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Luigi Maria Sicca » 21.Il network: meccanismi istituzionali di coordinamento


Obiettivi della lezione

proseguire nell’analisi del quarto livello dell’azione organizzativa concentrandosi sui meccanismi che regolano relazioni e interdipendenze tra gli attori del business system.

Articolazione della lezione

  • Meccanismi di coordinamento: meccanismi istituzionali;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi sociali;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali equity;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi associativi e di collegamento;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi di regolazione collettiva;
  • meccanismi istituzionali di coordinamento: scegliere il meccanismo da adottare;
  • conclusioni e prossima lezione.

I meccanismi di coordinamento: i meccanismi istituzionali

I meccanismi di coordinamento sono le soluzioni che si adottano per svolgere attività caratterizzate da interdipendenza. Spesso queste soluzioni si definiscono istituzionali perchè sono caratterizzate da stabilità e dall’accettazione da parte di tutti gli attori coinvolti.

Una prima classificazione delle caratteristiche dei meccanismi di coordinamento può essere effettuata volgendo lo sguardo a due dimensioni complementari:

  • la dimensione dinamica;
  • la dimensione statica.

I meccanismi di coordinamento: i meccanismi istituzionali (segue)

La dimensione dinamica dei meccanismi di coordinamento riguarda quegli elementi che conoscono un cambiamento (preordinato). Un singolo meccanismo può così essere stabile oppure temporaneo, a seconda della sua durata stabilita. Riguardano la dimensione dinamica anche le modalità di formazione del meccanismo di coordinamento. Queste ultime possono essere di natura volontaria o involontaria, a seconda che i due attori riconoscano, più o meno autonomamente, la contingenza della loro relazione.

La dimensione statica riguarda invece il grado di formalizzazione riconosciuta in una determinata relazione fra attori: questo aspetto si ripercuote ad esempio sul grado di autonomia e potere che ciascuna organizzazione ha sull’altra coordinata.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi sociali

Si tratta di meccanismi di coordinamento informali che avvengono per cooptazione: tra i due attori vi è una sorta di patto sociale che fa sì che entrambi possano svolgere attività di collaborazione o fornitura senza particolari vincoli contrattuali.

Ai due estremi di questo meccanismo sociale troviamo:

  • la parentela/amicizia, alla quale è sempre possibile fare affidamento senza temere l’accrescimento del debito sociale;
  • la conoscenza sociale (maggiormente formalizzata). L’appartenenza agli stessi ambienti o la condivisione di valori e culture favorisce il legame tra attori, risente però di maggiori costi di transazione (vedi lezione 12);
  • i contratti relazionali rappresentano la tipologia maggiormente formalizzata tra i meccanismi sociali. Sono contraddistinti dalla presenza di elementi giuridici contrattuali ma sono supportati da legami meno formali. Esempio di questi ultimi possono essere convenzioni sociali o rituali specifici.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali

Tali meccanismi si attuano tramite lo strumento giuridico del contratto, risentono quindi di un elevato livello di formalizzazione. Le aziende utilizzano forme contrattuali potenzialmente infinite per regolare i propri rapporti con gli altri attori del sistema a cui appartengono. I contratti possono variare in base alla loro natura in due tipologie principali:

  • i contratti non equity (di natura obbligativa) riguardano le prestazioni e i rapporti del tipo cliente/fornitore tra due o più aziende. I diritti di proprietà non sono compromessi;
  • i contratti equity (di natura proprietaria) riguardano principalmente il potere decisionale e lo status di proprietario derivante dal contratto. Spesso in questi casi nasce un nuovo soggetto giuridico.

Nelle prossime slide lo studente affronterà alcune tipologie di contratti non equity.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity

Sono qui di seguito elencate le principali tipologie di contratti che non riguardano il diritto di proprietà:

  • contratti di collaborazione e di alleanza;
  • associazioni temporanee di imprese (A.T.I.);
  • putting out;
  • contracting out;
  • contratti di sub fornitura;
  • contratto di agenzia;
  • licensing;
  • franchising.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity (segue)

Contratti di collaborazione e di alleanza:

il loro utilizzo garantisce stabilità nel rapporto tra le parti del contratto che possono contare sul reciproco rispetto degli standard comportamentali e/o strategici stabiliti. Due aziende possono impegnarsi vicendevolmente per il raggiungimento di obiettivi comuni, ottimizzando le risorse di entrambe. A seconda del posizionamento degli attori, il contratto di collaborazione e di alleanza può dirsi di tipo:

  • verticale. E’ il caso del rapporto cliente/fornitore che mira a rendere più stabile ed agevole il rapporto di scambio attraverso la standardizzazione di alcune attività (informatizzazione, trasporti, componenti etc.);
  • orizzontale. Capita per lo più tra aziende concorrenti le quali, a scopo di raggiungere un obiettivo comune, sfruttano la complementarietà della loro attività e delle loro risorse;
  • trasversali. Si tratta di un caso particolare in cui due aziende decidono di collaborare pur non appartenendo allo stesso settore e non avendo rapporti né di concorrenza né di cliente/fornitore. La collaborazione si fonda sulle fonti di vantaggio competitivo conseguibili da entrambe le parti (es. ricerca e sviluppo).

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity (segue)

Le associazioni temporanee di imprese (A.T.I.):

si tratta di un meccanismo per cui un gruppo di imprese decide di collaborare e di costituire un corpo unico per un singolo progetto. Tale forma di associazione avviene spesso per i vantaggi derivanti, in termini competitivi, dalla costituzione di un’unica forza rispetto a concorrenti che non hanno cooperato tra di loro e che quindi risentono di una struttura più piccola e/o debole.

Il putting out:

con il quale avviene la separazione delle attività produttive tra diverse imprese. Un’azienda principale fornisce le materie prime alle altre e detiene le scorte di magazzino dei prodotti finiti. Ciò consente di poter incrementare la produzione e permette ad ogni impresa coinvolta di potersi specializzare sul compito assegnatogli (fornitura, trasformazione etc.).

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity (segue)

Il contracting out:

trattasi di un meccanismo simile al putting out nel quale il compito delle aziende partner è quello di fornire prodotti semilavorati o servizi (resi ad un costo inferiore e con migliori performance rispetto ad una scelta make) all’azienda principale senza che questa le fornisca le materie prime per la trasformazione.

Il contratto di sub-fornitura:

regola un modello specifico di rapporto tra cliente e fornitore. In questo caso infatti il potere contrattuale del cliente deriva dalla possibilità di dettare regole e condizioni sulla produzione del fornitore il quale, poiché è produttore di beni e servizi per lo più pensati su misura, è costretto a dipendere dalle scelte strategiche e produttive del cliente che è a sua volta fornitore di beni e servizi collocabili direttamente sul mercato.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity (segue)

Il licensing:

tale meccanismo si occupa di regolare lo scambio di quelli che generalizzando si possono definire intangibles. In molti casi lo scambio avviene a livello commerciale, spesso con corrispettivo in denaro e può riguardare marchi, brevetti e know how.

Contratto di agenzia:

è un meccanismo di coordinamento che coinvolge attori terzi all’azienda nell’attività di vendita. Questo consente all’azienda di poter essere presente in maniera molto capillare sul territorio pur non disponendo di propri agenti di vendita o di strutture apposite. In particolare gli agenti di vendita annullano le distanze tra clienti e azienda, facendosi carico dell’attività di vendita per conto della stessa.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali non equity (segue)

Il franchising:

ha una struttura maggiormente vincolante rispetto al licensing. Il soggetto fornitore del marchio (franchisor) fornisce all’imprenditore (franchisee) anche le direttive tecniche ed organizzative per la gestione e la vendita (a volte il franchisor può imporsi anche su particolari che possono sembrare insignificanti). Il franchisee sostiene il rischio dell’investimento.

Rispetto ai meccanismi di coordinamento proposti (non equity), ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.

Nelle prossime slide lo studente affronterà le principali forme di meccanismi contrattuali di tipo equity.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali equity

Sono di seguito elencate le principali tipologie di meccanismi contrattuali aventi ad oggetto il diritto di proprietà:

  • il controllo proprietario ed il gruppo di aziende;
  • le Joint Venture;
  • il Venture Capital;
  • i consorzi.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali equity (segue)

Il controllo proprietario ed il gruppo di aziende:

si tratta di meccanismi di coordinamento che riguardano azioni di compravendita sul capitale. Quando un attore entra in possesso di una parte rilevante se non maggioritaria del capitale di un’impresa questi esercita un’influenza se non addirittura un controllo sull’attività produttiva della stessa, sulle sue scelte strategiche e finanziarie. In particolare nelle società per azioni un attore o gruppi di attori possono prendere il controllo dell’azienda gestendo la maggioranza dei voti in assemblea. Quando più aziende sono legate tra loro da vincoli proprietari queste formano un gruppo di aziende. A volte il vincolo proprietario tra due aziende può essere irreversibile e si parla di fusione per incorporazione, trasformando il controllo azionario sul capitale in controllo gerarchico.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali equity (segue)

Le Joint Venture:

nel caso delle Joint Venture con vincolo proprietario vi è la costituzione di una nuova società derivante dalla collaborazione di due partner che hanno deciso di unire le loro attività. Il risultato è una nuova organizzazione indipendente nel rapporto verso terzi che però è strettamente dipendente dai conferimenti e dagli accordi precedenti tra le parti. A seconda dell’autonomia concessa ai partner costituenti la Joint Venture distinguiamo tre tipologie:

  • dominate (vi è la prevalenza decisionale di uno dei due attori);
  • paritarie (entrambi gli attori hanno pari potere decisionale);
  • indipendenti (entrambi gli attori hanno un notevole grado autonomia).

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali equity (segue)

  • I Venture Capital:

tale meccanismo consente ad una società finanziaria di investire su un’impresa che ha avviato un investimento troppo rischioso da sostenere da sola. L’impresa finanziaria in questo caso si rivale sul controllo dell’azienda operativa ma al tempo stesso la supporta con il suo know how, così da poter razionalizzare l’attività produttiva. In questo modo entrambi gli attori hanno possibilità di guadagno maggiori rispetto all’investimento del singolo capitale senza contratto di collaborazione.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi contrattuali equity (segue)

I consorzi:

sono meccanismi di coordinamento che prevedono la costituzione di un nuovo soggetto giuridico che ha il compito di favorire lo svolgimento di alcune attività comuni alle consorziate. In fase di accordo le imprese partecipanti decretano il grado di formalizzazione e le aree di intervento spettanti al consorzio.

Rispetto ai meccanismi contrattuali proposti (equity), ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi associativi e di collegamento

Sono meccanismi con un grado di formalizzazione che, a differenza dei meccanismi contrattuali, non sono caratterizzati dalla creazione di un vincolo di tipo obbligativo.

Nelle prossime pagine lo studente analizzerà i seguenti meccanismi associativi e di collegamento:

  • interlocking directorate;
  • comitati interaziendali;
  • associazioni di categoria;
  • trust e cartelli.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi associativi e di collegamento (segue)

Gli interlocking directorate:

è il caso dei manager che appartengono a più Consigli di Amministrazione. Questa situazione genera una connessione tra due o più organizzazioni. Tale meccanismo di coordinamento ha alcuni vantaggi, tra cui la semplicità nello scambio delle informazioni derivante dalla presenza fisica dell’attore (manager) all’interno delle diverse organizzazioni. Al contempo l’abuso di questo meccanismo può comportare dei meccanismi viziati i quali sono spesso i maggiori responsabili dei crack delle grandi corporation. A seconda che l’interdipendenza tra organizzazioni sia orizzontale o verticale riscontriamo rispettivamente due tipologie di interlocking directorate:

  • di comunicazione (utili a trasmettere efficacemente le informazioni necessarie per poter tenere stabili i rapporti tra due o più organizzazioni. Il più delle volte capita nel caso in cui due organizzazioni appartengono agli stessi settori produttivi oppure utilizzano tecnologie simili);
  • di cooptazione (utili ad allineare strategie produttive. Ad esempio nel caso di aziende legate da rapporti commerciali).

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi associativi e di collegamento (segue)

I comitati interaziendali:

sono composti da individui appartenenti a diverse organizzazioni del business system. Pur essendo anch’essi molto utili allo scambio di informazioni tra organizzazioni differiscono dagli interlocking directorate perché non vi è una presenza fissa di uno o più attori all’interno delle organizzazioni. I comitati interaziendali nascono spesso con scopi specifici e predeterminati, hanno per lo più carattere temporaneo e possono raccogliere al loro interno figure di potenziale influenza per le organizzazioni coinvolte (politici o esperti di settore).

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi associativi e di collegamento (segue)

Le associazioni di categoria:

hanno il compito di rappresentare le organizzazioni che vi aderiscono di fronte alle istituzioni e a tutti gli attori esterni (stakeholder) coinvolti. Sono formate da individui appartenenti alle organizzazioni ma, a differenza dei comitati, sono durature nel tempo. Le associazioni di categoria spesso si occupano anche di supporto tecnico e consulenza per le organizzazioni appartenenti alla categoria rappresentata, consentendo così un miglior funzionamento non solo delle singole aziende ma anche del business system a cui appartengono.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi associativi e di collegamento (segue)

I trust e i cartelli:

sono meccanismi che regolano (mediante un accordo volontario tra le parti) le quote di mercato, le quantità prodotte, i prezzi di collocamento e diverse altre caratteristiche strategico-produttive di più organizzazioni. Questo tipo di accordi favorisce la monopolizzazione del mercato e l’annullamento della concorrenza. Spesso i trust e i cartelli sono utili per ridurre i rischi derivanti da scelte strategiche più o meno azzardate. Tali meccanismi di coordinamento sono spesso regolamentati o proibiti per evitare situazioni di monopolio di gruppi di aziende facenti parte degli stessi comparti produttivi.

Rispetto ai meccanismi di coordinamento associativi proposti, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi di regolazione collettiva

Trattasi di meccanismi che non coinvolgono soltanto alcune organizzazioni volontarie (meccanismi associativi). I meccanismi di regolazione collettiva riguardano tutte le aziende appartenenti al business system. Sono meccanismi che hanno il compito di stabilire le “regole del gioco” (vedi lezione 1). Nelle prossime slide lo studente incontrerà i seguenti meccanismi di coordinamento:

  • mercato;
  • sovrastruttura sociale e culturale;
  • piano pubblico;
  • norme;
  • Authority.

Lo studente presti attenzione a come questi meccanismi di coordinamento vadano ricondotti a quelli proposti nelle precedenti lezioni in coincidenza di ciascun livello dell’attore/azione.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi di regolazione collettiva (segue)

Il mercato:

è il meccanismo che regola i rapporti degli attori attraverso il prezzo. Le aziende decidono le proprie strategie in base alle informazioni offerte dal mercato sul processo di acquisizione, trasformazione e scambio. In ipotesi di concorrenza perfetta non esisterebbero rapporti di interdipendenza tra aziende. Il mercato, invece, agisce come una mano invisibile (vedi lezione precedente), determinando così le decisioni delle aziende.

Per lo più le organizzazioni appartenenti al business system non si interfacciano mai con tutti gli attori presenti sul mercato, parliamo in questo caso di mercato centralizzato, nel quale vi è un attore (broker) che si occupa dell’incontro tra domanda e offerta (fungendo da mediatore).

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi di regolazione collettiva (segue)

La sovrastruttura sociale e culturale:

è un meccanismo di coordinamento che non prevede l’azione di un singolo attore o di una singola organizzazione. La sovrastruttura sociale e culturale deriva dalla memoria storica dei rapporti di interdipendenza tra attori. Considerando le organizzazioni come testi (da leggere e interpretare), la sovrastruttura attiene alla parte del contesto, il quale ci fornisce gli strumenti per poter correttamente interpretare i rapporti di interdipendenza tra attori. La sovrastruttura si palesa attraverso i i linguaggi simbolici che attori diversi ed appartenenti ad organizzazioni diverse utilizzano condividendo la medesima “cultura di fondo”.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi di regolazione collettiva (segue)

Il piano pubblico:

è un meccanismo di coordinamento estremamente vincolante. Influenza le aziende del business system imponendo regole sull’espletamento delle attività produttive, sulle quantità da produrre, sul prezzo di collocamento, sulle materie prime da utilizzare e su altre decisioni prese sul versante strategico. Il controllo, così attuato, sulla concorrenza (mano visibile) consente di poter perseguire obiettivi di tutt’altra natura rispetto a quelli fisiologici dell’impresa. Diventa possibile in questi casi tenere in vita anche organizzazioni inefficienti nel caso in cui siano comunque in grado di soddisfare obiettivi non strettamente economici bensì politici, sociali o culturali.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: meccanismi di regolazione collettiva (segue)

Le norme:

tale meccanismo di coordinamento, pur vincolando l’azione delle aziende all’interno del business system, risulta ben diverso dal piano pubblico in quanto la norma ha il compito di salvaguardare le organizzazioni in caso di inadempienza agli obblighi prescritti da parte degli altri attori del business system.

L’Authority:

sono vere e proprie organizzazioni che hanno il compito di vigilare sul rispetto delle norme e dei principi che si intendono tutelare in base allo specifico ambito di attività delle autorità garanti (Authority).

Rispetto ai meccanismi di regolazione proposti, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.

Meccanismi istituzionali di coordinamento: scegliere il meccanismo di coordinamento

Nel caso in cui un’organizzazione sia interessata a cambiare o ricostruire da capo le proprie relazioni con le altre aziende, l’analisi del network convergerà nella scelta di meccanismi di coordinamento volontari che per definizione sono quei meccanismi sui quali il singolo attore gode della maggiore arbitrarietà. L’azienda, durante l’analisi del network (e al momento della scelta del meccanismo/i da adottare) oltre a tenere conto degli effetti dei meccanismi di coordinamento non volontari (es. meccanismi di regolazione), seguirà alcuni passi atti a determinare la migliore alternativa possibile:

  • definizione degli obiettivi;
  • analisi dell’organizzazione interna;
  • individuazione dell’attore con cui stabilire relazioni;
  • contatto dell’attore e negoziazione del contenuto della relazione;
  • scelta e adozione del meccanismo di coordinamento.

Conclusioni e prossima lezione

In questa lezione sono stati passati in rassegna i più diffusi meccanismi di coordinamento rintracciabili all’interno di un network.

Come è stato evidenziato dalle precedenti slide, tali meccanismi si distinguono, oltre che per le categorie esplicitate nel corso della lezione, per il grado di formalizzazione dei rapporti che ne derivano, per il livello ed il tipo di potere conseguito da uno degli attori nei confronti dell’altro etc.

I meccanismi di coordinamento sono utili per regolamentare le tipologie di interdipendenze (volontarie o no) tra attori non appartenenti alla stessa organizzazione (attori azienda).

Riferimento ai capitoli 4 e 8

Nella prossima lezione si sposterà l’attenzione su una tematica trasversale ai livelli di attore/azione: il cambiamento organizzativo. Il passaggio dall’analisi di ciascuno dei quattro livelli all’analisi di dimensioni trasversali aiuterà ulteriormente a comprendere l’assenza di soluzione di continuità tra ambiti del proprio studio e tra riflessione teorica e comprensione della realtà quotidiana.

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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