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Donatella Mazzoleni » 2.Archi-tettura. Arte


Questa lezione introduttiva

Cominciamo questo corso con la domanda: “che cos’è l’Architettura?”.

Cercheremo la risposta prima di tutto nella nostra tradizione culturale, andandola a cercare nelle definizioni “retoriche” (cioè: costruite con cura e compiacimento) elaborate nel corso della storia e condivise dalla comunità scientifica.
Orienteremo tuttavia la ricerca fin dall’inizio non nella retorica del linguaggio verbale e concettuale, ma piuttosto nella retorica dei linguaggi iconografici.
Andremo cioè a vedere come l’architettura viene rappresentata in immagini (per allusione o analogia, enfasi e iperbole, metafora o metonimia, personificazione e similitudine) quando di essa si vuole celebrare l’autorità sociale e culturale.

Troveremo subito una immagine allegorica dell’architettura, che è stata riconosciuta come particolarmente felice, ed ha avuto durevolezza nel corso della nostra storia.

Successivamente, ritorneremo al linguaggio verbale, ma per esplorare l’eredità di significati complessi conservati e trasmessi nel nome “architettura”.

Nelle lezioni che seguiranno approfondiremo la riflessione cercando di appropriarci fisicamente di ciò che dal nome “architettura” viene enunciato, e verificarne la sua attuale validità come reale nutrimento per la nostra immaginazione. Abbandoneremo la consapevolezza storica ed i supporti concettuali, e cercheremo di trovare verso l’Architettura uno “sguardo corporeo”.

Strumenti concettuali

Fasi del percorso agogico (toccate da questa lezione)

Preparazione – Ricerca nomade – SerendipityAccumulazione – Tentativi di ideazione – Analogie -Distrazione, riposo – Epifania – Valutazione

Linguaggi non-verbali (usati o citati in questa lezione)

Linguaggi del corpo

gesti, cosmesi, tatuaggio, abbigliamento, appropriazione territoriale

Linguaggi spaziovisivi

grafica, pittura

Linguaggi spazioterritoriali

arredamento, architettura, paesaggio, cosmologie

Riferimenti interdisciplinari (usati o citati in questa lezione)

Etologia, Antropologia

Figure retoriche (usate o citate nel corso di queste lezioni)

Accumulazione – Allegoria – Allusione – Anagogia – Analogia – Antitesi – Assonanza – Enfasi – Iperbole – Iterazione – Metafora – Metonimia – Ossimoro – Paragone – Paretimologia – Personificazione – Similitudine – Sineddoche – Sinestesia – Tautologia

Allegoria dell’architettura

La parola “allegoria” ha due radici: “allos“=altro e “agoreuo“=parlo in pubblico.

Si confrontino i termini greco “agorà“=spazio pubblico, e latino “grex“=gregge, gruppo.

La figura retorica dell’ “allegoria” consiste nella rappresentazione di un’idea mediante una figura, specificamente usata in una esposizione pubblica.
“Allegoria” è “dire con altro in pubblico“.

 

Marc-Antoine Laugier nel frontespizio dell’ Essai sur l’Architecture (1755)  rappresenta l’architettura come una donna colta (si appoggia su reperti antichi) e raffinata (è vestita con eleganza), che indica ad un bambino alato l’intreccio dei rami di un albero.

 

Decodificando l’allegoria, possiamo tradurre questa immagine con le parole:

“L’Architettura è un’Arte che indica nella Natura le sue origini”.

Marc Antoine Laugier Essai sur l’Architecture,  1755 frontespizio.

Marc Antoine Laugier Essai sur l'Architecture, 1755 frontespizio.


Arte

“Arte” è attività fatta con le mani, “arti” anteriori liberati, nella specie umana, dalla funzione locomotoria in virtù dell’acquisizione della stazione eretta, e dunque specializzati in lavori di manipolazione e precisione.
Parenti della parola “arte” sono i nomi di oggetti come le “armi”, e di concetti come “armonia” e “ordine”.

Etimologia della parola “architettura”. Schema grafico di Donatella Mazzoleni

Etimologia della parola "architettura". Schema grafico di Donatella Mazzoleni


Archi-tettura

Il nome “architettura” è composto da due parti:

La parte “-tettura“, di origine latina (tectura), ha in sé la radice indoeuropea tekt, comune a:

  • parole greche come tektòn (il carpentiere) e techne(arte)
    • che indicano un’area di senso relativa all’abilità umana
  • parole latine come tegere (proteggere), tectum (tetto), ma anche texere (tessere), textum(tessuto, testo)
    • che indicano un’area di senso relativa alla costruzione di protezioni
  • parole tardo-latine come testa(il capo, la parte più elevata del corpo umano)
    • che indica dunque un’area di senso relativa all’elevazione

La parte “archi-“, di origine greca (arché), ha in sé la radice indoeuropea arch, che indica un’area di senso relativa ai concetti astratti di origine, principio, ed eccellenza.

Etimologia della parola “architettura”. Schema grafico di Donatella Mazzoleni

Etimologia della parola "architettura". Schema grafico di Donatella Mazzoleni


Senso dell’architettura

Acquistando consapevolezza dell’origine etimologica e dunque del significato complesso e stratificato del nome “architettura” che noi diamo alla nostra disciplina, possiamo affermare che l’architettura (Arché + Tekt) soddisfa dunque due categorie di bisogni:

  • una categoria di bisogni materiali, relativi alla necessità della costruzione di involucri attorno a noi, protettivi del nostro corpo individuale e collettivo, che, a differenza di quelli di altre specie viventi (dotati di squame, pellicce, gusci ed esoscheletri), è un “corpo incompiuto”…
  • una categoria di bisogni immateriali, relativi alla necessità della costruzione del senso del nostro stare nel mondo

La costruzione del senso avviene attraverso un processo a cascata di formulazione di immagini-specchio:

la percezione di somiglianza tra i diversi involucri del corpo induce l’attivazione del pensiero analogico, il cui esercizio rende possibile la donazione di senso ai luoghi dell’abitare, che a sua volta ci viene restituita come godimento di bellezza

Le due anime dell’architettura

Nella sua produzione materiale e immateriale l’architettura mostra di avere quindi due anime:

  • un’anima femminile e materna (tekt come abbraccio, tegumento e tetto), che si esprime nella costruzione di protezioni per gli spazi della vita umana
  • un’anima maschile e paterna (tekt come orgoglio, testa), che si esprime nella costruzione di segnali di appropriazione territoriale

 

L’architettura può dunque essere esercitata come un potente linguaggio di pace che attraversa tutte le culture del mondo al di qua delle differenze di identità, razza, religione, politica, radicandosi nei valori universali umani.

Oppure, essere esercitata come un potente linguaggio di guerra, che sfida le differenze di identità, razza, religione, politica, accentuando i valori identitari in reciproca competizione.

Piero della Francesca, Madonna della misericordia, pannello centrale dell’altare. Fonte: Wikipedia

Piero della Francesca, Madonna della misericordia, pannello centrale dell'altare. Fonte: Wikipedia

Un’armatura. Fonte: Wikimedia

Un'armatura. Fonte: Wikimedia


I due gesti dell’architettura

L’architettura viene esercitata compiendo due gesti semplici, che sono alla base di ogni progetto e costruzione:

  • un gesto di separazione, che consiste nel tracciamento di un confine che taglia via una porzione di spazio dal corpo della terra, crea dunque una polarità tra un “dentro” ed un “fuori”, ma anche definisce la possibile connessione tra essi
  • un gesto di erezione, che, una volta tracciato il confine, si oppone alla forza di gravità elevando i muri di chiusura, e crea dunque una polarità tra terra e cielo
Le due azioni dell’architettura. Schema di Donatella Mazzoleni.

Le due azioni dell'architettura. Schema di Donatella Mazzoleni.


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