Si vuole introdurre in questa lezione il tema delle nuove politiche urbane nell’ambito del filone di ricerca sulle problematiche e le prospettive riguardanti la conservazione e la valorizzazione delle città sito-patrimonio dell’umanità ossia inserite nella World Heritage List: W.H.L promossa dall’UNESCO.
In particolare si vuole affrontare il tema della ” conservazione sostenibile” delle città storiche italiane tutelate dall’UNESCO. Tema che riveste particolare rilevanza nel panorama del dibattito culturale italiano ed europeo, perchè si inserisce in un panorama culturale e legislativo caratterizzato da importanti innovazioni nell’ambito delle politiche di conservazione, valorizzazione e gestione dei siti UNESCO.
Questa tematica ha assunto rinnovate indicazioni, in Italia, alla luce della nuova legislazione nazionale in materia di valorizzazione e gestione dei siti UNESCO. Le nuove istanze sul campo riguardano l’implementazione di nuovi strumenti di gestione per i siti patrimonio dell’Umanità, ossia precisamente dell’indifferibilità per i piani urbanistici di conservazione integrata delle città storiche della fondamentale redazione dei Piani di Gestione.
Tali indicazioni vanno inserite nel quadro di un generale processo evolutivo degli strumenti della disciplina urbanistica italiana: dall’affermazione degli strumenti della “programmazione complessa” alle nuove forme degli strumenti di pianificazione, caratterizzati da una sempre crescente attenzione verso la conoscenza dei valori urbani e della storia-urbanistica dei luoghi, considerata quale presupposto fondamentale per l’elaborazione di nuove politiche per la conservazione sostenibile e la “rigenerazione” dei contesti urbani storici.
Nella ricerca effettuata sullo stato della situazione conservativa dei siti italiani patrimonio del mondo risulta evidente la constatazione dell’assenza di studi specifici sul tema della “conservazione” delle città italiane patrimonio dell’UNESCO, con riferimento alle politiche di conservazione e particolarmente in merito alla “conservazione integrata”, di cui si è detto nelle precedenti lezioni (cfr. Lezioni 2 e 3).
A riguardo è importante sottolineare la necessità di un approccio multidisciplinare nello studio delle città patrimonio, che investa tematiche proprie della Conservazione, dell’Urbanistica e della Storia dell’Urbanistica. Al fine della definizione dello “stato dell’arte” su queste tematiche sono state consultate ed analizzate le fonti storiche esistenti e contemporanee quali: testi pubblicati, articoli di riviste, siti internet, articoli on-line, atti di convegni, etc… tutte pubblicazioni inerenti il tema trattato e le singole discipline coinvolte.
Emerge da questa ricerca l’assenza di studi che affrontino specificatamente il tema della conservazione delle città italiane patrimonio dell’UNESCO, con riferimento alle politiche di conservazione, implementate, al ruolo del sito UNESCO.
Nell’ambito dell’elaborazione di politiche e strumentazioni urbanistiche per le città storiche si sottolinea l’importanza dell’analisi storico urbanistica nel processo di definizione delle nuove politiche di conservazione e valorizzazione di questi siti.
La presenza di numerose pubblicazioni e scritti riguardanti il tema della programmazione complessa, della rigenerazione e riqualificazione urbana con riferimento anche ad esperienze in ambiti di centro storico, pone in evidenza la mancanza di uno studio centrato sulla conservazione delle città storiche italiane inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale che analizzi storicamente i piani e le azioni implementate all’interno degli strumenti urbanistici per la conservazione delle stesse, dal momento della loro iscrizione nella Lista ad oggi.
Secondo quanto emerso dagli studi e dalle pubblicazioni recenti in materia si registra inoltre l’assenza di una metodologia unica di indagine del processo di evoluzione storico-urbanistica degli insediamenti-casi studio, caratterizzata dall’utilizzo organizzato e sistematico delle fonti per la storia dell’Urbanistica, secondo quanto si viene affermando in altre aree europee.
Verificata l’assenza di studi che affrontino specificatamente il tema della conservazione delle città italiane patrimonio dell’UNESCO con riferimento alle politiche di conservazione implementate al ruolo del sito UNESCO si sono condotte ricerche nell’ambito del Dottorato di ricerca sui “metodi di valutazione e conservazione urbana” della facoltà di architettura (anni 2005-2006). Si sono affrontate le tematiche dell’elaborazione di politiche e strumentazioni urbanistiche e dell’analisi storico urbanistica nel processo di definizione delle nuove politiche di conservazione e valorizzazione dei siti patrimonio dell’umanità. Sulla base di quanto emerso da questa prima fase di ricerca sono state definite le linee fondamentali e le tematiche principali da indagare e gli obiettivi del lavoro di ricerca da parte dei dottorandi.
Dalle ricerche poste in atto e dal dibattito scaturito si è venuto a confermare l’importanza dell’analisi storico urbanistica delle città “Patrimonio” nel processo di definizione delle nuove politiche di conservazione e valorizzazione di questi siti. Inoltre si conferma l’importanza in tale processo di conservazione del ruolo del sito UNESCO nell’ambito dell’elaborazione di politiche e strumentazioni urbanistiche principalmente a riguardo dei VALORI URBANI (tangibili e intangibili) in essi presenti; fondati nel riconoscimento attuato solamente per queste città dell” OUV”: l’”outstanding universal value” , ossia dei “valori universali eccezionali”, a confronto con altre città storiche (a riguardo consulta il sito web UNESCO e i CRITERIA di selezione per la W.H.L).
Riconoscere però a tutti i centri storici i molteplici VALORI in essi presenti significa ampliare il concetto di centro storico come bene prevalentemente culturale, ma attribuendogli e riconoscendogli valori sociali ed economici , superando il limite della semplice tutela o dell’intangibiltà dei centri storici ed implementare adeguate politiche urbane che attuino realmente la conservazione integrata , così come definito dalla Carta di Amsterdam del 1975, che definisce la Conservazione integrata come “il risultato dell’azione congiunta delle tecniche del restauro e della ricerca di funzioni appropriate” (di cui si è detto nelle lezioni 3 e 4).
Le città storiche sono il risultato di una lunga stratificazione , e non devono essere viste come luoghi da “musealizzare”, ma al contrario come organismi viventi che possono adattarsi alle esigenze della vita contemporanea. L’opera di conservazione riguarda le “forme” della città quali i tessuti morfologici, le tipologie, i materiali, i volumi ma anche le “funzioni” urbane ed in particolare la residenza, adattando gli usi ai cambiamenti imposti dalle trasformazioni sociali.
L’obiettivo è quello, da molti anni ormai dibattuto, della Conservazione-Trasformazione, conservare l’identità ed i valori dei luoghi recuperandoli alla vita contemporanea per garantirne la conservazione per le generazioni future.
Nella conservazione integrata delle città storiche bisogna sottolineare la multidimensionalità degli aspetti da considerare. Nella progettazione di azioni mirate alla conservazione ed alla rivitalizzazione delle città storiche come delle aree urbane storiche, per la complessità stessa che scaturisce dall’essere organismi urbani viventi ed in continua evoluzione, vi è la necessità di un approccio ” integrato” al problema, che consideri tutte le implicazioni relative alla conservazione non solamente del patrimonio architettonico e culturale (tangibile e intangibile), ma anche agli aspetti economici legati alla valorizzazione ed alle implicazioni sociali che scaturiscono dall’essere queste aree luogo delle attività umane e sociali. E’ importante superare il limite della semplice conservazione dei beni, ma impegnarsi per implementare azioni che favoriscano l’integrazione del bene stesso nella vita della collettività(così come auspicato in primis dalla carta di Washington (1987), a seguire dalla Carta di Cracovia (2000) e più recentemente dai ” Principi di Valletta” (2011), di cui si è riferito nelle prime tre Lezioni (1, 2, 3).
Come ribadito dalla Carta di Cracovia (2000) e dai Principi di Valletta (2011), che hanno ampliato alle aree urbane storiche i principi già sanciti nel 1987 per le città storiche: le città storiche devono essere oggetto di un processo di “pianificazione integrata, all’interno del quale si colloca una grande varietà di interventi”
Questi interventi devono rispondere a istanze relative alla conservazione del patrimonio architettonico, sia quello di elevato valore architettonico, sia del patrimonio edilizio storico diffuso, nonché al patrimonio sociale degli abitanti al fine di salvaguardare l’unità organica dell’insieme urbano, più che avvalorare unicamente istanze di trasformazione economica e sociale.
Tutto il processo di conservazione urbana attiva e integrata deve essere sviluppato nell’ottica dell’implementazione di un processo di sviluppo sostenibile che salvaguardi l’unicità e le peculiarità del contesto urbano e nel contempo superi il limite della conservazione passiva, e favorisca il recupero e la valorizzazione del patrimonio urbano al fine di restituire alle città storiche la dignità e il ruolo di polo vitale del sistema urbano che hanno avuto nei secoli. E’ fondamentale evitare che i centri storici delle città perdano le funzioni basilari, in particolare la residenza, diventando luoghi deputati allo svolgimento di funzioni amministrative e terziarie, od ancora come nel caso particolare delle città patrimonio dell’UNESCO, è da evitare che la fruizione turistica prevalga su tutte le altre funzioni nella progettazione della loro rigenerazione. Al contrario nel progetto di conservazione integrata bisogna attuare processi di trasformazione sostenibile che garantiscano il giusto equilibrio fra tutte le funzioni presenti. A partire dagli anni 2000, alla luce delle nuove indicazioni emanate dall’UNESCO (Dichiarazione di Budapest del 2008) relativamente alla tutela e gestione del patrimonio culturale iscritto nella W.H.L. sono state introdotte in ambito italiano importanti innovazioni legislative in materia:
L’evoluzione della strumentazione urbanistica italiana nella Tutela delle città registra in campo urbanistico , a partire dagli anni 90, un processo evolutivo ed innovativo che passa anche attraverso l’esperienza dei ” Programmi complessi”, maturata in Italia lungo tutto il corso del decennio 1990,nel contesto della più generale evoluzione della pianificazione urbanistica. I programmi complessi che si sono avvicendati in questi anni in Italia (Pru, Prui, Urban I e II, Cdq, Prusst) sono stati caratterizzati da un approccio innovativo nella definizione di politiche e di programmi di intervento nelle città. Queste politiche hanno consentito di rispondere alle nuove istanze della città e del territorio ed hanno rappresentato una sorta di eccezione alle regole della pianificazione ordinaria.
In particolare l’esperienza dei programmi urbani complessi, primo fra tutti Urban, ha interessato i centri storici di molte città italiane. L’aspetto originale dell’esperienza Urban riguarda la finalità della rigenerazione sociale ed il modello integrato di azione. Per quanto riguarda l’esperienza italiana, il programma Urban, ha presentato risvolti ed applicazioni in ambiti particolari rispetto al contesto europeo.
L’esperienza ha riguardato in particolare a riguardo del Sud-Italia, molti centri storici in grave stato di degrado ed abbandono:basti pensare all’esperienze di Salerno, Napoli e Siracusa, perseguendo l’obiettivo della rigenerazione sociale associata alla riqualificazione urbana ed ambientale. La realizzazione del programma “Urban” ha dato in molti casi esiti molto positivi, perseguendo come obiettivo finale l’inserimento di questi ambiti riqualificati in più ampie strategie di riorganizzazione urbana. Vale sottolineare che sono politiche urbane di riqualificazione, ma non di conservazione integrata.
Esiste cioè oggi un approccio multidisciplinare alla pianificazione urbanistica e ciò si rivela di fondamentalerilevanza perchè comprende temi inerenti la conservazione integrata del patrimonio culturale, ma anche la pianificazione territoriale e del paesaggio e la rigenerazione urbana e la valorizzazione. Sono queste le ricadute dei nuovi strumenti legislativi, pianificatori e di gestione nell’ottica di sviluppo delle nuove “politiche urbane” implementate per le città storiche italiane.
Va sottolineato che il dibattito culturale più recente in materia di pianificazione e rivitalizzazione come di conservazione dei centri storici ha proposto e messo in atto operazioni di intervento diverse ed in alcuni casi opposte tra loro se poste a confronto con la conservazione urbana integrata del patrimonio culturale ed urbano.
Le operazioni condotte:
Valencia. La pianta mostra parte del nucleo storico ,la città delle arti e della scienza lungo il letto del fiume e il porto del Grau (dal sito web della Municipalità). Per questa esemplare rigenerazione urbana consulta la Lezione n.13)
In particolare sono state analizzate politiche di “rigenerazione urbana” implementate per città storiche, intendendo con tale terminologia l’insieme della operazioni intese a ricostruire i valori delle città che si sono degradati nel tempo, siano essi antichi o più recenti . Questi interventi sono intesi come “un’attività di trasformazione che incide anche sul processo di uso dei suoli, degli edifici e della città”, il che vuol significare cambiamento di condizioni sociali, cambiamento di una parte di città, non solo per quanto riguarda le condizioni spaziali e fisiche, ma anche sociali ed economiche. Quindi la rigenerazione è intesa come un “processo di cambiamento, di riqualificazione e di valorizzazione urbana più complesso” che investe la città nel complesso della sua multidimensionalità, e che può comprendere azioni di Rinnovamento urbano, Riuso urbano,Riqualificazione urbana.
Gli interventi di “rigenerazione urbana ” cambiano in relazione ai contesti e alle contingenze specifiche, comprendono interventi di riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale , di riconversione industriale e di rigenerazione delle aree urbane, ma anche di conservazione delle aree del centro storico; operazione della quale ci occuperemo specificatamente.
Affrontiamo ora l’argomento di nostro più specifico interesse L”innovazione delle politiche urbane” nell’ambito della conservazione integrata delle città storiche italiane. I fattori di innovazione presenti nelle nuove politiche implementate per la rigenerazione dei centri storici di alcune città italiane inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO evidenziano quanto emerso dal dibattito culturale con il recepimento degli indirizzi e dei principi sanciti nelle Carte e nelle Convenzioni Internazionali in materia di conservazione delle città storiche. Questi principi auspicano la necessità di processi di “pianificazione integrata”(Cracovia,2000) per la conservazione sostenibile delle stesse fondati su di un attenta conoscenza del processo di evoluzione storica urbanistica dei luoghi (Washington, 1987). Inoltre va considerato l’attuazione nelle politiche urbanistiche di quanto definito dalla nuova legislazione italiana in materia di beni culturali (Codice dei Beni Culturali) e più recentemente, a riguardo della conservazione dei siti UNESCO della nuova legge in materia di conservazione,valorizzazione e gestione dei siti UNESCO italiani (Legge 20 febbraio 2006,n.77 ).
Legge 20 febbraio 2006, n. 77Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell’UNESCO. GU n. 58 del 10-3-200 di cui ora si riferirà in dettaglio.
Legge 20 febbraio 2006, n. 77: Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell’UNESCO. (GU n. 58 del 10-3-2006)
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge.
Art. 1. Valore simbolico dei siti italiani UNESCO
1. I siti italiani inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», sulla base delle tipologie individuate dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio mondiale culturale e ambientale firmata a Parigi il 16 novembre 1972, dai Paesi aderenti all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), di seguito denominati «siti italiani UNESCO», sono, per la loro unicita’, punte di eccellenza del patrimonio culturale, paesaggistico e naturale italiano e della sua rappresentazione a livello internazionale.
Art. 2. Priorita’ di intervento
1. I progetti di tutela e restauro dei beni culturali, paesaggistici e naturali inclusi nel perimetro di riconoscimento dei siti italiani UNESCO acquisiscono priorità di intervento qualora siano oggetto di finanziamenti secondo le leggi vigenti.
dalla Legge 20 febbraio 2006, n. 77: “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani …… posti sotto la tutela dell’UNESCO”.
Art. 3. Piani di gestione
1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi piani di gestione.
2. I piani di gestione definiscono le priorita’ di intervento e le relative modalita’ attuative, nonche’ le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dall’articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalita’ complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i piani relativi alle aree protette.
3. Gli accordi tra i soggetti pubblici istituzionalmente competenti alla predisposizione dei piani di gestione e alla realizzazione dei relativi interventi sono raggiunti con le forme e le modalità previste dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, di seguito denominato «Codice».
Faremo ora riferimento ad un caso studio esemplare con l’attuazione per l’ inserimento nella Lista W.H.L UNESCO della redazione del piano di gestione: la città portuale di Siracusa.
Faremo ora riferimento ad un caso studio esemplare perchè costituisce la prima attuazione della Legge sui Piani di Gestione del 2006 alla città portuale di Siracusa per la presentazione d’inserimento nella Lista W.H.L UNESCO. Infatti nel 2007 la città di Siracusa ha redatto un ben definito piano di gestione. Siracusa ed il piano di gestione per la pianificazione della sua conservazione.
La città portuale di Siracusa ed il ruolo svolto dall’analisi storico-urbanistica ed archeologica Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo dell’analisi storico-urbanistica,quale contributo fondamentale che contribuisce a dare senso e significato alle politiche ed agli strumenti elaborati per la pianificazione della città. Ciò ha contribuito a dare consapevolezza storica, al rapporto che dovrà istituirsi tra piano e programmi di rigenerazione e riqualificazione ed identità storica del contesto urbano complesso.
Conoscere l’evoluzione storica che ha prodotto la configurazione attuale della città, nelle forme dello spazio fisico e di quelle della struttura insediativa, è presupposto fondamentale per la progettazione di interventi adeguati di trasformazione.
Siracusa. La foto aerea della penisola di Ortigia, il cuore dell'antica città greca, con in primo piano il medievale castel Maniace. (dal sito web della Regione Sicilia).
“Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell’UNESCO”, (Legge del 20 febbraio 2006, n. 77, in GU n. 58 del 10-3-2006)
All’ art.3 della Legge è molto ben identificata la necessità che i siti patrimonio del mondo UNESCO si dotino di un piano di gestione che ne assicurino i dovuti finanziamenti, esistenti e prevedibili, secondo una tabella di tempi certi per ottenere una corretta e sicura salvaguardia della città storica. Riportiamo dalla Legge n.77 del 2006.
Art. 3. Piani di gestione
1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi piani di gestione.
2. I piani di gestione definiscono le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonchè le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dall’articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalità complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i piani relativi alle aree protette.
3. Gli accordi tra i soggetti pubblici istituzionalmente competenti alla predisposizione dei piani di gestione e alla realizzazione dei relativi interventi sono raggiunti con le forme e le modalità previste dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, di seguito denominato «Codice».
(Nota all’art. 3:- Il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004).
“Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica” è la denominazione del sito inserito nella W.H.L dal 2005
alla cui denominazione è stato aggiunto il Piano di Gestione del sito medesimo nel 2007.
Il Piano di Gestione per la tutela e valorizzazione di Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica (file in .pdf 8648 Kb) Il Documento è composto da quasi 200 pagine, ne riportiamo i capisaldi (vedi il piano completo). Capitolo 1 Definizione generale della metodologia per la redazione, lo sviluppo e l’aggiornamento del Piano di gestione del Sito “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica” 1.1. PREMESSA 1.2. AVVIO E CARATTERISTICHE DEL PIANO 1.3. STRUTTURA DEL PIANO DI GESTIONE 1.4. ATTUAZIONE E VALUTAZIONE
Capitolo 2 Il Piano di gestione del Sito – Stato d’avanzamento 2.1. FASI PROPEDEUTICHE 2.2. AVVIO DELLA STESURA DEL PIANO DI GESTIONE 2.3. ATTIVITÀ IN PROGRAMMA 2.4. SINTESI DEL LAVORO GIÀ SVOLTO
“Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica” denominazione del sito W.H.L dal 2005 alla cui denominazione è stato aggiunto il Piano di Gestione nel 2007.
Capitolo 3 Fasi propedeutiche all’avvio del Piano di gestione 3.1. DICHIARAZIONE DEI VALORI DEL SITO 3.2. ESIGENZA DI UN PIANO DI GESTIONE COORDINATO ED ALLARGATO 3.3. INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI COMPETENTI E ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE ATTUALI 3.4. ACCORDI TRA I SOGGETTI COMPETENTI
Capitolo 4 Analisi della situazione di fatto 4.1. LA SITUAZIONE GENERALE DEL TERRITORIO E DEL SITO 4.2. LO STATO DELLA CONOSCENZA, DELLA PROTEZIONE E DELLA CONSERVAZIONE 4.3 LO STATO DELLA PROMOZIONE CULTURALE E SOCIALE 4.4. LO STATO DELLA VALORIZZAZIONE CULTURALE
“Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica” sito WHL 205 e la struttura organizzativa e metodologica del piano di gestione del 2007.
Capitolo 4 Analisi della situazione di fatto 4.1. LA SITUAZIONE GENERALE DEL TERRITORIO E DEL SITO 4.2. LO STATO DELLA CONOSCENZA, DELLA PROTEZIONE E DELLA CONSERVAZIONE 4.3 LO STATO DELLA PROMOZIONE CULTURALE E SOCIALE 4.4. LO STATO DELLA VALORIZZAZIONE CULTURALE
Capitolo 5
Strategie e obiettivi del Piano di gestione 5.1. STRATEGIE PER LA GESTIONE DEL SITO 5.2. OBIETTIVI A LUNGO TERMINE (2005 – 2035) 5.3. OBIETTIVI A MEDIO TERMINE (2005 – 2010)
Capitolo 6
I tre piani di settore 6.1.1. FONDI ANAS (L’ENTE NAZIONALE PER LA GESTIONE DELLE STRADE)
“Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica” sito WHL 205 e la struttura organizzativa e metodologica del piano di gestione del 2007.
Capitolo 5 Strategie e obiettivi del Piano di gestione 5.1. STRATEGIE PER LA GESTIONE DEL SITO 5.2. OBIETTIVI A LUNGO TERMINE (2005 – 2035) 5.3. OBIETTIVI A MEDIO TERMINE (2005 – 2010)
Capitolo 6 I tre piani di settore 6.1.1. FONDI ANAS (L’ENTE NAZIONALE PER LA GESTIONE DELLE STRADE)
Capitolo 7 Strumenti di attuazione e monitoraggio del Piano di gestione 7.1. PREMESSA 7.2. PRIMA IMPOSTAZIONE DEGLI STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PIANO 7.3. MONITORAGGIO
L'organigramma della strruttura organizzativa del piano di gestione della città di Siracusa, patrimonio dell'umanità dal 2005
Al piano di Gestione di “Siracusa e le Necropoli rupetri di Pantalica” sono stati aggiunti anche due allegati di grande rilevanza per il futuro sviluppo turistico della città:
ALLEGATO 1.
Protocollo di’intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’Assessora_to BB.CC.AA e P.I. della Regione Siciliana, la Provincia di Siracusa, a i Comuni di Siracusa, Ferla e Sortino per la definizione di una metodologia di progettazione e per la realizzaione di un piano di getione per il Sito “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica”
ALLEGATO 2.
Bozza di statuto per la formazione di un Consorzio tra i Comuni di Siracusa, Cassaro, Ferla e Sortino, l’Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I. della Regione Siciliana, per mezzo della Soprintendenza BB.CC. AA di Siracusa, al fine dello sviluppo e del coordinamento delle attività di promozione turistico-culturale.
La vocazione turistica dell’eccezionale patrimonio artistico-archeologico della città portuale di Siracusa è molto bene messa in luce dal piano di gestione che prevede i più forti finanziamenti proprio a riguardo della valorizzazione della città storica e del suo paesaggio culturale di valore universale. E’ presente infatti nel Piano di gestione la concezione del turismo come attività produttiva in grado di generare flussi economici, si ragiona quindi nei termini di conciliare sviluppo turistico e corretta fruizione delle città e dei beni architettonici e ambientali, per ottenere una migliore e adeguata salvaguardia e conservazione . Sono proprio questi beni che costituiscono infatti le principali risorse dello sviluppo turistico. Focalizzare l’attenzione sugli aspetti ambientali e sociali dello sviluppo turistico sostenibile significa di ragionare in termini di fattibilità economica dello stesso, poiché le tre dimensioni sono fortemente interrelate. La fattibilità economica di un programma di sviluppo turistico va intesa, quindi, nel senso di una corretta tutela e gestione della risorsa “bene culturale”, trovando in ciò riscontro nei principi della conservazione integrata del patrimonio culturale. Gli aspetti economici, sociali ed ecologici in una visione a lungo termine sono oggi quelli che insieme caratterizzano l’idea di sostenibilità.Il turismo sostenibile, sia esso culturale o non, deve perciò partecipare alla produzione della cultura di quella città. In questo senso i due aspetti economico e sociale sono fortemente interrelati, poiché la vocazione turistica del patrimonio storico-artistico favorisce da un punto di vista economico la sua conservazione e innesca un processo di crescita culturale della popolazione proprio in una area storica patrimonio dell’umanità, fortemente ricca di beni artistici, storici, architettonici ma spesso degradata o obsoleta e necessaria di una incentivazione alla sua valorizzazione ,ponendo anche in atto una nuova occasione di occupazione per le popolazioni locali.
Siracusa città patrimonio del mondo nella WHL dell’UNESCO nel 205 per i riconosciuti valori urbani eccezionali di valore universale, cioè il riconosciuto “outstanding Universal Value”.
In particolare l’O.U.V è per la città greca della penisola di Ortigia.
Riportiamo dal sito web dell’UNESCO: “The town of Syracuse:” the urban values and the qualities statement of significance” (da sito web UNESCO) “The complexity of the features, values and qualities is typical of an urban site and describes the character of the town. The selected features and qualities will relate to other intangible values that, despite are difficult to describe, have real importance.
It is possible to draw a diagram to illustrate the possible relationship of features, qualities and values of the site of Syracuse, with the selected criteria proposed in the Dossier for the inscription in the WHL.
In particolare per i CRITERIA nn. 2,3,4,6 vedi alla voce “Siracusa” nella W.H.L.
Siracusa città patrimonio del mondo nella WHL dell’UNESCO nel 205 per i riconosciuti valori urbani eccezionali di “outstanding Universal Value”, In particolare la città greca della penisola di Ortigia. Riportiamo dal sito web dell’UNESCO:
In the case of The site “Syracuse and the Rocky Necropolis of Pantalica”, it has been well described so that the values and the qualities of the components can be easily understood. The historical architectures of this sites are real jewels in the whole cultural Mediterranean landscape. This is a good basis for an effective real comparison with other sites and for assessing significance”.
Siracusa world Heritage city This diagram of the exceptional qualities, for the site of Syracuse corresponds to the criteria written in the Operational Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention.
Precisamente per i Criteri nn. 2, 3, 4 e 6.
Siracusa. La foto aerea della penisola di Ortigia, il cuore dell'antica città greca, con in primo piano il medievale castel Maniace (dal sito web della Regione Sicilia) .
“The town of Syracuse:” the urban values and the qualities statement of significance” (dal sito web UNESCO) Siracusa world Heritage city
“This diagram of the exceptional qualities, for the site of Syracuse corresponds to the criteria written in the Operational Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention: 1. The urban shape with the antique nucleus of Syracuse city with the unique conformation of Ortygia peninsula in between the two harbours is an impressive and inimitable natural and cultural urban landscape. The rich and fortified Greek town of the Corinzi people preserves its exceptional Mediterranean cultural landscape in the wide urban tissue of the contemporary time; also into the chaotic expansion of the modern city in the last thirty years, it is possible to read the exceptional and solemn archaeological remains of the hill of the Epipoli. 1a. The strategic relevant situation of the ancient town of Syracuse preserves relevant remains of its fortifications since the prehistoric period, Greek and Roman period, Byzantine and Medieval period, today evident in their singular monumental episodes. 2. Every singular Monument of the Syracuse site has today an exceptional value in comparison with other similar architectures in other towns in the same period. The Cathedral of Syracusa inserted in the Greek Templum of Athena is unique; one of the most impressive religious architectures in the world.
2.a. The big templum of Syracuse is the result of a two-thousand-years stratification since the Gerone time ( 483- 486 B.C.) up today, an extraordinary continuity in the same site. It is necessary to point out that the other religious architectures including a church in a templum, as Pozzuoli in Campania and Terracina in Lazio, just to remain in Italy, regard regarding a templum of the Roman period. The remains of the Syracuse templum begin five centuries before the foundation of the other and it is included in a spectacular baroque square, similar to the baroque squares of Val di Noto’s towns.
2b. The Monument of the Greek theatre in the higher part of the “Penthapolis” of Syracuse inserted in the archaeological park of Neapolis, is the unique Greek theatre not rebuilt in the Roman period, as Taormina or Naples. The archaeological Park preserves today numerous relevant classic monuments with terraces and green spaces into the modern city, with an exceptional view of the sea coast and a good connection with the other parts of the big contemporary town. The Syracuse archaeological Park, founded in the 1952, is not in the suburbs, separate and far from the town, a “dead town”, as the Hellenistic sanctuary of Olympia or Delfi in Greece, or as the underground remains of Naples, but it is located into the modern town on the hill of Elipoli, as a magnificent vision of the urban organisation of the capital of the Panhellenic world.
Siracusa. Foto della facciata laterale della cattedrale costruita nel tempio greco di Attena e particolare del prospetto barocco (foto dell'a 2007).
Siracusa . Foto aerea dell'area di Neapolis e del teatro greco nel parco archeologico dei teatri (da Siracusa sito web).
Siracusa. Foto aerea della piazza storica cuore centrale della penisola di Ortigia, su cui affaccia la cattedrale (da sito web su Siracusa).
Siracusa. Il paesaggio culturale delle rocce e del verde in cui è inserito il teatro greco (foto dell'a. 2005).
“The town of Syracuse:” the urban values and the qualities statement of significance” (da sito web UNESCO) prosegue:
Siracusa world Heritage city “2c. The original Hellenistic system of fortifications of the Greek Syracuse today preserved is unique in the world. The walls in the south and in the north of the town, 8 kilometres far from the coast, represent a magnificent point of art of military architecture in the ancient period. The Eurialo castle (402-302 B.C.) is the focus strategic point of the complicate system of military works. Strategic function that was held by Syracuse in the Sicily, until the Norman period (1086), concentrated in Ortygia in the byzantyn Maniace castle, crucial point, today preserved , of the reinforcement of the istmo, completely visible from the sea and from the coast land. The two fortresses today preserved and protected, are already object of restoration plans for cultural tourism and new accessibility. The complete visibility of the whole system of fortifications, in different period, is an exceptional value as the Sibarian and Lucanian walls of Poseidonia/Paestum (VI-IV c.B.C.) or the ancient walls of Pompei (VI c.B.C.) rebuilt in Silla Roman period.
1. La storia dell’urbanistica contemporanea. Una storia specialistica
2. La conservazione integrata ed il suo ruolo nella pianificazione urbanistica delle città storiche
3. Città storiche e turismo culturale
4. Città storiche e Turismo Culturale. L’uso distorto del turismo nelle città storiche
Questa Lezione è frutto dei miei studi e delle mie esperienze come “esperto ICOMOS” nella redazione delle “Expertises” per le città patrimonio del mondo, tra cui Siracusa.
B. M. Feilden, J. Jokileto, Management Guidelines for World Cultural Heritage Sites, ICCROM, Rome 1993.
T. Colletta ,Città storiche tra turismo culturale e turismo sostenibile, (in collaborazione con F. Ferretti) in Atti del Convegno Internazionale su ”Sviluppo economico e sostenibilità. Il turismo ambientale e culturale” (Convegno di Anacapri, 2-6 Novembre 2000), Napoli 2002, vol. II, pp. 653-662.
G. Solar, Sites management plans: what are they all about?, In "World Heritage", 31, 2003.
B. Gabrielli, La rigenerazione urbana , in “Urban Regeneration”, Genova 2004
UNESCO, Requirements of the New UNESCO, Operational Guidelines, February 2005.
Testo di riferimento:
T. Colletta (editor) “ The role of the integrated conservation of cultural heritage for a creative, resilient and sustainable city”(Atti del CIVVIH Meeting, Naples, Italy, 3-5 September 2012), Franco Angeli, Roma 2013.
Accordi tra soggetti competenti
Analisi della situazione di fatto
Avvio della stesura del piano di gestione del Sito - Stato d’avanzamento
Esigenza di un piano di gestione coordinato ed allargato
Fasi propedeutiche all’avvio del Piano di Gestione
Fasi propedeutiche del Piano di gestione del Sito - Stato d’avanzamento
Individuazione dei soggetti competenti e analisi degli strumenti di gestione attuali
Piano di gestione del sito “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica”
Sintesi del lavoro già svolto nel Piano di gestione del Sito - Stato d’avanzamento
Struttura del piano di gestione del Sito: “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica”