Ogni rilievo deve fondarsi su tre momenti fondamentali:
Ai fini del rilievo è necessario predisporre una documentazione che rechi informazioni relative non solo alle determinazioni metriche, ma anche specifici tematismi capaci di documentare la complessità dell’architettura. Accanto al rilievo metrico, sarà necessario produrre delle letture tematiche sull’edificio volte a documentare:
In particolare il rilievo del degrado potrà essere completato attraverso la documentazione relativa ad indagini struentali quali:
Il rilievo delle murature va effettuato con il metodo diretto o fotogrammetrico e va rappresentato in scala 1:20, 1:10, analizzando:
In molti casi ai fini della conoscenza della storia delle trasformazioni del manufatto è opportuno predisporre carte tematiche relative all’analisi delle murature ed una cronologia delle stesse.
La presenza di umidita’ all’interno delle murature può essere dovuta a:
a) Risalita capillare
b) Dilavamento– Discesa dell’acqua dall’alto
c) Infiltrazioni – si concentra nelle zone di ristagno
d) Condensa (igroscopicità)– si distribuisce in modo disomogeneo
Il rilievo del quadro fessurativo deve essere eseguito con cura ed esattezza perché dalla sua analisi è possibile risalire alle cause che lo hanno determinato.
Dalla forma delle lesioni è possibile risalire alla causa che le ha generate.
Si possono distinguere:
Il degrado di superficie (o materico) riguarda gli intonaci e le pitture (A), gli stucchi (B), gli elementi lapidei (C), gli elementi in legno e in ferro. La classificazione distingue una serie di classi a seconda delle cause che hanno provocato il danneggiamento di tali superfici.
Firenze, Palazzo Ruccellai, P. Sanpaolesi, 1964
Il degrado ambientale non è codificato secondo criteri valutativi e grafici unificati, ma viene documentato da innumerevoli studi sull’architettura e sui centri storici, per i quali sussistono normative, leggi e piani di recupero che articolano in modo sistematico il rilievo, la classificazione, la rappresentazione dello status quo e degli interventi previsti. Con il termine di degrado ambientale si intendono tutti gli interventi impropri operati dall’uomo che alterano lo stato originario dell’architettura, come superfetazioni, impianti a vista in facciata (elettrici, idraulici, telefonici, di condizionamento, eccetera), modifica delle aperture (vani finestre, porte e balconi, vetrine), soprattutto per quanto riguarda la parte basamentale dove spesso i locali al piano terreno sono occupati da attività commerciali e dalla presenza delle relative vetrine ed insegne luminose.
Viene fornita di seguito la descrizione del Lessico Normal per la graficizzazione del degrado:
- Alterazione cromatica
Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. E’ generalmente estesa a tutto il materiale interessato; nel caso l’alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il termine macchia
- Colonizzazione biologica
Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori)
- Alveolizzazione
Presenza di cavità di forma e dimensioni variabili (alveoli), spesso interconnesse e con distribuzione non uniforme
- Alterazione da alghe e licheni
- Corpo estraneo
Materiale di forma propria, non pertinente al manufatto, ma ad esso aderente e compenetrato
- Crosta
Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e, spesso, per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento
- Deformazione
Variazione della sagoma o della forma, che interessa l’intero spessore del materiale
- Degradazione differenziale
Perdita di materiale dalla superficie, che evidenzia l’eterogeneità della tessitura e della struttura
- Disgregazione
Decoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o minutissimi frammenti. Talvolta viene usato anche il termine Polverizzazione.
- Distacco
Soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra di loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli stessi. Soluzione di continuità tra rivestimento ed impasto o tra due rivestimenti
- Efflorescenza
Formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, generalmente di colore biancastro
- Erosione
Asportazione di materiale dalla superficie, che nella maggior parte dei casi si presenta compatta
- Esfoliazione
Formazione di una o più porzioni laminari, di spessore molto ridotto e sub-parallele tra loro, dette sfoglie
- Fratturazione o fessurazione
Soluzione di continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti materiali ceramici: nel caso di fratturazione incompleta e senza frammentazione dell’oggetto si usa il termine cricca o, in presenza di un rivestimento vetroso, il termine cavillo.
- Fronte di risalita
Limite di migrazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. E’ generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore della zona sottostante
- Incrostazione
Deposito stratiforme, compatto e generalmente aderente al substrato. Si definisce concrezione quando il deposito è sviluppato preferenzialmente in una sola direzione non coincidente con la superficie lapidea e assume forma stalattitica o stalagmitica.
- Iridescenza
Aspetto cangiante del rivestimento vetroso (di una ceramica) o della superficie di un vetro
- Lacuna
Perdita di continuità di superfici (intonaci, dipinti murali, porzioni di impasto o di rivestimento ceramico, tessere di mosaico, ecc.)
- Macchia
Variazione cromatica localizzata della superficie, correlata sia alla presenza di determinati componenti naturali del materiale (es. pirite nel marmo), sia alla presenza di materiale estraneo (prodotti di ossidazione di metalli, ecc.)
- Mancanza
Perdita di elementi tridimensionali.
Opacizzazione (ceramiche e vetri)
Perdita di trasparenza di una vetrina o di un rivestimento, che può essere accompagnata da una parziale diminuzione della brillanza.
- Patina
Modificazione naturale della superficie, non collegabile a fenomeni di degrado e percepibile come una variazione del colore originario.
- Patina biologica
Strato sottile, omogeneo, costituito prevalentemente da microrganismi, variabile per consistenza, colore e adesione al substrato.
- Pellicola
Strato superficiale, trasparente o semi-trasparente di sostanze coerenti fra loro ed estranee al substrato (pellicola protettiva, pellicola con funzioni estetiche, ecc.)
- Pitting
Formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente emisferica, con diametro massimo di alcuni mm.
- Rigonfiamento
Sollevamento superficiale localizzato, di forma e consistenza.
- Scagliatura
Presenza di parti di forma irregolare, spessore consistente e non uniforme (scaglie), generalmente in corrispondenza di soluzioni di continuità del materiale originario.
1. Introduzione ai principi del Rilievo
2. Convenzioni grafiche per il rilievo
3. Le fasi del rilievo: il Rilevamento
4. Le fasi del rilievo: La Rappresentazione
5. Approccio all'identità formale di un'architettura: raccolta e ...
6. Elementi di Teoria dell'Errore
7. Problematiche generali relative al rilevamento architettonico
8. Sistemi di quotatura: convenzioni
9. Problematiche generali relative al rilevamento architettonico
10. Gli strumenti per il rilevamento architettonico diretto
11. Gli strumenti per il rilevamento architettonico
12. L'uso della fotografia nel rilievo architettonico
13. Raddrizzamento digitale per la costruzione di fotopiani con RDF...
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16. Il Lidar
18. Correzioni dei dati nel rilievo con GPS
20. Metodologie innovative per il rilievo architettonico: lo scanne...
21. Metodologie innovative per il rilievo architettonico: lo scanne...
Baculo A., Campi M., di Luggo A., Florio R. , F. Maglioccola,” I fronti urbani di Napoli”, Electa Napoli
Carbonara G., Trattato di restauro architettonico, Utet, Torino, 1996, Vol. II
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Elenco ragionato delle raccomandazioni NORMAL