Obiettivo
Conoscere le dinamiche di sviluppo del commercio internazionale.
Argomenti
Tra 1995 – 2000
Dopo il 1970 la crescita del volume degli scambi e la graduale liberalizzazione del commercio sono da attribuire a:
Altri fattori che hanno contribuito allo sviluppo del commercio mondiale:
GATT (General Agreement on Tariffs and Trade)
Diffusione degli accordi commerciali regionali
Poli principali degli scambi commerciali.
Paesi della Triade globale
Paesi Opec - Hanno il controllo del commercio di monoesportazione, che rappresenta il 4,3% dell’export mondiale.
Russia, dopo una crisi economica, dal 2001 ha ripreso il commercio estero.
America meridionale, tra cui spicca il Brasile.
I circuiti commerciali seguono due direttrici inverse
Lo scambio comporta vantaggi prevalentemente a favore dei PS, nonostante essi importino più di quanto esportino, poiché i prezzi delle materie prime sono bassi rispetto a quelli dei prodotti finiti.
Ciò non significa che i PVS mantengano sempre le stesse produzioni (vedi i nuovi paesi industrializzati).
Di recente, paesi come Cina, India e Brasile si stanno specializzando anche nella produzione di beni a media e ad alta tecnologia.
Teoria dei vantaggi comparati
Un paese tende a specializzarsi nella produzione del bene su cui ha un vantaggio comparato, cioè la cui produzione ha un costo-opportunità, in termini di altri beni, minore che altrove.
Teoria superata, perché i fattori sociali, come il capitale e il lavoro, hanno accresciuto la loro importanza per lo sviluppo economico di un paese e sono sempre meno “mobili”. Peraltro, questi fattori, a differenza di quelli naturali, spesso nel tempo si riducono in quantità.
Nei paesi che li possiedono, tali fattori (università, istituzioni finanziarie, concentrazioni di lavoratori specializzati, dirigenti, tecnici…) continuano a crescere, generando un processo circolare e cumulativo (G. Myrdal, 1959), cioè un meccanismo per il quale le realtà oggi più sviluppate lo saranno anche in futuro, mentre quelle meno ricche di fattori di sviluppo, pur registrando una certa ripresa, non riusciranno a recuperare il gap.
I processi di crescita proseguono, in modo selettivo e ciclico, fino a quando si presentano fenomeni di congestione, che rendono antieconomiche nuove iniziative. Ne consegue che gli investimenti procederanno in altre aree più vantaggiose.
1. Oggetto di studio e metodi della geografia
2. Il problema ambientale nelle società contemporanee
3. L'organizzazione territoriale degli spazi agricoli
5. La produzione mineraria ed energetica
6. L'organizzazione territoriale dell'industria: teoria e fattori
7. Dalla localizzazione industriale alla competitività territoriale
8. Commercio e organizzazione dello spazio economico
9. Il settore terziario: natura e localizzazione dei servizi
10. Dinamica, distribuzione e mobilità territoriale della popolazione
11. Uso e struttura dello spazio urbano
12. Il processo evolutivo del turismo a scala internazionale
13. Caratteristiche e potenzialità delle risorse nelle loro implicazioni territoriali
14. Le risorse turistiche naturali e artificiali
15. Caratteri del comportamento turistico
17. La struttura degli spazi turistici
FORMICA C., Lo spazio geoeconomico. Strutture e problemi, Torino, UTET, 1999.
Altri riferimenti bibliografici:
CELANT A. (a cura di), Commercio estero e competitività internazionale. Imprese e squilibri territoriali in Italia, Roma, Società Geografica Italiana, 1999.
MYRDAL C., Teoria economica e paesi sottosviluppati, Milano, Feltrinelli, 1959.
VANOLO A., Geografia economica del sistema mondo, Torino, UTET Libreria, 2006.