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Francesca Sorrentini » 8.Commercio e organizzazione dello spazio economico


Articolazione della lezione

Obiettivo
Conoscere le dinamiche di sviluppo del commercio internazionale.

Argomenti

  • I circuiti del commercio
  • L’interdipendenza commerciale
  • Globalizzazione e regionalizzazione del commercio internazionale
  • La composizione merceologica del commercio mondiale
  • Lo scambio ineguale

Motivi di scambio


Canali di scambio


Modelli organizzativi dei circuiti di scambio

  • Circuito diretto – Tipico delle economie agricole di sussistenza, nelle quali gli scambi sono dal produttore al consumatore, senza intermediari (venditori ambulanti, piccoli mercati, fiere).
  • Circuito breve – Piccolo commerciante che raccoglie dai produttori e distribuisce ai rivenditori.
  • Circuito lungo – Il grossista che raccoglie la merce in grandi depositi e la cede al dettagliante, che a sua volta la distribuisce al rivenditore.

Nuove forme di commercio


Struttura dei mercati


Struttura dei mercati (segue)


Tappe fondamentali del commercio


Crescita del commercio internazionale

Tra 1995 – 2000

  • incremento di 10 volte del volume;
  • incremento di 40 volte del valore.

Dopo il 1970 la crescita del volume degli scambi e la graduale liberalizzazione del commercio sono da attribuire a:

  • sviluppo dell’economia mondiale;
  • espansione delle imprese multinazionali;
  • miglioramento dei trasporti e delle telecomunicazioni.

Globalizzazione e regionalizzazione del commercio mondiale

Altri fattori che hanno contribuito allo sviluppo del commercio mondiale:

GATT (General Agreement on Tariffs and Trade)

  • Nel 1995 il GATT diventa WTO (World Trade Organization) per:
    • abbattere forme di protezionismo;
    • promuovere la multilateralità negli scambi.

Diffusione degli accordi commerciali regionali


Distribuzione geografica degli scambi

Poli principali degli scambi commerciali.

Paesi della Triade globale

  • l’Unione Europea gestisce il 40% delle esportazioni mondiali;
  • l’America settentrionale tratta il 15% delle esportazioni mondiali;
  • l’Asia orientale movimenta il 20% delle esportazioni mondiali.

Paesi Opec - Hanno il controllo del commercio di monoesportazione, che rappresenta il 4,3% dell’export mondiale.

Russia, dopo una crisi economica, dal 2001 ha ripreso il commercio estero.

America meridionale, tra cui spicca il Brasile.

Composizione merceologica delle merci


Scambio ineguale

I circuiti commerciali seguono due direttrici inverse

            • PS importano dai PVS soprattutto materie prime e prodotti agricoli
            • PS esportano nei PVS manufatti industriali

Lo scambio comporta vantaggi prevalentemente a favore dei PS, nonostante essi importino più di quanto esportino, poiché i prezzi delle materie prime sono bassi rispetto a quelli dei prodotti finiti.

Ciò non significa che i PVS mantengano sempre le stesse produzioni (vedi i nuovi paesi industrializzati).
Di recente, paesi come Cina, India e Brasile si stanno specializzando anche nella produzione di beni a media e ad alta tecnologia.

Composizione merceologica delle esportazioni mondiali (2003). Fonte: WTO.

Composizione merceologica delle esportazioni mondiali (2003). Fonte: WTO.


Supporto teorico alle dinamiche del commercio

Teoria dei vantaggi comparati
Un paese tende a specializzarsi nella produzione del bene su cui ha un vantaggio comparato, cioè la cui produzione ha un costo-opportunità, in termini di altri beni, minore che altrove.
Teoria superata, perché i fattori sociali, come il capitale e il lavoro, hanno accresciuto la loro importanza per lo sviluppo economico di un paese e sono sempre meno “mobili”. Peraltro, questi fattori, a differenza di quelli naturali, spesso nel tempo si riducono in quantità.

Nei paesi che li possiedono, tali fattori (università, istituzioni finanziarie, concentrazioni di lavoratori specializzati, dirigenti, tecnici…) continuano a crescere, generando un processo circolare e cumulativo (G. Myrdal, 1959), cioè un meccanismo per il quale le realtà oggi più sviluppate lo saranno anche in futuro, mentre quelle meno ricche di fattori di sviluppo, pur registrando una certa ripresa, non riusciranno a recuperare il gap.
I processi di crescita proseguono, in modo selettivo e ciclico, fino a quando si presentano fenomeni di congestione, che rendono antieconomiche nuove iniziative. Ne consegue che gli investimenti procederanno in altre aree più vantaggiose.

I materiali di supporto della lezione

FORMICA C., Lo spazio geoeconomico. Strutture e problemi, Torino, UTET, 1999.

Altri riferimenti bibliografici:

CELANT A. (a cura di), Commercio estero e competitività internazionale. Imprese e squilibri territoriali in Italia, Roma, Società Geografica Italiana, 1999.

MYRDAL C., Teoria economica e paesi sottosviluppati, Milano, Feltrinelli, 1959.

VANOLO A., Geografia economica del sistema mondo, Torino, UTET Libreria, 2006.

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