Obiettivo
Conoscere le origini e i fattori di sviluppo del turismo.
Argomenti
Pertanto, la gran parte delle aree e dei flussi turistici sono localizzati nei paesi ricchi europei,nordamericani, asiatici e dell’Oceania, anche perché l’influenza del mito e degli spazi immaginati è generalmente combinata con quella delle condizioni naturali. Inoltre, le maggiori regioni turistiche, nonostante la loro diversificazione ed estensione, rimangono relativamente stabili, a vantaggio dei più grandi centri urbani.
◊ Flussi maggiori (circa 10 milioni di turisti all’anno), che si originano nelle grandi aree europee, attratti soprattutto dalle risorse naturali. Quelli più consistenti (eliotropici, cioè verso il sole, e balneotropici, cioè diretti verso i litorali mediterranei, atlantici, della Manica o dei mari nordici) sono rappresentati da:
• flusso mediano Nord-Sud (Reno-Rodano-Mediterraneo);
• flusso occidentale, tra le Isole britanniche, il Benelux e la Penisola iberica, passando nei pressi del crocevia parigino;
• flusso orientale attraverso la Valle del Danubio e i trafori alpini.
Le grandi aree urbane, principali destinazioni turistiche da una decina di anni, sono anche quelle che generano i più importanti flussi.
◊ Flussi minori (tra 1 e 5 milioni all’anno) sono generati dalle stesse aree che alimentano quelli maggiori. Dalle grandi agglomerazioni urbane, i flussi si dirigono verso destinazioni prossime ai luoghi di partenza (da Londra verso il Sud dell’Inghilterra o dalla Regione parigina verso il Sud-Est e l’Ovest della Francia). Sono interessate anche destinazioni transfrontaliere: gli statunitensi si dirigono verso il Messico (Tijuana, Mexicali, Nogales, Ciudad Juarez, Nuevo Lardo) e i cinesi “d’oltre mare” di Hong Kong, della Malesia e di Singapore si spostano verso la Cina. Dall’Australia e dalla Nuova Zelanda si muovono verso le stazioni balneari esotiche delle Isole indonesiane (Bali) e thailandesi (Phuket). Le destinazioni ancorché prestigiose, come l’Egitto e la Grecia, generano flussi minori, come il Marocco e la Tunisia.
◊ Flussi marginali e pionieri (meno di 1 milione all’anno) sono disomogenei a livello mondiale e trascurabili sul piano quantitativo. Partono da alcuni centri urbani europei e nordamericani verso luoghi-mito poco frequentati e di difficile accesso (come la via della seta, dallo Xinjiang cinese fino all’antica Persia, l’isola di Pasqua o la crociera antartica).
Il termine può derivare
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo,
insieme di attività delle persone che viaggiano e si trovano in luoghi diversi dal proprio ambiente abituale per un periodo complessivo non superiore a un anno consecutivo a scopo di svago, affari o per motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerata all’interno dell’ambiente visitato.
L’attuale definizione ha aggiunto un altro parametro ai primi tre che hanno contraddistinto le definizioni elaborate fino agli anni Sessanta del XX secolo:
1. lo spostamento dal luogo di residenza;
2. la durata dello spostamento (almeno 24 ore, ma allo stesso tempo non deve dar luogo a insediamento);
3. il trasferimento di reddito non legato ad attività lucrative;
4. la motivazione, cioè il bisogno che spinge il turista a viaggiare.
Chi è il turista?
Fino ai primi del Novecento
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, le principali forme di turismo erano già state introdotte, così come la gran parte delle consuetudini sociali che stimoleranno la crescita del comparto nel Secondo dopoguerra.
Il turismo è ancora un fenomeno d’èlite, che interessa soltanto un ristretto numero di persone, con una certa disponibilità di tempo e di denaro.
Tra le due guerre mondiali
Il turismo assume una dimensione di massa solo negli USA, per il clima politico ed economico internazionale poco favorevole.
Dopo la Seconda guerra mondiale
Tenuto conto della una nuova forma di convivenza tra gli Stati europei, della crescita economica di USA, Europa e Giappone, nonché dell’affermarsi di mete turistiche nei PVS, gradualmente si diffonde il turismo di massa, sostenuto anche dalla motorizzazione, dall’istituzione dei periodi di ferie per i lavoratori e dall’aumento delle retribuzioni.
Premesso che le origini e la crescita del turismo di massa sono strettamente legate al diffondersi delle Rivoluzioni industriali e dell’urbanesimo, tra i fattori di sviluppo si annoverano:
1. Prototurismo (dall’antichità alla Rivoluzione industriale)
2. Turismo moderno (dalla Rivoluzione industriale al decennio 1930-1940)
3. Turismo di massa (dalla Seconda guerra mondiale ai primi anni dell’epoca neo-industriale)
4. Turismo globale (dai primi anni Novanta)
Sono state elaborate diverse definizioni:
→ modo di consumare le vacanze o di produrre servizi turistici;
→ partecipazione di molte persone;
→ organizzazione collettiva di viaggi;
→ utilizzo di strutture collettive;
→ inserimento di chi fa vacanza in un gruppo;
→ standardizzazione della vacanza;
→ presenza di economie di scala nella composizione di pacchetti turistici.
Dunque, spesso, accanto all’aspetto quantitativo, è stato considerato anche quello qualitativo. Tuttavia, per turismo di massa deve intendersi la partecipazione di un numero elevato di persone, un fenomeno che ha interessato i paesi sviluppati del XX secolo.
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10. Dinamica, distribuzione e mobilità territoriale della popolazione
11. Uso e struttura dello spazio urbano
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13. Caratteristiche e potenzialità delle risorse nelle loro implicazioni territoriali
14. Le risorse turistiche naturali e artificiali
15. Caratteri del comportamento turistico
17. La struttura degli spazi turistici
BENCARDINO F., PREZIOSO M., Geografia del turismo, Milano, McGraw-Hill, 2007.
DEWAILLY J-M., FLAMENT E., Geografia del turismo e delle attività ricreative, Bologna, CLUEB, 1993.
Ulteriori riferimenti bibliografici:
BATTILANI P., Vacanze di pochi, vacanze di tutti. L'evoluzione del turismo europeo, Bologna, Il Mulino, 2002.