato attraverso l’individuazione di obiettivi da conseguire relativamente a specifiche tematiche progettuali preventivamente individuate:
1. la razionalizzazione della viabilità al contorno dell’area di intervento e il ridisegno dei percorsi interni al quartiere (fig. 1);
2. l’individuazione di aree e volumi da destinare ad attrezzature collettive e nuove residenze in grado di recuperare un necessario investimento privato e favorire quindi operazioni di cofinanziamento, ai fini del risanamento del quartiere (fig. 2);
3. la riqualificazione degli alloggi di edilizia economica e popolare, attraverso l’acquisizione di “aree di innesco”, necessaria per avviare il recupero dell’esistente, mantenendo in sito gli abitanti (fig. 3).
Gli elaborati sono stati prodotti durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli nell’ottobre del 2005, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
Alla scala urbana, la riappropriazione del quartiere da parte della città è conseguita attraverso l’individuazione di un sistema di relazioni spaziali e simboliche con le differenti parti urbane connesse all’area oggetto di studio, capaci di romperne l’attuale condizione di chiusura ed introversione. A tale scopo, si è lavorato sul tema della risalita dalla parte bassa della città attraverso la creazione di un parco urbano dotato di attrezzature sportive e di edifici e spazi a carattere ricettivo e ricreativo; contemporaneamente, si è ragionato sulla necessità di potenziare il sistema di connessione all’asse di viale Maddalena, attraverso la realizzazione di un’area destinata ad attività commerciali a scala urbana e funzioni terziarie, insieme a case di civile abitazione, capaci di innescare processi di investimento di capitale privato.
Alla scala del quartiere, la questione legata alla viabilità è stata affrontata proponendo la separazione tra sistema carrabile, relegato lungo le strade di bordo, e percorsi pedonali, pensati come nuove spine di attraversamento intorno a cui riorganizzare in termini spaziali e sociali la vita del quartiere.
Parallelamente, è stata sviluppata una riflessione sull’alloggio, in cui il tema dell’abitare è stato inteso come sistema spaziale che si specifica alle diverse scale, la casa, come spazio privato, e la città, come insieme di luoghi pubblici, sede di un’identità collettiva da ricostruire.
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
Così, da un lato, si è perseguito il miglioramento dell’attuale condizione abitativa, gravata da problemi di sovraffollamento e degrado architettonico e sociale delle residenze, con interventi di progettazione ex novo dei tre corpi posti all’ingresso del quartiere e di adeguamento dei volumi rimanenti agli standards abitativi e alla normativa vigente, con operazioni di accorpamento degli alloggi e di inserimento di corpi aggiuntivi. Dall’altro, si è proposto il ridisegno degli spazi aperti a cui è stato attribuito il delicato ruolo di intermediazione tra i differenti frammenti urbani, per il loro adeguarsi con caratteri e dimensioni specifiche ai pieni a cui si relazionano: sono stato individuati dei punti di cerniera tra il quartiere e le aree al contorno, in cui insediare una serie di attrezzature e servizi a carattere collettivo e pubblico; contemporaneamente, si è proposta un’articolazione degli spazi aperti, attualmente in uno stato di incuria e abbandono, basata sull’inserimento di una vasta gamma di usi funzionali, che permettano la definizione di diverse tipologie di spazi –il giardino, la corte, il garage, il sistema delle connessioni, il negozio e l’attività commerciale a scala di quartiere-, ad uso privato, a destinazione semipubblica e a carattere collettivo, che coniugano il rispetto per la privacy con le esigenze di una vita collettiva.
All’interno di un Programma di Recupero così strutturato, i differenti interventi di architettura acquistano il ruolo di definire un sistema di luoghi simbolici riconoscibili, capaci di ricostruire spazi e luoghi simili nella fenomenologia a quelli della città tradizionale:
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
Sono state individuate tre fasi, come momenti sequenziali e strettamente correlati ai fini della realizzazione del progetto.
I fase
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
II fase
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
III fase
L'elaborato è stato prodotto durante il Workshop internazionale “Progettazione architettonica per il Recupero urbano” tenutosi a Napoli tra settembre ed ottobre del 2003, dal gruppo di progettazione composto da G. Buono, E. Carafa, A. del Percio, G. Fimiani, D. Lettieri; docente: A. F. Mariniello; assistenti: C. Bozzaotra, D. Cerone, R. Rosi.
1. Di che cosa parliamo quando parliamo di Architettura
2. Il Tempo
3. Storia
4. Alcuni principi dell'architettura moderna
6. Composizione
8. Luogo
11. Linguaggi del progetto contemporaneo
12. Sviluppo del tema progettuale: Analisi, descrizione, interpretazione
13. Sviluppo del tema progettuale: principio insediativo
14. Formulazione dell'ipotesi progettuale
15. Sviluppo del tema progettuale: l'uso del riferimento (I parte)
16. Sviluppo del tema progettuale: l'uso del riferimento (II parte)
17. Sviluppo del tema progettuale: elaborazione del progetto generale
18. Sviluppo del tema progettuale: l'unità abitativa
19. Il tema del recupero urbano in aree complesse: esemplificazioni progettuali – parte prima
20. Il tema del recupero urbano in aree complesse: esemplificazioni progettuali – parte seconda