Il gruppo Atelier Castro Denissof Casi Laboratoire Architectures, Milieux, Paysages Nexity, Villes et Projets, Berim pone grande attenzione al paesaggio ed immagina una innovazione fortemente integrata nel carattere della Parigi d’oggi. Per quanto riguarda i sistemi di trasporto esplora le tecnologie più innovative per un impiego massiccio delle modalità collettive e per studiare tanto le possibilità progettuali quanto gli impatti sul paesaggio urbano.
Il gruppo scarta la città generica, incapace di affermarsi a livello mondiale; la città diffusa consumatrice, di suolo ed energia; la città privatizzata, che si oppone ai diritti dei cittadini; la città dei grands ensembles, da rimodellare piuttosto che distruggere; le città “eco-quartieri” le cui soluzioni stereotipate non si possono applicare alla città esistente che conviene adattare per renderla “città-eco”.
I progetti presentati propongono un nuovo modo di disegnate le infrastrutture i trasporto, in particolar modo le reti metropolitane.
Si prevede una loro presenza a diretto contatto con gli spazi di vita quotidiana facendo in modo che il suolo utilizzato dall’infrastrutture possa essere anche corridoio ecologico, spazio della comunità, area di prestazione di servizi comuni.
Questo comporta che i parametri di riferimento non si esauriscono nell’efficienza funzionale ma vanno anche alla ricerca di qualità dello spazio.
Per affrontare la trasformazione con poesia, barocchismo, patchwork, multipolarismo gerarchizzato, imperativo della compattezza, espressione di simbolismo, dezonizzazione e deregolamentazione, il gruppo propone soluzioni calate in aree determinate della città dove si propone un inserimento della natura quale guida della ristrutturazione urbana.
Il disegno della città diventa per lo più disegno di paesaggio in cui la prevalenza del verde e delle acque riesce ad avere una potenza innovativa netta.
Tra i progetti di maggiore interesse i segnalano l’ecoplanetario su una darsena del porto di Gennevilliers (all’interno di un parco disseminato di pale eoliche; l’utilizzazione del Canal du Savoir come una grande arteria urbana, in grado anche i assicurare trasporto fluviale, su cui si allineano fabbricati ad elevata densità per le attività della conoscenza; la proposta a Chelles, del Campo di Marte della Repubblica, come una grande area espositiva sulle rive di un lago al centro di un parco.
Anche il gruppo Castro aderisce al metodo della densificazione e lo applica ad alcuni esempi.
Propone di trasformare i mercati di Rugis nel grande centro di vendita della metropoli parigina.
Il grande capannone attuale è chiaramente una sottoutilizzazione del suolo ed il progetto mostra come è possibile una edificazione molto più densa di quella attuale.
Nella proposta non si considera la demolizione dell’esistente, ma si procede per aggiunte ed allestimenti. I nuovi corpi di fabbrica sul retro fanno anche intendere una maggiore complessità di usi previsti, mentre, sul fronte, illuminazione, insegne e sistemazioni stradali tendono a costruire l’immagine di spazi pubblici metropolitani, ad alta intensità di frequentazione ed a forte utilizzazione.
Gli architetti sembrano puntare su questa densità edilizia e funzionale per riscattare il luogo dall’immagine di periferia amorfa ed infondergli una vitalità urbana.
L’interesse della proposta è costituito proprio dalla dimostrazione che operazioni di densificazione che seguono obiettivi economici di uso più intensivo del suolo ed ecologici di risparmio di suolo e riduzione della mobilità possono essere affrontati anche con il risultato di migliorare la qualità estetica e di frequentazione degli spazi urbani.
Dove il gruppo rimane meno vincolato allo stato di fatto, si manifesta nella maggiore pienezza la loro visione della città ecologica, in cui la prevalenza del verde diventa l’elemento identificativo di un approccio che fa del paesaggio la chiave di controllo estetico del prodotto proposto.
Quando, come nel precedente caso di Rugis, si deve rappresentare uno spazio metropolitano, sembra affermarsi il ricorso ad immagini consuete del contemporaneo delle grandi città, ma, quando c’è un’apertura del campo visivo e la rappresentazione riguarda una unità geografica (non a caso denominata “isola”), allora vengono a cadere i vincoli figurativi e si apre l’esplorazione dell’innovazione.
Approfittando di tetti giardino e facciate verdi, il disegno del parco può avere una estensione totale riguardando tanto il suolo come i fabbricati e coinvolgendo le acque del fiume.
Le pale eoliche sulla sommità degli edifici a torre fa comprendere come anche le tematiche della generazione da fonti rinnovabili ed altri suggerimenti relativamente all’isolamento termico e risparmio energetico sono stati considerati assieme con lo scopo i ricavare un tutto coerente nella continuità tra manufatti urbani e natura.
Il gruppo Descartes si muove con mano molto delicata e propone un atteggiamento di inserimenti e ricuciture all’interno dei tessuti esistenti. Invece di creare un modello di città ecologica e sovrapporlo alla Parigi d’oggi, conduce piuttosto una analisi delle situazioni di crisi urbanistica della città e studio di soluzioni in grado di superare i problemi presenti secondo un indirizzo sostenibile.
In questo modo, finisce per concentrare l propria attenzione sulla corona esterna dove sono più acuti i problemi urbanistici e lo slabbramento dei tessuti urbanizzati. L’inserimento di una torre o la sistemazione di un parco possono essere delle operazioni relativamente indolori, a parte la disponibilità delle risorse del settore pubblico o di quello privato. In ogni caso non si debbono porre i problemi più complessi delle trasformazioni urbane sia in termini di demolizioni e disinquinamento del suolo che di trasferimenti di famiglie o attività.
Le stesse immagini veicolate sono molto rassicuranti: la città ecologica non è diversa da quella attuale.
Del gruppo Descartes ho selezionato questa proposta di densificazione delle periferie “pavillionare” non solamente come risposta ad un tema di grande attualità. L’in-filling si manifesta per le prime volte con lo smart growth, quel movimento urbanistico USA della fine degli anni ‘80 che incominciava a preoccuparsi del consumo di suolo, individualizzazione della società locale e assenza di servizi pubblici conseguenti allo sviluppo della casa unifamiliare sul modello della città giardino. sono temi ripresi dal New Urbanism e riecheggiati nell’ultima legge sulla casa del nostro governo. Ispirati a criteri di grande fattibilità e di assecondamento di radicate abitudini residenziali delle famiglie, non si può sottacere che tali politiche non riducono il traffico automobilistico con relative emissioni, né risolvano gli altri lamentati difetti sociali ed urbanistici. Questi limiti si ampliano a mano a mano che la densità territoriale delle nazioni o delle regioni aumenta presentando, dall’altro lato, la scarsità di spazi liberi ed aperti a ragionevole distanza dalle abitazioni. In tali casi il recupero a verde pubblico anche di aree residuali ed intercluse potrebbe essere prezioso.
La proposta di una metropoli della Senna da Parigi a Le Havre punta a reimpostare su una matrice geografica naturale l’organizzazione dell’insediamento.
Si tratta della tesi della Megametropoli: neanche una città metropolitana della dimensione di Parigi (il vertice delle metropoli europee) ha più la dimensione sufficiente per essere al passo con i tempi. Questo argomento che era stato sollevato in funzione della competitività delle regioni metropolitane in quanto entità economiche nel mercato globale, qui viene ripreso in quanto entità ecologiche nella sfida della ecoefficienza.
Con la focalizzazione sul corso della Senna, viene invocato un principio di unità tra ecosistema urbano ed ecosistema naturale, ovvero l’impossibilità di pensare alla città come elemento autosufficiente, all’indipendenza della geografia urbana.
I punti fondamentali della proposta sono:
1. Le città ed i cambiamenti climatici
2. La mitigazione dei cambiamenti climatici nel settore delle costruzioni
3. Strategie di mitigazione e di adattamento degli insediamenti ai cambiamenti climatici
5. I cambiamenti climatici nei piani urbanistici
6. I cambiamenti climatici nei piani urbanistici: Europa
7. Modelli di città ecologiche. Schemi basati sui trasporti
8. La Parigi del dopo Kyoto: la proposta del gruppo Rogers
9. La Parigi del dopo Kyoto: la proposta del gruppo Castro
10. La Parigi del dopo Kyoto: la proposta degli altri gruppi
11. Principi di progettazione urbanistica della città ecologica
12. Principi di progettazione urbanistica della città ecologica (seconda parte)
13. Densificazione