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Luigi Maria Sicca » 12.Perché l'organizzazione? Cenni all'approccio dei costi di transazione


Obiettivi della lezione

Obiettivo di questa lezione è di introdurre lo studente di organizzazione aziendale al terzo livello dell’azione/attore proposto sin dall’inizio di questo corso: l’attore-azienda. A tale scopo si proporrà una prima riflessione su alcuni contributi teorici che consentono di rispondere alla seguente domanda: perchè l’organizzazione ?

Si tratta, naturalmente, di un quesito molto ampio, che attraversa orizzontalmente l’intera riflessione sull’azione organizzativa, lungo i quattro livelli (individuo, gruppo, azienda e network) che stiamo declinando in questo corso. In questa lezione si restringe il campo d’osservazione, proprio come fa un fotografo scegliendo l’obiettivo da montare sulla propria macchina: lo studente dovrà cogliere alcune premesse di microeconomia allo studio dell’Organizzazione. Ancora una volta, quindi, si effettua una scelta di campo (in pieno stile costruttivista), gettando lo sguardo su alcune tra le possibili dimensioni di analisi.


Obiettivi della lezione (segue)

Nello specifico, in questa lezione ci muoveremo intorno al concetto di costi di transazione: lo faremo in modo non esaustivo, ma funzionale all’obiettivo di sviluppare una riflessione su infrastruttura, sociostruttura e sovrastruttura (prossime tre lezioni)

Articolazione della lezione

  1. Antefatto;
  2. cenni all’approccio dei costi di transazione: Ronald Coase;
  3. cenni all’approccio dei costi di transazione: Oliver Williamson.
  4. Conclusioni e prossima lezione

Antefatto

Lo studente di Organizzazione Aziendale sa già, da precedenti esami, che i presupposti per il funzionamento del mercato sono:

  1. perfetta misurabilità delle prestazioni (valore e qualità degli oggetti scambiati certo e noto in ugual misura a tutti i partecipanti);
  2. assenza di barriere all’uscita se si è insoddisfatti (la rottura della relazione ha costo zero);
  3. sistema dei prezzi che contiene tutte le informazioni di cui le parti hanno bisogno;
  4. polverizzazione della domanda;
  5. polverizzazione dell’offerta.

Questo è un mercato perfetto, con costi di transazione inesistenti.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Ronald Coase

Le fondamenta per la teoria dei costi di transazione risiedono nella teoria dell’impresa di Ronald Coase (Premio Nobel per l’Economia, 1991): le imprese (attraverso la gerarchia) ed i mercati (attraverso i prezzi) sono due forme alternative di coordinamento. Da cui alcune domande che orientano il suo lavoro del 1937 “The nature of the firm“.

  • Perchè esistono le imprese?
  • Perchè un grande segmento delle attività di produzione non viene coordinato attraverso gli scambi di mercato ?
  • Perchè esistono “isole di potere” che si muovono non in virtù di scambi di mercato ma dell’autorità dell’imprenditore ?

Coase (1937) riprende idee largamente diffuse:

  • rendimento decrescente della funzione imprenditoriale (limiti del management nel coordinamento di un numero crescente di attività);
  • la scelta tra le due forme dipende dal confronto tra costo di una transazione addizionale sul mercato / costo dell’organizzazione interna della stessa transazione
  • tradizione marginalista.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Ronald Coase (segue)

L’impresa e il mercato sono istituzioni concepite per facilitare le transazioni. Esse hanno dei costi.

Da dove hanno origine i costi di transazione legati all’ uso del mercato ?

  • costi di ricerca dei prezzi rilevanti;
  • costi legati alla negoziazione e all’esecuzione di ciascuna transazione;
  • costi legati all’impossibilità di stipulare contratti completi nel lungo periodo (incertezza sul futuro).

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Ronald Coase (segue)

Se, come sì è appena letto, il funzionamento del mercato comporta un costo, allora formando un’organizzazione e permettendo ad un’autorità (un imprenditore) di dirigere le risorse, i costi di uso del mercato possono diminuire.

Un’impresa consiste dunque in un sistema di rapporti che vengono in essere quando la direzione dell’uso delle risorse dipende da un imprenditore. L’impresa nasce perché, in certe situazioni, internalizzare certe transazioni costa meno che lasciarle sul mercato.
All’aumentare delle transazioni internalizzate aumenteranno le dimensioni dell’impresa.

Fino a quando può accadere ?

Finchè il costo internalizzato diventa superiore a quello del mercato.
Esistono infatti anche costi della gerarchia: si può arrivare al punto in cui il costo di gestione interna della transazione eguaglia o supera quello del mercato.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Ronald Coase (segue)

(…) Nostro compito è scoprire perchè nasce l’impresa in un’economia di scambi specializzata(…) La principale spiegazione del perchè è vantaggioso creare un’impresa sembra essere il fatto che l’utilizzo del meccanismo dei prezzi di mercato comporta un costo. Il costo più evidente dell’organizzare la produzione tramite il meccanismo dei prezzi è quello di scoprire quali sono i prezzi che interessano (…) Il funzionamento del mercato comporta un certo costo e, formando un’organizzazione e permettendo a un’autorità (un imprenditore) di dirigere le risorse, possono essere risparmiati taluni costi di contrattazione (…) Un’impresa consiste dunque in un sistema di rapporti che vengono in essere quando la direzione dell’uso delle risorse dipende da un imprenditore (…) L’approccio finora sviluppato sembra offrire un vantaggio consistente nel fatto che è possibile attribuire un significato scientifico a ciò che si intende quando si afferma che che un’impresa cresce o si riduce di dimensioni. Un’impresa si espande quando altre ulteriori transazioni (che possono essere scambi di mercato coordinati tramite il meccanismo dei prezzi) vengono organizzate dall’imprenditore e diventa più piccola quando quest’ultimo abbandona l’organizzazione di queste transazioni (…) Un’impresa tenderà ad espandersi fino a che i costi di organizzare una transazione in più all’interno dell’impresa diventano uguali ai costi di effettuare la stessa transazione mediante uno scambio di mercato, o ai costi di organizzare un’impresa diversa (…)

R.Coase (1937), The nature of the firm, Economica, pp.368-405

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson

Sulla base dei lavori di Coase, Oliver Eaton Williamson propone una lettura delle relazioni contrattuali che presiedono all’esistenza dell’impresa.
Si tratta di un importante contributo agli studi sui costi di transazione, coronato nel 2009 con il Premio Nobel. I suoi studi rientrano nel filone dell’Economia Neo-Istituzionalista (New Institutional Economics), nota anche come Economia dei costi di Transazione (Transaction Cost Economics).

Oltre a Coase, molteplici radici intellettuali di Williamson:

  • John R. Commons- Transazioni come centro dell’analisi economica
  • Herbert Simon- Teoria della razionalità limitata
  • Kenneth Arrow- Importanza dell’informazione
  • Alfred Chandler- Importanza delle innovazioni organizzative


Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

Williamson sostiene che ogni organizzazione economica nasce dal tentativo di minimizzare costi di transazione, data la natura dei contesti caratterizzati da contratti incompleti, investimenti specifici, razionalità limitata e opportunismo.
Ciò implica che ogni organizzazione soffra di un problema di contrattazione incompleta. Sono incompleti i contratti i cui termini siano osservabili dalle parti contrattuali ma non verificabili ed eseguibili con certezza e in via forzosa da terze parti, nel caso in cui sorgano controversie tra i contraenti (tipicamente l’autorità giudiziaria). Più precisamente si può affermare che le cause di incompletezza risiedono:

  • nell’impossibilità da parte dei contraenti di prevedere ogni possibile contingenza futura che dovesse verificarsi nel corso della relazione;
  • negli elevati costi di contrattazione sostenuti dalle parti per accordarsi su ogni singola circostanza e descriverla in modo esaustivo nel contratto;
  • nel costo di ricorrere al sistema legale per ottenere l’adempimento del contratto;
  • nella difficoltà di ottenere l’enforcement del contratto, a causa delle limitate informazioni esistenti tra le parti riguardo ad azioni, caratteristiche o stati del mondo, oppure alla difficoltà di trasmettere queste informazioni all’autorità esterna.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

Williamson presume l’esistenza di un patto iniziale tra le parti.

Se successivamente le parti si rendono conto che quanto pattuito non rispecchia le loro reali intenzioni, allora qualunque adattamento che avverrà dopo sarà necessariamente incompleto.
E’ questa una conseguenza diretta della razionalità limitata (si rinvia alle successive lezioni per un approfondimento del contributo di H.Simon, dal punto di vista dello studente e studioso di Organizzazione), nella misura in cui gli individui non sono in grado di descrivere in modo perfettamente razionale gli eventi del mondo reale.

In presenza di contratti incompleti, ogni promessa è quindi esposta al rischio di essere negoziaziata nuovamente, specie quando le transazioni richiedono investimenti specifici o irreversibili che mantengono un valore elevato solo all’interno di quella transazione. Ciò implica che transazioni incomplete sostenute da investimenti specifici saranno realizzate solo quando le parti sosterranno elevati costi di transazione volti a ridurre il rischio di rinegoziazioni contrattuali.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

Williamson segue un percorso intellettuale sintetizzabile in due macro fasi:

  • fino agli anni 1975: sulla scia di Coase, propone una netta contrapposizione gerarchia/mercato
  • dopo il 1975 individua forme intermediarie tra gerarchia e mercato; analisi dei tipi di contratti e delle strutture di controllo; approssima una visione dell’impresa come “nodo di contratti”.

Concetti chiave di questo percorso sono Transazione e Mercato.

Transazione:

  • “trasferimento di un bene o servizio attraverso un’interfaccia tecnologicamente separabile, che comporta un trasferimento di valori tra le parti”;
  • qualsiasi problema di natura contrattuale può (e deve) essere analizzato in termini di riduzione dei costi di transazione;
  • mercato e gerarchia sono estremi di un continuum di forme di governo delle transazioni.

Il Mercato come struttura organizzativa:

  • è il “luogo” dove avvengono le transazioni tra entità economiche indipendenti;
  • non prevede la supervisione diretta dei comportamenti ma solo il controllo e la misurazione dell’oggetto della prestazione;
  • si regge sulla reciprocità: ciascuna parte nella transazione è titolare di diritti e doveri nei confronti dell’altra.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

Williamson introduce alcune ipotesi:

  • la maggior parte dei contratti non sono di tipo istantaneo, ma prevedono una proiezione dello scambio nel futuro;
  • l’elemento temporale esalta gli aspetti relazionali del contratto, che assumono così grande importanza
  • l’elemento temporale introduce incertezza.

Quel che fa lievitare i costi di transazione sul mercato sono allora:

  1. Incertezza
  2. Razionalità limitata
  3. Opportunismo/asimmetria informativa
  4. Specificità delle risorse

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

1. Effetti dell’incertezza sui contratti (definiti di tipo relazionale):

  • non è possibile prevedere tutti i mutamenti (es. di tipo economico, valutario, ecc.) che potranno influire sulla transazione;
  • non è piu’ possibile definire contratti esaustivi (i.e., completi).

Altri due tipi di incertezza:

  • relazionale, relativa alle reali intenzioni della controparte (asimmetria informativa):
  • impossibilità di misurare il valore di alcuni beni e servizi “complessi” le cui caratteristiche si definiscono mediante il mutuo aggiustamento tra le parti.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

2. Razionalità limitata (Simon, 1947):

  • limiti cognitivi degli agenti nella raccolta, immagazzinamento ed elaborazione di informazioni;
  • incompletezza dei contratti, asimmetrie informative tra le parti ed aumento dei problemi relazionali legati all’incertezza sul futuro;
  • importanza delle condizioni dello sviluppo ex post di una relazione contrattuale.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

3. Opportunismo/asimmetria informativa:
l’ Opportunismo ha a che fare con la propensione a ricercare egoisticamente il proprio interesse anche mediante la truffa e l’inganno. In una relazione contrattuale il singolo sarà tentato di tenere nascoste informazioni rilevanti che potrebbero influenzare il comportamento della controparte, o addirittura di offrire una rappresentazione distorta della realtà per trarne vantaggio.

Pertanto l’opportunismo è così sintetizzabile:

  • self-interest seeking with guile“;
  • rappresentazione incompleta o falsa dell’informazione da parte degli agenti
  • asimmetrie informative.

Il problema dell’opportunismo sorge laddove esiste il rischio del suo avvento e crea dei costi di transazione, quindi incita all’internalizzazione delle transazioni

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

3.    Opportunismo/asimmetria informativa:
l’ asimmetria informativa descrive una condizione in cui un’informazione
non è condivisa integralmente fra gli agenti di un processo economico.
Dunque la parte che detiene maggiori informazioni può trarre vantaggio da
tale configurazione.

E’ possibile distinguere tra casi di:

  • selezione avversa (adverse selection) o asimmetria ex-ante;
  • azzardo morale (moral hazard) o asimmetria ex-post.

Cenni all’approccio dei costi di transazione. Oliver Williamson (segue)

4. Specificità delle risorse:
la specificità dell’attivo esiste quando deve essere intrapreso un investimento durevole e non è possibile riutilizzare quell’investimento in altri modi (transazioni idiosincratiche)

  • Localizzazione, capitale umano, fisico…
  • legame di dipendenza durevole tra le parti.

La specificità dell’attivo produce effetti sui comportamenti quando viene combinata con l’opportunismo e l’incertezza.

Conclusioni e prossima lezione

In questa lezione si è aperta una finestra sull’economia dei costi di transazione, quale base (non esaustiva) per potere accostare lo sguardo dello studente di Organizzazione verso la definizione del livello di attore/azione azienda.

Nelle prossime lezioni, infatti, il nostro sguardo si sposterà su tre dimensioni insite a questo livello:

  1. infrastruttura;
  2. sociostruttura;
  3. sovrastruttura.

Riferimento ai capitoli 4 e 6 del testo.

I materiali di supporto della lezione

Smith, A. (1776) An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations,

Coase, R. H. (1937) The nature of the firm, Ed. Economica

Varian, H. R. (2002) Microeconomia (V edizione), Ed. Cafoscarina

Bocchini, E. (2001) Introduzione al diritto commerciale nella new economy, Ed. CEDAM

Williamson, O. (2002) The Theory of the Firm as Governance Structure (art), Journal of Economic Perspective.

Williamson, O. (1996) The Mechanisms of Governance, Ed. Oxford University Press, 1996.

(Trad. it Margherita Turvani, I meccanismi del governo. L'economia dei costi di transizione: concetti, strumenti, applicazioni, Ed. F.Angeli 1998).

Arrow, K. J. (1959) Functions of a theory of behaviour under uncertainty Ed. Metroeconomica.

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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