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Donatella Mazzoleni » 10.Le strutture dell'immaginario


Il passaggio di questa lezione

In questa lezione, si indicheranno alcuni riferimenti e strumenti utili alla creazione di criteri d’ordine e all’approfondimento dell’esercizio del pensiero analogico.

 

Costruiremo il sistema dei riferimenti culturali citando le grandi teorie dell’immaginario del secolo scorso (C.G.Jung, G.Bachelard, G.Durand, J.J.Wunenburger).

 

Faremo una sintesi didattica specifica della visione antropologico-filosofica di G.Durand e della sua “scienza dell’immaginario”.

Sulla scorta delle teorie di G. Durand, costruiremo per gradi una sorta di “mappa universale” delle immagini, potenzialmente utile come bussola di orientamento per portare a compimento il nostro percorso nomade.

 

Mostreremo infine l’utilità, l’importanza e l’attualità di uno strumento teorico quale l’antropologia dell’immaginario nell’analisi e nell’interpretazione del senso dei fenomeni straordinari della contemporaneità che stanno producendo la grande mutazione culturale della globalizzazione, citando uno studio sull’immaginario della televisione di J. J. Wunenburger.

I teorici dell’immaginario: Carl Gustav Jung

Carl Gustav Jung (Kesswil 1875 – Küsnacht 1961)

Psichiatra e psicoanalista svizzero.
Inizialmente (1906) vicino a Sigmund Freud, se ne allontana nel 1912-13, dando origine ad una scuola di pensiero (“Psicologia analitica”) in cui la psicoanalisi è intesa non solo come terapia, ma anche come strumento per lo sviluppo e l’espressione dell’ “anima” lungo il tempo della vita (processo di “individuazione”).

Per Jung l’inconscio (il complesso degli impulsi e dei processi psichici che non affiorano alla coscienza del soggetto) non è costituito solo dall’esperienza personale e dai processi di rimozione prodotti lungo il corso della vita individuale, ma contiene anche una parte innata trasmessa in modo ereditario. L’inconscio individuale partecipa di un inconscio collettivo, pluralità indeterminata, collettiva e immutabile, di “immagini primordiali” (archetipi), serbatoio originario ed universale dell’immaginazione, cui si può attingere attraverso lo studio dei miti, grandi “sogni collettivi” dell’umanità.

Bibliografia essenziale:

C.G. Jung e dopo la sua morte M.L. von Franz (a cura di) Man and his symbols (1964), t.i. L’uomo e i suoi simboli, 1967, 2009

Carl Gustav Jung (Kesswil 1875 – Küsnacht 1961). Fonte: Wikipedia

Carl Gustav Jung (Kesswil 1875 – Küsnacht 1961). Fonte: Wikipedia


I teorici dell’immaginario: Gaston Bachelard

Gaston Bachelard (Bar-sur-Aube 1884 – Paris 1962)

Filosofo francese, epistemologo della scienza e della poesia.
Impiegato delle Poste, si diploma in matematica e studia ingegneria. Dopo la guerra (1919) insegna scienze e filosofia. Si dedica agli studi sull’immaginazione a contatto con gli elementi naturali. Teorico della «psychanalyse de la connaissance objective», ispirata alla psicologia analitica di Carl Gustav Jung: lo studio degli ostacoli affettivi presenti nell’universo mentale della persona studiosa di scienza che impediscono di progredire nella conoscenza dei fenomeni. Teorico della rêverie come processo conoscitivo opposto alla scienza, che permette l’esplorazione e lo sviluppo dell’immaginario.

Bibliografia essenziale:
La psychanalyse du Feu (1938), t.i. La psicanalisi del fuoco, Dedalo, Bari
L’Eau et les rêves (1942), t.i. Psicanalisi delle acque, RED, Como, 1992, 2006
L’Air et les songes (1943), t.i. Psicanalisi dell’aria, RED, Como, 1992, 2007
La Terre et les rêveries du repos (1946), t.i. La terra e il riposo, RED, Como, 2007
La Terre et les rêveries de la volonté (1948), t.i. La terra e le forze, RED, Como, 1989
La Poétique de l’espace (1957), t.i. La poetica dello spazio, Dedalo, Bari 1975
La Poétique de la rêverie (1960), t.i. La poetica della rêverie, Dedalo, Bari 1984

Gaston Bachelard (Bar-sur-Aube 1884 – Paris 1962). Fonte: Oneiricworld

Gaston Bachelard (Bar-sur-Aube 1884 - Paris 1962). Fonte: Oneiricworld


I teorici dell’immaginario: Gilbert Durand

Gilbert Durand (Savoia, 1921)

Filosofo, antropologo, sociologo francese.
Riprende gli studi di Gaston Bachelard e di Carl Gustav Jung, ma anche di Lévi-Strauss, Greimas, Cassirer, Chomsky. Professore di Antropologia culturale e Sociologia della cultura nelle università di Grenoble e Chambéry. Fondatore del “Centre de Recherche sur l’Imaginaire” a Chambéry (1966). Teorico di uno “strutturalismo figurativo” (ricerca delle costanti strutturali dei fenomeni storico-sociali) e della “mitoanalisi” (chiarimento dei significati antropologici profondi dell’insieme delle produzioni culturali), tenta la fondazione di una vera e propria “scienza dell’immaginario“.

Bibliografia essenziale:

Les structures anthropologiques de l’imaginaire (1963), t.i. Le strutture antropologiche dell’immaginario. Introduzione all’archetipologia generale, Dedalo, Bari 1972, 2007
L’imagination symbolique (1964), t.i. L’immaginazione simbolica, il Pensiero Scientifico, Roma 1977
Figures mythiques et visages de l’œuvre. De la mythocritique à la mythanalyse (1979)

Gilbert Durand (Savoia, 1921). Fonte:  International Association for Analytical Psychology

Gilbert Durand (Savoia, 1921). Fonte: International Association for Analytical Psychology


I teorici dell’immaginario: J.Jacques Wunenburger

Jean-Jacques Wunenburger (1946)

Filosofo francese.
Allievo di Gilbert Durand. Direttore del Centre Gaston Bachelard di Dijon. Insegna filosofia presso l’Università Jean Moulin di Lyon.

Ha sviluppato gli studi filosofico-antropologici sulla fisionomia e il ruolo delle immagini, dei simboli e dei miti nel loro rapporto con la razionalità filosofica, scientifica, politica e culturale.

Bibliografia essenziale:

L’imaginaire (2003), t.i. L’immaginario, Il Melangolo, Genova 2008

Jean-Jacques Wunenburger (1946). Fonte: Undo

Jean-Jacques Wunenburger (1946). Fonte: Undo


La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

Nell’opera Les structures anthropologiques de l’imaginaire (1963), Gilbert Durand, partendo da un’iniziale intenzione di procedere ad un repertorio universale di tutte le specie di immagini reperibili nei grandi patrimoni culturali dell’umanità (una sorta di “giardino delle immagini” sul modello della classificazione botanica di Linneo), ha costruito una teoria dell’immaginario che cerca di abbracciare tutta la produzione conoscitiva umana.

L’opera si articola in questi capitoli:

Libro primo: Il Regime Diurno dell’immagine

parte prima: I volti del tempo
parte seconda: Lo scettro e la spada

Libro secondo: Il Regime Notturno dell’immagine

parte prima: La discesa e la coppa
parte seconda: Dal danaro al bastone

L’opera è molto complessa e di difficile lettura per l’uso molto specialistico di termini teorici e filosofici che l’autore a volte sembra costruire appositamente sulle radici del lessico greco antico. Costituisce tuttavia una miniera insostituibile di esempi di esercizio del pensiero analogico e di suggestioni teoriche e fantastiche.

Si tenta qui di darne una sintesi ad uso didattico.

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

La costruzione di una “scienza delle immagini” secondo Gilbert Durand segue questo percorso:

 

  • la produzione delle immagini avviene lungo un tragitto antropologico, che parte dal livello neuro-biologico, per estendersi ai livelli culturali
  • lungo il tragitto antropologico le immagini si distribuiscono in insiemi, raggruppandosi per analogia strutturale
  • si disegnano così per analogia strutturale tre grandi costellazioni dell’immaginario (costellazioni o archetipi del “distinguere”, del “confondere”, dell’ “unire”) e due regimi dell’immaginario (regime diurno, regime notturno)
  • seguendo il tragitto antropologico e la costellazione analogica, è possibile procedere ad una universale classificazione isotopica delle immagini

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

Il “tragitto antropologico” teorizzato da Gilbert Durand è una sequenza speculativa che attraversa una vasta costellazione concettuale e mette in relazione analogica le attività materiali ed immateriali umane.

La costellazione concettuale attraversata dal pensiero di G.Durand investe diversi campi disciplinari e può essere rappresentata in prima approssimazione come un insieme di “nuvole” di concetti galleggianti a diverse altezze e profondità tra il mondo fisico (area a sfondo rosso) ed il mondo psichico (area a sfondo azzurro) della Figura.

Attraverso l’approfondimento delle fasi e dell’articolazione della costellazione concettuale, nel corso di questa lezione, tale insieme di “nuvole” si ordinerà a poco a poco in un diagramma che rappresenterà la classificazione isotopica delle immagini secondo G. Durand: costruiremo così una specie di mappa universale dell’immaginario umano.

Insieme di “nuvole” di concetti galleggianti a diverse altezze e profondità tra il mondo fisico (area a sfondo rosso) ed il mondo psichico (area a sfondo azzurro). Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni

Insieme di “nuvole” di concetti galleggianti a diverse altezze e profondità tra il mondo fisico (area a sfondo rosso) ed il mondo psichico (area a sfondo azzurro). Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni


La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

Il tragitto antropologico: il punto di partenza (campo disciplinare: Riflessiologia).

La formazione delle immagini si radica in una infrastruttura neuro-biologica, costituita dai tre sistemi riflessiologici primari. Ognuno di questi sistemi coinvolge alcuni apparati sensoriali, e costituisce una caratteristica “dominante” nello sviluppo delle attività di interazione con l’ambiente.

I tre sistemi riflessiologici primari (con i relativi apparati sensoriali, e le caratteristiche comportamentali dominanti che ne vengono generate) sono:

  • i riflessi posturali, che governano la stazione verticale
    Apparati sensoriali: vista, udito, fonazione
    dominante di POSIZIONE
  • i riflessi digestivi, che governano la nutrizione
    Apparati sensoriali: tatto, olfatto, gusto
    dominante di INGHIOTTIMENTO
  • i riflessi ritmici, che governano l’accoppiamento
    Apparati sensoriali: suzione, sesso
    dominante di COPULAZIONE

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand. Prima fase del tragitto antropologico: dalla riflessiologia alla tecnologia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni

La teoria dell'immaginario di Gilbert Durand. Prima fase del tragitto antropologico: dalla riflessiologia alla tecnologia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni


La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand. Seconda fase del tragitto antropologico: dalla tecnologia alla filosofia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni

La teoria dell'immaginario di Gilbert Durand. Seconda fase del tragitto antropologico: dalla tecnologia alla filosofia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni


La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand. Terza fase del tragitto antropologico: dalla filosofia alla iconologia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni

La teoria dell'immaginario di Gilbert Durand. Terza fase del tragitto antropologico: dalla filosofia alla iconologia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni


La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand. Il compimento del tragitto antropologico: dalla iconologia alla semiologia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni

La teoria dell'immaginario di Gilbert Durand. Il compimento del tragitto antropologico: dalla iconologia alla semiologia. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni


La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand

La teoria dell’immaginario di Gilbert Durand. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni

La teoria dell'immaginario di Gilbert Durand. Elaborazione grafica di Donatella Mazzoleni


Mappa universale dell’immaginario secondo Gilbert Durand

Rappresentazione della classificazione isotopica delle immagini (Mappa universale dell’Immaginario) elaborata sulla base della teoria di Gilbert Durand – © Donatella Mazzoleni. Copia del manoscritto originario di Donatella Mazzoleni conservata e restaurata da Ivan Paolozza, studente anno accademico 1981-82

Rappresentazione della classificazione isotopica delle immagini (Mappa universale dell'Immaginario) elaborata sulla base della teoria di Gilbert Durand - © Donatella Mazzoleni. Copia del manoscritto originario di Donatella Mazzoleni conservata e restaurata da Ivan Paolozza, studente anno accademico 1981-82


Mappa universale dell’immaginario secondo Gilbert Durand

Rappresentazione della classificazione isotopica delle immagini (Mappa universale dell’Immaginario) elaborata sulla base della teoria di Gilbert Durand – © Donatella Mazzoleni.

Rappresentazione della classificazione isotopica delle immagini (Mappa universale dell'Immaginario) elaborata sulla base della teoria di Gilbert Durand - © Donatella Mazzoleni.


Un esempio applicativo: analisi della televisione

L’utilità, l’importanza e l’attualità di uno strumento teorico quale l’antropologia dell’immaginario nell’analisi e nell’interpretazione del senso dei fenomeni straordinari della contemporaneità che stanno producendo la grande mutazione culturale della globalizzazione, possono essere qui appena accennati, nella citazione di una nota sull’immaginario della televisione di J.J.Wunenburger.

 

«Il televisore (…) costituisce, nel cuore dello spazio domestico, al tempo stesso un luogo di intimità e di riposo, sinonimo di sospensione del lavoro, ed uno spazio aperto sull’esterno, un legame con il mondo (…). In termini mitologici (…) rappresenta un’incarnazione mista di Hestia, dea del focolare, e di Hermes, divinità dei contatti, della circolazione e degli scambi (…). Fattore primario della globalizzazione dei costumi, la televisione incentiva (…) un insieme quasi rituale di comportamenti uniformi (…), comportamenti umani profondamente arcaici riconducibili all’immaginario del sacro (…). Lo schermo incastonato nell’appartamento è simile ad una sorta di altare su cui l’immagine della divinità discende (…). L’antenna di ricezione (…) che ha lasciato il suo segno nel paesaggio, può ricordare addirittura la funzione mitica dell’axis mundi, cardine intermediario che metteva in contatto cielo e terra per captare forze e energie soprannaturali (…). L’accensione del televisore è come un rito di accensione della luce sacra (…). L’occhio e l’orecchio si dispongono in una condizione di passività, ricettività, raccoglimento (…). Non occorre più credere nella presenza di ciò che è al di là della rappresentazione, dal momento che la rappresentazione si fa essa stessa simulacro di presenza».

Da Jean-Jacques Wunenburger L’imaginaire (2003), t.i. L’immaginario, Il Melangolo, Genova 2008

I materiali di supporto della lezione

C.G. Jung, e dopo la sua morte M.L. von Franz, (a cura di) Man and his symbols (1964), t.i. L'uomo e i suoi simboli, 1967, 2009

Gaston Bachelard, La Poétique de l'espace (1957), t.i. La poetica dello spazio, Dedalo, Bari 1975

Gilbert Durand, Les structures anthropologiques de l'imaginaire (1963), t.i. Le strutture antropologiche dell'immaginario. Introduzione all'archetipologia generale, Dedalo, Bari 1972, 2007

Donatella Mazzoleni, L'autostrada, la tana e l'albero fiorito: progetto di un'eterotopia urbana, in: AA.VV. Per una simbolica dell'ambiente, Marsilio, Padova 1978.

Donatella Mazzoleni, La metropoli: le metamorfosi della creatività. in: AA.VV. Creatività, educazione, cultura, Ministero P.I. e Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980 (Atti del Convegno Internazionale, Venezia, Fondazione Cini, novembre 1978)

Jean-Jacques Wunenburger, L'imaginaire (2003), t.i. L'immaginario, Il Melangolo, Genova 2008

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