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Francesca Sorrentini » 13.Caratteristiche e potenzialità delle risorse nelle loro implicazioni territoriali


Articolazione della lezione

Obiettivo
Comprendere le condizioni affinché un luogo diventi turistico.

Argomenti

  • Concetto di risorsa turistica
  • Relazione spazio-turismo
  • Unicità e banalità
  • Condizioni di attrazione di una regione turistica

Risorsa turistica

Qualsiasi elemento o fenomeno della natura o qualsiasi oggetto creato dall’uomo (città, monumento, museo ecc.) che offre possibilità di svago e di ricreazione.

  • Le risorse turistiche sono fortemente localizzate
  • La risorsa turistica è mutabile nel tempo

Affinché un “oggetto” si trasformi in risorsa turistica e divenga fruibile sono necessarie tre condizioni:

  • culturale (come moda, tradizione, mass-media);
  • tecnologica (come strumenti tecnici e strumenti sociali);
  • economica (come prezzi e costi accessibili).

Relazione spazio – turista


Unicità e banalità

La maggior parte degli spazi si trova in una situazione intermedia tra l’unicità e la banalità di ciò che offrono.
La banalizzazione provoca il passaggio dall’esotropismo all’endotropismo.

  • Stazione ENDOTROPICA – è rivolta soprattutto all’utilizzazione turistica di elementi di attrazione interni al suo tessuto abitativo (monumenti, musei, casinò, centri congressi…).
  • Stazione ESOTROPICA – è orientata soprattutto verso elementi di attrazione esterni all’ambiente urbano, solitamente preesistenti e indipendenti da questo (mare, spiaggia, bosco, specchio d’acqua, campo di neve…).
  • MEDIOTROPISMO – miscela di endo ed esotropismo vicina all’equilibrio.

Questa relazione tra unicità/banalità dell’offerta turistica determina anche aree d’influenza di importanza diversa.

  • Le risorse uniche (non riproducibili) muovono flussi nazionali ed internazionali (come la Torre Eiffel e le Cascate del Niagara).
  • Le risorse che rispondono semplicemente ad esigenze ricreative espresse dai turisti soddisfano per lo più un bisogno a scala regionale e locale (parco urbano).

Unicità e banalità (segue)

Il livello di attrattività di una regione turistica dipende da

  • presenza delle risorse;
  • fruibilità delle risorse;
  • accessibilità dei flussi turistici;
  • immagine turistica della regione sul mercato.

Presenza delle risorse turistiche

Spesso gli operatori locali sviluppano un’offerta complementare, cioè attività ricreative virtualmente autonome rispetto alle componenti naturali e antropiche, la cui localizzazione prescinde dalle vocazioni turistiche dell’area (come Las Vegas). L’ubicazione delle strutture ricreative dipende dalla mobilità territoriale della domanda, piuttosto che dalle condizioni preesistenti dell’offerta.

Anche i parchi tematici rappresentano aree ricreative realizzate da gruppi di investitori privati per soddisfare i bisogni ludici o pseudo-culturali dei visitatori. Essi si caratterizzano per l’assenza di un collegamento tra le risorse locali e i fattori di attrattività del parco; il visitatore vive un’esperienza del tutto virtuale, perché non c’è contatto con la realtà, ma solo con la sua immagine.

Il successo di queste strutture dipende innanzitutto dal fatto che il visitatore trova un ambiente ricreativo controllato e sicuro e poi che ha l’opportunità di accedere ad un mondo altrimenti irraggiungibile.

Gli investimenti sono del tipo user-oriented, in quanto la loro destinazione è influenzata soprattutto da una consistente domanda, cioè che ha origine in prossimità delle aree metropolitane oppure a ridosso delle località turistiche (i flussi escursionistici concorrono ad integrare e a destagionalizzare la domanda).

Classificazione delle aree turistiche

Orientate dall’utente (user-oriented) → facile accesso, esigua richiesta di superfici, dotate di elementi artificiali (come parchi, piscine…). Dominano le attività controllate e gli spazi naturali assumono minore importanza.

Orientate dalle risorse (resource-based) → si concentrano sulla qualità delle risorse, utilizzano ampi spazi, spesso remoti, e necessitano di maggiore investimento monetario e di tempo.

Aree intermedie → rappresentano un compromesso in termini di spazio e di utilizzo. In particolare, si tratta di aree situate vicino ai corsi d’acqua o al mare/lago e ai parchi regionali e provinciali e caratterizzate da una durata del viaggio mediamente bassa.

Fruibilità

Possibilità per i potenziali visitatori di godere di risorse paesaggistiche e culturali che rappresentano i fattori di attrazione della meta turistica.

La fruibilità si riferisce sia ad aspetti materiali (strutture ricettive, pararicettive, complementari, elementi legati al soddisfacimento di bisogni primari, cioè che non costituiscono di per sé fattori di attrazione, ma consentono la fruibilità delle risorse) che agli aspetti immateriali (flussi informativi, accoglienza ecc.).

Le condizioni di fruibilità possono essere fattori di mutamento dell’organizzazione spaziale del turismo, determinando l’intensità e la tipologia dei flussi. Infatti, non si rilevano turismi di massa, né destinazioni turistiche di massa, ma soltanto una fruibilità di massa.

Il turismo di massa può essere considerato il risultato di un modello di organizzazione spaziale, in cui la posizione geografica dell’area e la natura delle risorse non assumono una condizione determinante.

Accessibilità

La facilità di raggiungere un’area si determina in base alle caratteristiche dei flussi, alla loro provenienza geografica, nonché ai diversi poli d’irradiazione.

Tre dimensioni dell’accessibilità:

  • spaziale (distanza e tempi di trasferimento) → non si tratta soltanto di una distanza fisica, ma anche funzionale (costi, tempi, benefici attesi ecc.) e che dipende dalle condizioni di trasporto (tempi e costi di spostamento, ampiezza delle opzioni di collegamento, condizioni di sicurezza e comodità del trasferimento, percezione della distanza fisica…);
  • economica → l’accessibilità di una località turistica dipende anche dai costi di soggiorno, che variano in funzione della capacità di spesa del turista, del livello dei prezzi e del tasso di cambio;
  • culturale → è il risultato di fattori percettivi, influenzati dalla caratterizzazione culturale della domanda e dalle differenze di ordine politico, economico, sociale tra i luoghi di irradiazione e quelli di destinazione. Maggiore è la differenza culturale e più si riduce la propensione al viaggio.

Accessibilità (segue)

Muscarà (1995) distingue tre segmenti di domanda:

  • VACATIONER – Turisti che intendono la vacanza come relax e si dirigono verso aree che riproducono il contesto culturale di provenienza.
  • SIGHTSEER – Coloro i quali ricercano il contatto con culture diverse, ma in un’esperienza turistica protetta, e preferiscono viaggi organizzati.
  • DRIFTER – Viaggiatori che intendono esperienze “autentiche” in aree situate al di fuori dei tradizionali itinerari, poiché per costoro il viaggio costituisce una sfida e la distanza culturale non rappresenta un vincolo.

Ancora prima Plog (1974) ha proposto una classificazione per spiegare l’evoluzione tipologica e qualitativa della domanda rispetto a specifiche aree di destinazione.

a) comportamenti di tipo psicocentrico – domanda che s’indirizza verso aree turistiche appartenenti allo stesso contesto nazionale o culturalmente simile (vacationer);
b) comportamenti di tipo allocentrico – domanda rivolta verso aree distanti e molto diverse sul piano socio-culturale (drifter).

Accessibilità (segue)

Si distinguono ancora due categorie di turisti, anche se non includono il comportamento dei viaggiatori, ma soprattutto ciò che essi stessi pensano di essere (Bagnoli, 2006).

Turistofobi – Coloro che si definiscono viaggiatori e non turisti:

  • preferiscono aree che non considerano turistiche;
  • ritengono di poter scoprire località e paesaggi, oppure «nuove stagioni» per vecchi paesaggi;
  • credono di essere intraprendenti, talora spericolati;
  • accettano la scomodità, perché fa più «viaggiatore» e meno «turista»;
  • credono di voler conoscere l’Altro;
  • non amano i viaggi organizzati.

Accessibilità (segue)

Turistofili – Coloro che non si pongono il problema;

  • cercano località alla moda;
  • preferiscono la folla vacanziera e l’alta stagione;
  • non vogliono scoprire nulla;
  • seguono le mode sportive, l’abbronzatura, le attività rilassanti;
  • non vogliono uscire dalla loro envirornnental bubble (come attrezzature ricettive standardizzate, ristoranti all’italiana, sicurezza);
  • non vogliono incontrare l’Altro (vacanza standardizzata);
  • amano i viaggi super-organizzati e i villaggi enclave.

Immagine turistica

Il viaggiatore sceglie la località turistica anche sulla base dell’immagine che ha sedimentato nella propria mente, avvalendosi di vari elementi (letture, impressioni riferite da altri turisti, documentari, stampa specializzata, informazioni acquisite dalle agenzia di viaggio…), tra i quali spicca anche la moda del momento, che lo induce a preferire mete lontane piuttosto che siti vicini al proprio luogo di residenza e forse anche più interessanti.
In altri casi, egli preferisce una destinazione per il desiderio di imitare i comportamenti dei ceti sociali agiati e della mondanità. Lo spazio turistico, dunque, non è soltanto una realtà oggettiva, ma anche uno spazio rappresentato, cioè costruito da simboli stratificatisi nella propria mente e da miti.

Immagine turistica (segue)

Si distinguono tre tipi di immagine:

  • tradizionale – si rivolge a valori paesaggistici e culturali del luogo e/o a tutti i fattori di attrazione, che ne costituiscono gli elementi distintivi e permanenti; fattori che preesistono al turismo; risultato di un processo di sedimentazione lungo e complesso;
  • attuale – acquista importanza in riferimento al turismo, perché dipende dalla moda, dai valori della società moderna; può coincidere con quella tradizionale;
  • globale – si riferisce all’idea d’insieme, a volte stereotipata, che il turista ha nei riguardi di un paese, una regione, una città.

In sintesi, l’attrattività di una regione turistica, o una località, oltre a dipendere dalla qualità delle risorse, è influenzata fortemente dalla capacità degli operatori turistici di fornire un’offerta complementare, comprendente servizi e attrezzature ricreative indipendenti dalle caratteristiche locali.
Qualunque luogo può diventare turistico, basta farlo corrispondere alle aspettative del fruitore.

I materiali di supporto della lezione

BENCARDINO F., PREZIOSO M., Geografia del turismo, Milano, McGraw-Hill, 2007.

DEWAILLY J-M., FLAMENT E., Geografia del turismo e delle attività ricreative, Bologna, CLUEB, 1993.

Ulteriori riferimenti bibliografici:

BAGNOLI L., Manuale di geografia del turismo. Dal Gran Tour ai sistemi turistici, Torino, Utet, 2010.

FORMICA C., Lezioni di geografia del turismo, Napoli, Editrice Ferraro, 2006.

MUSCARA' C., Piani, parchi e paesaggi, Roma-Bari, Laterza, 1995.

POLLICE F., Territori del turismo. Una lettura geografica delle politiche del turismo, Milano, Franco Angeli, 2002.

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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