Vai alla Home Page About me Courseware Federica Living Library Federica Federica Podstudio Virtual Campus 3D La Corte in Rete
 
Il Corso Le lezioni del Corso La Cattedra
 
Materiali di approfondimento Risorse Web Il Podcast di questa lezione

Teresa Colletta » 9.La città portuale di Napoli. Il rapporto porto-città. Napoli Città patrimonio dell'umanità (1995) e il piano di gestione (2011)


La città portuale e la riqualificazione del fronte a mare storico. Il caso di Napoli

Sul tema della città portuale e della sua costruzione nel lungo periodo di più secoli, nelle città a continuità di vita, abbiamo parlato nella Lezione precedente a questa (n.7), a cui rimandiamo. In quella lezione si sono messi a confronto le due città portuali di Napoli e Genova, in particolare sottolineando la rigenerazione urbana del fronte a mare storico di Genova negli anni 2000 e la differenziazione con Napoli che ancora attende una riqualificazione del suo fronte mare. In questa lezione approfondiremo maggiormente il caso Napoli ed il rapporto che si è instaurato in epoca moderna e contemporanea tra il porto e la città storica nel suo complesso. La città portuale di Napoli in età medievale e moderna. La necessità di riequilibrare i rapporti spaziali e organizzativi fra infrastrutture portuali, aree residenziali ed opere difensive  nel medioevo era stato raggiunto faticosamente con una successione lineare degli interventi.Si pensi alle fondamentali trasformazioni innovative volute dagli Angioini a Napoli dopo il 1266 e fino al 1304 con la costruzione di un nuovo molo e un nuovo porto al disotto e in diretta concomitanza con la nuova residenza turrita di Castel Nuovo-lo Chateau neuf-poi interrotte dal terremoto del 1343 e dal maremoto ..e proseguite nel rinnovamento urbano voluto dagli Aragonesi nel Quattrocento.Con il Cinquecento soluzioni inedite sembrano testimoniare uno stacco netto con il passato, in una configurazione fortemente improntata sulle difese militari, come la cartografia urbana conferma ad iniziare dal 1473 con la Tavola Strozzi e a proseguire con la mappa di E.Duperac-A.Lafrey del 1566. (T. Colletta, Napoli città portuale…, 2006)

La prima veduta di Napoli città portuale dal mare

Ignoto, Tavola Strozzi,  Veduta prospettica di Napoli dal mare con il rientro delle navi da Ischia con le insegne di Alfonso d’Aragona,1473,  Dipinto su tavola, Napoli, Museo di San Martino

Ignoto, Tavola Strozzi, Veduta prospettica di Napoli dal mare con il rientro delle navi da Ischia con le insegne di Alfonso d'Aragona,1473, Dipinto su tavola, Napoli, Museo di San Martino


Napoli città portuale e la riqualificazione del fronte a mare storico

A Napoli, città portuale e mercantile,di fondazione greca (476 a Cr.) il binomio città-porto ha conosciuto forme dialettiche diverse nei diversi periodi storici della sua lunga continuità di vita. Le trasformazioni urbanistiche sono da rivedersi sia in relazione ai continui ampliamenti della città sul mare e al suo porto, dalla fine del Duecento, sia in relazione all’innovazione delle tecniche di organizzazione delle infrastrutture portuali e delle sue specifiche attività, per tutto il periodo Cinque-Settecentesco principalmente militari.

Non bisogna però trascurare le conquiste scientifiche e culturali della città,la sua particolare morfologia urbana e stratificazione storica bi-millenaria, nonché il suo rilevante paesaggio storico culturale che hanno fortemente condizionato fin dall’epoca greca il suo rapporto con il mare e l’approdo e poi successivamente con la costruzione del porto e delle relative infrastrutture. Fronte a mare storico tra Castel dell’ovo e il Carmine che  raggiunge alla fine del Quattrocento  più di 2 chilometri e nell’Ottocento il  fronte a mare raggiunge i 5 chilometri da Mergellina ad ovest e Vigliena ad est. Oggi  è  complessivamente di 15 chilometri, comprendendo Coroglio e Bagnoli, soggetto all’Autorità portuale di Napoli (Autorità portuale di Napoli) (T. Colletta, Napoli città portuale…, 2006)

Non ripercorreremo le tappe fondamentali della storia urbana della città portuale di Napoli, ma faremo riferimento al diverso rapporto che in epoca moderna ha caratterizzato la città storica ed il suo porto fino all’epoca contemporanea dove non si hanno progetti realizzati di riqualificazione del fronte mare,ma nuove conquiste e scoperte con i grandi lavori infrastrutturali della Linea 1 della Metropolitana negli anni 2000: la storia della città portuale  tramite l’archelogia urbana.

Napoli città portuale e le scoperte di archeologia urbana

Si può in tal senso fare alcune considerazioni come una città come Napoli di lunga tradizione abbia comunque conservato nella città moderna alcuni elementi fondanti del tessuto antico e del suo impianto originario, individuabili solamente da uno scavo archeologico; ciò si è potuto dimostrare con la scoperta nel dicembre 2003 del porto romano della Neapolis in piazza Municipio, al di sotto della quota attuale di 15-20 metri.

Una grande scoperta per la storia urbana della Napoli antica che ha risolto l’annoso dibattito sulla localizzazione dell’area dell’approdo per la città greco-romana, poi interratosi con le lave di acque collinari per capire la importanza delle scelte operate in questi anni 2000 per operare un intervento di archeologia urbana e di conservazione urbana oltre alla risoluzione di problematiche tecniche riguardanti la mobilità.

Napoli. Le scoperte archeologiche a piazza Municipio ad una quota di 15 metri sotto l’attuale (foto dell’a 2004).

Napoli. Le scoperte archeologiche a piazza Municipio ad una quota di 15 metri sotto l'attuale (foto dell'a 2004).


Napoli città portuale e l’archeologia urbana

Il rapporto stretto tra le “scoperte” archeologiche e la storia urbana è stato rilevato di recente a Napoli, con la reale adesione pratica al metodo di interrelazione disciplinare tra l’archelogia urbana e la conservazione urbana.

La storia urbana di Napoli antica si è fortemente avvantagiata dalle recenti “scoperte “(2003-2004) dell’archeologia urbana, sebbene occasionali essendo in relazione allo scavo della Linea 1 della Metropolitana.

Ciò non pertanto la certificazione del sito del porto romano della città di Neapolis ha posto una conclusione veritiera, con il reperimento di tre grandi imbarcazioni romane (di ben 25 metri di lunghezza), ad un secolo di dibattiti sulla localizzazione dell’antico bacino di approdo e di conseguenza sull’urbanizzazione della fascia costiera in epoca altomedievale e medievale.

E’ d’obbligo per fondare una coscienza ambientale nei cittadini far conoscere la natura storico-archeologica dei luoghi urbani, di cui certo Napoli rappresenta un unicum per  la  sua  elevata stratificazione storica più che bi-millenaria. (T. Colletta, Multilayered Mediterranean historical cities…, 2013)

Napoli. La scoperta del porto romano a piazza Municipio, avanti l’odierno Castelnuovo (foto dell’a, 2004)

Napoli. La scoperta del porto romano a piazza Municipio, avanti l'odierno Castelnuovo (foto dell'a, 2004)


Napoli città portuale “stratificata”

La città portuale di Napoli presenta una forte stratificazione storica e ciò ha costituito uno dei valori eccezionali universali (O.U.V.) del suo Patrimonio riconosciuto dall’UNESCO nel 1995 nella world Heritage List. (vedi Lezioni precedenti nn. 3 e 4). Ciò costituisce la sua peculiare fisionomia. Bisogna riconoscere che tutte le culture del Mediterraneo sono per la gran parte urbane e possono essere messe a confronto con un palinsesto di molti anni di storia. Così Napoli presenta oggi una sovrapposizione di manifestazioni artistiche e culturali, di stili, altrove impensabili, così di scuole, di religioni e di tradizioni. Un palinsesto di tessuti urbani, di più centri, alle volte simultanei e altre in successione, presenti nello stesso tempo,perché ciascuna dominazione ha lasciato delle tracce e nessuna ha completamente cancellato le precedenti.

Vi è cioè in Napoli come in molte città del Mediterraneo una particolare caratteristica che costituisce un invariante e che può essere verificata nella lunga storia della città, durante più di 25 secoli di storia: è quella che Fernand Braudel ha denominato «les superpositions de civilisation».

I valori delle città storiche del Mediterraneo si fondano proprio sulla fisionomia della stratificazione storica bi-millenaria, con la presenza ancora oggi di testimonianze materiali che possiamo vedere in concreto a Napoli, città a lunga continuità di vita, dove negli anni 2000 si sono attuate scoperte del suo passato storico eccezionali, tramite l’archeologia urbana. (T. Colletta, Multilayered Mediterranean historical cities…, 2013)

Napoli città portuale “stratificata”

Napoli città « stratificata » e le scoperte degli anni 2000 dell’archeologia urbana

Non è soltanto la valorizzazione turistica ad essere interessata ma il rapporto tra conservazione (dello scavato) e trasformazione urbana in atto.Come afferma molto opportunamente Stefano De Caro, coordinatore dei lavori svolti dalla Soprintendenza Archeologica, l’archeologia preventiva napoletana può a tutti gli effetti considerarsi una” best practice” in città, nel senso del rapporto visibile – invisibile che va rappresentato e studiato.

Le nuove scoperte sono da considerarsi un punto focale del “Piano di Gestione per il centro storico di Napoli”, del dicembre 2011, portato a compimento dalla Municipalità di Napoli, essendo obbligata quale città patrimonio del mondo, inserita nella W.H.L dal 1995, a formulare un completo “Managment Plan”. Piano di Gestione della città patrimonio del mondo dal 1995, redatto  nel 2011 in ottemperanza della Legge del 2006 sui Piani di Gestione (vedi Lezione n. 7). Piano  oggi esposto nella sua interezza nel sito web  del Comune di Napoli. (Comune di Napoli, alla voce “Napoli Unesco W.H.L.”)

Napoli. La messa in luce della cinta muraria tardo quattrocentesca della cittadella intorno  Castelnuovo e il torrione dell’Incoronata ( foto dell’a. 2011)

Napoli. La messa in luce della cinta muraria tardo quattrocentesca della cittadella intorno Castelnuovo e il torrione dell'Incoronata ( foto dell'a. 2011)


Napoli città portuale “stratificata”

La stratificazione storica di Napoli città portuale è di grande rilievo come è stato più volte messo in evidenza e da più autori e questa alta e complessa stratificazione storica è stata messa in forte evidenza in questi ultimi anni con i lavori della Metropolitana di Napoli essendosi incrementate le scoperte che testimoniano questa stratificazione. L’archeologia urbana napoletana ha fatto un gran balzo in avanti con la nuova legge del Codice dei Beni culturali (D. Lgs. n.42. del 22.1.2004) che ha il potere di imporre da parte della Soprintendenza l’esecuzione di scavi a spese della committenza con le “indagini preventive” e  ciò ha comportato  comprensione reciproca e dialogo  per attivare una buona conduzione dei lavori!

Naturalmente l’estensione del concetto di valori urbani del patrimonio delle città storiche a tutte le forme eridate dal passato ha fatto sì della messa in campo dell’azione di preservazione di tutte queste fasi storiche e queste in una città altamente stratificata come Napoli con più di 2500 anni di storia urbana è particolarmente difficile, come si è potuto mettere in luce nel recente dibattito sull’argomento “Multilayered Historic Towns” il 18 – 20 Maggio 2012 ad Izmir in Turchia da parte del CIVVIH Mediterranean Sub Committee Meeting. (T.Colletta, Multilayered Mediterranean historical cities…, 2013)

In questo interessante dibattito è stato messo in evidenza la problematica delle città stratificate e da parte nostra ci si è concentrati nel mettere all’attenzione la diversità delle scoperte archeologiche: nel caso delle scoperte nel sottosuolo, ossia ad una quota inferiore100*, di 20-30 metri, all’attuale livello della città storica e quelle scoperte invece esistenti nel cuore della città storica e presenti nella città ancora abitata dai cittadini, ossia nella città a continuità di vita (T. Colletta, 2013). Nella immagine che segue è la mappa con l’individuazione dell’estensione di Napoli città patrimonio del mondo dal 1995.In giallo l’estensione del tessuto del centro storico inserito nella Lista UNESCO, in rosa la parte originaria del nucleo greco-romano. (da T.Colletta,Napoli città portuale mercantile…, 2006)

Napoli città storica patrimonio dell’umanità

Napoli. Estensione del centro urbano di 750 ettari dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1995 , in colore giallo, in rosa il nucleo originario greco-romano (da T. Colletta, 2006)

Napoli. Estensione del centro urbano di 750 ettari dichiarato patrimonio dell'umanità nel 1995 , in colore giallo, in rosa il nucleo originario greco-romano (da T. Colletta, 2006)


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

Il porto di Napoli ha assunto per la città una posizione baricentrica fin dalla fine del Duecento e ha proseguito anche con lo sviluppo della città verso occidente con il piano di ampliamento del vicerè Pedro de Toledo (1540-1554). Ciò ha permesso  per più secoli un’integrazione costante ed organica tra il porto ed il sistema urbano e infrastrutturale dell’intero nucleo della città storica.

Il suo sviluppo urbano verso oriente in periodo sette-ottocentesco ha costituito una buona risposta agli interventi cospicui che erano stati effettuati ad occidente con la creazione della nuova ansa della baia, lungo il quartiere di Chiaia, fino al porticciolo di Mergellina. Il progetto di un nuovo porto secondo il piano di Domenico Fontana(1599-1607) non venne realizzato, per avverse vicende, ma alla fine del ‘600 fu realizzata una nuova darsena innanzi Castelnuovo, ancora oggi in sito (T.Colletta, Napoli città portuale.., 2006)

Napoli città portuale Il borgo di Chiaia e il porticciolo di Mergellina in un dipinto dell’800 (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale Il borgo di Chiaia e il porticciolo di Mergellina in un dipinto dell'800 (da T. Colletta, 2012).


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

Napoli. Il porto storico e la Darsena in un famoso dipinto di Gaspare Van Wittel (fine sec. XVIII)

Napoli. Il porto storico e la Darsena in un famoso dipinto di Gaspare Van Wittel (fine sec. XVIII)


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

In tutto il lungo periodo borbonico la città di Napoli è fortemente condizionata da profonde trasformazioni politiche e istituzionali, ma anche da una grave crisi economica e sociale.

Il secolare ritardo economico del sud d’Italia e la presenza di una classe tecnica e amministrativa non sufficientemente preparata hanno indotto la città non verso uno sviluppo industriale ma verso realizzazioni parallele di magnificenza civile al di fuori di progetti organici di intervento di pianificazione urbanistica. Così per il porto storico non fu pianificato nessun progetto di rinnovo.

Il Progetto del Bacino di carenaggio borbonico al momento dell’inaugurazione nel 1852  è da considerarsi l’unica innovazione del fronte a mare portuale, oggi in grave stato di degrado. Quest’opera è visibile nel plastico ricostruttivo di tutta l’area del fronte a mare storico  intorno la Darsena, l’odierna Base Navale, nel momento  antecedente gli anni  della II Guerra; questo fu redatto al momento del restauro della Base Navale negli anni 1990-95, ed è  oggi esposto  nella Sala Caracciolo della Base della Marina militare, ancora nel 2013  facente parte del  demanio militare e chiusa al pubblico. (T.Colletta, 2012)

Solamente alla fine dell’Ottocento venne completata la realizzazione di un progetto di organizzazione e ingrandimento  per un nuovo  porto, prevedendo un grande sviluppo ad occidente. La creazione del nuovo molo San Vincenzo, realizzato in più fasi di avanzamento per tutto la seconda metà dell’800, dotò Napoli di un nuovo lungo braccio di molo.

L’inagurazione del bacino di raddobbo progettato in periodo borbonico in dipinto della metà dell’800 (da T. Colletta, 2012).

L'inagurazione del bacino di raddobbo progettato in periodo borbonico in dipinto della metà dell'800 (da T. Colletta, 2012).


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

Il molo San Vincenzo

Il Lungo molo, ancora oggi presente, è stato realizzato in tre fasi nella seconda metà dell’Ottocento. Di questo molo nel piano di gestione del 2011 si prevede una sua rivalorizzazione a fini turistici e cuturali, dopo la sua sdemanializzazione dalla Marina Militare e l’apertura al pubblico.

Il Molo S.Vincenzo costituisce la principale difesa foranea del porto di Napoli. Esso ha una lunghezza di mt. .570  e con la Darsena Acton potrebbe costituire un’ area da destinare al traffico passeggeri(lunghezza mt.165, Pescaggio mt.6/7), unitamente  alla Diga Duca degli Abruzzi.

Tutta l’area del fronte a mare storico delle due anse della baia di Chiaia e dell’ansa da Castel dell’ovo al Mercato dovrebbe costituire la parte storica basilare  della futura riqualificazione del porto storico di Napoli. (vedi piano di gestione porto Comune di Napoli)

Napoli città portuale, il fronte a mare ed il nuovo molo San Vincenzo in nero (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale, il fronte a mare ed il nuovo molo San Vincenzo in nero (da T. Colletta, 2012).


Napoli. Il molo San Vincenzo

NAPOLI. Il Molo San Vincenzo .In rosso: area militare(mq. 38.200 ca, lunghezza banchina ml.540 ca). In blu: area passeggeri (mq. 256.300, lunghezza banchina ml.4100 ca.) viabilità portuale comune (da T. Colletta, 2009).

NAPOLI. Il Molo San Vincenzo .In rosso: area militare(mq. 38.200 ca, lunghezza banchina ml.540 ca). In blu: area passeggeri (mq. 256.300, lunghezza banchina ml.4100 ca.) viabilità portuale comune (da T. Colletta, 2009).


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

L’apertura della Nuova Via Marina per il traffico veicolare, con la creazione della via Marchese Campodisola ha permesso poi una più facile connessione dell’area portuale con la nuova piazza della Borsa,in esecuzione del « Risanamento e ampliamento della città di Napoli » della fine dell’Ottocento e in esecuzione nel primo ventennio del Novecento. Si determina con la linea del tram su binario e la nuova via della Marina una definitiva separazione tra l’area portuale e la città storica , iniziata con la demolizione di tutta la « città bassa » portuale e mercantile con i lavori di sventramento del « Risanamento di Napoli”.

Si determina una rilevante frattura tra il porto e la città storica che diventavano due entità urbane separate, anche con l’evidenza della costruzione di una cancellata in ferro. Separazione forte che ancora oggi permane.

Il rapporto porto-città è senza dubbio complesso anche in relazione all’evoluzione dell’area portuale negli ultimi anni. In effetti alla fine del XX secolo, dopo il grave terremoto del 1980 si sente l’esigenza di riorganizzare l’intero litorale del fronte mare introducendo funzioni differenti, nell’intento di un recupero del rapporto tra la città e il mare.

Napoli. L’individuazione dell’area della Borsa nella pianta del “risanamento” (da T. Colletta, 2006).

Napoli. L'individuazione dell'area della Borsa nella pianta del “risanamento” (da T. Colletta, 2006).

Napoli città portuale.  La via nuova Marina lungo la chiusura dell’area portuale (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale. La via nuova Marina lungo la chiusura dell'area portuale (da T. Colletta, 2012).


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

Napoli. La fascia marittima tra il Carmine e Castelnuovo “la città bassa” e la cinta muraria aragonese (in verde) e vicereale in rosso e blu sulla base della pianta al 2000 del Risanamento di Napoli  del 1899, demolita totalmente con i lavori del “Risanamento di Napoli” (da T. Colletta, TAV.IV, da Napoli città portuale…, 2006)

Napoli. La fascia marittima tra il Carmine e Castelnuovo “la città bassa” e la cinta muraria aragonese (in verde) e vicereale in rosso e blu sulla base della pianta al 2000 del Risanamento di Napoli del 1899, demolita totalmente con i lavori del “Risanamento di Napoli” (da T. Colletta, TAV.IV, da Napoli città portuale…, 2006)


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

Al principio del XX secolo si è riguardato il porto come un possibile volano per un nuovo rapporto con la città storica e la sua economia generale.

Le nuove installazioni esigevano servizi più moderni e strutture efficienti Il porto storico però non era sufficientemente organizzato.

Le trasformazioni del porto sono state infatti l’obiettivo più importante negli anni ‘20 nell’obiettivo di realizzare un ruolo internazionale per la città portuale di Napoli.

Si cominciò ad avere grande attenzione al turismo e alle attività connesse con le nuove conquiste in Africa ed ai nuovi contesti degli scambi commerciali.

Si voleva che Napoli diventasse il più grande porto del Mediterraneo Un ponte tra l’Italia e i domini dell’Africa.

Napoli città portuale. Le navi dell’emigrazione dal porto  (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale. Le navi dell'emigrazione dal porto (da T. Colletta, 2012).


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

La realizzazione negli anni ‘30 di una nuova stazione marittima per i viaggiatori, avvenne sull’area di risulta dalla demolizione dell’antica Lanterna del molo, caratteristica emergente del fronte a mare storico della città portuale partenopea fin dal periodo aragonese, come è evidente in tutta la ricca cartografia storica di Napoli.

L’operazione di trasformazione del fronte a mare storico consentì una grande apertura libera per l’arrivo dei passeggeri innanzi alla rinnovata piazza Municipio. (da T. Colletta, 2006)

Questo intervento urbano di trasformazione ebbe i risultati sperati di un aumento considerevole di volume dei traffici marittimi, commerciali e turistici.

Napoli città portuale. La nuova stazione marittima dell’arch. Bozzoni del 1937 (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale. La nuova stazione marittima dell'arch. Bozzoni del 1937 (da T. Colletta, 2012).


Napoli città portuale ed il rapporto con il porto

Napoli città portuale. La centralità del porto nel piano regolatore del 1972

Napoli città portuale. La centralità del porto nel piano regolatore del 1972


La città portuale di Napoli ed il rapporto porto-città

Le scelte recenti dell’amministrazione municipale come dell’Autorità portuale mirano ad una costante restituzione dell’antico rapporto tra la città e il mare, anche e principalmente di visibilità.

Così la variante al piano regolatore generale approvata al principio del XXI secolo rappresenta la sintesi a conclusione di un processo iniziato negli anni 1970.

L’obiettivo è quello di definire delle strategie di gestione della città capaci di prefigurare delle modalità d’uso della città più consono ad una città portuale di lunga tradizione. Azioni coerenti nella linea e nella volontà di recuperare per la città un nuovo ruolo a carattere nazionale e internazionale.

Napoli città portuale. Il fronte a mare e la stazione marittima (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale. Il fronte a mare e la stazione marittima (da T. Colletta, 2012).


Napoli città portuale il piano regolatore vigente

Napoli  città portuale.  La variante al  piano regolatore vigente  del 1972 (1985), in rosso la nuova mobilità urbana, in turchese il lungo fronte dell’area del porto  (da sito web del Comune di Napoli)

Napoli città portuale. La variante al piano regolatore vigente del 1972 (1985), in rosso la nuova mobilità urbana, in turchese il lungo fronte dell'area del porto (da sito web del Comune di Napoli)


Napoli città portuale, l’identificazione del porto attuale soggetto all’Autorità portuale

Napoli  città portuale e il porto attuale secondo la pianta  con le differenti aree specializzate dall’Autorità portuale nel 2012  (da sito web dell’Autorità portuale di Napoli)

Napoli città portuale e il porto attuale secondo la pianta con le differenti aree specializzate dall'Autorità portuale nel 2012 (da sito web dell'Autorità portuale di Napoli)


La città portuale di Napoli ed il rapporto città porto

Il Piano regolatore e la « Variante » affrontano il tema della rifunzionalizzazione dell’area portuale e l’abbattimento della barriera fisica con l’apertura di piazza Municipio secondo il nuovo progetto dell’arch Alvaro Siza degli anni 2000 in relazione alla Stazione Municipio della linea 1 della Metropolitana di Napoli e alle scoperte ivi condotte dalla Soprintendenza Archelogica.

Il grande intervento urbanistico di riqualificazione urbana della piazza, oggi in attuazione, è inserito nel piano di gestione del 2011, essendo questo il cuore storico della città portuale di Napoli. L’obiettivo è  infatti una più completa riqualificazione di tutta la città storica patrimonio dell’umanità dotandola di nuove infrastrutture, piazze innovate e nuovi collegamti con il porto.

Il nodo di piazza Municipio che si va realizzando sarà un sicuro punto nevralgico della riqualificazione del fronte a mare storico di Napoli unitamente all’importante azione d’integrazione del sistema della mobilità urbana al quale bisogna guardare come punto di partenza e di forte interesse nella ricucitura tra la città storica e il mare.

Napoli città portuale in una veduta aerea che mostra l’area del porto e la nuova via Marina (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale in una veduta aerea che mostra l'area del porto e la nuova via Marina (da T. Colletta, 2012).


La città portuale di Napoli ed il rapporto città porto

Il progetto elaborato dall’arch Alvaro Siza negli anni 2005-2008, oggi in esecuzione, è un progetto puntuale di riqualificazione urbana che comincia dal punto nevralgico di connessione tra piazza Municipio ed il molo Beverello e cerca di ristabilire quel rapporto con la storia urbana di Napoli portuale e del rapporto fondamentale tra la città storica ed il suo porto, mettendo in luce le scoperte archeologiche relative al porto romano e la cittadella muraria tardo quattrocentesca.

La rifunzionalizzazione dell’area portuale e la riqualificazione del fronte a mare storico di Napoli ha con questo progetto una effettiva possibilità di sviluppo e riabilitazione della identità e qualità ambientale e paesaggistica dell’intera  città portuale partenopea.

Napoli città portuale in una veduta aerea che mostra l’area del porto e la nuova via Marina (da T. Colletta, 2012).

Napoli città portuale in una veduta aerea che mostra l'area del porto e la nuova via Marina (da T. Colletta, 2012).


Napoli città portuale ed il rapporto con il porto

Napoli città portuale. Il progetto della nuova stazione ”Municipio” della Linea 1 della Metropolitana con accesso dal fossato del Castelnuovo ed il rapporto con il fronte mare. (da T. Colletta, 2010).

Napoli città portuale. Il progetto della nuova stazione ”Municipio” della Linea 1 della Metropolitana con accesso dal fossato del Castelnuovo ed il rapporto con il fronte mare. (da T. Colletta, 2010).


Napoli città portuale ed il rapporto con il porto

Napoli città portuale. Il progetto della nuova stazione ”Municipio” della Linea 1 della Metropolitana ed il rapporto con il fronte mare nel progetto dell’arch. Alvaro Siza (da T. Colletta, 2010).

Napoli città portuale. Il progetto della nuova stazione ”Municipio” della Linea 1 della Metropolitana ed il rapporto con il fronte mare nel progetto dell'arch. Alvaro Siza (da T. Colletta, 2010).


Napoli città portuale l’area metropolitana

Napoli. La città portuale e l’area metropolitana in una foto aerea che mostra il lungo fronte a mare di più di 15 chilometri (da sito web del Comune di Napoli)

Napoli. La città portuale e l'area metropolitana in una foto aerea che mostra il lungo fronte a mare di più di 15 chilometri (da sito web del Comune di Napoli)


Le lezioni del Corso

1. La storia dell’urbanistica contemporanea. Una storia specialistica

2. La conservazione integrata ed il suo ruolo nella pianificazione urbanistica delle città storiche

3. Città storiche e turismo culturale

4. Città storiche e Turismo Culturale. L’uso distorto del turismo nelle città storiche

5. Città storiche e Conoscenza urbana. L’innovazione tecnologica del sapere urbano e l’informazione-diffusione. Le possibili applicazioni - Prima Parte

6. Città storiche e conoscenza urbana. L’innovazione tecnologica per la diffusione della conoscenza urbana. Le possibili applicazioni. I musei della città - Seconda Parte

7. Politiche urbane per le città storiche italiane inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. I piani di gestione e la Legge del 2006. Il caso di Siracusa

8. La costruzione della città portuale e il rapporto storico porto-città. Due esempi a confronto: Genova e Napoli

9. La città portuale di Napoli. Il rapporto porto-città. Napoli Città patrimonio dell'umanità (1995) e il piano di gestione (2011)

10. Marsiglia città portuale. Il rapporto della città storica ed il suo porto. La rigenerazione urbana e la riqualificazione del porto vecchio

11. Il piano di conservazione integrata e di sviluppo turistico sostenibile. Il caso della città portuale di Nafplio in Grecia

12. Barcellona città portuale. Il rapporto della città storica ed il suo porto. La rinascita della città e la riqualificazione del porto vecchio

13. Città portuali e Arsenali marittimi. La riqualificazione degli antichi Arsenali a Musei della città e delle antiche tradizioni di mare

14. Valencia città portuale ed il rapporto con il porto del Grau. La rigenerazione urbana per l'evento della Coppa America del 2004 e proseguita fino al 2013 e ancora in progress

15. La riqualificazione urbana dei centri storici tramite il rinnovo del sistema di mobilità cittadina. Il caso della Metropolitana di Napoli

I materiali di supporto della lezione

T. Colletta, Napoli città portuale e mercantile. La città bassa il porto e il mercato dall’VIII al XVIII secolo, Kappa edizioni, Roma 2006.

T. Colletta (a cura di ), Tra Storia e recupero. Le città portuali dell'Impero Spagnolo nell'età di Filippo II. L'età del confronto e la riqualificazione dei loro fronte a mare storici, “Storia dell’Urbanistica /Campania”, n. IX, 2009, pp. 1- 112.

T. Colletta ( a cura di ), Città portuali del Mediterraneo.I luoghi dello scambio commerciale e le colonie di mercanti stranieri tra Medioevo ed Età Moderna, Franco Angeli, Roma-Milano 2012.

Il Piano di Gestione di Napoli del 2011 è possibile consultarlo nella sua interezza con i relativi Allegati sul sito web del Comune di Napoli alla voce “centro storico-piano di gestione”.

Testo di riferimento:

T. Colletta, Multilayered Mediterranean towns and historical cultural landscape, in T. Colletta (editor), The role of integrated conservation of cultural heritage, for a creative,resilient and sustainable city, Franco Angeli, Roma-Milano 2013, pp. 35-56.

  • Contenuti protetti da Creative Commons
  • Feed RSS
  • Condividi su FriendFeed
  • Condividi su Facebook
  • Segnala su Twitter
  • Condividi su LinkedIn
Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

Fatal error: Call to undefined function federicaDebug() in /usr/local/apache/htdocs/html/footer.php on line 93