Vai alla Home Page About me Courseware Federica Living Library Federica Federica Podstudio Virtual Campus 3D La Corte in Rete
 
Il Corso Le lezioni del Corso La Cattedra
 
Materiali di approfondimento Risorse Web Il Podcast di questa lezione

Francesco Domenico Moccia » 12.Principi di progettazione urbanistica della città ecologica (seconda parte)


Morfologia compatta

Il risparmio di suolo richiede l’uso di densità elevate le quali portano a scelte morfologiche diverse.
La preferenza per la “città compatta” dipende, non solo dalla motivazione ecologica ma anche dalla continuità con la tradizione della cultura urbana europea.
La rivalutazione dei pregi delle città storiche si è avviata, dopo la crisi del Movimento Moderno, con le proposte di architetti quali Aldo Rossi e i fratelli Krier.
I vantaggi del modo di costruzione a blocchi con cortine chiuse lungo i perimetri degli isolati sono: la chiara e netta definizione degli spazi urbani, con la distinzione tra la sfera pubblica e quella privata, in grado di facilitare la gestione delle aree scoperte; la scala umana, per il controllo dimensionale degli spazi aperti; la caratterizzazione dell’identità morfologica delle parti urbane e la costruzione di gerarchie formali al loro interno.

City of Edinburgh, Leith Docks Development Framework. Fonte: City of Edinburgh Council Homepage

City of Edinburgh, Leith Docks Development Framework. Fonte: City of Edinburgh Council Homepage


Morfologia compatta

Hafen City ad Amburgo (il progetto di urbanizzazione delle aree portuali) riprende la tradizione delle corti storiche. Come segno della continuità conserva sul bordo di confine con la città esistente, la fila di alti depositi in mattoni, caratteristici della città anseatica. A partire da essi, la pianta del nuovo insediamento si sviluppa con una griglia edificata a cortina con ben delimitati spazi pubblici tra cui parchi urbani, giardini pubblici, specchi d’acqua e viali alberati.
In un tessuto così compatto ed uniforme risultano particolarmente espressive alcune emergenze formali corrispondenti ai maggiori edifici pubblici come la casa della musica posta nella posizione strategica di ingresso (a sinistra).

Alta densità

L’urbanistica moderna nasce con la denuncia dell’alta densità tanto negli slums di Londra che nelle Mietkasemen berlinesi dove la classe operaia appena immigrata dalle compagne ed impiegata con salari di fame e turni massacranti era costretta a vivere nella miseria ed in condizioni di affollamento intollerabile come di disdicevole promiscuità.
I proprietari delle abitazioni speculavano approfittando della forte domanda dovuta al tumultuoso inurbamento e stipavano quante più persone nel minor spazio possibile determinando condizioni abitative malsane per la scarsa insolazione e ventilazione degli alloggi come per l’assenza di servizi ed infrastrutture.

Ma densità ed affollamento non sono necessariamente sinonimi così come la densità non si coniuga necessariamente con povertà.
Grazie allo sviluppo delle tecnologie costruttive (struttura in acciaio e coutrain wall), agli impianti come ascensori, impianti di climatizzazione, domotica, i fabbricati sono potuti diventare sempre più alti ed, allo stesso tempo, sempre più confortevoli. Sebbene i tipi a torre (o grattacieli) sono preferiti per la destinazione ad uffici specialmente quando devono concentrare una gran massa di impiegati per le grandi imprese internazionali, lo sviluppo verticale è stato utilizzato per abitazioni, alberghi ed altre funzioni consentendo anche la convivenza di attività diverse.

Alta densità

L’alta densità può produrre anche morfologie più distanti dalla tradizione della griglia, sensibile a poetiche figurative più vicine alla decostruzione. Elementi morfologici urbani e tipi edilizi liberi, secondo il metodo compositivo del Movimento Moderno, sono messi in interazione secondo strategie compositive dinamizzanti. Schemi regolari compatti si intersecano con matrici irregolari. Si gioca con i pieni e i vuoti sostituendoli reciprocamente. Questa composizione per intersezioni è capace di governare la molteplicità fornendo uno strumento per mettere insieme usi diversi, natura ed artificio.

Fonte: Laboratorio di Urbanistica, prof. F. D. Moccia. Allievi: Carbone, Marino, Fracassi, Moscato

Fonte: Laboratorio di Urbanistica, prof. F. D. Moccia. Allievi: Carbone, Marino, Fracassi, Moscato


Alta densità

Proposta di quartieri residenziali per Helsinky Vision 2050, concorso internazionale di idee, con il motto Emerald. Nella medesima temperie decostruttivista, l’architettura si gioca tutta nell’intersezione eterogenea. Si noti come la particolarità climatica nordica viene assunta a dato estetico: si può dire che la visione urbana è costituita essenzialmente dalle luci, più che dai volumi e dagli spazi. Il pavimento che riflette il cielo grigio per le nuvole crea un’atmosfera baltica.

Fonte: Greater Helsinki Vision 2050

Fonte: Greater Helsinki Vision 2050


Alta densità

Un’altra alternativa è lavorare sul principio della composizione libera dei volumi. In questa proposta gli elementi verticali sono stati associati ad una trama di spazi urbani comunque delimitata da cortine, in prevalenza. Ma l’uniformità del blocco è stata arricchita volumi isolati emergenti.
Dalle megastrutture viene mutuata l’uso della piastra, utilizzata, in questo caso per assorbire la ferrovia all’interno dell’insediamento in modo di goderne i vantaggi di trasporto sostenibile minimizzando gli svantaggi di rumore e barriera. Con questa soluzione si raddoppia il suolo e si possono selezionare le funzioni in grado di essere inserite nel livello inferiore e quelle del livello superiore.

Fonte: Laboratorio di Urbanistica, prof. F. D. Moccia. Allievi: Graziano, Del Vecchio

Fonte: Laboratorio di Urbanistica, prof. F. D. Moccia. Allievi: Graziano, Del Vecchio


Uso misto

La scelta dell’uso misto ha una motivazione ecologica in quanto riduce gli spostamenti di lunga distanza e favorisce quella di breve distanza con l’impiego della mobilità non motorizzata.
I quartieri misti godono di una vivacità di frequentazione degli spazi pubblici che ne aumenta la gradevolezza e la sicurezza.
In essi aumentano le occasioni di incontro informale con gli scambi ed il rafforzamento del tessuto sociale.
L’uso dello spazio è intensivo anche sotto il profilo temporale per quelle attività che hanno profili orari complementari, con il conseguente risparmio energetico.

City of Edinburgh, Leith Docks Development Framework. Fonte: City of Edinburgh Council Homepage

City of Edinburgh, Leith Docks Development Framework. Fonte: City of Edinburgh Council Homepage


Uso misto

Nell’Eastern Neighborhood Community Planning di San Francisco si ricorre ad un massiccio uso misto.
Sebbene le zone in quel modo denominato siano solamente quelle dal colore arancio e rosa, in realtà sono da escludere solamente quelle (in azzurro) di produzione, distribuzione e riparazione, nelle quali è consentito comunque la realizzazione di alcuni edifici istituzionali.
Le aree denominate “commercio di quartiere” (in rosso) possono contenere anche abitazioni mentre escludono uffici ed industria.
Per le zone ad uso misto è condotta una dettagliata analisi degli usi consentiti valutando la loro compatibilità.
Sono del tutto esclusi gli ospedali, locali notturni e per adulti, alcune industrie pesanti (quelle non inquinanti sono consentite) e laboratori scientifici, parcheggi.
Le zone miste sono articolate in 5 sottozone in modo da poter variare la composizione degli usi consentiti e la loro percentuale o caratteristica, come le superfici di vendita assentite.

Uso misto

Per favorire la densità degli usi compatibili si propone la sovrapposizione delle piante d’uso del suolo.
Possiamo già constatare nelle città esistenti come esista una sostanziale differenza tra le attività che si svolgono al livello del suolo e quelle dei fabbricati ad altezza superiore. Nel tipico quartiere residenziale, spesso i piani terra hanno destinazione commerciale, mentre ai piani superiori troviamo le abitazioni.
Hilberseimer con la sua proposta di “città verticale” cercava di normare questa tendenza facendo della sovrapposizione tra funzioni un modello di città e prevedendo un sistema di circolazione su più livelli.
Questa sovrapposizione di attività si concilia con l’obiettivo delle grandi densità senza sacrificare gli spazi pubblici e la vita collettiva di incontro sociale.

Fonte: Laboratorio di Urbanistica, prof. F. D. Moccia. Allievi: Coppola, Dragone, Damiati

Fonte: Laboratorio di Urbanistica, prof. F. D. Moccia. Allievi: Coppola, Dragone, Damiati


I materiali di supporto della lezione

Lapierre, E'ric (curatore), Aménager Paris, Paris, Edition du Pavillion de l'Arsenal, 2005.

Stan Majoor, “Amsterdam Zuidas: ambition and uncertainties of a large scale mixed-use urban development”, Les Cahiers de l'Istitute d'Amanagement e d'Urbanisme de la Region d'Ile de France, n. 146 (june 2007), p. 60-68.

Salet W. G. M. and Gualini, E. (editors), Framing Strategic Urban Projects. Learning from Current Experiences in European City Regions, London, Spon Press, 2006.

Krier, Rob, Urban space, Londra, Academy, 1979.

  • Contenuti protetti da Creative Commons
  • Feed RSS
  • Condividi su FriendFeed
  • Condividi su Facebook
  • Segnala su Twitter
  • Condividi su LinkedIn
Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

Fatal error: Call to undefined function federicaDebug() in /usr/local/apache/htdocs/html/footer.php on line 93