La capacità produttiva esprime la potenzialità di lavoro delle strutture industriali.
Le decisioni relative alla capacità produttiva si riflettono sulla qualità e quantità delle risorse sulle quali l’impresa deve fare affidamento.
Questo processo di “allineamento” rappresenta l’obiettivo primario da raggiungere per i responsabili dell’ operations management, durante tutta la vita dell’impresa.
La capacità produttiva massima teorica indica la quantità massima di output ottenibile dall’uso delle risorse impiegate nel processo produttivo, in presenza di condizioni di lavoro ideali.
Nella realtà difficilmente ci si trova ad operare in condizioni ideali e, dunque, è più realistico parlare di quantità di output ottenibile, considerati gli eventi perturbatori più o meno “fisiologici” che caratterizzano l’industria.
Si parla di disponibilità residua di capacità per indicare la parte di capacità produttiva massima non utilizzata per far fronte al fabbisogno netto, che la programmazione della produzione esprime.
La comparazione tra le suddette grandezze aggregate può essere rappresentata nel modo indicato nella figura riportata nella chart.
La figura in particolare evidenzia una disponibilità residua di capacità produttiva.
Nel tempo lungo gli assetti aziendali in materia di risorse strutturali sono modificabili, mentre nel breve periodo la capacità produttiva risulta vincolata alle risorse già disponibili o, al limite, velocemente e agevolmente acquisibili.
Se le decisioni da prendere non consentono tempi lunghi, è frequente il ricorso a forme di lavoro flessibile o ad operazioni di terziarizzazione di parti più o meno ampie del processo produttivo.
In presenza di cambiamenti di natura strutturale, invece, le opzioni di intervento sulla capacità produttiva possono essere maggiori, sempre che l’impresa disponga di adeguate risorse manageriali e finanziarie.
La stagionalità di alcune produzioni pone particolari problemi legati allo sfruttamento ottimale della capacità produttiva. La versatilità degli impianti può rappresentare una soluzione al problema.
Una soluzione sovente utilizzata per fronteggiare tali difficoltà strutturali risiede nella creazione di sistemi industriali quanto più possibile flessibili.
Tali sistemi in alcuni casi raggiungono livelli di flessibilità elevati affidando larga parte del proprio business ad imprese terziste, con tutti i pericoli e i rischi che tali scelte comportano.
L’analisi della capacità produttiva si basa sul confronto tra potenzialità di assorbimento del mercato e capacità di lavoro dell’impresa.
L’eventuale differenza tra le suddette grandezze, deve essere valutata con attenzione per gestirne i riflessi operativi nel modo più appropriato.
E’ evidente che tutti i fattori della produzione “vincolano” in modo più o meno stringente le decisioni in materia di capacità operativa.
A questi fattori, inoltre, va aggiunto l’insieme di condizionamenti derivanti dalle logiche competitive di ogni specifico mercato, che pure influiscono in modo significativo sulle decisioni in questione.
Le opzioni perseguibili sono il “livellamento della produzione” o la “rincorsa della domanda”.
La tecnica del livellamento della produzione viene adottata nei casi in cui si preferisce attestare stabilmente la produzione su valori predeterminati (ad esempio, il valore medio delle vendite previste per un certo periodo).
Adottando questa tecnica si punta ad utilizzare il volàno delle scorte, prodotte quando la domanda è inferiore al suddetto valore predeterminato, per sopperire alla mancanza di prodotto che si verifica quando la domanda di mercato supera i quantitativi prodotti.
Si preferisce rincorrere la domanda quando risulta prioritario tenere sotto controllo il livello delle giacenze (a causa dell’elevato valore dei prodotti, o per fronteggiare fenomeni di obsolescenza rapida, ecc.).
In questi casi conviene adeguare i volumi di produzione alla consistenza delle richieste di mercato.
L’adozione di questo approccio alla gestione della produzione presuppone evidentemente dosi rilevanti di flessibilità strutturale.
La Dimensione Ottima Minima (DOM – Flusso di pieno impiego) di un impianto di produzione è pari al volume di output equivalente ottenuto individuando il minimo comune multiplo delle capacità operative di ogni singolo componente.
L’efficienza di sistema è utile per misurare la parte della capacità produttiva effettivamente utilizzata per generare l’output, e viene calcolata come indicato in figura.
Il numero di macchinari necessari alla produzione è pari al rapporto tra la quantità totale di produzione desiderata nell’unità di tempo e l’output medio producibile nello stesso arco temporale dal singolo macchinario.
Nel lungo periodo, le decisioni che maggiormente si riflettono sulla dotazione di capacità produttiva sono:
Nella gestione con logiche multiplant, l’impresa manifatturiera può seguire uno dei seguenti modelli:
A supporto delle decisioni di localizzazione si può utilizzare un tipo particolare di tabella delle relazioni combinate (Tabella REL).
Tale tabella è funzionale alla rappresentazione schematica dei fattori rilevanti nel processo decisorio.
Tra gli indicatori più diffusi per misurare il grado di utilizzazione della capacità produttiva installata c’è il coefficiente di utilizzazione.
EFESTO, il portale delle operazioni produttive e di logistica integrata, è il risultato dei contributi dei gruppi di studiosi del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, e del Gruppo Rock del Dipartimento di Informatica e Studi Aziendali dell’Università di Trento.
Casi aziendali, approfondimenti, materiali didattici, simulazioni ed altre risorse sono disponibili sul portale
Efesto – Il portale per la gestione delle operazioni produttive
1. Complessità della domanda, pressione competitiva e modelli di gestione della produzione
2. La gestione dei processi produttivi
3. Le previsioni per la gestione della produzione
4. Dimensionamento e gestione della capacità produttiva
5. La programmazione della produzione
6. La gestione del fabbisogno dei materiali
8. La gestione delle risorse strutturali
9. La gestione della logistica: inbound, outbound ed outsourcing
10. La gestione degli approvvigionamenti mediante l'e-Procurement
11. La gestione della qualità nella produzione
12. Gestione della pianificazione della produzione in Algida (a cura di Alfredo Sasso, Manager Algida)
Chase R. Jacobs R., Aquilano N., Grando A. e Sianesi A. (2007), Operations Management nella produzione e nei servizi , McGraw-Hill, Milano
Gaio L., Gino F., Zaninotto E. (2002), I sistemi di produzione, Manuale per la gestione operativa dell'impresa, Carocci, Roma
Knod E. M. jr, Schonberger R.J. (1999), Gestione della produzione, McGraw-Hill Libri Italia, Milano
Vona R. (2005), Gestione della produzione – Fondamenti, esempi, applicazioni, Carocci, Roma
VONA R. (2004), L'impresa di logistica. Fondamenti economici, peculiarità settoriali e problematiche di gestione, Cedam, Padova
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2. La gestione dei processi produttivi
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12. Gestione della pianificazione della produzione in Algida (a cura di Alfredo Sasso, Manager Algida)
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