Le azienda di servizi pubblici sono tutte quelle attività di produzione di beni e servizi che in un preciso momento storico, nell’interesse generale della collettività e attraverso un provvedimento legislativo, la pubblica amministrazione svolge direttamente, oppure ne delega a terzi lo svolgimento sotto il suo controllo. Le aziende di pubblica utilità si riconoscono per i seguenti requisiti:
Dalla definizione precedente si deduce che le attività di pubblica utilità sono condizionate dalle seguenti caratteristiche Aziende ed in quanto tali il risultato della produzione è la creazione di valore.
Le aziende di pubblica utilità svolgono la loro attività condizionate dalle seguenti caratteristiche:
L’azienda è un istituto che appartiene alla sfera delle attività economiche in contrapposizione con le attività meramente giuridico-amministrative, che appartengono, invece, alle amministrazioni.
Molto chiara ed esauriente è l’esplicitazione di questo requisito espresso da Farneti:
“nel loro operare le aziende acquisiscono i fattori che poi impiegano, nell’ambito di un’attività che deve essere economica, nel senso che, utilizzando beni disponibili in quantità limitata, si propone di trarre da essi il massimo dell’utilità, in applicazione del principio del “minimo mezzo”: qualsiasi attività pertanto viene svolta cercando di minimizzare le risorse impiegate a parità di risultati, o perseguire risultati più elevati a parità di risorse impiegate” (Farneti, 1995: 7).
Qualunque sia la forma giuridica che la caratterizzi un’azienda di pubblica utilità, che voglia gestire correttamente le risorse pubbliche affidatele, non può prescindere dal rispetto dell’equilibrio fra l’utilità (valore) delle risorse impiegate e l’utilità (valore) dei risultati prodotti.
Gino Zappa, il padre dell’economia aziendale (Zappa, 1957: 37), definisce l’azienda come:
“un istituto economico destinato a perdurare nel tempo che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione o il procacciamento e il consumo della ricchezza”.
In questa definizione si possono individuare i caratteri distintivi dell’azienda:
L’orientamento ai risultati, in termini di efficienza, efficacia ed economicità, implica, di conseguenza, l’orientamento alla produzione di valore.
E’ evidente, comunque, che anche per le aziende di servizi pubblici si riconosce la necessità di ottemperare all’imperativo di creare e diffondere valore non solo sociale ma anche economico nell’ambiente in cui operano ed a favore della collettività di riferimento (Mele, 1994).
Ne scaturisce un valore socio-economico, dato dal margine imprenditoriale, determinato dal risultato economico tra ricavi e costi e dal margine sociale, individuato dalla differenza tra gli oneri e i benefici sociali prodotti.
La focalizzazione sui risultati di gestione pone in primo piano l’esigenza di valutare tali risultati in termini di:
In particolare, l’efficienza è il rapporto ottimale tra input ed output, esso esprime l’attitudine dell’azienda a sfruttare al meglio le risorse a disposizione. L’efficacia assume connotazioni particolari nelle aziende di pubblica utilità in quanto l’obiettivo da raggiungere è: assicurare indiscriminatamente a tutta la collettività l’accesso al servizio; non a caso si è spesso parlato di efficacia sociale. L’economicità può essere individuata in un rapporto equilibrato fra costi e ricavi (efficacia reddittuale) o, anche, fra risorse e risultati.
Quest’ultimo raffronto è da applicarsi quando parte dei ricavi, come accade nelle aziende di sevizi pubblici, non derivano direttamente dal mercato, ma provengono da trasferimenti pubblici. Difatti, per la prevalente finalità sociale che tali aziende devono perseguire, si giustificano e si richiedono adeguati trasferimenti pubblici per garantire l’equilibrio di bilancio. La misurazione dell’economicità, in questi casi, mira a valutare, più specificamente, se il management sta operando nel modo migliore, cioè in modo da evitare il ricorso ad ingiustificati trasferimenti pubblici.
La relazione tra efficienza, efficacia ed economicità, può funzionare correttamente solo se al centro del sistema è posta l’etica.
E’, infatti solo una rinnovata etica della gestione della cosa pubblica, insieme ad un’etica nelle scelte politiche, può assicurare una rivoluzione culturale ed un’adozione consapevole e fruttuosa dei principi dell’aziendalizzazione (e non una sterile adesione burocratico-normativa).
L’importanza che gli individui e le organizzazioni aziendali cui essi partecipano interiorizzino valori etici è connessa con la possibilità di uno sviluppo sostenibile del nostro sistema economico in cui, è oramai opinione comune, che i servizi di pubblica utilità svolgano un ruolo ritenuto sempre più rilevante.
1. Le Aziende di servizi pubblici: origine e caratteristiche gestionali
2. La creazione del valore socioeconomico
3. Tipologie di gestione delle aziende di servizi pubblici
4. Il cambiamento nella gestione dei servizi pubblici
5. L'evoluzione dei sistemi di management
6. Il concetto di strategia ed i suoi elementi costitutivi
7. Gli strumenti della gestione strategica
8. Il concetto di produzione e le scelte produttive nelle aziende di servizi pubblici
9. La visione per processi e la costruzione di un processo
10. Le componenti dell'offerta delle aziende di servizi pubblici
11. L'orientamento alla qualità nei servizi pubblici e nella Pubblica Amministrazione
12. La progettazione delle indagini di customer satisfaction
Farneti G. (2004), Ragioneria pubblica. Il “nuovo” sistema informativo delle aziende pubbliche, Franco Angeli, Milano
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