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Teresa Colletta » 4.Città storiche e Turismo Culturale. L’uso distorto del turismo nelle città storiche


Città storiche e turismo culturale. La crescita del turismo verso il patrimonio urbano

Tra gli anni 80 e 90, e maggiormente nel nuovo secolo XXI, le nuove tipologie di turismo ad interesse speciale si sono rivelate un fenomeno sociale rilevante e complesso e ancora in pieno sviluppo, essendo legato alle profonde trasformazioni e ai cambiamenti sociali avvenuti e per il ruolo economico forte e privilegiato che esso ha assunto. Il forte incremento di quel particolare desiderio di viaggiare legato al desiderio di conoscenza, di comprensione della storia dei luoghi e dei loro processi evolutivi, e l’interesse per il patrimonio complessivo dei beni culturali regionali e locali di paesi “altri” ha dato luogo, come è ben noto, ad un aumento di varie forme di turismo, tutte rivolte verso il patrimonio artistico.

Numerose sono state le ricerche e le riflessioni teoriche sulle ragioni di questo rilevante mutamento culturale e sulle peculiarità dei cambiamenti sociali ad esso connessi, dando luogo all’esigenza di un’ antropologia del turismo, sulla scia della scuola inglese e americana, per far luce sulle componenti psico-sociali che inducono al viaggio ad “interesse speciale”, cioè ad un viaggio dovuto per un interesse motivato. Tra questi diversi tipi di turismi bisogna annoverare le nuove forme dell’ ecoturismo, rivolto alla natura e all’ambiente, dell’heritage tourism, rivolto all’intera gamma delle attività connesse alla storia culturale del proprio passato. Certamente però i maggiori incrementi si sono registrati nel turismo culturale o turismo d’arte. Si è cioè preso coscienza della forte sinergia esistente tra il viaggio di loisir e le arti: fattori combinati che hanno portato l’attenzione sul turismo culturale o turismo d’arte e questo si è rivelato un fenomeno sociale di importanza particolare in ragione della sua crescente dimensione in termini di sviluppo sociale, economico, culturale ed ecologico. Si aprono con tali considerazioni nuove ricerche e nuovi studi da parte di numerosi settori disciplinari con l’evidenziazione di nuovi conflitti e nuove opportunità. (T. Colletta, 2012)

Economia delle arti ed economia della conservazione

Oggi si afferma e acquisiscono importanza l’economia delle arti con molteplici studi e ricerche, confermando come le attività turistiche si legano alle realtà economiche e produttive dei diversi paesi europei e ciò inizia dall’Ottocento, come ci dimostra la storia del turismo; assume oggi però, nell’era della globalizzazione, caratteri del tutto diversi e molto più complessi.
Solamente più recentemente in effetti si vanno affermando, da parte del mondo accademico, studi scientifici sul turismo di cultura e sull’economia della conservazione, riferiti particolarmente alle città storiche, concentrazione della ricchezza di beni- patrimonio e al turismo che in esse si concentra (si fa riferimento ai testi di A. Calafati, Economie in cerca di città, Donzelli 2010 e L. Fusco Girardi, N.You, Città attrattori di speranza, Franco Angeli, Milano 2006).

Le città come è stato scritto sono degli attrattori molto forti per l’economia urbana

Volendo operare una sintesi delle diverse Esperienze e delle precedenti ricerche di studio su città storiche, turismo culturale, turismo urbano e sull’heritage tourism negli anni 1990-2000 vorrei ricordare che:

  • da parte nostra fin dagli anni ’90 ci siamo interessati all’argomento del turismo culturale in relazione alla conservazione urbana ponendo attenzione all’utilità di questo movimento di popolazioni in continuo aumento, secondo i dati recenti del WTO, e come questo si rivolga principalmente alle città storiche
  • de popolazioni viaggiano e si muovono alla scoperta di siti storici e archeologici, di musei e di altri beni culturali tangibili, ma l’attrattiva della città storica risulta determinante per la compresenza di gran parte del patrimonio culturale e ciò principalmente in Italia.

Le città storiche forte attrattiva per il turismo

Le città storiche di lunga tradizione, proprio per la loro forte rappresentatività, sono sia una grande risorsa a disposizione, sia una forte attrattiva per la poliedrica molteplicità di significati in esse presenti, sia per l’unicità e autenticità concreta di luogo straordinario fortemente identitario, anche per l’ambiente ed il paesaggio in cui sono inserite.

Luoghi di concentrazione dell’esperienza storica, delle memorie, ma anche principali espressioni dell’arte di organizzare lo spazio urbano, come già Camillo Sitte sottolineava negli ultimi anni dell’Ottocento.

Un modello riconosciuto ancora oggi per la particolare atmosfera di un luogo urbano, un insieme di storia e di cultura,per la vivibilità e la peculiarità degli ambienti antichi, quali sede privilegiate di riti e tradizioni locali di lunga data, beni materiali e immateriali di forte riconoscibilità. Perciò il grande successo del turismo nelle città storiche e luoghi privilegiati del movimento del turismo culturale.

Le piazze storiche italiane spazi di vivibilità e di memoria:  Moncalieri Italia, Regione Piemonte, piazza maggiore

Le piazze storiche italiane spazi di vivibilità e di memoria: Moncalieri Italia, Regione Piemonte, piazza maggiore


Le città storiche forte attrattiva per il turismo

L’attrattiva delle città storiche determina la nascita del turismo urbano, al quale sono stati rivolti numerosi studi, in quanto si rivolge alle città, non solo per gli aspetti culturali e storici dei circuiti turistici classici, proposti dalle guide turistiche, concentrato nel ricco patrimonio storico-artistico-monumentale, ma in quanto costituiscono uno dei principali veicoli di scambio culturale e principalmente per le molteplici offerte di nuove attrazioni turistiche in esse svolte con un rinnovo dell’immagine del centro e delle possibili attività.

Proprio nelle città storiche si è infatti manifestato un grande accrescimento di interesse generando un forte potenziale di turismo e con esso maggiore strategie e forze di attrazione per nuove attività economiche. D’altro canto però i numerosi turisti urbani prediligono sì i quartieri storici, l’ambiente e l’atmosfera della città storica, la sua vivibilità, le molteplici feste tradizionali e manifestazioni, molto meno sono interessati alla comprensione della stratificazione complessa delle città storiche nella loro storia e trasformazione, alla vita culturale e alla conservazione dell’intero patrimonio esistente, ossia ai beni tangibili ed intangibili, ancora oggi ivi presente.

Il turismo urbano invece, secondo noi, se opportunamente indirizzato e “informato” può contribuire ad uno accrescimento di conoscenza di quei luoghi, rivelandosi un mezzo di diffusione della conoscenza urbana, ed un vero turismo di cultura, specialmente a riguardo del Sud d’Italia e delle città storiche mediterranee.

La ricchezza e la diversità del patrimonio urbano

La comprensione e la diffusione delle radici profonde del patrimonio porta alla costruzione di una nuova cultura del turismo, basata sulla conoscenza dei valori primari di quel territorio e sulla consapevolezza di ciò che è dietro ai fenomeni visibili attraverso un viaggio che sia anche una presa di coscienza dei luoghi. Il piacere della scoperta di un territorio, quale quello meridionale ad esempio, con la compresenza di più di 2500 anni di storia, essendo di classica origine, in cui si racchiude una memoria della storia, può indurre a non acquisire solamente una foto scattata velocemente, ma a soffermarsi sulla qualità dei beni e a comprendere le ragioni e la storia della costruzione di quel sito negli anni.

La conoscenza del la storia dei luoghi diventa dunque l’elemento determinante per ricavare non solo una corretta lettura della loro realtà, ossia tutto quanto della storia di quel luogo è utile per individuarne le caratteristiche urbane prioritarie, ma anche di comprenderne i valori, che possano rimanere nel viaggiatore quale emozione della memoria.

Dopo una fase rivolta principalmente ai rapporti tra turismo e patrimonio culturale monumentale, ci si è accorti che la ricchezza e la diversità del patrimonio urbano è troppo spesso ignorata dagli stessi abitanti e si è svolta in più paesi un’azione di promozione volta a mostrare il potenziale turistico che i centri urbani possono rappresentare e come ciò può servire come presa di coscienza collettiva di questi beni, nonchè un utile strumento per una futura valorizzazione.

Conservazione integrata e turismo culturale

Gli odierni concetti della conservazione integrata hanno posto grande attenzione alla realizzazione di una conservazione attiva, fondata in primo luogo sulla conoscenza e l’utilizzazione da parte di un pubblico sempre più vasto, cioè sulla partecipazione alla tutela, resa possibile dalla promozione e dalla conoscenza del patrimonio di beni come valori, non solo da parte degli abitanti, ma anche da parte dei visitatori occasionali, tra i quali vanno annoverati i nuovi profili del viaggiatore con “interessi speciali”, da cui emerge una ricerca di benefici culturali.

Si può parlare quindi di uno specifico settore del turismo culturale: il turismo culturale urbano, che a noi più direttamente interessa e al quale faremo specifico riferimento in questa sede.
Il turismo culturale urbano si rivela, specialmente in Italia, un affare, in quanto fonte importantissima di reddito per il nostro Paese, ove i Beni culturali, ossia tutto il nostro patrimonio storico-artistico e ambientale si concentra nelle città, e queste giocano un ruolo indubbiamente di primo ordine. Il patrimonio storico artistico e le città storiche costituiscono difatti la ragione stessa di questo turismo, come viaggio culturalmente determinato, anzi ne rappresentano l’irrinunciabile motivazione e ne presuppongono la fruizione.
Per l’Italia benchè sia difficile una valutazione quantitativa esatta, la motivazione culturale si attesta attorno al 20% della domanda turistica complessiva.

(Il turismo d’arte da solo rappresenta un terzo delle presenze alberghiere, garantisce oltre il 20% del totale delle entrate turistiche in Italia. Ben 55 milioni di turisti arrivano in Italia nel nome dell’arte e della cultura come dimostrano le statistiche condotte dal Touring Club Italiano nell’“Annuario del Turismo” a cura del Centro studi del T.C.I. di Milano fin dal 1999. Il turismo culturale negli anni 2000 è stimato nella motivazione culturale, 6/7 % della domanda turistica. I turisti culturali e turisti fruitori gravitano sulle località d’arte 28,3% degli arrivi, stimati in 16 milioni su 59 totali al 1995).

Il sistema delle “attrazioni turistiche” e dei “mega eventi”

E’ con la moda dei soggiorni brevi e degli “eventi”, delle “attrazioni” culturali come dei “mega eventi” che si fa strada un turismo culturale come “evento”, creato, commercializzato, venduto, in cui i monumenti e le stesse città storiche vengono a caratterizzarsi come attrattiva turistica, inseriti in un “sistema di attrazioni turistiche”, per ingenerare domanda di viaggio.

Il patrimonio monumentale esistente diventa oggetto privilegiato della promozione turistica, sempre più al centro del sistema delle attrazioni turistiche, quali punti nodali e speciali di caratterizzazione locale, regionale o nazionale.


L’uso distorto del turismo urbano

Il dilemma del turismo urbano e del patrimonio urbano da conoscere per conservare

Il turismo artistico e del patrimonio culturale che dovrebbe caratterizzarsi per un movimento di persone motivato da interessi essenzialmente culturali; ossia un turismo esperenziale basato sulla fruizione ed il coinvolgimento nell’esperienza artistica, si riduce alla sola “visita” dei beni monumentali, siano essi artistici, architettonici ed archeologici o naturalistici. I modi della visita, pur essendo condizionati da tali risorse non pongono alcuna attenzione e cura verso questi beni, quali valori non riproducibili, nella misconoscenza della cultura dei luoghi storici ed in quanto tali oggetti da preservare e soprattutto da gestire, determinandone con la congestione e il sovraffollamento spesso il costante degrado.

I beni del nostro patrimonio artistico-monumentale, divengono beni acquisiti, da commercializzare e gestire, innescando spesso gravi problemi di conservazione per i beni stessi, con la sempre crescente massa di visitatori; e molto maggiori per il patrimonio urbano dei grandi come dei piccoli centri e delle città storiche.
Con l’aumento dei flussi di turismo urbano molti centri storici soffrono di sovraffollamento: mentre da un lato i responsabili della gestione del patrimonio culturale sono preoccupati per i rischi che derivano dal turismo di massa, allo stesso tempo le autorità turistiche continuano a cercare di attrarre nuovi visitatori. Le città storiche nel contempo vanno perdendo la complessità che le ha rese vitali nei secoli precedenti, rivolte solamente all’uso di visitatori; la perdita progressiva degli spazi pubblici con l’occupazione da parte di attività turistiche si aggiunge alla perdita dei residenti o al depauperamento della loro qualità di vita.

L’uso distorto del turismo urbano

Questi opposti approcci, come è stato più volte evidenziato, da parte di chi è responsabile del patrimonio e da chi è responsabile del turismo rendono difficile mettere in opera strategie di gestione integrata.

Dagli anni ‘8o infatti si è verificata quell’ inversione di tendenza che ha associato il patrimonio di beni a dei benefici economici che era in grado di produrre. Sono iniziati importanti restauri e progetti di beni monumentali e si sono intraprese grandi iniziative con le “valorizzazioni” dei monumenti e delle città storiche.
Da studi di settore sull’impatto del turismo risulta che il vero fattore competitivo per lo sviluppo urbano è il patrimonio storico e culturale. Sulla valorizzazione di questo elemento hanno puntato da sempre città d’arte italiane come Venezia, Firenze, Napoli o capitali culturali come Roma. Si comprende perché nella Penisola il turismo venga così spesso considerato come una panacea per lo sviluppo locale.

Contemporaneamente si moltiplicano anche le iniziative degli Enti locali in questo campo con la promozione continua ed incessante del patrimonio urbano, come luoghi di fiere, sagre, mercati, forum etc… Il tema del “Turismo urbano e Patrimonio” riscuote sempre maggiore successo di pubblico in questi ultimi anni, determinando come contropartita, gli effetti perversi dell’appropriazione turistica eccessiva di alcuni centri e mettendo sotto gli occhi di tutti come il turismo di massa possa destabilizzare l’uso quotidiano della città e nei tempi lunghi anche allo stesso patrimonio.

Molti dibattiti e convegni hanno centrato l’attenzione sulla necessità di ricercare un equilibrio tra queste due diverse possibilità: da un lato la consumazione del patrimonio con un conseguente danno per lo stesso patrimonio urbano con la sua terziarizzazione e snaturamento per un turismo mal indirizzato o mal gestito; dall’altro lato: la morte lenta per indifferenza e degrado ambientale.

Le città d’arte e la congestione turistica

Le città d’arte e la congestione turistica. L’uso distorto della conservazione a fini turistici mette in campo la nuova industria del turismo e la rigenerazione urbana delle città ad uso unicamente pro-turismo. Ciò determina la trasformazione delle città come un “museo” o delle città come “disneyland towns”.

La storica francese Françoise Choay è stata la prima a sottolineare le trasformazioni del “patrimoine historique à l’age de l’industrie culturelle” ed i falsi progetti di riabilitazione messi in atto in più centri storici d’Europa tra gli anni 70 ed 80, diventando essi stessi delle disneylands towns ,ovvero delle riproduzioni delle città originarie, ad uso e consumo del turista, con la conseguente perdita dell’autenticità di quei luoghi urbani (vedi testo in bibliografia di riferimento).

Il grande rischio è che con i nuovi progetti di ri-valorizzazione i cuori antichi delle città perdano il genius loci o spirito del luogo, in assenza di popolazioni residenti e con esso la loro identità.

Quebec city. Come Disneyland: una città a solo uso turistico  (foto dell’a.2008)

Quebec city. Come Disneyland: una città a solo uso turistico (foto dell’a.2008)


Le città d’arte e la mummificazione dei centri storici: le città museo

Le opportunità d’uso attuali devono evitare operazioni di mummificazione dei centri storici delle città: ossia la città museo è una città mummificata ed è destinata a finire perché non si rinnova con la vita quotidiana, sociale economica e culturale e non può essere mantenuta in vita artificialmente per la visita turistica né come museo, né tanto meno quale grande parco dei divertimenti, ad uso e consumo dei soli proventi turistici.

E invece come è ben noto il turismo spesso invade la cultura.
Le città che nella storia sono state sempre il luogo dell’innovazione, ridotte in Italia a sistemi urbani, si sono dissolte, consumano suolo e non sono occasioni di crescita. Ci si chiede da più parti cosa ne sarà delle nostre città?
Unitamente a quanto Salvatore Settis cerca di promuovere con libri, denunce, articoli, conferenze in difesa del nostro patrimonio e del nostro paesaggio storico.

Copertina del volume di Salvatore Settis “Battaglie senza eroi. I Beni culturali tra istituzioni e profitto” del 2005.

Copertina del volume di Salvatore Settis “Battaglie senza eroi. I Beni culturali tra istituzioni e profitto” del 2005.


La crescita dell’industria del turismo e l’uso distorto del turismo urbano

E’ ben noto come l’impatto della crescita dell’industria del Turismo dagli anni ’90 ad oggi ha determinato la crescita del Turismo nei luoghi storici e nei Monumenti ha condotto alla necessità di mettere in campo specifiche regole e limiti per gli interventi nelle città storiche per gli effetti negativi del turismo di massa.

Le opportunità d’uso attuali devono evitare operazioni di mummificazione dei centri storici delle città: ossia la città museo è una città mummificata ed è destinata a finire perché non si rinnova con la vita quotidiana, sociale economica e culturale e non può essere mantenuta in vita artificialmente per la visita turistica né come museo.

Granada (Spagna). L’affollamento turistico nei  cortili e portici del palazzo dell’Alambra (foto dell’a. 2009)

Granada (Spagna). L’affollamento turistico nei cortili e portici del palazzo dell’Alambra (foto dell’a. 2009)


La crescita dell’industria del turismo e l’uso distorto del turismo urbano

Si può pensare a Plòdvin in Bulgaria, a Quebec city in Canada o anche alla piazza grande di Bruges o a Venezia, né tanto meno quale grande parco dei divertimenti, ad uso e consumo dei soli proventi turistici una Disneyland city. Molto spesso, è utile sottolinearlo, il grado di penetrazione in aumento del turismo si è misurato in termini di perdita progressiva delle caratteristiche culturali ed ambientali di quei luoghi, in una “commercializzazione” della cultura, e ciò che a noi più interessa, con la relativa perdita di autenticità di quei luoghi, nella negazione della loro identità storica originaria.

La “visita turistica”, come oggi è organizzata in questi luoghi, non comporta e non permette una effettiva comprensione dei valori presenti nella città storica, perché poco o nulla è offerto alla sua reale comprensione.

Granada (Spagna). L’affollamento turistico nei  cortili e portici del palazzo dell’Alambra (foto dell’a. 2009)

Granada (Spagna). L’affollamento turistico nei cortili e portici del palazzo dell’Alambra (foto dell’a. 2009)


La crescita dell’industria del turismo e l’uso distorto del turismo urbano

Quebec City (Canada) Turismo culturale e Disneyland city: una strada per turisti a Quebec city e la trasformazione a solo uso dei turisti. (foto dell’a. 2008)

Quebec City (Canada) Turismo culturale e Disneyland city: una strada per turisti a Quebec city e la trasformazione a solo uso dei turisti. (foto dell’a. 2008)


La crescita dell’industria del turismo e del crocerismo: l’uso distorto del turismo

Le città storiche da semplici testimonianze aventi una funzione pedagogica ed estetica per storici, architetti, archeologi… cioè tutto il patrimonio urbano delle nostre città si viene trasformando, anche in Italia, in oggetto economico, in bene di consumazione.
Il mercato del turismo urbano mette in atto una continua “messa in prodotto” dei beni come una vetrina d’esposizione: con la “mise en tourisme” del patrimonio urbano e dei suoi spazi storici, nascono le “città d’arte” .

La crescita dell’industria del turismo e del crocerismo comporta un uso distorto del turismo
Si pensi a Venezia e al Canal Grande!
Il complesso tema delle città d’arte in Italia sintetizza il problema delle città storiche fortemente promosse dal turismo come uniche depositarie di arte.
Il tema delle città d’arte in quanto luoghi di concentrazione del patrimonio storico artistico e architettonico, sono di per se stesso già una identificazione di un bene a solo uso turistico di questo stesso bene. Si evidenzia solo il concetto di città come contenitore e non pongono invece l’accento sulle principali caratteristiche delle città storiche e sul patrimonio urbano in esse presente come principali espressioni dell’arte di organizzare lo spazio urbano.

Venezia. Punta della Dogana e le grandi navi da crociera sul Canal grande (foto dell’a. 2010)

Venezia. Punta della Dogana e le grandi navi da crociera sul Canal grande (foto dell’a. 2010)


Le città d’arte e le attrattive turistiche

L’”arte urbana”, che già Camillo Sitte nel 1889 vedeva come la caratteristica peculiare della città di antico regime, individuandone già allora le peculiarità nei particolari spazi urbani pubblici o larghi o piazze (C. Sitte, L’arte di costruire la città, Vienna 1889, Milano 1953).

Non possono esserci elementi distintivi solamente per le città d’arte, perché questa è una categoria a soli fini dei tour operators di privilegiare alcune mete, quali siti turistici ad altissima attrattività.

Bruges (Belgio). L’uso turistico delle carrozze nel centro storico.

Bruges (Belgio). L’uso turistico delle carrozze nel centro storico.


Le città d’arte e le attrattive turistiche

Nel caso infatti dei centri urbani e della loro visita turistica il dilemma del turismo si pone in tutta la sua più acuta problematicità: da un lato la grande concentrazione di pubblico snatura l’identità fisica di questi centri, i must della cultura, mutandoli ad uso e consumo dei turisti, facendo perdere in autenticità ai valori urbani di quegli stessi centri: si pensi al flusso di utenti che aggredisce il sito di Pompei, fino a sgretolarla nella sua fisica consistenza, o anche quello che si concentra nelle calli di Venezia tra Rialto, le Mercerie e San Marco, o ancora nell’isola e porto di Capri..etc.solo per fare alcuni esempi di degradazione degli spazi urbani e naturali e dei modi di vita delle comunità locali. Questi flussi congestionano i centri storici delle città, come alcuni piccoli nuclei, o le città patrimonio del mondo e certo non propongono la qualità dell’esperienza turistica, non dando alcuna possibilità alla comprensione di quegli stessi luoghi e senza ricavarne alcun beneficio in termini conservativi.

Bruges (Belgio).L’uso turistico delle carrozze nel centro storico.

Bruges (Belgio).L’uso turistico delle carrozze nel centro storico.


Le città d’arte e le attrattive turistiche

Il pericolo, ovviamente, è che il marketing urbano sia solo un mezzo per attrarre ricchezza attraverso il turismo e non si realizzi quella forma di iterazione tra turismo e patrimonio urbano, nel reciproco riconoscimento dei valori e di fruizione dell’identità culturale dei luoghi, che è stata indicata a livello internazionale fin dal 1987, con la dichiarazione di una protezione globale delle città storiche ed è proseguito con successive Carte internazionali con l’enunciazione dei principi per la salvaguardia delle città storiche e di promozione e sviluppo del turismo culturale in forme adeguate allo sviluppo dei luoghi.

L’interrogativo che ci si pone il paesaggio storico culturale e l’ambiente urbano del nostro patrimonio nell’area mediterranea, come nell’intera area europea, deve essere una macchina per l’industria del turismo o invece può diventare una nuova opportunità di sviluppo di nuove risorse? La conoscenza invece dei valori presenti nelle città storiche, deve fondare su una competente ricerca conservativa urbana.

Le nuove idee per attrattive turistiche e soluzioni creative nelle città storiche e nei fronte a mare  per incrementare  lo sviluppo economico tramite il turismo “creativo” (da “Il Mattino”, 2012)

Le nuove idee per attrattive turistiche e soluzioni creative nelle città storiche e nei fronte a mare per incrementare lo sviluppo economico tramite il turismo “creativo” (da “Il Mattino”, 2012)


Il Turismo culturale e la logica dei mega eventi

La Logica dei Mega events e delle nuove icone di architettura, quali attrattori di turismo urbano. Il turismo culturale tra rigenerazione e salvaguardia

Il Turismo, la più alta conquista del XX secolo, è indirizzato dunque con poderosa spinta verso i quartieri storici delle città ed è un’attività in continuo sviluppo dal punto di vista culturale, sociale ed economico. Ora mentre da parte scientifica si cerca di dare ragione a queste nuove spinte e a teorizzare questo fenomeno tutt’ora in crescita, individuando la nuova domanda di turismo; le dinamiche turistiche affrontano nuove vie, non esprimono infatti solamente un nuovo livello di percezione e ideazione delle risorse culturali disponibili, ma risentono dei più vasti movimenti ideologici contemporanei a riguardo al modo di vedere e fruire la cultura che esaltano e insieme attivano.

In questa linea negli ultimi dieci anni in Italia è stata avviata da parte di più città la logica dei Mega events per dare nuove attrattori al turismo delle città storiche e nuovi impulsi ad una politica di rigenerazione urbana. Alcune città italiane, come Torino, Genova, Milano e Roma, hanno avuto l’opportunità di risorgere nella sfida di competizioni internazionali avendone grandi vantaggi utilizzando alcuni eventi internazionali e nazionali come catalizzatore per un processo di modernizzazione e trasformazione urbanistica. Torino è un buon esempio di valorizzazione di una città post industriale, oggi rivolta verso una vocazione turistica; così come Genova, con la rigenerazione del fronte a mare storico, ha mostrato la sua abilità di sfruttare opportunamente, come Torino, i grandi eventi del 2000: l’una le Olimpiadi della neve e la seconda le Colombiadi e la nomina a capitale d’Europa. Con la trasformazione del tempo libero e dello svago turistico in un fenomeno di massa si determina la creazione di una rete di nuovi intrattenimenti che puntano su una rinnovata vocazione culturale delle due città con un forte impulso dato al sistema museale della città.

Il Turismo culturale e la logica dei mega eventi

Torino e Genova possono considerarsi due buoni esempi di città “convertite”, come Bilbao con il Guggneim Museum o Valencia ed il porto del Grau, per la Coppa America del 2004, in Spagna, che da città industriali hanno deciso di convertire gli spazi a destinazione industriale a nuovi usi, costruendo nuove reti infrastrutturali e rigenerando la città a nuovo uso hanno creato nuove attrattive per turisti e visitatori. I grandi eventi sono stati cioè opportunamente pianificati e gestiti risolvendosi in strategiche opportunità e catalizzatori delle trasformazioni urbane per la città ospitante, ripensando il loro ruolo con un piano strategico di tutta la città consolidata (vedi lezioni 5, 7 e 13).

In relazione a questo scenario il turismo urbano è diventato una delle maggiori risorse economiche ed è anche uno degli obiettivi strategici dell’agenda urbana di molte municipalità che hanno capito che il rinnovamento delle città può essere la base per un forte cambiamento.

Questo è un reale problema degli storici dell’urbanistica contemporanea che devono concentrare la loro attenzione al Boom che hanno avuti i mega eventi ed altri grandi spettacoli e Esposizioni Internazionali e Forum per capire il rinnovamento urbano attuale. Infatti questo nuovo approccio implica la costruzione di nuove grandi infrastrutture, nuove icone di architettura moderna, rigenerazione di alcune aree dismesse etc… Tutti strumenti utili alla promozione di una nuova immagine della città, che insieme all’attenzione dei mass media, attraggono flussi turistici e grandi risorse economiche, attività e affari nella città ospitante; flussi non più e non solo specificamente rivolti al patrimonio culturale urbano di quelle stesse città.

Il Turismo culturale e la creazione di nuove icone di architettura

E’ a questi anni infatti che si lega l’incremento dei flussi turistici verso l’urbano, attraverso anche una pressante strategia di promozione turistica. Molte città, dopo aver fatto molto spesso scempio del loro patrimonio artistico, si aprono oggi al turismo culturale urbano, cercando di cancellare il loro passato industriale, attraverso una nuova immagine, si pensi a Sao Paulo, Bilbao, Pittsburgh o Sheffield ..etc. che certamente ha inciso sugli interventi, favorendone la percezione sociale come strumento per soddisfare le richieste di attività ricreative e di nuovi posti di lavoro.

In effetti negli ultimi decenni si verificano nuove forme di turismo; molte città che non hanno una forte presenza di monumenti e di patrimonio urbano quali punti di attrazione tali da muovere visitatori hanno deciso di creare delle nuove attrazioni , basato principalmente su innovative architetture spettacolari. Queste sono realizzate appositamente per generare una nuova identità urbana per quella città, di più forte attrattiva e tale da porsi in competizione con le altre città in Europa e nel mondo.

Bilbao (Spagna). Il Museo Gugneim e le trasformazioni urbanistiche dell’area intorno al fiume negli anni 2010-2011 (foto dell’a.)

Bilbao (Spagna). Il Museo Gugneim e le trasformazioni urbanistiche dell’area intorno al fiume negli anni 2010-2011 (foto dell’a.)


I Il Turismo culturale e la creazione di nuove icone di architettura

La costruzione dell’attrattiva Museo per generare sviluppo turistico e l’attività produttiva di rigenerazione è sempre più in auge nelle città storiche.

Il turismo è, al riguardo, presentato come una panacea (il Guggenheim a Bilbao è diventato un modello), ma una simile visione appare fragile e pericolosamente fuorviante, poiché è arduo procedere senza considerare in maniera congiunta i molteplici fattori in azione nelle città.

E’, pertanto, solo un luogo comune affermare che le politiche culturali migliorano sempre l’immagine urbana e la coesione di cittadini attivi in progetti per catturare la manna del turismo, benché arte e cultura siano fattori cruciali, nelle città d’arte.

Così a Bilbao, il Guggeneim Museum la nuova icona architettonica ha prodotto grandi trasformazioni del territorio lungo il fiume (2010-2011) e nuove infrastrutture viarie, nuovi alberghi e ristoranti, ma contemporaneamente nel nucleo originario della città storica si attua lo svuotamento del mercato coperto sette-ottocentesco per un’ulteriore trasformazione di marketing (2010).

Bilbao (Spagna), lo svuotamento del mercato coperto sette-ottocentesco per un’ulteriore trasformazione di marketing (foto dell’a. 2010)

Bilbao (Spagna), lo svuotamento del mercato coperto sette-ottocentesco per un’ulteriore trasformazione di marketing (foto dell’a. 2010)


Marketing urbano o Città d’arte o città di cultura?

Copertina e Quarta di copertina del volume da me curato “Città storiche e Turismo culturale” del 2012.

Copertina e Quarta di copertina del volume da me curato “Città storiche e Turismo culturale” del 2012.


L’industria del turismo e il rinnovo delle città storiche

L’accrescimento dell’importanza del turismo nella politica di pianificazione urbana e ambientale è oggi in grande slancio, con particolare riferimento al patrimonio artistico, architettonico, urbano e paesaggistico e questa nuova richiesta sociale comporta però un cambiamento della qualità della vita in molte antiche città di Europa. Il turismo urbano e il turismo culturale tra rigenerazione e salvaguardia è oggi un problema reale nei centri storici europei sulla base dei loro differenti ruoli economici e sociali. L’industria del turismo e il rinnovo delle città può costituire cioè una seria minaccia nella trasformazione dei tessuti storici e nel cambiamento delle sue attività sociali ed economiche.
Nella X Conferenza dell’European Association of Urban History (EAUH) svoltasi a Ghent nel 2010 abbiamo approfondito questi temi in una Sessione specialistica sulle trasformazioni urbanistiche avvenute nei tessuti storici delle città europee a causa dell’incremento dell’industria del turismo nel XXI secolo, ponendo attenzione ai risultati sull’urbano determinati da questi forti nuovi impatti.

La Sessione di Ghent ha voluto confrontare i differenti problemi in diverse situazioni urbane in una visione multidisciplinare che riguardavano città storiche del Nord e del Sud dell’Europa. Si metteva a fuoco in quell’occasione, tramite la presentazione di qualificati intervent, come i nuovi concetti del turismo culturale e della sostenibilità nei progetti turistici di rigenerazione urbana, non sempre risultavano positivi per le piazze e gli ambienti urbani storici, mentre sicuramente consentivano con le nuove architetture contemporanee e le ristrutturazioni dei waterfronts dei porti storici e delle aree industriali dismesse e abbandonate, trasformate radicalmente con nuove forme urbane, di creare incentivi ed attrazioni di grande richiamo per nuovi visitatori.

L’industria del Turismo e il rinnovo delle città storiche

Il forte cambiamento prodotto nella storia contemporanea di quelle città, in relazione ai nuovi interventi architettonici e al conseguente notevole aumento del turismo comporta la radicale trasformazione della struttura urbana e del suo skyline ha provocato, come si è potuto constare, anche con un grande cambiamento dell’identità di quei luoghi e della vita degli abitanti.

L’architettura contemporanea modifica gli spazi storici costituendo nuove attrazioni che si aggiungono ai monumenti tradizionali e al patrimonio urbano di lunga tradizione.

Producendo da un lato nuove identità urbane (come a Bilbao o a Torino), ma anche trasformando fortemente la storica identità della città esistente, come l’area storica e stratificata del l’Acropoli di Atene con il nuovo grande museo archeologico nazionale realizzato nel 2011 o anche producendo una completa innovazione urbanistica e architettonica come è stato rrealizzato nella città portuale di Valencia e al porto del Grau.

Del rinnovo di Valencia città portuale parleremo nella Lezione 13.

Valencia(Spagna), La grande architettura del Museo delle Arti dell’arch. Calatrava, parte di una grande rigenerazione della città portuale (foto dell’a. 2010)

Valencia(Spagna), La grande architettura del Museo delle Arti dell’arch. Calatrava, parte di una grande rigenerazione della città portuale (foto dell’a. 2010)


La Carta sul Turismo Culturale dell’ICOMOS e i “Principi di Valletta”

Le nuove icone del paesaggio urbano come attrazioni scultoree, sono proposte dalle agenzie turistiche per fare visitare o rivisitare le città, non essendo gli antichi monumenti più sufficienti a invogliare la nuova industria turistica, che ha bisogno di sempre di nuove attrazioni. Non sono sufficienti, perché non promosse sufficientemente dai mass media, neanche le città inserite nella Lista del patrimonio del mondo dell’UNESCO.

I Principi e le Proposizioni a livello internazionale sono per un turismo di cultura e una conservazione integrata del patrimonio urbano. L’azione svolta dall’ICOMOS tramite il Comitato scientifico internazionale sul Turismo culturale (ICTC) ha approvato la “Carta del turismo culturale” (ottobre 1999 Città del Mexico) e dal CIVVIH con “I Principi di Valletta”
I Principi ivi esposti promuovono una interazione dinamica tra patrimonio culturale e turismo e questa interazione può essere riguardata come una forza positiva, dal punto di vista economico, sociale, culturale, educativo e scientifico, ecologico ed estetico, ma va regolamentata la frequentazione turistica, con un’attiva cooperazione delle diverse parti interessate.
(Vedi per la “Carta del Turismo Culturale” ed i “Principi di Valletta” le lezioni 2 e 3)

Da “Il Sole 24 Ore”, 3 novembre 2010.

Da “Il Sole 24 Ore”, 3 novembre 2010.


I Principali assunti sul turismo culturale

Uno dei principali assunti della Carta internazionale dell’ICOMOS sul Turismo culturale, enunciato fin dalle prime righe dei Principi – “Charter Ethos”- è la necessità di comunicare alle comunità locali e ai visitatori i significati e i valori del patrimonio urbano e culturale.

Tra i concetti base della conservazione integrata del patrimonio c’è anche, vale ricordarlo, quello dell’informare e comunicare alla pubblica opinione.

Il Turismo culturale urbano può svolgere il ruolo di diffusione della conoscenza delle città, quale risorsa culturale e non come consumo o marketing del patrimonio, ma ci vuole alla base una informazione sapiente.

L’affollamento turistico nel giardino Zen del tempio Ryoan a Kyoto (Giappone)

L’affollamento turistico nel giardino Zen del tempio Ryoan a Kyoto (Giappone)


I Principali assunti sul turismo culturale

Bisogna trovare e promuovere corrette indicazioni per avviare una esperienza turistica nelle città storiche “informata” e pertanto “motivata”, convinti che la tutela dei luoghi storici fonda su una primaria conoscenza di questi.

La conoscenza delle città storiche non può prescindere e non può non essere legata al loro ruolo, come significato e risonanza a loro attribuita: sia come città egemoni, sia come città capitali nel corso della storia. Fondamentale ruolo che spesso ancora svolgono nella loro materiale rappresentazione e con il loro precipuo patrimonio urbano nei confronti dei cittadini, dei visitatori e dei turisti etc..
La nuova conoscenza deve esporre quali siano i valori umani e non sacrificarli ai fini di marketing, mistificando i valori del paesaggio storico urbano per sfruttarlo per fare del business.

INFORMARE è da considerarsi la base della conservazione attiva ed integrata del patrimonio culturale

Questo fonda infatti su tre fondamentali operazioni: Primo conoscere, secondo valutare, terzo informare e comunicare alla pubblica opinione, sono stati più volte espressi e da più autori.

Non può certo considerarsi un Heritage Tourism motivato e informato come da noi auspicato l’ evento velico della Coppa America a Napoli nel 2011 che certo non mira a far comprendere i valori del paesaggio urbano storico partenopeo, ma solamente a sfruttarlo per fare il business della Wuitton e nel giugno 2012 il campionato europeo del Tennis costruendo un campo tennis nel grande slargo intorno al monumento di Diaz, perchè affacciato sul paesaggio del lungomare.

Il Turismo come attività produttiva e di conoscenza del patrimonio

Non certo da parte nostra si pensa ad un viaggio di élite di singoli viaggiatori del “Gran Tour”, ma ci si deve opporre alla mercificazione del bene culturale ossia a quella che dai teorici di economia è stata chiamata la Commodification of destination.
Quindi unitamente alla diffusa e condivisa concezione del turismo come attività produttiva in grado di generare sviluppo, emergono nuovi problemi connessi alla necessità di conciliare sviluppo turistico e salvaguardia dei beni architettonici e ambientali. Sono proprio questi beni che costituiscono infatti le principali risorse dello sviluppo turistico.
La vera necessità per la conservazione urbana nella mia convinzione di conservazione del nostro patrimonio culturale è che risieda nel mantenimento della identità culturale di ciascun patrimonio, con tutte le diversità che sono presenti costituiscono con la loro presenza la nostra ricchezza.
In particolare per le città del mediterraneo, che sono un porto di mare, penso che la loro ricchezza sia costituita dalla stratificazione storica millenaria che il turismo inteso come conoscenza delle diversità del patrimonio culturale deve aiutare a comprendere.

Sessa Aurunca (CE), La festa del Santo patrono. I valori urbani immateriali dei centri storici: le processioni  (foto dell’a.)

Sessa Aurunca (CE), La festa del Santo patrono. I valori urbani immateriali dei centri storici: le processioni (foto dell’a.)


Il Turismo come attività produttiva e di conoscenza del patrimonio

La formazione di una cultura urbana conservativa maggiormente aggiornata-qualificata e partecipata a riguardo del patrimonio delle città storiche.
E’ necessario individuare i valori urbani insiti nelle città di lungo periodo, renderli espliciti e comprensibili e in tal senso salvaguardarli anche ai fini di una visita turistica. Bisogna far comprendere la complessità della città storica.

Il problema infatti non è tanto quali siano i centri urbani da individuarsi quali città d’arte, ma quali sono le rilevanti caratteristiche urbane delle città che assumono la valenza di patrimonio urbano da conservare e da salvaguardare nella loro identità culturale e autenticità. Non è tanto la presenza di monumenti di grandissima rilevanza a far sì che un sito debba individuarsi come città d’arte e quindi degna di essere inserita nelle mete del turismo, ma dovrebbero essere invece individuati i “valori” del patrimonio urbano di quella città , nell’obiettivo di trasmetterli e far sì che vengano compresi dai cittadini e dai visitatori occasionali.

Benchè si riconosca al patrimonio urbano un ruolo economico, oltre che di memoria storica ed estetico, è necessario che questi valori, in quanto beni, risorse non riproducibili, non siano considerati una semplice attrattiva turistica, compresi in un pacchetto turistico, al pari di un albergo-ristorante-negozio. Secondo noi è da porre l’accento sulle tappe fondamentali del processo di costruzione di ogni città storica, individuandone i principi fondativi, in un percorso ideale lungo l’Italia delle cento città, tutte ricche di tesori artistici, ma anche luoghi urbani che per le loro particolarità e specificità storico-urbanistica-paesaggistica sono punti di eccellenza dell’offerta turistica.

Informare e comunicare alla pubblica opinione la complessità della città storica e anche della stratificazione storica in essa presente, in particolar modo nelle città a lunga continuità di vita, come ad esempio le città mediterranee, deve essere il nostro primo obiettivo.

Le lezioni del Corso

1. La storia dell’urbanistica contemporanea. Una storia specialistica

2. La conservazione integrata ed il suo ruolo nella pianificazione urbanistica delle città storiche

3. Città storiche e turismo culturale

4. Città storiche e Turismo Culturale. L’uso distorto del turismo nelle città storiche

5. Città storiche e Conoscenza urbana. L’innovazione tecnologica del sapere urbano e l’informazione-diffusione. Le possibili applicazioni - Prima Parte

6. Città storiche e conoscenza urbana. L’innovazione tecnologica per la diffusione della conoscenza urbana. Le possibili applicazioni. I musei della città - Seconda Parte

7. Politiche urbane per le città storiche italiane inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. I piani di gestione e la Legge del 2006. Il caso di Siracusa

8. La costruzione della città portuale e il rapporto storico porto-città. Due esempi a confronto: Genova e Napoli

9. La città portuale di Napoli. Il rapporto porto-città. Napoli Città patrimonio dell'umanità (1995) e il piano di gestione (2011)

10. Marsiglia città portuale. Il rapporto della città storica ed il suo porto. La rigenerazione urbana e la riqualificazione del porto vecchio

11. Il piano di conservazione integrata e di sviluppo turistico sostenibile. Il caso della città portuale di Nafplio in Grecia

12. Barcellona città portuale. Il rapporto della città storica ed il suo porto. La rinascita della città e la riqualificazione del porto vecchio

13. Città portuali e Arsenali marittimi. La riqualificazione degli antichi Arsenali a Musei della città e delle antiche tradizioni di mare

14. Valencia città portuale ed il rapporto con il porto del Grau. La rigenerazione urbana per l'evento della Coppa America del 2004 e proseguita fino al 2013 e ancora in progress

15. La riqualificazione urbana dei centri storici tramite il rinnovo del sistema di mobilità cittadina. Il caso della Metropolitana di Napoli

I materiali di supporto della lezione

Questa Lezione è una sintesi tratta dai miei lavori e ricerche ai quali rimando per ulteriori approfondimenti.

T. Colletta, Historical towns and Cultural Tourism. The conservative research of a leading role for the urban heritage in a new tourism, in Convegno mondiale, "L'uomo e la città. Per uno sviluppo umano e sostenibile", Napoli, 6-8 settembre 2000, in “Bollettino del Dipartimento di conservazione” (BdC), n.2, 2002.

T. Colletta, Città storiche e Turismo culturale. Città d’arte o città di cultura? Marketing urbano o turismo culturale?,in “Territori della cultura” rivista on line del CUEBEC, n.8, 2012, pp. 76-84, veicolata insieme al “Quotidiano dell’Arte. Il giornale del Patrimonio culturale”, ove una sintesi del Convegno di Ravello del 2012 su questo tema.

T. Colletta, Città storiche e Turismo culturale. Città d’arte o città di cultura ?Marketing urbano o turismo culturale?, Giannini, Napoli 2012.

Testi di riferimento:

F. Choay, L’allegorie du patrimoine,Paris 1992.

S. Settis, Italia SpA. L’assalto al patrimonio culturale, Einaudi, Torino 1998;

The ICOMOS "International Cultural Turism Charter" in "ICOMOS NOUVELLES", n.1 ,2000, pp. 17-24.

The ICOMOS, Principi di Valletta sulla Protezione e salvaguardia delle città e delle aree storiche, adottata nel 2011, in ICOMOS

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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