Obiettivo
Comprendere il valore strategico della questione ambientale.
Argomenti
Risorse: gli elementi dell’ambiente fisico che assumono carattere di utilità per soddisfare i bisogni dell’Uomo e delle attività produttive.
Riserve: risorse che l’Uomo è in grado di utilizzare.
All’inizio dell’Era cristiana la popolazione era così distribuita:
India → 100-140 milioni
Cina → 50-60 milioni
Bacino del Mediterraneo → 70-80 milioni
Dal 1700
Conseguenze
La popolazione è passata da una graduale crescita all’esplosione demografica. Se, dall’Età cristiana al 1650, per raddoppiarsi sono trascorsi sedici secoli, il secondo raddoppio è avvenuto in due secoli, poi un secolo e, infine, solo 35 anni.
Pertanto, l’incremento complessivo è notevole, perché sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo a registrare un’alta natalità, a differenza di quelli industrializzati interessati da una crescita zero.
L’esplosione demografica e le diverse previsioni sulla futura crescita della popolazione mondiale hanno imposto una revisione delle teorie economiche della scuola classica e neoclassica in merito al rapporto tra risorse naturali e produzione.
Teoria classica
Teoria neoclassica
Respinge la tesi classica (la scarsità delle risorse crea un ostacolo alla crescita economica), perché la scarsità può essere compensata dalla organizzazione produttiva.
Nonostante le tesi classiche e neoclassiche, la concezione dello sviluppo socioeconomico rimase immutata fino al 1960, quando, di fronte a singoli eventi catastrofici, come quelli provocati dal naufragio di petroliere o dai guasti a centrali nucleari, apparve di tutta evidenza la compromissione derivante dalla cosiddetta «gestione corrente» delle risorse naturali.
Gradualmente, si andavano delineando i sintomi di una catastrofe planetaria, per limitare la quale non bastarono le proteste dei primi gruppi ambientalisti e dei movimenti di opinione, locali e nazionali.
La nascita della questione ambientale viene da due eventi significativi:
Nel 1987 è stato pubblicato un altro rapporto «Our Common Future» (Rapporto Brundtland), redatto dalla Commissione sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (WCED), nel quale si afferma la centralità del ruolo dell’ambiente nei piani di sviluppo.
I limiti alla crescita non si identificano più con la esauribilità delle risorse, che la tecnologia può superare con la sostituzione di una con l’altra, ma nella capacità della biosfera di assorbire gli effetti delle attività umane.
La crescita economica deve conciliarsi con una più equa distribuzione delle risorse.
A questa sfida globale si può rispondere solo mediante l’assunzione di un nuovo modello di sviluppo, definito sostenibile.
Sviluppo sostenibile “Uno sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze”.
“Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali”.
Nel Rapporto Brundtland si rinvengono anche alcuni presupposti che hanno lasciato una traccia nel dibattito ambientalista negli anni seguenti:
La comunità mondiale si riunisce poi nel 1992 a Rio de Janeiro per la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo Vertice della Terra. La definizione viene in parte modificata, pur attenendosi ai principi originari: “Per sviluppo sostenibile si intende un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base”. Finalmente i Paesi aderenti acquisiscono la consapevolezza che bisogna prendere atto delle problematiche ambientali e affrontarle con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti gli Stati.
Crescita economica (1950-1970)
Incremento dell’occupazione e del reddito, non necessariamente accompagnato da un miglioramento qualitativo delle condizioni sociali.
Sviluppo umano (dal 1990)
Crescita economica + fruizione di valori che ampliano il ventaglio di possibilità offerte alle persone (come vivere a lungo e in buona salute, essere istruito, possedere risorse che consentano un livello di vita dignitoso, libertà politica, godimento dei diritti dell’uomo, rispetto di se stessi).
Sviluppo sostenibile (dal 1992)
La sostenibilità non si riferisce soltanto all’ambiente, ma può essere declinata secondo molteplici dimensioni.
Sostenibilità ambientale
Lo sviluppo sostenibile implica il rispetto della capacità di carico dei sistemi ecologici, ovvero regolare l’input di risorse naturali nel sistema economico (inclusa la trasformazione diretta e indiretta degli ecosistemi) e l’output di rifiuti, in modo da assicurare la produttività e la funzionalità dei sistemi ecologici.
Sostenibilità economica
Capacità di perseguire l’efficienza economica attraverso una corretta gestione delle risorse.
Sostenibilità sociale
Si fonda su un elevato grado di equità e giustizia sociale, di identità culturale e coesione dei gruppi umani e di partecipazione alle scelte e all’assunzione di responsabilità.
Diverse posizioni rispetto allo sviluppo sostenibile.
Concezione tecnocentrica – Considera la natura strumentale all’uomo, quindi, il problema ambientale è introdotto nella pratica politica, ma si assume come sia nei fatti irrealistico giungere ad una soluzione senza pregiudicare le premesse su cui si fondano i meccanismi economici. Si tratta di ricercare un compromesso (trade-off) fra crescita (economica) e ambiente.
Concezione ecocentrica o biocentrica (al cui interno convivono posizioni anche molto diverse) – Assume che l’uomo e i meccanismi economici sono intesi, al contrario, come parte integrante e non separabile dell’ecosistema globale, quindi, soggetti inevitabilmente alle sue leggi.
Una posizione interessante del pensiero ecocentrico è rappresentato dalla cosiddetta «ipotesi di Gaia» (nella mitologia greca Gaia era la dea della Terra), elaborata da J. Lovelock nel 1974. Il nostro pianeta è concepito come un organismo capace di autorigenerarsi ed evolvere non già in base a regole fisse e prevedibili, ma attraverso continue risposte ai fattori degenerativi che lo hanno aggredito nel corso delle ere geologiche (capacità autopoietiche). La metafora di Gaia, pertanto, considera l’uomo come parte integrante di questo organismo e non come un elemento separato dall’ambiente, secondo la tradizionale concezione, in base alla quale la Terra è solo una risorsa.
Il concetto di ambiente, tradizionalmente inteso come tutto ciò che è intorno o circonda il singolo individuo oppure una comunità di persone, assume un nuovo significato. Esso non è considerato come indipendente dalla società e, più che indicare un luogo nel senso fisico del termine, esprime un insieme di caratteristiche che si influenzano reciprocamente. Si configura, cioè, come un “sistema bimodulare, scomponibile in due sottosistemi, il «modulo naturale» costituito dall’ecosistema e il «modulo società» che utilizza le componenti biotiche e abiotiche dell’ecosistema, così che fenomeni sociali e dinamiche ecologiche evolvano insieme, in un processo continuo d’azioni e retroazioni non sempre prevedibili” (Formica, 1999).
1. Oggetto di studio e metodi della geografia
2. Il problema ambientale nelle società contemporanee
3. L'organizzazione territoriale degli spazi agricoli
5. La produzione mineraria ed energetica
6. L'organizzazione territoriale dell'industria: teoria e fattori
7. Dalla localizzazione industriale alla competitività territoriale
8. Commercio e organizzazione dello spazio economico
9. Il settore terziario: natura e localizzazione dei servizi
10. Dinamica, distribuzione e mobilità territoriale della popolazione
11. Uso e struttura dello spazio urbano
12. Il processo evolutivo del turismo a scala internazionale
13. Caratteristiche e potenzialità delle risorse nelle loro implicazioni territoriali
14. Le risorse turistiche naturali e artificiali
15. Caratteri del comportamento turistico
17. La struttura degli spazi turistici
FORMICA C., Lo spazio geoeconomico. Strutture e problemi, Torino, Utet, 1999.
Ulteriori riferimenti bibliografici:
MEDOWS D.H. ET AL., I limiti dello sviluppo. Rapporto del System Dynamics Group Massachusetts Institute of Technology (MIT) per il progetto del Club di Roma sui dilemmi dell'umanità, Milano, Mondadori, 1972.
SPINELLI G., SCARPELLI L., Ambiente, economia, ecosistemi. Dai limiti dello sviluppo alla sostenibilità, Roma, Edizioni Kappa, 1997.
VALLEGA A., La regione, sistema territoriale sostenibile, Milano, Mursia, 1995.
WORLD COMMISSION ON ENVIRONMENT AND DEVELOPMENT, Il futuro di tutti noi, Milano, Bompiani, 1988.