Ci soffermeremo in questa lezione sulla storia delle piazze di Pisa (1000-1155) e di Siena (1280-1310) e sul metodo iconologico di lettura proposto dal Guidoni unitamente al modello geometrico-proporzionale per individuare la particolarità di queste piazze e la loro specifica costruzione in età medievale.
Le piazze come abbiamo chiarito nelle precedenti lezioni, sulla base degli scritti del Guidoni ubbidiscono a criteri compositivi codificati: e questi seguono una particolare modellistica progettuale. Bisogna quindi nella ricerca storica sulla piazza individuare il momento e le ragioni della progettazione dei rapporti visivi e scenografici tra i monumenti dominanti, l’edilizia e le strade che la legano alla città nella sua interezza. Questa si articola in una grande varietà di soluzioni che sostanziano il modo di organizzare gli spazi: spazio simmetrico con fondale monumentale, spazio allungato, soluzioni che forzano l’effetto prospettico, come le piazze trapezoidali e che vanno indagati e studiati. Uno degli approcci possibili per individuare le trasformazioni urbane ed architettoniche è la modellistica. Questa come avvertiva il Guidoni, già nel 1976, può interpretarsi come un sussidio strumentale alla comprensione degli schemi sovrastrutturali imposti dal potere economico e politico sull’organizzazione dello spazio.
La comparazione statistica dei centri e delle loro parti, tra cui le piazze assumono punto nodale, è l’unica possibilità dalla quale possono scaturire i modelli storici realmente rivelatori di una intenzionalità pianificatrice. Per avere una attendibilità scientifica in questa ricerca della modellistica per le piazze storiche, però non si deve compiere un discorso piattamente “iconologico”, applicando metodi puramente formalistici, metodo iconologico di lettura ma si deve individuare una specifica modellistica disciplinare.
Ci soffermeremo su due piazze in particolare sulle piazze medievali di Pisa e di Siena in Italia centrale.
Parleremo ora della forma urbana di alcune piazze toscane: simboli e tecniche progettuali sono quindi materia di studio della storia urbanistica medievale.
Il campo di Siena (Guidoni, Roma 1965) in cui si delinea e si studia il modello che ha condotto alla particolarissima forma a manto del campo più famoso d’Italia.
Il campo dei Miracoli di Pisa (Guidoni, Arte e urbanistica in Toscana 1000-1315, Roma 1970) in cui è studiato il particolare modello triangolare d’impianto della piazza rispetto ai segni astrologici e la conseguente studiata logica della localizzazione del Battistero, Cattedrale, Torre pendente e solo successivamente del Camposanto.
La Piazza dei Miracoli a Pisa o come scrive il Guidoni “I Miracoli di Pisa”.
Il discorso è affrontato dal Guidoni nel volume “Arte e Urbanistica in Toscana 1000-1354″ del 1971 a riguardo di molte piazze toscane: Piazza dei Miracoli, piazza del Campo, Piazza della Signoria, piazza di Volterra e poi ripreso con uno specifico approfondimento e riferito ad un più ampio confronto italiano ed europeo nei volumi successivi dedicati alle piazze.
“I Miracoli di Pisa“, ossia la famosa monumentale piazza Duomo di Pisa costruita tra XI-XII secolo in onore della Vergine protettrice della vittoriosa spedizione palermitana.
Piazza Duomo di Pisa (1000-1155)
Il Luogo scelto per la costruzione della piazza è all’esterno della cinta muraria altomedievale che ricalca quella Pisa romana, ricostruita nella pianta restitutiva operata dal Tolaini nel volume edito dalla Laterza (1992) per la collana “Le città nella storia d’Italia”.
La collocazione periferica del centro religioso ha a Pisa particolare significato.
Deve infatti ricollegarsi alla visibilità dei monumenti dal porto pisano alla foce dell’Arno.
Vicinanza al porto Pisano, oggi non più esistente perché interrato e quindi nell’allontanamento del mare è più difficile comprendere la visibilità del complesso in lontananza per chi, nell’alto Medioevo, dovesse raggiungere la repubblica marinara.
L’area è a nord-ovest in rapporto diagonale con il centro cittadino della civitas, del periodo altomedievale, e del porto fluviale. Iconografia e cartografia ricostruttiva del territorio e della città in epoca medievale.
La piazza dei Miracoli viene studiata nei primi anni ‘70 da Enrico Guidoni che indicava un nuovo metodo di indagine per la comprensione dei tessuti urbani antichi e delle piazze introducendo per la prima volta l’uso delle cartografie interpretative. È una prima categoria di carte ricostruttive utili come base di supporto a studi più complessi, non si tratta di cartografie a sé stante ma di strumenti che seguono gli studi storici passati, riutilizzati nella loro stesura finale. Come abbiamo chiarito nelle lezioni precedenti è un percorso di cartografie degli studi sulla storia delle città, studi che hanno trovato largo spazio nella rivista “Storia della città” dove queste tematiche si sono sviluppate molto attentamente ed in più casi, tutti utili per la ricerca storica.
Intersezione di esigenze contrastanti
L’argomento base è come la storia dell’urbanistica debba affrontare oggi la ricerca di modelli storicamente determinati e il problema interpretativo in senso progettuale dell’urbanistica e questi modelli possono essere rappresentati in carte interpretative. Come vedremo sarà il caso della piazza medievale di Pisa. Si possono quindi sottolineare ancora una volta le due tendenze storiografiche fino ad oggi perseguite nella storia dell’urbanistica: 1. tendenza che riduce ogni aspetto della città reale ad un insieme di forme, identificate tout cour, con le forme artistiche, quello che Guidoni chiama approccio iconologistico, dal quale si dissocia totalmente perchè ritrova tali apllicazioni indiscriminate alla storia urbana in quanto, “iconologie” astoriche e archetipiche e 2. quella che riduce la storia urbana alla storia dell’idea e della raffigurazione: artistica, poetica-letteraria, filosofica. Ossia un approccio immaginistico. In ciascuna tendendenza si può riscontrare delle pericolose scorciatoie critiche, perché si ha la fusione di entrambi gli approcci sul piano dell’idealismo, ignorando le condizioni materiali di sviluppo della realtà urbana, dalla realtà fisica a quella economica.
In entrambe, torniamo a sottolineare quanto già detto nelle precedenti lezioni, non si sente la necessità di prendere coscienza della consistenza e della stessa esistenza fisica della città. La storia delle città come più volte abbiamo ripetuto non può nè ridursi ad un gioco di spazi, nè tantomeno ad una verifica a posteriori di idee. Lo chiariva molto bene il Tenenti nel 1985 nel saggio letto a Roma all’Ecole francaise di cui abbiamo riferito nella Lezione n. 3.
La storia delle città può esistere solo in quanto riesce a confrontare con la realtà fisica della costruzione urbana tutti gli apporti degli altri specialisti: dal pensiero politico alle istituzioni… fino ai dati archeologici, ritenendo particolarmente utili ad integrare e rendere operante la conoscenza della sua struttura economica e fisica.
E il Guidoni individuava già nel 1976 la modellistica come uno degli approcci possibili per raffigurare il quadro delle trasformazioni urbane territoriali ed architettoniche. La modellistica può quindi interpretarsi come un sussidio strumentale alla comprensione dei rapporti tra storia e struttura materiale della città e può fornire ipotesi di lavoro e soluzioni ai problemi di individuazione di come il potere economico abbia potuto incidere attraverso schemi sovrastrutturali sull’organizzazione dello spazio.
Nel fondamentale volume “Arte e Urbanistica in Toscana 1000-1315″ una sola immagine riguarda la piazza dei miracoli di Pisa o come molto opportunamente denomina il capitolo dedicato a Pisa il Guidoni “I miracoli” di Pisa.
L’autore per la prima volta pone a confronto le varie planimetrie della piazza antecedenti il suo studio (rappresentazioni ed interpretazioni critiche del centro religioso di W. Braunfels, W. Rauda, Enc. Univ. Arte, J. Pahl, C. Sitte, B. Zevi) a queste segue la sua interpretazione che coniuga l’interpretazione strutturale del reticolo geometrico a quadrati diagonali e l’interpretazione iconologica costituita dalle tre stelle dell’Ariete. Egli riporta nella stessa scala e sovrappone la pianta del centro religioso pisano e la figura costituita dalle tre stelle della costellazione dell’Ariete in rosso.
La Modellistica che Guidoni (Arte e urbanistica, p. 208) definisce come “area di interferenza, sul piano ideologico culturale, tra struttura economica e struttura fisica, elemento di mediazione necessario ma non autonomo nè costante, anzi dialetticamente mutevole nello spazio, nel tempo, nei contenuti: in questo senso di volta in volta, strumento di comunicazione, di assoggettamento, di interpretazione”.
Pisa. Le varie planimetrie della piazza dei miracoli nelle rappresentazioni ed interpretazioni critiche del centro religioso di W. Braunfels, W. Rauda, Enc.Univ.Arte, J. Pahl, C.Sitte e B. Zevi.
Pisa. La rappresentazione in planimetria della “Costellazione dell'Ariete” con le stelle rosse e lo schema planimetrico a quadrati diagonali con la localizzazione degli edifici monumentali.
La tesi di Guidoni sulla modellistica disciplinare già verificata negli studi degli anni ‘70 pongono le basi di come rivolgere lo studio in tal senso evidenziato verso la città medievale.
Lo studio concreto delle città medievali, per la maggior parte ancora esistenti e reali, sono l’incontestabile e primaria fonte di informazione per la storia urbana e perciò nei suoi studi si è rivolto a cercarne le tracce con nuove metodologie.
La comparazione statistica dei centri e delle loro parti è l’unica possibilità dalla quale potranno scaturire i modelli storici realmente rivelatori di una intenzionalità pianificatrice.
Per avere una attendibilità scientifica in questo campo disciplinare della storia urbanistica non si può compiere un discorso piattamente “iconologico”, applicando metodi puramente formalistici, ma si deve individuare una specifica modellistica disciplinare, inserita tra l’ideologia del potere e gli interventi tecnici realizzati.
La piazza si propone quindi, dal punto di vista della ricerca scientifica storico-urbanistica come luogo del progetto e l’individuazione dell’atto progettuale è per noi l’interesse tecnico urbanistico prevalente da indagare.
Lo studio dell’evoluzione storica delle piazze deve quindi procedere secondo un metodo d’indagine che privilegia il progetto e questo progetto è sempre condizionato da precise intenzionalità visuali e rappresentative. Proprio in questo senso la piazza storica può essere definita come uno degli elementi prioritari della costruzione della città, poichè ne rivela e ne trasmette i valori pubblici e monumentali.
Lo studio dell’evoluzione della piazza storica è analizzata secondo una precisa metodologia scientifica che favorisce l’interpretazione del progetto della piazza e non dei monumenti che sono nella piazza.
La città naturale: Siena e le strade curvilinee: via dei Banchi di sopra a Siena, l’assialità e l’allegoria: la piazza e l’assialità (pp. 235- 254, Siena fig. 127 p. 256).
È analizzato lo sviluppo della città nel suo insieme e dalle mura altomedievali in cui il Campo è un fuori mura; si capisce che con la seconda cerchia solamente il campo, viene ad inserirsi in città ed assumere una posizione centrale e di luogo pubblico per eccellenza con la costruzione del Palazzo Pubblico della fine del Duecento.
Planimetria della zona del Campo con il tracciato assiale A-A che è servito di base alla costruzione della figura triangolare.
A. Torre dei Ballati
B. Palazzo dei mercanti
C. Parte centrale del palazzo pubblico, poi ampliato dall’altro lato della piazza, disposto frontalmente ai mercanti.
Tutti gli elementi hanno conseguito in un processo di integrazione delle parti un esito unitario in virtù di un’unità morfologica di modello progettuale che ha segnato le successive fasi della modificazione fino a condurre alla straordinaria strutturalità del sistema.
Il Guidoni individua con assoluta precisione il sistema delle relazioni spaziali che sono state messe a punto nel corso della storia per realizzare la mirabile unità architettonica del sistema di spazi e di edifici.
Siena, La struttura della città e la piazza del Campo alla confluenza delle strade nell'iconografia di De Marchi e la restituzione delle mura.
Siena la ricostruzione dei valori simbolici nella piazza storica del Campo. Le grandi dimensioni della Piazza del Campo nel cuore del centro di Siena in Toscana e l'inserimento nel triangolo con asse di simmetria (A-A).
Siena e la piazza del Campo
La lettura iconologico simbolica della piazza del Campo.
Coincidenza tra naturalismo e misticismo: Il campo come mantello: schema grafico da S. Gimignano che protegge sotto il mantello la cittadina: Taddeo di Bartolo, S. Gimignano Pinacoteca.
(da E. Guidoni “Arte e Urbanistica in Toscana” pp.57-98, pp.108 figg. 70-73;e fig. 125, p.253. Cap. L’assialità e l’allegoria).
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La Lezione è una sintesi tratta da questi testi a cui si rimanda per un approfondimento ulteriore:
E. Guidoni, Il Campo di Siena, Roma 1965,1971;
E. Guidoni, "Arte e Urbanistica in Toscana 1000-1315“, (I ed.1967) ed. 1970, Roma 1978, cap. pp.49-68 e pp. 64 e fig. p.45;
E. Guidoni, Territorio e città della Valdichiana, Roma 1972;
E. Tolaini, Pisa, le città nella storia d'Italia, 1992, il cap. sul porto pisano pp.22-23;
E. Guidoni, Relazione introduttiva al Convegno sulle Piazze storiche del 1989, oggi nel numero monografico di "Storia della città", 1993.