Obiettivo
Analizzare i fattori della localizzazione industriale e le implicazioni economico-territoriali
Argomenti
Industria
Insieme delle attività manifatturiere di trasformazione di prodotti primari (dell’agricoltura, minerari, forestali, dell’allevamento) in beni destinati al consumo.
L’ Artigianato è la più antica forma di industria.
L’attività manifatturiera comprende tre fasi distinte:
1) Approvvigionamento
Una o più materie prime o semilavorati sono riuniti in un determinato luogo dove si procede alla loro trasformazione.
2) Produzione
Trasformazione delle materie prime e dei componenti in prodotto finito.
3) Distribuzione
Il bene prodotto è collocato sul mercato, che sarà quello dei consumatori finali, allorché l’impresa produce un prodotto finito o quello delle imprese stesse, se dal processo produttivo origina un semi-prodotto che costituirà a sua volta una «materia prima» (sotto forma di semilavorati, componenti oppure macchine utensili) utilizzata da altre unità produttive.
I Rivoluzione industriale (1730-1870)
Passaggio da un’organizzazione produttiva basata sul massiccio impiego di lavoro manuale e su processi lavorativi isolati ed eterogenei verso un’organizzazione produttiva basata sull’impiego sistematico e intensivo delle macchine, le quali innalzarono notevolmente il rendimento del lavoro.
II Rivoluzione industriale
a) conversione dell’energia meccanica fornita dalle acque dei fiumi o dal vapore in energia elettrica (dinamo);
b) introduzione del lavoro a catena.
III Rivoluzione industriale (dopo la Seconda Guerra Mondiale)
a) scoperta dell’energia atomica;
b) moltiplicazione dei materiali sintetici prodotti dalla petrolchimica;
c) applicazione dell’elettronica alle telecomunicazioni e al controllo dei processi produttivi.
Caratteristiche:
- nuovi processi produttivi nel settore tessile.
Invenzione del telaio ad acqua, della giannetta filatrice, del filatoio intermittente…, che hanno, tra l’altro, come conseguenze:
- invenzione della macchina a vapore (1760)
Sostituzione dei cavalli utilizzati nelle miniere per trainare i carrelli di carbone (“cavallo vapore”=unità di misura). Ha consentito di:
- fattori di localizzazione
Caratteristiche:
a) Conversione dell’energia meccanica in energia elettrica, che trovò impiego in:
La possibilità di trasportare l’energia elettrica a una certa distanza dai luoghi di produzione ha consentito alle imprese di localizzarsi anche fuori dai bacini carboniferi e dalle valli fluviali.
b) Lavoro a catena
Il modello di organizzazione produttiva della manifattura è definito Ford-taylorista:
c) Fattori di localizzazione
La Seconda Rivoluzione industriale si è giovata anche di altre invenzioni:
Paesi protagonisti:
La Terza Rivoluzione industriale, sul piano tecnologico, ha ulteriormente accresciuto la produzione di massa e, su quello geografico, ha originato conseguenze socioeconomiche soprattutto negli Stati Uniti e nel Giappone, il cui sviluppo ha ridimensionato la supremazia dell’Europa, e ha interessato anche altre aree del mondo.
Le imprese tendono a modificare i propri comportamenti localizzativi:
Rilocalizzazione (o decentramento territoriale)
Per l’aumento dei costi nelle aree urbane, le imprese trasferiscono i propri impianti nelle zone suburbane o in quelle più decentrate.
Tra le due guerre mondiali, la rilocalizzazione ha interessato gli USA e, successivamente, le grandi agglomerazioni industriali europee, dove si è assistito ad un processo centrifugo di allargamento delle aree urbane (ad esempio, Detroit e i corridoi industriali), con una duplice finalità:
Decentramento produttivo
Fenomeno in parte simile al precedente, ma rispondente a motivazioni e logiche diverse.
La grande dimensione degli impianti non risulta più conveniente a causa di:
L’impresa scompone il ciclo produttivo, affidando alcune fasi di lavorazione ad unità di minore dimensione e non necessariamente ubicate nella stessa area geografica.
Si verifica il graduale passaggio dal modello di organizzazione fordista a quello post-fordista, ossia un sistema di produzione flessibile.
Formazione di sistemi industriali periferici
Organizzazione di un insieme di piccole imprese concentrate su spazi ben delimitati e funzionalmente integrate.
Questi sistemi nascono in seguito a processi di decentramento, avviati da imprese generalmente di grandi dimensioni, oppure a un processo autonomo di sviluppo, determinato dal livello di interazioni raggiunte dal contesto sociale, economico e territoriale (ad esempio, lo sviluppo industriale delle regioni dell’Italia centrale e nordorientale).
I fattori della localizzazione possono articolarsi nei seguenti gruppi:
Naturali
Tecnici
Demografici
Storico-culturali
Economici
Psico-sociali
Politici
L’impresa tende ad ubicarsi nell’area in cui sussistono le condizioni più utili al suo insediamento, cioè quelle in grado di assicurarle i massimi profitti.
L’economista tedesco Alfred Weber (1868-1958) ha elaborato una teoria per dimostrare che la localizzazione ottimale coincide con il punto di minimo trasportazionale, cioè con il punto in cui la somma delle spese di trasporto sostenute per trasferire le materie prime, dai luoghi di approvvigionamento ai siti di trasformazione e da questi ai mercati di consumo, risulta più bassa.
Per la disponibilità delle risorse, invece, distingue:
Considera tre luoghi con precise caratteristiche:
L’industria si localizzerà nel punto di minimo trasportazionale, all’interno del triangolo con i vertici F’, F”, M, che costituisce il luogo ottimale di localizzazione (O). In particolare, andrà a situarsi nelle seguenti posizioni:
In seguito, Weber, consapevole della necessità di comparare un certo numero di localizzazioni in un’area delimitata, perfezionò il suo modello per ricercare la soluzione più soddisfacente. Pertanto, introdusse l’uso delle isòtime e delle isodàpane.
1. Oggetto di studio e metodi della geografia
2. Il problema ambientale nelle società contemporanee
3. L'organizzazione territoriale degli spazi agricoli
5. La produzione mineraria ed energetica
6. L'organizzazione territoriale dell'industria: teoria e fattori
7. Dalla localizzazione industriale alla competitività territoriale
8. Commercio e organizzazione dello spazio economico
9. Il settore terziario: natura e localizzazione dei servizi
10. Dinamica, distribuzione e mobilità territoriale della popolazione
11. Uso e struttura dello spazio urbano
12. Il processo evolutivo del turismo a scala internazionale
13. Caratteristiche e potenzialità delle risorse nelle loro implicazioni territoriali
14. Le risorse turistiche naturali e artificiali
15. Caratteri del comportamento turistico
17. La struttura degli spazi turistici
FORMICA C., Lo spazio geoeconomico. Strutture e problemi, Torino, Utet, 1999.
Altri riferimenti bibliografici:
BECCATTINI C., Il distretto industriale, Torino, Rosemberg&Sellier, 2000.
DINI F., Geografia dell'industria. Sistemi locali e processi globali, Torino, Giappichelli, 1995.
WATTS D., Geografia industriale, Bologna, Zanichelli, 1993.