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Massimiliano Campi » 23.Il rilievo del degrado


Rilievo del patrimonio architettonico

Ogni rilievo deve fondarsi su tre momenti fondamentali:

  1. Conoscenza geometrica dell’oggetto utile alla comprensione tecnico-costruttiva ai fini di un corretto intervento e stima dei costi
  2. Conoscenza dell’oggetto relativa alle tecniche costruttive e alle condizioni di alterazione e degrado
  3. Elaborazione tematica delle tavole di rilievo per la conoscenza dell’oggetto inteso come primo documento di sé stesso.
  4. Ha collaborato alla redazione di questa lezione l’arch. A. Paolillo
Mappatura mimetica del degrado con sigle riferite al materiale ed al tipo di degrado. (Da M. Dezzi Bardeschi)

Mappatura mimetica del degrado con sigle riferite al materiale ed al tipo di degrado. (Da M. Dezzi Bardeschi)


Tematismi del rilievo

Ai fini del rilievo è necessario predisporre una documentazione che rechi informazioni relative non solo alle determinazioni metriche, ma anche specifici tematismi capaci di documentare la complessità dell’architettura. Accanto al rilievo metrico, sarà necessario produrre delle letture tematiche sull’edificio volte a documentare:

  • il rilievo delle murature
  • il rilievo dell’umidità (tavola delle acque)
  • il rilievo del quadro fessurativo
  • il rilievo o del degrado

In particolare il rilievo del degrado potrà essere completato attraverso la documentazione relativa ad indagini struentali quali:

  • Prove invasive (carotaggi, martinetti piatti)
  • Prove non invasive (prove soniche, termovisione)
  • Monitoraggi

Rilievo delle murature

Il rilievo delle murature va effettuato con il metodo diretto o fotogrammetrico e va rappresentato in scala 1:20, 1:10, analizzando:

  • il tipo di materiale
  • la finitura
  • lo spessore
  • verticalità/orizzontalità dei giunti.

In molti casi ai fini della conoscenza della storia delle trasformazioni del manufatto è opportuno predisporre carte tematiche relative all’analisi delle murature ed una cronologia delle stesse.


Tavola delle acque

La presenza di umidita’ all’interno delle murature può essere dovuta a:
a) Risalita capillare

  • se l’acqua proviene da una falda freatica sotterranea, l’altezza di risalita è costante nelle strutture simili per materiale e orientamento
  • Se proviene da acque disperse la concentrazione è irregolare e differenziata

b) Dilavamento– Discesa dell’acqua dall’alto

c) Infiltrazioni – si concentra nelle zone di ristagno

d) Condensa (igroscopicità)– si distribuisce in modo disomogeneo

Rilievo del quadro fessurativo

Il rilievo del quadro fessurativo deve essere eseguito con cura ed esattezza perché dalla sua analisi è possibile risalire alle cause che lo hanno determinato.

Dalla forma delle lesioni è possibile risalire alla causa che le ha generate.

Si possono distinguere:

  • Cedimenti fondali
  • Lesioni di trascinamento e scorrimento
  • Lesioni da redistribuzione
  • Lesioni di schiacciamento e frantumazione
  • Lesioni concentrate di forze
  • Lesioni derivanti da vuoti interni alla muratura
  • Lesioni da martellamento
  • Lesioni da torsione
  • Lesioni da ribaltamento

Rilievo del quadro fessurativo


Il degrado di superficie

Il degrado di superficie (o materico) riguarda gli intonaci e le pitture (A), gli stucchi (B), gli elementi lapidei (C), gli elementi in legno e in ferro. La classificazione distingue una serie di classi a seconda delle cause che hanno provocato il danneggiamento di tali superfici.

Il degrado di superficie

Tavola di analisi del degrado superficiale sulla facciata di un edificio storico.

Tavola di analisi del degrado superficiale sulla facciata di un edificio storico.


Il degrado di superficie

Firenze, Palazzo Ruccellai, P. Sanpaolesi, 1964

Tavola di analisi del degrado superficiale sulla facciata di un edificio storico.

Tavola di analisi del degrado superficiale sulla facciata di un edificio storico.


Il degrado ambientale

Il degrado ambientale non è codificato secondo criteri valutativi e grafici unificati, ma viene documentato da innumerevoli studi sull’architettura e sui centri storici, per i quali sussistono normative, leggi e piani di recupero che articolano in modo sistematico il rilievo, la classificazione, la rappresentazione dello status quo e degli interventi previsti. Con il termine di degrado ambientale si intendono tutti gli interventi impropri operati dall’uomo che alterano lo stato originario dell’architettura, come superfetazioni, impianti a vista in facciata (elettrici, idraulici, telefonici, di condizionamento, eccetera), modifica delle aperture (vani finestre, porte e balconi, vetrine), soprattutto per quanto riguarda la parte basamentale dove spesso i locali al piano terreno sono occupati da attività commerciali e dalla presenza delle relative vetrine ed insegne luminose.

Il degrado ambientale


Il degrado ambientale

IL DEGRADO – Convenzioni UNI


Lessico normal

Viene fornita di seguito la descrizione del Lessico Normal per la graficizzazione del degrado:

- Alterazione cromatica
Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. E’ generalmente estesa a tutto il materiale interessato; nel caso l’alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il termine macchia

- Colonizzazione biologica
Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori)


Lessico normal

- Alveolizzazione
Presenza di cavità di forma e dimensioni variabili (alveoli), spesso interconnesse e con distribuzione non uniforme

- Alterazione da alghe e licheni

- Corpo estraneo
Materiale di forma propria, non pertinente al manufatto, ma ad esso aderente e compenetrato

Lessico normal

- Crosta
Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e, spesso, per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento

- Deformazione
Variazione della sagoma o della forma, che interessa l’intero spessore del materiale

Lessico normal

- Degradazione differenziale
Perdita di materiale dalla superficie, che evidenzia l’eterogeneità della tessitura e della struttura

- Disgregazione
Decoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o minutissimi frammenti. Talvolta viene usato anche il termine Polverizzazione.

Mappatura tematica del degrado, da G.Carbonara

Mappatura tematica del degrado, da G.Carbonara


Lessico normal

- Distacco
Soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra di loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli stessi. Soluzione di continuità tra rivestimento ed impasto o tra due rivestimenti

- Efflorescenza
Formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, generalmente di colore biancastro

- Erosione
Asportazione di materiale dalla superficie, che nella maggior parte dei casi si presenta compatta

Lessico normal

- Esfoliazione
Formazione di una o più porzioni laminari, di spessore molto ridotto e sub-parallele tra loro, dette sfoglie

- Fratturazione o fessurazione
Soluzione di continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti materiali ceramici: nel caso di fratturazione incompleta e senza frammentazione dell’oggetto si usa il termine cricca o, in presenza di un rivestimento vetroso, il termine cavillo.

Lessico normal

- Fronte di risalita
Limite di migrazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. E’ generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore della zona sottostante

- Incrostazione
Deposito stratiforme, compatto e generalmente aderente al substrato. Si definisce concrezione quando il deposito è sviluppato preferenzialmente in una sola direzione non coincidente con la superficie lapidea e assume forma stalattitica o stalagmitica.

- Iridescenza
Aspetto cangiante del rivestimento vetroso (di una ceramica) o della superficie di un vetro


Lessico normal

- Lacuna
Perdita di continuità di superfici (intonaci, dipinti murali, porzioni di impasto o di rivestimento ceramico, tessere di mosaico, ecc.)

- Macchia
Variazione cromatica localizzata della superficie, correlata sia alla presenza di determinati componenti naturali del materiale (es. pirite nel marmo), sia alla presenza di materiale estraneo (prodotti di ossidazione di metalli, ecc.)

- Mancanza
Perdita di elementi tridimensionali.
Opacizzazione (ceramiche e vetri)
Perdita di trasparenza di una vetrina o di un rivestimento, che può essere accompagnata da una parziale diminuzione della brillanza.


Lessico normal

- Patina
Modificazione naturale della superficie, non collegabile a fenomeni di degrado e percepibile come una variazione del colore originario.

- Patina biologica
Strato sottile, omogeneo, costituito prevalentemente da microrganismi, variabile per consistenza, colore e adesione al substrato.

- Pellicola
Strato superficiale, trasparente o semi-trasparente di sostanze coerenti fra loro ed estranee al substrato (pellicola protettiva, pellicola con funzioni estetiche, ecc.)

Lessico normal

- Pitting
Formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente emisferica, con diametro massimo di alcuni mm.

- Rigonfiamento
Sollevamento superficiale localizzato, di forma e consistenza.

- Scagliatura
Presenza di parti di forma irregolare, spessore consistente e non uniforme (scaglie), generalmente in corrispondenza di soluzioni di continuità del materiale originario.

I materiali di supporto della lezione

Baculo A., Campi M., di Luggo A., Florio R. , F. Maglioccola,” I fronti urbani di Napoli”, Electa Napoli

Carbonara G., Trattato di restauro architettonico, Utet, Torino, 1996, Vol. II

Docci M., Maestri D., Manuale di rilevamento architettonico e urbano, . Laterza, Roma- Bari 1994

Torsello B.P., La materia del restauro. Tecniche e teorie analitiche, Marsilio Ed., Venezia, 1988.

Elenco ragionato delle raccomandazioni NORMAL

Laboratorio Provinciale prove materiali di Verona

Termografia applicata all'architettura

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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