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Teresa Colletta » 4.Storia dell'urbanistica, storia urbanistica e storia della città in un'ottica conservativa


Storia urbanistica e storia dell’urbanistica

Storia urbanistica e Storia dell’Urbanistica e Storia della città e del Paesaggio. Le diverse denominazioni

Le tre discipline ad una prima accezione possono risultare identicamente orientate, ne vedremo infatti successivamente le particolari e specifiche differenziazioni puntuali pur essendo sempre l’oggetto dello studio la città costruita. Ciò che veramente importa è infatti la differenziazione dagli studi precedentemente individuati di storia urbana (Lezione 2).
Per storia urbanistica e per storia dell’urbanistica si intende oggi il complesso della problematica storica che trae origine dallo studio degli insediamenti umani e del loro modo di organizzarsi nel territorio geografico e nell’ambiente naturale. E’ quindi una disciplina orientata preliminarmente alla conoscenza dei fenomeni urbani e territoriali. Mi preme ora ribadire e precisare bene il campo specifico di questo settore di studi di cui ci vogliamo occupare durante lo svolgimento del corso, perchè non vi sian confusioni d’intesa.

Abbiamo visto nella Lezione n.2 e nella Lezione 3 la differenziazione fra storia urbana e storia dell’urbanistica, nell’accezione oggi più accreditata, vediamo ancora che spesso da parte di alcuni studiosi si differenziano anche la storia dell’urbanistica e la storia urbanistica. Vale notare che per tutte queste accezioni disciplinari siamo sempre nel quadro della ricerca eminentemente storica. In questa differenza operata da alcuni si intende nella prima individuazione più specificamente: la storia dell’urbanistica come storia delle attività tecnico progettuali, in quanto si configurano come interventi sul territorio e sulla città e si manifestino come tali e pertanto con una pianificazione. In tal senso la storia dell’urbanistica nascerebbe con l’urbanistica vera e propria e quindi alla fine dell’Ottocento, escludendo da tali studi la storia della città di antico regime, cioè tutto quel campo di studi che verte sullo studio delle città e del territorio prima della rivoluzione industriale e cioè tutte quelle attività di intervento sul costruito urbano prima della nascita della pianificazione urbanistica. Come adesso diremo non ci sembra di poter concordare su tali presupposti.

Le denominazioni diverse del campo di studi sulla città

Storia urbanistica e Storia dell’Urbanistica
A noi tale suddivisione sembra riduttiva mentre si riscontra un’effettiva coincidenza tra le due dizioni storia dell’urbanistica e storia urbanistica essendo, come è stato oggi verificato in numerosi studi e dei quali parleremo lungamente, l’esistenza di una pianificazione e quindi di un’attività tecnico-progettuale già in epoca romana, come in epoca medievale- rinascimentale e fino ai nostri giorni. Quindi secondo noi la storia dell’urbanistica come la storia urbanistica centra gli studi sull’oggetto della conoscenza complessiva del fenomeno urbano ed il suo obiettivo primario è la storia delle città. Pertanto la storia dell’urbanistica risulta affine come intenti teorici e metodologici alle altre storie specialistiche sulla città:

  • Storia della città e del territorio;
  • Storia delle componenti del territorio;
  • Storia urbanistica e storia delle città;
  • Storia della città e del paesaggio.

Tutte queste storie riguardano la città e il territorio come manufatti fisici, si interessano pertanto ad una storia rivolta in maniera dettagliata ed aderente alla realtà materiale degli insediamenti e delle strutture territoriali, alla loro formazione e trasformazione nel corso dei secoli. Proprio in tal senso tali studi fanno capo ad una facoltà di architettura e sono rivolti ad un allievo architetto, cioè ad un operatore culturale tecnico che sarà sicuramente coinvolto nel suo lavoro professionale a studiare la città storica: sia per pianificare le nuove espansioni che per recuperare l’antica formazione urbana: il centro storico. Su quest’ultimo tema torneremo a parlare in dettaglio più avanti perché da ragione all’ottica conservativa che il corso vuole svolgere.

La storia dell’urbanistica e l’oggetto di studio: la città

La storia urbanistica pur con le diverse accezioni, che riguardano specifiche e settoriali angolazioni periodiche, è comunque la disciplina cardine di questo settore di studi. E’ infatti compito della storia urbanistica lo studio e la conoscenza delle città storiche, sulla loro origine, formazione trasformazione e sviluppo nei diversi periodi storici. Pur se siamo coscienti che oggi ci si debba basare su di ampliamento degli orizzonti disciplinari e che bisogna condurre un lavoro di coordinamento tra i varii studi interdisciplinari che si rivolgono alle città, in questo corso ci limiteremo allo studio delle “città di pietra”. Sappiamo bene che è di fatti oggi concordemente riconosciuta una interdisciplinarietà agli studi storici sulle città (dall’amministrazione al diritto, dalla demografia alla religione, dalla sociologia alla psicologia, dalla politica all’antropologia , all’arte etc..), tutte insieme concorrenti unitamente all’architettura e all’archeologia a spiegare i fenomeni urbanistici. La ricerca storica urbanistica presuppone quindi un ‘attenta opera di coordinamento e di saldatura tra queste numerose discipline, in uno sforzo di analisi , di scelte e di sintesi. L’intento del corso però è quello di condurre un’analisi ed un’indagine di lettura sulle città-manufatto e proponiamo all’allievo che ciò sia fatto secondo una precisa metodologia di studio e secondo un approccio eminentemente storico-urbanistico. Metodo di studio che verrà spiegato con ampio dettaglio nelle Lezioni che seguono. Faremo riferimento costante a quanto oggi propone la ricerca storica- urbanistica dopo le molte esperienze italiane ed europee e le opportunità verificatesi in questi ultimi venti anni di un confronto sui temi di fondo dell’analisi sulle città. Tramite le diverse riviste e i volumi editi con differenti contributi metodologici e scientifici, si è prodotto un interscambio internazionale, in cui la storia urbanistica pur con le diverse accentuazioni ora architettoniche, ora sociologiche, economiche, culturali, ora archeologiche ed artistiche è di fatto perseguita negli anni 2000 nella sua specificità e autorità disciplinare.

Le principali riviste di storia urbanistica

Nell’ampliamento degli studi si aprono numerose riviste specializzate in Europa.
Ricordiamo a puro titolo esemplificativo le principali riviste del settore le riviste che affrontano problemi di storia urbanistica:

AL – ANDALUS, edita in Spagna dal 1972 , gli Annales, edita in Francia fin dagli ‘20 del ‘900,KWARTALNIK ARCHITEKTURY I URBANISTYK, Polacca dagli anni 1950,URBAN HISTORY YEARBOOK, Inglese dal 1960 ad oggi; URBAN HISTORY edita a Cambridge (UK); HISTOIRE URBAINE, a Parigi, URBAN PEOPLE a Praga.
In Italia:
Dal 1978 al 2000: “Storia della citta”, Rivista Italiana, Electa Edizioni, diretta da Enrico Guidoni e rivolta all’incontro di differenti contributi metodologici e scientifici, con un interscambio internazionale di esperienze sui temi di studio sulle città storiche.
Dal 1979 ad oggi:
“Storia urbana”, Rivista Italiana, Franco Angeli Editore, diretta da Carlo Carozzi e rivolta principalmente a studi sulle trasformazioni della citta’ e del territorio in epoca moderna.

Le principali riviste di storia urbanistica (segue)

Dal 1986 ad oggi
“Storia dell’Urbanistica”, KAPPA Edizioni, Roma, fondata da Enrico Guidoni e rivolta per lo più a temi di ambito specifico principalmente all’Italia negli ultimi due secoli.
Dal 1987 la rivista “Storia dell’Urbanistica” regionalizzata e oggi pubblica: i Quaderni di Storia dell’Urbanistica. Piemonte, Lazio, Toscana, Campania (Responsabile Teresa Colletta), Puglia, Sicilia, sempre con le Edizioni KAPPA di Roma con diversi responsabili scientifici per ciascuna regione.
Dal 2003 viene pubblicato l’”Annuario il Tesoro delle città”, legato all’Associazione Storia della città.
Dal 2004 viene pubblicata la rivista “Città & storia” edita a Roma, Università-Roma Tre, CROMA, Direttore M.Travaglini e legata all’Associazione storia urbana.
Facciamo ora un momento di approfondimento sulla rivista “Storia dell’Urbanistica”.

La rivista “Storia dell’Urbanistica”

La rivista “Storia dell’Urbanistica”nasce nel 1981 e nella nuova serie nel 1995 da parte di Enrico Guidoni in prosecuzione della rivista “Storia della città” dell’Electa/Milano che chiude nel 1990 per questioni economiche dopo più di 18 anni di pubblicazioni con 52 numeri dalla fondazione nel 1978.
Per merito di Enrico Guidoni e della sua infaticabile attività promotrice la storia della città e dell’ urbanistica si va istituzionalizzando …con un assetto accademico delle discipline universitarie nelle facoltà di architettura….con centri di studio, corsi di dottorato di ricerca, e molteplici iniziative editoriali: Volumi, collane, riviste …
Tra queste idee innovative sicuramente va inserita la scelta promozionale per lo sviluppo della disciplina della fondazione della rivista nazionale di “Storia dell’Urbanistica” nel 1981 con un ruolo essenzialmente incentrato su studi particolari basati su documenti di archivio e su nuove tematiche ritenute esemplari fu interrotta con il n.7 nel 1985.
L’avvio delle Serie Regionali dal 1986 ha progressivamente interessato Lazio, Piemonte, Toscana, Campania, Sicilia, Puglia ampliando il ruolo della rivista “madre”, come scrive il Guidoni nell’Editoriale del primo numero della nuova serie del 1995 di “Storia dell’Urbanistica”.

La rivista “Storia dell’Urbanistica” (segue)

La rivista “Storia dell’Urbanistica”, Annuario di storia della città e del Territorio, diretto da Enrico Guidoni, prosegue con la Nuova serie nel 1995 (n.1). Come scrive Guidoni nell’Editoriale:”Anche questa nuova serie avrà come ambito privilegiato l’Italia, ma tenendo conto della possibilità di sviluppare nelle sedi più opportune approfondimenti settoriali su specifiche aree, potrà essere utilmente orientata a costruire, pur nel rispetto delle esigenze non sempre prevedibili della ricerca pura, quadri interpretativi e documentari complessivi e di taglio nazionale. Ogni volume dell’Annuario avrà quindi carattere monografico , non per calcoli editoriali o per astratte considerazioni accademiche , ma per aderire alla necessità di rendere pubblici i risultati di concrete occasioni di riflessione scientifica. Ci riferiamo in modo particolare alle ricerche universitarie, a congressi e seminari, luoghi ideali per l’aggiornamento metodologico e la messa a punto di nuove prospettive storiografiche. Alla parte monografica seguirà una serie di contributi non coordinati (Saggi e Ricerche. Fonti e documenti) ed infine una parte informativa di recensioni, segnalazioni librarie, bibliografie (Libri e Informazioni)”.

La rivista “Storia dell’Urbanistica” (segue)

L’obiettivo del Guidoni era di costituire un esauriente riferimento, oggi del tutto assente in un campo disciplinare specialistico. La storia dell’urbanistica quale tema specialistico e multidisciplinare e dove ancora purtroppo prevalgono improvvisazione e disinformazione.
L’intenzione del Direttore, molto bene esplicitata, era di supplire, almeno in parte, alla défaillance della rivista internazionale “Storia della città”, sospesa per difficoltà economiche dopo 18 anni di vita attiva e di intensa promozione per la disciplina,”occupando lo stesso arco cronologico e curando in modo particolare la rappresentazione della città intesa come manufatto costruito e non come pura espressione letteraria o iconografica”.

Le serie regionali della rivista “Storia dell’Urbanistica”

Nel 1986 il Guidoni inaugurò le Serie Regionali della rivista “Storia dell’Urbanistica” e di cui vorrei qui riportare l’Editoriale al primo numero di “Storia dell’Urbanistica/Campania”, di cui fui nominata responsabile scientifico, proprio per sottolineare gli intenti che il Guidoni aveva in animo di perseguire con questa iniziativa: “Nell’avviare la serie regionale di “Storia dell’Urbanistica” dedicata alla Campania, ritengo utile sottolineare l’ambito scientifico nazionale all’interno del quale anche questa pubblicazione si inserisce: un ambito legato alla ricerca universitaria, ma anche intimamente correlato con le realtà locali.
La “Storia dell’Urbanistica”, disciplina relativamente giovane ma capace, ormai di organizzare intorno a un ben definito settore di studi i contributi provenienti da diversi campi settoriali, può costituire un filo conduttore per ricostruire una storia più concreta e più modernamente concepita della città e del territorio meridionale.

Copertina del vol.III di “Storia dell’Urbanistica/Campania” sui centri terremotati dell’Irpinia.

Copertina del vol.III di “Storia dell'Urbanistica/Campania” sui centri terremotati dell'Irpinia.


La serie regionali “Storia dell’Urbanistica/Campania”

Il numero su Pozzuoli inaugurò nel 1986 le Serie Regionali della rivista “Storia dell’Urbanistica/Campania” e di cui vorrei qui riportare l’Editoriale al primo numero di “Storia dell’Urbanistica”, di cui fui nominata responsabile scientifico, proprio per sottolineare gli intenti che il Guidoni aveva in animo di perseguire con questa iniziativa: “Nell’avviare la serie regionale di “Storia dell’Urbanistica” dedicata alla Campania, ritengo utile sottolineare l’ambito scientifico nazionale all’interno del quale anche questa pubblicazione si inserisce: un ambito legato alla ricerca universitaria ma anche intimamente correlato con le realtà locali”.
La “Storia dell’Urbanistica”, disciplina relativamente giovane ma capace, ormai di organizzare intorno a un ben definito settore di studi i contributi provenienti da diversi campi settoriali, può costituire un filo conduttore per ricostruire una storia più concreta e più modernamente concepita della città e del territorio meridionale … nell’auspicio che la “Storia dell’Urbanistica/Campania” riesca a configurarsi come polo di attrazione per gli studi regionali volti ad utilizzare le fonti archivistiche per una più puntuale e finalmente sistematica ricostruzione della storia urbana e territoriale. Un lavoro capillare dovrà coinvolgere città e centri minori, apportando nuovi contributi critici e mettendo a disposizione degli studiosi documenti e fonti inediti o non ancora pienamente utilizzati, nella consapevolezza di contribuire alla costruzione di una nuova storiografia
“.

Copertina del volume I di “Storia dell’Urbanistica Campania, 1987, dedicato a Pozzuoli e ai Campi Flegrei.

Copertina del volume I di “Storia dell'Urbanistica Campania, 1987, dedicato a Pozzuoli e ai Campi Flegrei.


La serie regionali della Campania

In effetti le Serie Regionali della Rivista erano strettamente legate all’ampliamento che la disciplina aveva avuto in stretta collaborazione con altre iniziative scientifiche di carattere internazionale, e hanno proseguito sotto la guida del Direttore con più numeri, pur non avendo una specifica e unitaria scadenza, ma sempre relazionate a specifiche ricerche.

Realtà regionali hanno avuto un notevole peso nella storia d’Italia, come ben sa chi è storicamente attrezzato, ciò determina quanto meno la rilevanza degli studi storici di architettura e d’arte, con riferimento alle singole realtà regionali e alle città stesse.


Orientamento scientifico del corso

Corso di Storia della città e del paesaggio.

Premessa dunque da considerarsi fondamentale nell’orientamento del Corso è che lo studio della storia urbanistica riguarda principalmente la conoscenza della città storica e del suo territorio, ossia del suo paesaggio urbano e che l’oggetto prioritario di studio sia il manufatto urbano prodotto dinamicamente nel tempo. In tal senso bisogna studiare con attenzione tutte le strategie che hanno condotto a tali trasformazioni.

Inoltre altro assunto fondamentale è che la storia dell’urbanistica e di conseguenza la storia della città sia capace di svilupparsi in una sua autonoma prospettiva.

Di rilievo è nel 1980 la pubblicazione di un volume interamente dedicato all’analisi dei centri urbani, considerati come entità artistiche autonome da indagare secondo una metodologia storica specifica che il Guidoni mette a punto nell’Introduzione (pp.1-34) seguita dalla storia documentata di singole città italiane. Testo sul quale torneremo nelle prossime lezioni per la sua rilevanza metodologica.

Copertina del volume dell’Enciclopedia dell’Arte, vol.VIII (Einaudi, Torino), interamente dedicato alla storia delle città italiane: ”Inchiesta sui centri minori” del 1980.

Copertina del volume dell'Enciclopedia dell'Arte, vol.VIII (Einaudi, Torino), interamente dedicato alla storia delle città italiane: ”Inchiesta sui centri minori” del 1980.


La storiografia urbanistica

La storiografia urbanistica si interessa degli studi operati nel passato sulle città e sui metodi di lettura intrapresi. La storiografia sulla città è recente, dal momento che la storia dell’urbanistica solamente negli anni 70 trova una sua autonomia distaccandosi sia dall’orientamento urbanistico che l’aveva sempre inquadrata e studiata quale base d’appoggio e di prima individuazione agli studi di piano siano essi regionali, paesistici, territoriali, o più particolarmente piani regolatori generali o piani particolareggiati o di fabbricazione, ed oggi di recupero.

E’ questa affermazione densa di significato e cercheremo di darne ora una spiegazione, che non può fare a meno di un breve excursus storico dei vari significati e orientamenti avuti dalla disciplina, dal momento della sua prima formazione alla fine dell’Ottocento fino ad arrivare ai nostri giorni. E’ questo un vasto capitolo che riguarda la storia della storiografia urbanistica, ancora da approfondire nei suoi vari aspetti metodologici ed al quale non molti autori hanno ancora dedicato molti studi.

Va detto infatti che la disciplina storia dell’urbanistica come quella della storia della città è una disciplina relativamente giovane, pensate che solo dagli anni post-68 viene insegnata nelle Facolta’ di architettura italiane e che da recenti indagini svolte a livello internazionale ed europeo dall’UNESCO e dall’ICOMOS, in molte nazioni queste discipline storiche di analisi delle città ancora non vengono inserite nel campo di studi a livello universitario, ne’ tantomeno ad un livello successivo di specializzazione.
Eppure la problematica inerente il territorio storico e la città storica nel suo complesso coinvolge oggi un gran numero di attività progettuali rivolte verso i centri urbani e la loro riqualificazione e valorizzazione.

La “recente” storiografia urbanistica

Le ragioni storiche di una tale mancanza esistono e sono state già evidenziate, dal Benevolo nel saggio del 1973 “La recente storiografia sulla città”su “Op. Cit”, la rivista diretta da Renato De Fusco. L’autore sottolineava come la storia dell’urbanistica solamente negli anni 70 trova una sua autonomia distaccandosi sia dall ‘orientamento urbanistico che l’aveva sempre inquadrata e studiata quale base d’appoggio e di prima individuazione agli studi di piano siano essi regionali, paesistici, territoriali, o più particolarmente piani regolatori generali o piani particolareggiati o di fabbricazione, ed oggi di recupero.

Il Benevolo vedeva finalmente nel 1973 superata la fase di ancella della storia dell’urbanistica all’urbanistica operativa vera e propria, volta ad assumere una sua autonomia , per merito di studi specifici quali quelli del Mario Coppa per Vicenza, G. De Carlo per Urbino, di E. Poleggi e G. Grossi Bianchi per Genova, di E.Guidoni per le città della Toscana e per Roma, di G. Fanelli per Firenze…e di altri naturalmente per altre città italiane ed europee.

Ancora più particolarmente è entrato in tale dibattito sulla autonomia disciplinare della storia urbanistica G. Mezzanotte nel 1983, nel corso del XXI Convegno di Storia dell’Architettura dal titolo ” Esperienze di Storia dell’Architettura e Restauro”, con un saggio sullo stato degli studi di “Storia urbanistica ed urbana”. Egli avverte ed accerta, sulla base di un cospicuo numero di studi effettuati, la caraterizzazione disciplinare di questo settore di studi e la realizzata differenziazione di questi studi da quelli di storia dell’arte e dell’architettura in particolare. Egli individua come la complessità dei contributi apportati in questo settore fa capo ad un momento storico ben preciso che è quello in cui, specialmente in Italia, ma anche in altri paesi europei si prende coscienza dell’esistenza non solo dei monumenti storici, nel loro valore storico artistico eccezionale, ma anche dell’ambiente urbano che li circonda ed in cui sono stati prodotti e conservati a tutt’oggi.

La storiografia urbanistica e l’ambiente urbano

Esiste uno stretto rapporto tra le strutture materiali ereditate dal passato e la ricerca storica sulle città. E’ ciò che si propone l’ottica conservativa dello studio delle città.
E’ quindi da vedersi strettamente collegato l’interesse per lo studio della città storica e tutta la problematica inerente la conservazione e la tutela dei centri storici. Non si può quindi non fare riferimento al ben noto passaggio concettuale da una tutela rivolta al singolo monumento ad una conservazione integrata dell’intero insieme urbano, del suo territorio e del suo intorno ambientale. Siamo agli inizi degli anni ‘60 quando viene scritta la “carta di Venezia” ben nota a voi dai corsi di Restauro. Il 1964 è da rivedersi quale momento fondativo per la disciplina storia dell’urbanistica, in Italia.
Si comincia proprio in quegli anni a rendersi conto dell’importanza dei manufatti urbani, degli insediamenti storici minori, come dei quartieri storici delle grandi città o di parti di esse e come per essi debba costituirsi un settore di studi specifici per l’approfondimento di alcuni temi particolari che non possono far capo alla tradizionale metodologia di studio della storia dell’arte.
Il campo d’indagine non si limita più ad un singolo oggetto, sia esso un pezzo artistico o un monumento, ma ad un intero insieme urbano: una città, in quanto organismo spazialmente ed ideologicamente circoscritto. L’oggetto città va studiato nel complesso stratificarsi dei suoi differenti elementi costitutivi: non solo dell’impianto urbano d’origine, ma anche delle sue cinte urbane, le mura, le strade, le piazze, gli edifici emergenti : le chiese, cattedrali, palazzi, castelli, torri, fortezze etc… ; anche l’edilizia storica ed i tessuti insediativi ne costituiscono parte integrante; nonchè deve essere analizzato lo stretto rapporto di reciprocità esistente tra questa città- insediamento e il territorio circostante, sia o no di sua appartenenza, quindi città e territorio non vanno considerati come protagonisti di due storie contrapposte e separate.
La città è inserita nel paesaggio circostante e questo ne fa parte come un insieme unitario.

L’ottica conservativa dello studio delle città

Tutti questi elementi, ovvero manufatti urbani, vanno ovviamente studiati quali prodotti dinamicamente nel tempo e quindi in termini storici precisi e puntuali.
Lo studio e il ripensamento sulle strutture urbane e territoriali si fa piattaforma complessa per una impostazione del rapporto tra storia del centro e utilizzazione moderna delle strutture materiali ereditate dal passato.
In tal senso, cioè nell’ottica conservativa, potremmo dire , ma su questo vi ritorneremo più volte, vanno indagate e conosciute e capite le ragioni e la dinamica storica e politica dei centri storici.
E siamo qui al punto nodale della storia urbanistica sul quale non mi fermerò mai di ripetere più volte che essa è un settore disciplinare che fonda la propria impostazione disciplinare sul metodo storico di approccio alla problematica complessa dello studio delle città e delle strutture insediative urbane e territoriali.
Sul come procedere, cioè per l’approccio metodologico operativo di conoscenza e sulle proposte di concreti modelli di partenza per una conoscenza sufficientemente fondata del patrimonio culturale e insediativo costituito dai centri abitati antichi, torneremo nelle prossime lezioni.

Amalfi. Pianta del centro storico con l’individuazione delle stradine, vicoli, scalinate pedonali (da T. Colletta, Napoli ed Amalfi nei secoli medievali…,op.cit.).

Amalfi. Pianta del centro storico con l'individuazione delle stradine, vicoli, scalinate pedonali (da T. Colletta, Napoli ed Amalfi nei secoli medievali…,op.cit.).


Amalfi centro storico

Amalfi antica città portuale. Il centro abitato di origine medievale visto dal mare ( foto  dell’a. 2004).

Amalfi antica città portuale. Il centro abitato di origine medievale visto dal mare ( foto dell'a. 2004).


Il metodo storico d’indagine sulla città

La costruzione della disciplina storia dell’urbanistica e storia della città secondo il metodo storico d’indagine.

Superato quindi definitivamente oggi, come abbiamo cercato di chiarire sia la teoria della storia dell’urbanistica come ancella dell’urbanistica operativa, sia la teoria di una storia dell’urbanistica come trattatistica generale sotto l’angolazione di carattere formale, si delinea il campo della nostra ricerca; ossia che la storia dell’urbanistica è un ambito autonomo di ricerca, aperto però all’interdisciplinarietà.
La storia dell’urbanistica va dunque costruita, e sono fondamentali tre punti:

  1. la correttezza delle metodologie;
  2. la scelta degli strumenti metodologici idonei;
  3. gli strumenti appropriati di lavoro: il tipo di Fonti da utilizzare.

Non esiste infatti – è importantissimo precisare- in assoluto strutture specifiche per la storiografia urbanistica, che possano essere usate indifferentemente per le diverse epoche storiche e per i diversi paesi. E queste strutture non possono essere definite una volta per tutte. Ne’ esistono regole valide in ogni caso da studiare e quindi codificabili. Bisogna cioè operare la ricerca storica urbanistica identificandoli di volta in volta , e vedremo come, gli strumenti appropriati di lavoro, cioè il tipo di fonti, e queste vanno applicate differentemente a secondo dello specifico territoriale ed urbano di cui ci troviamo ad analizzare. E su questo punto nodale oltre che fondamentale problema della ricerca storica sulle città torneremo ancora, e più volte, nelle prossime lezioni.

La stratificazione storica degli impianti urbani

Il Corso mira a ricostruire, tramite la lettura della stratificazione storica degli impianti urbani, la storia degli insediamenti inseriti nel contesto territoriale di appartenenza e nel paesaggio urbano, in un lungo arco temporale, in un ampio spazio geografico ed in una costante ottica conservativa e di recupero dei tessuti urbani.

Il territorio, il paesaggio, gli insediamenti storici sono oggetto di studio ma anche di sempre più pesanti trasformazioni.
Al fine di tutelare l’ambiente nella sua interezza, con particolare priorità per le parti più qualitative e non ancora compromesse, la ricerca e la documentazione archivistica vanno coniugate con indirizzi, normative, programmi anche settoriali che possano agire per lo meno sulla cultura e sulla sensibilità generale, e in tempi più lunghi, essendo spesso inefficace l’intervento singolo ed estemporaneo.
Questo settore accoglie materiali e proposte, anche controcorrente, utili ad approfondire tematiche troppo spesso trascurate o travolte dalla speculazione o da una malintesa tendenza alla modernizzazione.

 Pozzuoli. Pianta del Rione Terra (da T. Colletta, Pozuoli, città…, 1987).

Pozzuoli. Pianta del Rione Terra (da T. Colletta, Pozuoli, città..., 1987).


Pozzuoli centro storico

Pozzuoli. Il Rione Terra ed il centro storico lungo la via Napoli  sul mare. Sono visibili le gru in azione per i lavori al Tempio di Augusto-Chiesa Cattedrale e a tutto il Rione Terra  (Foto dell’a. 2006) .

Pozzuoli. Il Rione Terra ed il centro storico lungo la via Napoli sul mare. Sono visibili le gru in azione per i lavori al Tempio di Augusto-Chiesa Cattedrale e a tutto il Rione Terra (Foto dell'a. 2006) .


Il valore urbano da identificare nella città da “conservare”

L’ottica conservativa del Corso e l’identificazione del valore urbano del patrimonio. Il valore urbano delle città storiche consiste essenzialmente nella conservazione della loro identità e autenticità, frutto di una stratificazione storica spesso bimillenaria e di una lunga continuità culturale.

Oggi il concetto di valore urbano è intrinseco a riguardo dell’epoca, del luogo, della storia, dell’architettura, degli spazi urbani (mura e porte, strade e piazze, aree di mercato, ecc.) e di tutti i beni culturali materiali. Il valore urbano è anche però denso di valori intangibili quali il significato culturale, l’identità urbana, l’importanza storica, l’autenticità, l’appartenenza al luogo urbano dei cittadini e l’interazione sociale. (da T. Colletta, Il valore urbano, 2005).

Questi concetti prima della Dichiarazione di Amsterdam del 1975 non erano ancora acquisiti a livello internazionale e quindi va sottolineato il merito dell’indirizzo scientifico-culturale – promozionale, affrontato dall’ICOMOS a da illustri storici, urbanisti, geografi, architetti etc…, per indirizzare il restauro e la conservazione architettonica anche in termini urbanistici e di identificare la conservazione delle città storiche non solamente come sommatoria di Monumenti da salvaguardare. La conservazione quindi deve essere “Integrata” così come sancito dalla “Dichiarazione di Amsterdam ” del 1975 garantendo non solo la tutela degli edifici di pregio architettonico e ambientale, ma inserendo tale tutela nel più generale tema del rimodellamento della città contemporanea, in funzione del preciso obiettivo del miglioramento della qualità della vita.

Il valore urbano da identificare nella città da “conservare” (segue)

La “Dichiarazione di Amsterdam” del 1975 sancisce che la conservazione del patrimonio architettonico deve essere “uno dei principali obiettivi della pianificazione urbana e dell’assetto territoriale.” E definisce la conservazione integrata come “l’azione congiunta delle tecniche del restauro e della ricerca delle funzioni appropriate”. Ossia una conservazione attiva.
La conservazione integrata del patrimonio è una nozione di grande rilevanza alla metà degli anni ‘70 e conduce a interventi di conservazione dei centri urbani italiani ed europei.

La conservazione integrata, l’unità–identità della città storica. La “salvaguardia delle città storiche” del 1987

La concezione di “conservazione integrata” ampiamente riconosciuta a livello mondiale (UNESCO, ICOMOS, ICCROM, Consiglio d’Europa, ecc.), pone in evidenzia tutti i singoli valori, uniti nella loro complessità e tutelati nella loro unità-identità in unicum che costituisce il valore urbano.
Valore urbano che spesso è soggetto a” rischio”. Cioè tutto ciò è quanto la città storica può perdere nel caso di una catastrofe naturale, senza escludere anche gli altri rischi ai quali gli insediamenti urbani di antica origine sono soggetti: quali quelli ambientali (inquinamento, ecc.), quelli antropici (guerre, ecc.).
Tra i rischi vanno considerati oggi anche quelli della pressione turistica e l’uso distorto del patrimonio urbano con il fenomeno ben noto, posto all’attenzione da Françoise Choay, dell’attuale “industria culturale” (da Colletta, Il valore urbano, 2005).

Oggi il valore urbano è particolarmente tutelato a confronto con gli anni della tutela rivolta ai singoli monumenti. Dopo la Carta di Venezia (1964) e la Dichiarazione di Amsterdam del 1975 particolare attenzione è volta alla conservazione dei centri storici ed ad una riflessione da parte dell’ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) a redigere a Toledo nel 1987 la “Carta Internazionale per la salvaguardia delle città storiche” (Carta di Washington).

La conservazione integrata, l’unità–identità della città storica. La “salvaguardia delle città storiche” del 1987 (segue)

In questa Carta, oggi di valore mondiale perché ratificata a Washington nello stesso anno 1987, con l’ampliamento agli USA dell’ICOMOS Europeo, per la prima volta si enuncia lo specifico valore urbano dei centri di antica e la loro lunga tradizione storica artistica ambientale nonché l’opportunità che siano prese “misure preventive” per salvaguardare il loro patrimonio, assicurandone in primis la tutela dell’ “autenticità” (art. 14).
Oggi 2009 è lo stesso Comitato scientifico internazionale sulle città storiche dell’ICOMOS (CIVVIH) a promuoverne una modificazione per le trasformazioni in atto nelle città per gli sviluppi ed espansioni.

La conservazione integrata attiva

Val la pena di soffermarsi sui concetti promulgati a livello nazionale ed internazionale sulla conservazione integrata attiva del nostro patrimonio di beni, pur se sono temi sui quali il corso di Restauro architettonico affronta puntualmente perché strettamente legati all’orientamento del corso di storia della città da noi attuato.

L’acquisizione critica della rilevanza dell’insieme urbano e della coralità dei valori architettonici nelle nostre città storiche anche di dimensioni medio-piccole pone oggi l’istanza prioritaria di non limitare la conservazione ai soli edifici monumentali, ma a tutto il complesso di valori costituenti la città nel suo quadro ambientale e territoriale.
La conservazione oggi non si limita alla sola tutela degli edifici di pregio architettonico e ambientale, ma promuove la salvaguardia delle città storiche nel più generale tema del rimodellamento della città contemporanea, in funzione del preciso obiettivo del miglioramento della qualità della vita. (Dichiarazione di Amsterdam 1975).
Gli strumenti internazionali intendono per “salvaguardia delle città storiche” le misure necessarie sia alla loro protezione, alla loro conservazione ed al loro restauro che al loro sviluppo coerente ed al loro adattamento armonioso alla vita contemporanea” (“Carta per la salvaguardia delle città storiche”, ICOMOS, Carta di Washington 1987).
La individuazione di nuove modalità d’uso per i beni culturali architettonici e urbanistici, implica l’esercizio della tutela attiva, ossia di una conservazione attiva, definita attraverso progetti di riuso ed adeguamento, e di valorizzazione anche a fini turistico-culturali. (Carta del Turismo Culturale-ICOMOS, 1999).
La tutela ed il recupero del patrimonio urbano delle nostre città storiche devono mirare ad una rivitalizzazione e valorizzazione di questi beni in un coinvolgimento attivo nella ricerca delle funzioni appropriate dei soggetti preposti alla tutela, che deve avere uno scopo sociale e culturale, e non solo economico, secondo le nuove esigenze ed in coerenza con il modo di vita contemporaneo.

La conservazione delle città e dei quartieri storici e la conoscenza della storia delle città

La valorizzazione si propone come necessario correlato della conservazione, come ricerca di funzioni appropriate esprimenti il bisogno sociale in un coinvolgimento attivo dei soggetti preposti alla tutela. Questo coinvolgimento attivo si deve necessariamente confrontare con le specificità del singolo bene, promuovendone la conoscenza, la proposta d’uso compatibile, il progetto d’intervento. Proprio nei termini della conoscenza delle città storiche e dei loro valori entra in gioco l’opportunità di una precisa e documentata storia urbanistica delle città. La valorizzazione si propone come necessario correlato della conservazione, come ricerca di funzioni appropriate esprimenti il bisogno sociale in un coinvolgimento attivo dei soggetti preposti alla tutela. Questo coinvolgimento attivo si deve necessariamente confrontare con le specificità del singolo bene, promuovendone la conoscenza, la proposta d’uso compatibile, il progetto d’intervento.La tutela ed il recupero del patrimonio devono prevedere una rivitalizzazione e valorizzazione di questo bene, con una re-immissione con un nuovo uso nella realtà contemporanea che non ne pregiudichi però l’autenticità e la sua identità. Tra i principali obiettivi della salvaguardia delle città e quartieri storici per essere efficaci devono far parte integrante di una politica coerente di sviluppo economico e sociale ed essere presa in considerazione nei piani di assetto del territorio e di urbanistica a tutti i livelli. (Carta della salvaguardia delle città storiche, Washington 1987). Riuso, rivitalizzazione e valorizzazione devono avere uno scopo sociale e culturale secondo le nuove esigenze ed in coerenza con il modo di vita contemporaneo.
La conservazione attiva del patrimonio può essere attuata tramite differenti tipi di intervento come il controllo ambientale, la manutenzione e riparazioni, il restauro, la ricostruzione, il rinnovo e la riabilitazione e la valorizzazione, ma deve fondare sulla conoscenza della storia della città in tutti i suoi aspetti senza privilegiarne alcuni ai danni di altri.

Il concetto di patrimonio costruito: dalle città storiche al paesaggio culturale

Il patrimonio integrato dei beni culturali è un’acquisizione intellettuale che costituisce significativa componente dell’articolazione istituzionale, legislativa ed amministrativa del paese.
La Carta di Cracovia 2000 elenca i differenti tipi di Patrimonio costruito: il patrimonio archeologico, il patrimonio architettonico, le decorazioni architettoniche, scultoree ed artistiche, le città storiche e i villaggi, il paesaggio culturale.
Le città storiche e i villaggi nel loro territorio di appartenenza rappresentano una parte essenziale del nostro patrimonio universale, e devono essere intese come un tutt’uno con le strutture, gli spazi, e i fattori umani, in un processo di continua evoluzione e cambiamento.
La conservazione in un contesto urbano si occupa degli insiemi degli edifici e degli spazi aperti che sono parte di larghe aree urbane, o di interi piccoli insediamenti urbani e rurali, inclusi i valori intangibili. (Carta di Cracovia 2000, Punto 8. Dei “Differenti tipi di Patrimonio costruito”).
In questo contesto, l’intervento consiste in uno stretto riferimento alle città costruite alle loro caratteristiche morfologiche, funzionali e strutturali in un tutt’uno, quale parte del suo territorio, del suo intorno ambientale e paesaggistico.
E’ stata riconosciuta la rilevanza dei beni fisici, delle singolarità geomorfologiche e vegetazionali, che strutturano il concetto di paesaggio (Carta del paesaggio, Firenze 2000).

La ricerca conservativa urbana e la storia della città

Una conservazione integrata attiva, ma certo non museale, va attuata secondo criteri e strategie per l’intervento progettuale che deve favorire la salvaguardia dei valori delle città storiche, che non sono solamente quelli monumentali, architettonici e ambientali, ma sono i valori urbani. Per attuare tutto ciò che abbiamo prima cercato di individuare per l’attuazione di una conservazione integrata attiva delle città storiche bisogna saper riconoscere e identificare i valori urbani da conservare.

La ricerca conservativa urbana

Bisogna pertanto operare una attenta lettura della città storica, secondo il metodo storico-urbanistico, che metta in luce quali sono i valori urbani di quel centro e la sua identità storica ossia il codice genetico impresso nelle pietre della città attraverso i secoli.

E’ ovvio che tali valori vanno inseriti nella loro integrazione nella vita sociale, culturale ed economica delle popolazioni residenti adattandosi alla vita contemporanea e mantenere loro una qualità di vita nel rispetto dell’ambiente e del loro contesto naturale.

Possiamo concludere quindi, ed è il nostro intento primario, che l’Azione di conservazione attiva deve essere fondata su studi preliminari di conoscenza del costruito urbano e su una documentazione precisa sulla storia della città, sulle fasi di evoluzione e sull’analisi del contesto a differente scala per individuare la forma urbana, il parcellare, spazi verdi e relazioni tra gli spazi e spazi liberi …per non tradire l’autenticità e l’integrità della città, come oggi l’abbiamo ereditata.
(da T. Colletta, La ricerca conservativa urbana, 1990).

Pianta del Rione Terra di Pozzuoli in Campania

Pozzuoli, Pianta del Rione Terra prima degli interventi degli anni 2000 (da T. Colletta, Pozzuoli città fortificata…op.cit, 1987).

Pozzuoli, Pianta del Rione Terra prima degli interventi degli anni 2000 (da T. Colletta, Pozzuoli città fortificata…op.cit, 1987).


Plastico del Rione Terra di Pozzuoli in Campania

Pozzuoli.  Plastico del Rione Terra  prima dei lavori degli anni 2000 ( da T.Colletta, Pozzuoli città fortificata..op.cit.,1987).

Pozzuoli. Plastico del Rione Terra prima dei lavori degli anni 2000 ( da T.Colletta, Pozzuoli città fortificata..op.cit.,1987).


Le lezioni del Corso

I materiali di supporto della lezione

T. Colletta, Pozzuoli città fortificata in epoca vicereale.Una mappa inedita conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi, in "Storia dell'Urbanistica. Campania I", numero monografico su Pozzuoli a cura di T. Colletta, luglio-dic. 1988, pp.7-40, ill.36.

T. Colletta, La ricerca conservativa urbana, in "Bollettino del Dipartimento di Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali", n.0, aprile 1990.

T. Colletta, Napoli e Amalfi tra IX e XII secolo, (con E. Giacalone), numero monografico di "Storia dell'Urbanistica / Campania", n.VI, 2002, pp. 120. Recensito da A. Milone in “Rassegna del Centro di cultura e Storia Amalfitana”, N.S. Anno XIII(XXXIII dell'intera serie), giugno 2003, pp.211-214.

T. Colletta, Il valore urbano, in D. Mazzoleni, M.Sepe (a cura di), Rischio sismico, paesaggio,architettura: l'Irpinia,contributi per un progetto, Centro di competenza AMRA, Napoli 2005, pp.59-66

T. Colletta, Archeologia urbana e storia urbanistica, in “Archeologia,città, paesaggio”, a cura di R. Genovese, (Atti del Convegno ICOMOS, 16-17 Dicembre 2005), Arte Tipografica, Napoli 2007 ,pp. 93-11 e n. 12 ill.a colori pp. 288-291.

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