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Teresa Colletta » 3.Città storiche e turismo culturale


Città storiche e Turismo culturale

Le nuove tipologie di “turismo ad interesse speciale” si sono rivelate negli anni 80 e 90 un fenomeno sociale rilevante e complesso e in pieno sviluppo per il XXI secolo, legate alle profonde trasformazioni e ai cambiamenti sociali avvenuti in tutto il mondo.

Luoghi privilegiati del movimento del turismo culturale sono le città, quali luoghi di concentrazione dell’esperienza storica, delle memorie del passato, principali espressioni dell’arte di organizzare lo spazio urbano.
Le città per l’unicità di luogo straordinario e fortemente caratterizzato e per la peculiarità degli ambienti antichi di ciascuna di esse e con la loro forte rappresentatività sono una grande risorsa a disposizione e attirano i visitatori anche per la forte attrattiva dovuta alla poliedrica molteplicità di significati che risiede nella loro complessa stratificazione e lunga tradizione.

Città storiche e turismo culturale

Il turismo culturale urbano si rivela, specialmente in Italia, un affare, in quanto fonte importantissima di reddito per il nostro Paese, ove i Beni culturali, ossia tutto il nostro patrimonio storico-artistico e ambientale si concentra nelle città, e queste giocano un ruolo indubbiamente di primo ordine per il movimento turistico. Il patrimonio storico artistico e le città storiche costituiscono difatti la ragione stessa di questo turismo, come viaggio culturalmente determinato, anzi ne rappresentano l’irrinunciabile motivazione e ne presuppongono la fruizione.
Per l’Italia benché sia difficile una valutazione quantitativa esatta, la motivazione culturale si attesta attorno al 20% della domanda turistica complessiva. Il turismo d’arte da solo rappresenta un terzo delle presenze alberghiere, garantisce oltre il 20% del totale delle entrate turistiche in Italia. Ben 55 milioni di turisti arrivano in Italia nel nome dell’arte e della cultura. (T.C.I., 1999)

Per maggiori approfondimenti consulta il sito del Touring Club Italiano.

Città storiche e turismo culturale

Le città storiche da semplici testimonianze avente una funzione pedagogica ed estetica per storici, architetti, archeologi, il patrimonio urbano delle nostre città si viene trasformando, anche in Italia, in oggetto economico, in bene di consumo.

Il turismo culturale urbano si rivela, non solamente in Italia, ma in campo mondiale un affare, in quanto fonte importantissima di reddito. I più rilevanti Beni culturali e valori del nostro patrimonio storico-artistico e ambientale si concentra infatti nelle città storiche.

Ne consegue che le città storiche , le così dette “città d’arte” giocano un ruolo indubbiamente di primo ordine per il movimento turistico in generale e particolarmente per quello culturale.
Il patrimonio storico artistico e le città storiche costituiscono difatti la ragione stessa di questo turismo, come viaggio culturalmente determinato, anzi ne rappresentano l’irrinunciabile motivazione e ne presuppongono la fruizione.

Il turismo rivolto al patrimonio culturale dovrebbe caratterizzarsi per un movimento di persone, basato sulla fruizione ed il coinvolgimento nell’esperienza artistica, mentre si riduce alla sola “visita” dei beni monumentali, siano essi artistici, architettonici ed archeologici o naturalistici. I modi della visita, pur essendo condizionati da tali risorse non pongono alcuna attenzione e cura in primis alla conoscenza di questi, né alla loro salvaguardia, nella misconoscenza della cultura dei luoghi storici e della loro rilevanza di unicum, determinandone con la congestione e il sovraffollamento spesso il costante degrado.

Il patrimonio di beni e i benefici economici

La tendenza, verificatasi dagli anni ‘80 che associa il patrimonio di beni a dei benefici economici, che questi sono in grado, sia pure potenzialmente, di produrre, ha dato luogo ad importanti progetti di restauro di beni monumentali e sono state intraprese grandi iniziative: è l’inizio delle “valorizzazioni” dei monumenti e della “rivitalizzazione” delle città storiche.

Contemporaneamente si moltiplicano anche le iniziative degli Enti locali in questo campo, con la promozione del patrimonio urbano e il tema del “Turismo urbano e Patrimonio” riscuote sempre maggiore successo di pubblico, in Italia ed in Europa.

Il pericolo, ovviamente, è che il marketing urbano sia solo un mezzo per attrarre ricchezza attraverso il turismo e non si realizzi quella forma di iterazione tra turismo e patrimonio urbano, nel reciproco riconoscimento dei valori e di fruizione dell’identità culturale dei luoghi, che è stata promossa a livello internazionale fin dal 1987 con la salvaguardia globale delle città storiche (Carta ICOMOS, per la Salvaguardia delle città storiche, Washington, 1987) e che nell’ottobre del 1999 è stato confermato con l’approvazione della “Carta del Turismo Culturale”, da parte del Comitato Scientifico Internazionale dell’ICOMOS.

Tra le attività di progetto nel campo della conservazione attiva oggi si promuovono seri progetti/programmi per una corretta promozione delle nostre città e del nostro patrimonio, al pari di altri paesi europei ove il turismo culturale è oggetto di piani fondati su criteri adeguati. Questo promuove una interazione dinamica tra patrimonio culturale e turismo e questa interazione può essere riguardata come una forza positiva, dal punto di vista economico, sociale, culturale, educativo e scientifico, ecologico ed estetico, ma va regolamentata la frequentazione turistica, con un’attiva cooperazione delle diverse parti interessate, affinché vi sia una collaborazione tra le scienze turistiche per preservare l’integrità culturale dei siti di rilevante interesse monumentale, affinché questa non comporti la degradazione degli spazi, ma anche dei modi di vita delle comunità locali.

Conservazione urbana e turismo culturale

I concetti della conservazione integrata e il turismo culturale, pongono oggi grande attenzione alla realizzazione di una conservazione attiva, fondata in primo luogo sulla conoscenza e l’utilizzazione del patrimonio di beni da parte di un pubblico sempre più vasto.Le nuove tipologie di “turismo ad interesse speciale” si sono rivelate negli anni 80 e 90 un fenomeno sociale rilevante e complesso e in pieno sviluppo per il XXI secolo, legate alle profonde trasformazioni e ai cambiamenti sociali avvenuti in tutto il mondo.
Luoghi privilegiati del movimento del turismo culturale sono le città, quali luoghi di concentrazione dell’esperienza storica, delle memorie del passato, principali espressioni dell’arte di organizzare lo spazio urbano.

Le città per l’unicità di luogo straordinario e fortemente caratterizzato e per la peculiarità degli ambienti antichi di ciascuna di esse e con la loro forte rappresentatività sono una grande risorsa a disposizione e attirano i visitatori anche per la forte attrattiva dovuta alla poliedrica molteplicità di significati che risiede nella loro complessa stratificazione e lunga tradizione.

Copertina e Quarta di copertina del volume su “Città storiche e Turismo culturale” da me curato

Copertina e Quarta di copertina del volume su “Città storiche e Turismo culturale” da me curato


Conservazione urbana e turismo culturale

Copertina e Quarta di copertina del volume su “Città storiche e Turismo culturale” da me curato

Copertina e Quarta di copertina del volume su “Città storiche e Turismo culturale” da me curato


Turismo urbano e Patrimonio

L’inizio delle “valorizzazioni” dei monumenti e della “rivitalizzazione” delle città storiche comincia dagli anni ‘80 con l’assunzione del patrimonio di beni come produttore di benefici economici, che è in grado, sia pure potenzialmente, di produrre. Questa tendenza ha dato luogo ad importanti progetti di restauro di beni monumentali e sono state intraprese grandi iniziative di riuso e rivitalizzazione di città storiche ,specialmente in Europa.
Contemporaneamente si sono moltiplicate anche le iniziative degli Enti locali in questo campo, con la promozione del patrimonio urbano e il tema del “Turismo urbano e Patrimonio” riscuote sempre maggiore successo di pubblico, in Italia ed in Europa.

Il pericolo, ovviamente, è che il marketing urbano sia solo un mezzo per attrarre ricchezza attraverso il turismo e non si realizzi quella forma di iterazione tra turismo e patrimonio urbano, nel reciproco riconoscimento dei valori e di fruizione dell’identità culturale dei luoghi, che è stata promossa a livello internazionale fin dal 1987 con la salvaguardia globale delle città storiche (Carta ICOMOS, per la Salvaguardia delle città storiche, Washington, 1987) e che nell’ottobre del 1999 è stato confermato con l’approvazione della “Carta del Turismo Culturale”, da parte del Comitato Scientifico Internazionale dell’ICOMOS e nel 2011 dai “Principi di Valletta” sulla salvaguardia delle città ed aree storiche, di cui si è parlato nella Lezione 2.

Turismo urbano e Patrimonio

Tra le attività di progetto nel campo della conservazione integrata attiva oggi si promuovono seri progetti/programmi per una corretta promozione delle nostre città e del nostro patrimonio, al pari di altri paesi europei ove il turismo culturale è oggetto di piani fondati su criteri adeguati. Questo promuove una interazione dinamica tra patrimonio culturale e turismo e questa interazione può essere riguardata come una forza positiva, dal punto di vista economico, sociale, culturale, educativo e scientifico, ecologico ed estetico, ma va regolamentata la frequentazione turistica, con un’attiva cooperazione delle diverse parti interessate, affinché vi sia una collaborazione tra le scienze turistiche per preservare l’integrità culturale dei siti di rilevante interesse monumentale, affinché questa non comporti la degradazione degli spazi, ma anche dei modi di vita delle comunità locali.

Patrimonio culturale e turismo urbano: necessità di interazione

Unitamente alla diffusa e condivisa concezione del turismo come attività produttiva in grado di generare flussi economici, bisogna dunque ragionare nei termini di conciliare sviluppo turistico e corretta fruizione delle città e dei beni architettonici e ambientali, affinché si attui una adeguata salvaguardia. Sono proprio questi beni che costituiscono infatti le principali risorse dello sviluppo turistico.

Focalizzare l’attenzione sugli aspetti ambientali e sociali dello sviluppo turistico sostenibile significa di ragionare in termini di fattibilità economica dello stesso, poiché le tre dimensioni sono fortemente interrelate.
La fattibilità economica di un programma di sviluppo turistico va intesa, quindi, nel senso di una corretta tutela e gestione della risorsa “bene culturale”, trovando in ciò riscontro nei principi della conservazione integrata del patrimonio culturale.
Gli aspetti economici, sociali ed ecologici in una visione a lungo termine sono oggi quelli che insieme caratterizzano l’idea di sostenibilità e sono proprio queste tre dimensioni del termine che ritroviamo nella “Carta del Turismo durevole” (Lanzarote, 1995, punto 1).

Patrimonio culturale e turismo urbano: necessità di interazione

Il turismo sostenibile, sia esso culturale o non, deve perciò partecipare alla produzione della cultura.
In questo senso i due aspetti economico e sociale sono fortemente interrelati, poiché la vocazione turistica del patrimonio storico-artistico favorisce da un punto di vista economico la sua conservazione e ciò può innescare un processo di crescita culturale della popolazione proprio in quelle aree ricche di beni artistici, storici, architettonici ma degradate o obsolete e porre in atto una nuova occasione di occupazione.
Una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e dei visitatori nei riguardi del patrimonio culturale contribuisce ad un “uso” corretto degli stessi beni che lo costituiscono ed in tal senso il turismo culturale diviene sostenibile in quanto usa la risorsa “bene culturale” in modo tale da non esaurirla, cioè distruggerla, anzi ne propone non soltanto una tutela dell’esistente ma è di stimolo ad una nuova fruizione ed in tal senso ne produce una corretta valorizzazione e nuova cultura.

Città storiche e Turismo sostenibile

La nozione di sostenibilità, da quando nel 1987 comparve per la prima volta in un documento ufficiale, ha avuto interpretazioni diverse a seconda del punto di vista dal quale veniva considerata: ambientale, economico o sociale. Nella letteratura sull’argomento in lingua francese il termine sostenibile è spesso sostituito o affiancato dall’aggettivo durevole, che non soltanto implica sostenibilità ma richiama alla mente un orizzonte temporale più ampio.
Gli aspetti economici, sociali ed ecologici in una visione a lungo termine sono oggi quelli che insieme caratterizzano l’idea di sostenibilità e sono proprio queste tre dimensioni del termine che ritroviamo nella Carta del Turismo durevole (Lanzarote, 1995), che recita al punto 1:
“Lo sviluppo turistico deve basarsi su dei criteri di durabilità: deve essere sostenibile a lungo termine sul piano ecologico, fattibile sul piano economico ed equo sul piano etico e sociale per le popolazioni locali”.

Consulta la Carta per un Turismo Sostenibile. Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile, Lanzarote, 27/28 aprile 1995.

Città storiche e Turismo sostenibile

Nel caso specifico del turismo culturale urbano, gli effetti negativi sul piano ecologico sono dovuti principalmente alla congestione, ovvero ad un flusso turistico che oltrepassa il limite funzionale delle aree sede del patrimonio storico-artistico. Anche il modello di consumo turistico ha, però, dei seri riflessi sull’ambiente. Uno sviluppo turistico che non si adegua alla cultura ed agli usi del luogo, maturati lentamente nel corso dei secoli in relazione al clima e ad altri fattori geografici nonché storici, ma cerca di imporre ovunque un comportamento standardizzato e omologato ai livelli più bassi della scala dei valori, non è certamente sostenibile poiché rappresenta una minaccia per l’equilibrio ambientale locale.

D’altra parte, le tradizioni del luogo fanno parte integrante del patrimonio culturale e sempre più “i turisti, indipendentemente dal loro livello d’istruzione e di conoscenza della destinazione, hanno un’aspettativa comune, allo stesso tempo forte e confusa e che dà senso allo spostamento: la scoperta della identità del territorio. L’identità territoriale è un composto singolare di arte, storia, di patrimonio, di personaggi reali e mitici, di savoir-faire, di scienza e tecnica sviluppati in quel luogo. Comporta una doppia dimensione per il visitatore: l’identità dell’altro, …, ma anche identità di se stesso, delle sue radici, … e che la scoperta dell’altro aiuta a rivelare.” (C. Origet du Cluzeau, 1998)

Il Turismo di massa e la perdita del genius loci e dell’identità delle città

La distruzione del patrimonio culturale immateriale o comunque del genius loci, attraverso un turismo di massa interessato più ai luoghi di ristoro e ai souvenir, o tutt’al più ad un finto folklore, che al valore culturale dei beni offertigli, rischia nel lungo periodo di causare il degrado dell’area, essendo anche causa potenziale di allontanamento dal centro antico di attività culturali presenti in essa, e l’esaurimento della stessa risorsa “bene culturale”.

Focalizzare l’attenzione sugli aspetti ambientali e sociali dello sviluppo turistico sostenibile non significa, però, trascurare la fattibilità economica dello stesso, poiché le tre dimensioni sono fortemente interrelate. La fattibilità economica di un programma di sviluppo turistico va intesa, quindi, nel senso di una corretta tutela e gestione della risorsa “bene culturale”, trovando in ciò riscontro nei Principi della conservazione integrata del patrimonio culturale.

La perdita dell’identità e del genius loci è certamente uno dei maggiori rischi che corrono le nostre città storiche. Alla quale perdita si somma la gentrificazione, ossia la perdita delle attività tradizionali con prodotti ad uso e consumo dei soli turisti ed ad un uso monofunzionale di “loisir” e non più per la vita quotidiana dei suoi abitanti.
Questa situazione riduce le città storiche ad “un prodotto di consumo per le masse turistiche”.

Come enunciano nel 2011 i “Principi di Valletta” al punto 2:
“2 . The essence of identity can be found in the relationship between space and community. City and its spaces are constituted both by buildings and people who live there everyday”(See: Valletta Principles, II.C.” Change in use and social environment)

Firenze,  Piazza Santa Maria Novella ed il rispetto dell’identità sacra del luogo innanzi la fabbrica religiosa (foto dell’a, 2013)

Firenze, Piazza Santa Maria Novella ed il rispetto dell’identità sacra del luogo innanzi la fabbrica religiosa (foto dell’a, 2013)


Il rischio del turismo di massa nelle città storiche

Il turismo rivolto al patrimonio culturale dovrebbe caratterizzarsi per un movimento di persone, basato sulla fruizione ed il coinvolgimento nell’esperienza artistica, mentre si riduce alla sola “visita” dei beni monumentali, siano essi artistici, architettonici ed archeologici o naturalistici.

I modi della visita, pur essendo condizionati da tali risorse non pongono alcuna attenzione e cura in primis alla conoscenza di questi, né alla loro salvaguardia, nella misconoscenza della cultura dei luoghi storici e della loro rilevanza di unicum, determinandone con la congestione e il sovraffollamento spesso il costante degrado.

Il rischio del Turismo di massa nelle città storiche può generare la perdita dell’identità di quel luogo nell’impossibilità della sua comprensione come spazio urbano progettato in un dato momento storico con i suoi aspetti peculiari monumentali e ambientali.

Capri (NA). La famosa Piazzetta e l’affollamento del turismo di massa nelle ore di punta dei visitatori giornalieri ( da T. Colletta, Il valore urbano, 2005)

Capri (NA). La famosa Piazzetta e l’affollamento del turismo di massa nelle ore di punta dei visitatori giornalieri ( da T. Colletta, Il valore urbano, 2005)


La Gestione corretta delle risorse “beni culturali “ e città storiche per un turismo sostenibile

La fattibilità economica di un programma di sviluppo turistico va intesa, quindi, nel senso di una corretta tutela e gestione della risorsa “bene culturale”, trovando in ciò riscontro nei principi della conservazione integrata del patrimonio culturale.
E’ vero che spesso l’analisi finanziaria o anche economica di un progetto riguardante il patrimonio culturale evidenzia un tasso di rendimento interno dell’investimento nullo, o in alcuni casi negativo; che la stima dell’indotto è difficile e dovrebbe tener conto anche di risultati qualitativi o culturali; non per questo si può concludere che questo tipo di investimenti non può essere produttivo.
Il luogo comune, come ci ricorda Mossetto (1992), che “il patrimonio artistico non essendo ‘moralmente’ appropriabile da alcuno non può produrre reddito” deve essere sfatato in quanto “Esso in realtà può produrre reddito. Anzi, deve, poiché altrimenti se ne compromette la manutenibilità nel tempo. E’ la prelevabilità di tale reddito dai suoi consumatori che è messa in discussione dalla ‘pubblicità’ del patrimonio, non la sua producibilità.”

La Gestione corretta delle risorse “beni culturali “ e città storiche per un turismo sostenibile

Ciò significa, che l’investimento deve tendere a produrre redditi che reinvestiti siano in grado di assicurare la conservazione del capitale culturale e sia allo steso tempo capace di incrementare i capitali culturale, sociale ed umano, ovvero di produrre cultura e arte, di consolidare o reinventare rapporti civili e sociali, di sviluppare conoscenza (L. Fusco Girard, 1997), al fine di realizzare un modello di città d’arte “cultura-dipendente” ma di tipo “benefico” (G. Mossetto, 1992), in cui Il turismo sostenibile, sia esso culturale o non, deve perciò partecipare alla produzione della cultura.
In questo senso i due aspetti economico e sociale sono fortemente interrelati, poiché la vocazione turistica del patrimonio storico-artistico favorisce da un punto di vista economico della sua conservazione e ciò può innescare un processo di crescita culturale della popolazione proprio in quelle aree ricche di beni artistici, storici, architettonici ma degradate o obsolete. Inoltre, come in un circolo virtuoso, una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e dei visitatori nei riguardi del patrimonio culturale contribuisce ad un “uso” corretto degli stessi beni che lo costituiscono.
(da T. Colletta, F. Ferretti, Città storiche tra turismo culturale e turismo sostenibile, In Convegno internazionale Anacapri, “Sviluppo economico e sostenibilità:Il Turismo ambientale e Culturale, Occasione di nuova occupazione”, 2-5 novembre 2000 )

La Gestione corretta delle risorse “beni culturali “ e città storiche per un turismo sostenibile

Un turismo sostenibile, quindi, è un turismo che usa la risorsa “bene culturale” in modo tale da non esaurirla, cioè distruggerla, e quindi non soltanto tutela il patrimonio culturale esistente, ma si rivela uno stimolo alla produzione di cultura e di nuovi beni culturali.

In questo senso i due aspetti economico e sociale sono fortemente interrelati, poiché la vocazione turistica del patrimonio storico-artistico favorisce da un punto di vista economico della sua conservazione e ciò può innescare un processo di crescita culturale della popolazione proprio in quelle aree ricche di beni artistici, storici, architettonici ma degradate o obsolete. Inoltre, come in un circolo virtuoso, una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e dei visitatori nei riguardi del patrimonio culturale contribuisce ad un “uso” corretto degli stessi beni che lo costituiscono.

(da T. Colletta, F. Ferretti, Città storiche tra turismo culturale e turismo sostenibile, In Convegno internazionale Anacapri, “Sviluppo economico e sostenibilità: il Turismo Ambientale e Culturale, Occasione di nuova occupazione”, 2-5 novembre 2000 )

Firenze. Piazza Santissima Annunziata. L’importanza della pedonalizzazione delle piazze storiche italiane per un turismo di cultura (foto dell’a. 2013)

Firenze. Piazza Santissima Annunziata. L’importanza della pedonalizzazione delle piazze storiche italiane per un turismo di cultura (foto dell’a. 2013)


I “Principi di Valletta” ed il Turismo culturale

The management of the changewhich otherwise could have positive impacts.
The whole Valletta document stresses the twofold role that some phenomena, such as tourism, can play.The latter is positive, on the one hand, because it promotes economic development and keeps a historic city alive, on the other hand it can become a devastating event in causing the loss of identity and depriving the historic cities of meanings transforming them into mere attractions.
The needs of a tourist market can be actually incompatible with those of people living permanently in the historic cities and, generally, ungoverned economic development can have as a result the disappearance of traditional economic activities and the increase in land revenues, which underlie the processes of gentrification.

That is the reason why the Valletta Principles point out that tourist activity should be based on the respect for local cultures and traditional activities, and the tourism impact should be assessed and governed within the management plans. An excessive tourist fl ow can be dangerous for the safeguarding of historic areas.

The impact of the growth of the industry of Tourism he increase in Tourism and the necessity to actualize the specific rules and limits for the interventions in the historical towns for tourist purposes. The ICOMOS Charter on Cultural Tourism (1999) is not specific enough in the case of the urban tourism and the “risk” of towns to be used as a cultural attraction or as a basis for “big events”

I “Principi di Valletta” ed il Turismo culturale

I Principi di Valletta”, di cui si è riferito nella Lezione n.2, sono specifici a proposito del turismo culturale nelle città storiche.

Per la prima volta in una Carta ICOMOS del 2011 si hanno precise considerazioni a riguardo della fondamentale relazione che esiste a tutt’oggi in ogni Paese a riguardo delle città storiche e della problematica riguardante il turismo culturale.In special modo i principi sono rilevanti per la tutela dei siti UNESCO inseriti nella W.H.L. I Principi relativi a questo tema del turismo culturale sono introdotti per la prima volta in unaCarta internazionale che riguarda la tutela e la conservazione delle aree storiche dei centri urbani. Il Turismo culturale, insieme ai valori intangibili , all’identità storica e allo spirito del luogo sono i nuovi concetti che sono inseriti nei “Principi” della conservazione urbana del 2011. Unitamente alle questione della mobilità nelle città storiche e alla problematica delle nuove architetture sono tutti specifici capitoli delle proposte e strategie dei “principi” di Valletta (per il testo completo dei “Principi di Valletta” vedi il sito ICOMOS alla voce “Carte Internazionali”).

The “Valletta principles” proposal and strategies (capitolo quarto). Per la loro rilevanza riteniamo utili riportare integralmente la voce riguardante il Turismo culturale:
“4 g. TOURISM
Tourism can play a positive role in the development and revitalisation of historic towns and urban areas.The development of tourism in historic towns should be based on the enhancement of monuments and open spaces; on respect and support for local community identity and its culture and traditional activities; and on the safeguarding of regional and environmental character.
Tourism activity must respect and not interfere with the daily life of residents. Too great an influx of tourists is a danger for the preservation of monuments and historic areas. Conservation and management plans must take into account the expected impact of tourism, and regulate the process, for the benefit of the heritage and of local residents.”

I “Principi di Valletta” ed il Turismo culturale

Dai “Principi di Valletta”:
“Conserving a historic town requires efforts to maintain traditional practices and to protect the indigenous population. It is also important to control the gentrification process arising from rent increases and the deterioration of the town or area’s housing and public space.

Retention of the traditional cultural and economic diversity of each place is essential, especially when it is characteristic of the place.

Historic towns and urban areas run the risk of becoming a consumer product for mass tourism, which may result in the loss of their authenticity and heritage value”.

Corfù (Grecia). Il mercato innanzi alla chiesa di San Giacomo nel cuore della città storica, patrimonio dell’umanità, nella WHL dal 2005 (foto dell’a. 2004)

Corfù (Grecia). Il mercato innanzi alla chiesa di San Giacomo nel cuore della città storica, patrimonio dell’umanità, nella WHL dal 2005 (foto dell’a. 2004)


La ricerca sulle città storiche e la valorizzazione turistica

Di conseguenza a quanto prima enunciato sui Principi di salvaguardia più attuali la ricerca sulle città storiche mette in atto nuove riflessioni e pone con attenzione la storia delle città nel periodo contemporaneo e sull’attuale dibattito in merito alla rigenerazione e rivitalizzazione che da più parti si vengono proponendo con progetti di pianificazione urbana e di recupero e valorizzazione delle antiche strutture ed aree storiche.

Maggiormente si rileva la necessità di studi approfonditi dei diversi contesti urbani in cui si vuole intervenire e delle diversità del patrimonio urbano in ogni parte del mondo.
Non può non tenersi presente che ogni città è uno specifico caso.
e che è molto difficile di proporre una tipologia unica per le città storiche, ma può riscontrarsi solamente che esistono caratteristiche comuni prodotte da comuni influenze : climatiche, culturali, religiose e di tradizioni umane e storiche etc..

E’ ciò il caso che vogliamo analizzare nel Corso: le città portuali e la valorizzazione turistica dei fronte a mare storici che in questi ultimi anni hanno trasformato totalmente molte città mediterranee.

Copertina del volume di T. Colletta su “Napoli città portuale e mercantile

Copertina del volume di T. Colletta su “Napoli città portuale e mercantile


La conservazione del genius loci e delle attività tradizionali dei luoghi urbani

A riguardo della valorizzazione delle città storiche a fini turistici è fortemente necessario la conservazione del “genius loci” o spirito del luogo nei progetti di rinnovo Urbano per non intercorrere in un totale snaturamento delle identità dei luoghi storici.
A questo riguardo è importante sottolineare che si devono inserire nella conservazione dei siti storici anche tutte le tradizioni civili e religiose e tutte le attività storiche tradizionali.
Per queste ultime anzi si devono proporre nuove incentivazioni e recuperi perchè sono strettamente legate alle popolazioni che le abitano e le vivono quotidianamente con i loro lavori artigianali e le loro attività non solo a fini turistici.

Il rinnovo dell’antico Borgo degli Orefici nella città bassa di Napoli vicino al mare e delle sue antiche tradizionali attività artigianali.

Il rinnovo dell’antico Borgo degli Orefici nella città bassa di Napoli vicino al mare e delle sue antiche tradizionali attività artigianali.


La conservazione del genius loci e delle attività tradizionali dei luoghi urbani

Una conservazione attiva e integrata deve fondare su tutti I complessi fenomeni presenti che sono il risultato di una complessa stratificazione dei valori culturali che si sono impressi anche in relazione all’ambiente naturale in cui le città storiche si sono formate. Fenomeni fisici e culturali, tangibili e intangibili parametri, che formano la particolare identità di molti luoghi storici anche nel cuore di città storiche consolidate.
E’da considerarsi una “buona pratica” il lavoro di recupero condotto nella rivalorizzazione dell’antico quartiere del Borgo Orefici a Napoli. Il quartiere è stato recuperato con la valorizzazione delle antiche attività della lavorazione dell’oreficeria e delle pietre dure , attive nel Borgo Orefici fin dal periodo medievale con gli Angioini e sopravissuto anche ai lavori del “Risanamento della città di Napoli” alla fine dell’Ottocento. Dimostrando così la forte resistenza ai cambiamenti urbanistici per il forte legame con la popolazione.

Il rinnovo dell’antico Borgo degli Orefici nella città bassa di Napoli vicino al mare e delle sue antiche tradizionali attività artigianali.

Il rinnovo dell’antico Borgo degli Orefici nella città bassa di Napoli vicino al mare e delle sue antiche tradizionali attività artigianali.


Il rinnovo urbano dell’antico Borgo Orefici a Napoli

Napoli. La piazza larga nel Borgo degli Orefici, oggi recuperato  ai cittadini con le antiche attività artigianali dell’Oreficeria dal Consorzio degli artigiani (foto dell’a. 2007)

Napoli. La piazza larga nel Borgo degli Orefici, oggi recuperato ai cittadini con le antiche attività artigianali dell’Oreficeria dal Consorzio degli artigiani (foto dell’a. 2007)


Il rinnovo urbano dell’antico Borgo Orefici a Napoli

Napoli. Il rinnovo urbano dei palazzi e la creazione di piazzette pedonali nell’antico centro commerciale di “Borgo Orefici” nei quartieri della città bassa vicino al mare  e delle sue attività tradizionali artigianali  fin dall’epoca medievale angioina: l’orificeria (foto dell’a. 2007)

Napoli. Il rinnovo urbano dei palazzi e la creazione di piazzette pedonali nell’antico centro commerciale di “Borgo Orefici” nei quartieri della città bassa vicino al mare e delle sue attività tradizionali artigianali fin dall’epoca medievale angioina: l’orificeria (foto dell’a. 2007)


La promozione dell’informazione culturale sulle città storiche

L’informazione difatti risulta l’unica reale possibilità di comunicazione tra gli operatori turistici e gli esperti del patrimonio per modificare i percorsi turistici e promuovere e diffondere la conoscenza della complessa stratificazione dei suoi antichi nuclei urbani e favorire una loro promozione adeguata “scientifica” nei circuiti turistici nazionali ed internazionali.

Questa tematica sarà trattata nella prossima Lezione.

Le lezioni del Corso

1. La storia dell’urbanistica contemporanea. Una storia specialistica

2. La conservazione integrata ed il suo ruolo nella pianificazione urbanistica delle città storiche

3. Città storiche e turismo culturale

4. Città storiche e Turismo Culturale. L’uso distorto del turismo nelle città storiche

5. Città storiche e Conoscenza urbana. L’innovazione tecnologica del sapere urbano e l’informazione-diffusione. Le possibili applicazioni - Prima Parte

6. Città storiche e conoscenza urbana. L’innovazione tecnologica per la diffusione della conoscenza urbana. Le possibili applicazioni. I musei della città - Seconda Parte

7. Politiche urbane per le città storiche italiane inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. I piani di gestione e la Legge del 2006. Il caso di Siracusa

8. La costruzione della città portuale e il rapporto storico porto-città. Due esempi a confronto: Genova e Napoli

9. La città portuale di Napoli. Il rapporto porto-città. Napoli Città patrimonio dell'umanità (1995) e il piano di gestione (2011)

10. Marsiglia città portuale. Il rapporto della città storica ed il suo porto. La rigenerazione urbana e la riqualificazione del porto vecchio

11. Il piano di conservazione integrata e di sviluppo turistico sostenibile. Il caso della città portuale di Nafplio in Grecia

12. Barcellona città portuale. Il rapporto della città storica ed il suo porto. La rinascita della città e la riqualificazione del porto vecchio

13. Città portuali e Arsenali marittimi. La riqualificazione degli antichi Arsenali a Musei della città e delle antiche tradizioni di mare

14. Valencia città portuale ed il rapporto con il porto del Grau. La rigenerazione urbana per l'evento della Coppa America del 2004 e proseguita fino al 2013 e ancora in progress

15. La riqualificazione urbana dei centri storici tramite il rinnovo del sistema di mobilità cittadina. Il caso della Metropolitana di Napoli

I materiali di supporto della lezione

Questa Lezione è una sintesi tratta dai miei lavori e ricerche ai quali rimando per ulteriori approfondimenti.

T. Colletta, F. Ferretti, Città storiche tra turismo culturale e turismo sostenibile, In Convegno Internazionale, Anacapri, "Sviluppo economico e sostenibilità: il Turismo ambientale e Culturale, Occasione di nuova occupazione", 2-5 novembre 2000), Napoli 2004

T. Colletta, Napoli città portuale e mercantile. La città bassa, il porto ed il mercato dall'VIII al XVII secolo, Kappa Edizioni, Roma 2006

Testi di riferimento:

T. Colletta, Città storiche e Turismo culturale. Città d’arte o città di cultura? Marketing urbano o turismo culturale?, in “Territori della cultura” rivista on line del CUEBEC, n.8, 2012, pp.76-84, veicolata insieme al “Quotidiano dell’Arte. Il giornale del Patrimonio culturale”, ove una sintesi del Convegno di Ravello.

T. Colletta, Città storiche e Turismo culturale. Città d’arte o città di cultura? Marketing urbano o turismo culturale?, Giannini, Napoli 2012

T. Colletta (a cura di), Città portuali del Mediterraneo. I luoghi del commercio e delle colonie dei mercanti stranieri, Roma Milano, Franco Angeli, 2012, pp.1-158.

T. Colletta (editor), The role of the integrated conservation of cultural heritage for a creative, resilient, and sustainable city, Franco Angeli, Roma-Milano 2013, pp. 1-150

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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