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Francesca Sorrentini » 3.L'organizzazione territoriale degli spazi agricoli


Articolazione della lezione

Obiettivo

Conoscere le caratteristiche dello spazio agricolo.

Argomenti

  • Origine dell’agricoltura
  • Struttura della proprietà fondiaria e conduzione aziendale
  • Le pratiche agricole
  • La struttura dello spazio agricolo
  • Il mercato agricolo e la politica agraria

Origine dell’agricoltura

Agricoltura

Complesso di operazioni che trasformano l’ambiente naturale per adattarlo alla produzione di vegetali e all’allevamento degli animali, da cui si ricavano beni indispensabili al soddisfacimento dei bisogni umani.

Le prime coltivazioni (cereali e piante da tubero, poi alberi da frutta) risalgono tra 8.000 e 7.000 anni a.C. nell’area compresa tra l’Indo e il Nilo. Ma, a partire dal VII millennio a.C. anche l’America è stata centro di selezione e coltivazione di specie vegetali.

  • Asia Occidentale: orzo, frumento.
  • Asia monsonica: riso, miglio, manioca.
  • Asia Centro-Occidentale: mais; leguminose.

Dopo un lungo periodo di instabilità, dovuta all’assenza di mezzi idonei alla coltivazione, furono inventati nuovi strumenti di lavoro (zappa e aratro), che consentirono una migliore utilizzazione del suolo. Intorno ai grandi fiumi nacquero le civiltà potamiche rette da dinastie monarchiche.

I fattori della produzione agricola

Terra

Spazio sul quale viene esercitato il diritto di coltivazione.

Capitale

- liquido;
- di esercizio;
- fisso.

Lavoro

- contadini proprietari;
- contadini che lavorano terra non propria;
- contadini senza terra.

Organizzazione imprenditoriale

Combina i tre fattori della produzione per ottenere i migliori risultati.I differenti modi di combinarsi dei fattori produttivi generano due sistemi agrari:

  • Sistemi di coltivazione estensiva (scarso impiego di manodopera e di capitali);
  • Sistemi di coltivazione intensiva (elevato impiego di manodopera e di capitali).

Forme di proprietà fondiaria

  • Proprietà comune: presente nelle società patriarcali caratterizzate da economie primitive. La proprietà della terra non è della famiglia coltivatrice, ma dell’intero villaggio, per cui è inalienabile.
  • Proprietà privata: può appartenere a una persona fisica o giuridica. Presenta dimensioni molto variabili:
    • piccola 0-20 ha;
    • media 20-100 ha;
    • grande > 100 ha.
  • Proprietà pubblica: è costituita da terre appartenenti allo Stato, le quali, però, spesso sono concesse in godimento ai privati, che le gestiscono utilizzando varie forme contrattuali.
  • Proprietà collettiva: le terre e i mezzi di produzione sono di proprietà dello Stato, che le gestisce direttamente, con grandi aziende, o indirettamente, affidandole a cooperative.

Forme di conduzione aziendale

Azienda agricola – Unità tecnica, cioè produttiva, gestita da una o più persone indipendentemente dal rapporto giuridico che le lega alla terra.

  • Aziende agricole a conduzione diretta – E’ condotta dal proprietario e dai suoi familiari.
  • Aziende agricole a conduzione capitalistica – L’imprenditore svolge la funzione direttiva e i salariati eseguono le operazioni colturali.
  • Aziende a mezzadria – Il proprietario affida la coltivazione della terra ad un colono, con il quale divide i ricavi e le spese.
  • Aziende in affitto – Il proprietario cede ad un’altra persona la propria terra a fronte di un canone annuo in danaro.
  • Aziende a part-time – In genere si tratta di ex contadini che non praticano più l’agricoltura come attività principale, ma continuano a mantenere il possesso della terra e la curano nel tempo libero, praticando i lavori meno impegnativi.

Superficie Agricola Utilizzata (SAU) = la superficie coltivata e quella utilizzata per i prati-pascoli permanenti.
Superficie Agricola Coltivata (SAC) = solo la superficie aziendale coltivata con seminativi o piante legnose.

Il latifondo

Grande proprietà, spesso superiore ai 1.000 ha e non gestita  direttamente dal proprietario ma dall’amministratore, nella quale si praticano colture estensive.

Caratteristiche del latifondo

  • Colture estensive (soprattutto cereali).
  • Non è gestita dal proprietario.
  • Diffusione soprattutto nelle aree arretrate (America latina, Africa settentrionale, Vicino Oriente, Asia meridionale, alcune regioni mediterranee).
  • Ruolo fondamentale dell’amministratore nella conduzione.
  • Proprietà assenteista, sfruttamento intensivo dei lavoratori, sottoutilizzazione della terra, bassa produttività.

Le forme dominanti di agricoltura

Se si considera la quota dei prodotti consumati o venduti dal coltivatore, l’agricoltura si distingue in due tipi.

  1. Agricoltura di sussistenza → oltre i due terzi del suolo e del lavoro sono destinati all’autoconsumo (Africa, America latina, India, Indonesia, Asia di Sud-est, Filippine, arcipelaghi dell’Oceano Pacifico).
  2. Agricoltura di mercato → la gran parte o tutta la produzione è destinata alla vendita (America del Nord, Europa, Australia).
Diffusione dell’agricoltura di sussistenza (area tratteggiata). Fonte: Formica, 1999, p. 136.

Diffusione dell'agricoltura di sussistenza (area tratteggiata). Fonte: Formica, 1999, p. 136.


Le forme dominanti di agricoltura

Si distinguono anche diversi modi di produzione, sulla base di indicatori di carattere sociale, funzionale, produttivo e strutturale.

Si distinguono anche diversi modi di produzione, sulla base di indicatori di carattere sociale, funzionale, produttivo e strutturale.

Gli indicatori presi in considerazione per la definizione dei tipi di agricoltura. Fonte: Formica, 1999, p. 137.

Gli indicatori presi in considerazione per la definizione dei tipi di agricoltura. Fonte: Formica, 1999, p. 137.


Le forme dominanti di agricoltura

  • Agricoltura itinerante
    • Forma più primitiva di agricoltura di sussistenza (fascia tropicale, margine della foresta pluviale: cioè Yucatan, America latina, Africa, alcune zone dell’Asia di Sud-est).
  • Agricoltura di sussistenza estensiva
    • Regioni poco piovose.
    • Coesistenza del mininifondo e del latifondo.
    • Colture cerealicole e a maggese.
  • Agricoltura di sussistenza intensiva

    • Aree densamente abitate.
    • Piccole aziende.
    • Policoltura (Mediterraneo e le oasi dell’Africa del Nord e del Vicino Oriente) e coltura specializzata (Asia monsonica).
  • Agricoltura commerciale

    • Elevato grado di meccanizzazione.
    • Specializzazione colturale.
    • Europa, America, Australia, Nuova Zelanda e Africa del Sud.
    • Agribusiness (grandi imprese che, oltre a curare la produzione, possiedono anche strutture per la distribuzione dei prodotti).

Le forme dominanti di agricoltura (segue)

  • Agricoltura di speculazione
    • Forma più spinta e deteriore dell’agricoltura commerciale, è localizzata nella zona intertropicale, anche se la produzione è destinata ai paesi delle zone temperate.
    • Piantagioni = grandi aziende di proprietà di società straniere che producono monocolture di piante tropicali e subtropicali.
    • Hevea brasilensis (Malesia e indonesia); cacao (Africa occidentale), banane (America centrale), caffè (Antille e America centrale, cotone e té (Asia monsonica), palme da cocco e spezie (Oceania).
  • Agricoltura collettiva
    • Tra le diverse realtà collettive spiccano le peculiarietà della forma agricola israeliana:
      • kibbutz= villaggi in cui la vita delle famiglie si svolge in comune;
      • moshav ovedim = villaggi agricoli in cui l’organizzazione produttiva è basata sulla cooperazione.

Processi di concentrazione capitalistica dell’agricoltura legati alla rivoluzione tecnologica contemporanea

Fonte: Formica, 1999, p.148.

Fonte: Formica, 1999, p.148.


Il modello di von Thünen

Osservando la crescente apertura dell’agricoltura al mercato, particolarmente intensa all’inizio dell’Ottocento soprattutto nell’Europa centro-settentrionale, Heinrich von Thünen (1783-1850), agronomo e studioso prussiano, elaborò un modello teorico-intuitivo sull’uso del suolo agricolo, basato sul concetto di rendita di posizione = profitto che un’azienda ricava dalla sua vicinanza al mercato di consumo dei prodotti rispetto ad un’altra azienda situata più lontano, poiché al crescere della distanza aumentano anche i costi di trasporto per unità di peso.

Egli ipotizza gli effetti della presenza di un unico mercato urbano centrale (Stato isolato) – chiuso agli scambi economici con le regioni circostanti e uniforme per caratteristiche fisiche – sulla distribuzione delle colture in uno spazio omogeneo.

Il modello di von Thünen (segue)

Lo Stato isolato è considerato come un territorio isotropico, cioè un’area che presenta ovunque le stesse proprietà fisiche:

  • pianura uniforme, isolata dal contesto esterno, con al centro una città, che rappresenta l’unico mercato di sbocco per i prodotti agricoli;
  • uguale grado di fertilità del terreno;
  • stessi caratteri morfologici (orografia, idrografia ecc.);
  • rete stradale con caratteristiche identiche che si irradiano dalla città in tutte le direzioni;
  • un solo mezzo di trasporto per trasferire i prodotti dal luogo di produzione al mercato di sbocco;
  • i costi di trasporto per km variano da merce a merce in proporzione al volume, al peso e al grado di deperibilità.

Se i prezzi, i rendimenti e i costi di produzione sono costanti, il reddito netto per ettaro varia unicamente in relazione alla rendita di posizione.

Il modello di von Thünen (segue)

Dunque, la configurazione dello spazio agricolo è organizzata in una serie di cerchi concentrici, di differente larghezza, la cui intensità colturale decresce dal centro verso la periferia. Nell’area circostante il mercato sarà coltivato il prodotto che, in base al suo peso, volume, deperibilità ecc, presenta il costo di trasporto per unità di prodotto e per unità di distanza più elevato e, poi, verso la periferia, prodotti caratterizzati da costi di trasporto per unità di prodotto e per unità di distanza progressivamente decrescenti.

Rappresentazione schematica del modello del von Thünen. Fonte: Formica, 1999, p. 160.

Rappresentazione schematica del modello del von Thünen. Fonte: Formica, 1999, p. 160.


Il mercato agricolo e la politica agraria

Il mercato agricolo presenta due caratteristiche:

  • Ciclicità
    • La produzione agricola è legata alla successione delle stagioni:
      • periodi di maggiore raccolto → crollo dei prezzi
      • periodi di scarso raccolto → aumento dei prezzi
  • Rigidità
    • Il consumo dei prodotti alimentari non mostra larghe possibilità di espansione sia nel mondo industrializzato che nei paesi in via di sviluppo.

Fattori che diminuiscono la produttività del lavoro e che determinano un’accumulazione del profitto più lenta di altri settori economici:

  • discrasia tra mercato della produzione e mercato di consumo;
  • periodi morti più o meno lunghi
  • ritardo tecnologico

Le politiche dei prezzi agricoli

1870 – 1930
Politica protezionistica
I paesi europei impongono forti dazi alle derrate d’importazione per difendere i propri prodotti, soprattutto cereali, contro quelli provenienti dal Nuovo Mondo.

Dopo il 1933
Politica del prezzo garantito
E’ applicata per i prodotti principali sui quali si fonda l’economia agricola di un paese.

Dal 1970
Critiche alla politica dei prezzi garantiti:

  • favorisce grandi aziende;
  • spreco di risorse finanziarie per la merce mandata al macero;
  • gli agricoltori non sono sollecitati ad intraprendere miglioramenti o riconversioni colturali.

La riforma fondiaria

Consiste nella ristrutturazione dei mezzi di produzione, in particolare del suolo.

  • Obiettivi

    • La redistribuzione della proprietà delle terre, quando sussistono fondi troppo estesi e terreni sottoutilizzati. Lo Stato espropria la terra ai latifondisti per trasferirla ai braccianti, ai fittavoli, ai contadini, gratuitamente o dietro corrispettivo minimo in denaro.
    • La trasformazione dei rapporti di produzione, allorquando i contratti agrari ostacolano le opere di trasformazione, che richiedono investimenti di lungo periodo (come la mezzadria).
    • La collettivizzazione delle terre, tipica dei paesi socialisti, che attribuisce la titolarità del diritto di proprietà a tutti coloro che vi abitano e vi lavorano, fra i quali vengono ripartiti i risultati fisici o commerciali della produzione.

    I materiali di supporto della lezione

    FORMICA C., Lo spazio geoeconomico. Strutture e problemi, Torino, Utet, 1999.

    Ulteriori riferimenti bibliografici:

    FORMICA C., Geografia dell'agricoltura, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1996.

    GEORGE P., Manuale di geografia rurale, Edizioni di Comunità, Milano, 1982.

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