Per un’impresa in normale funzionamento i valori delle operazioni in corso sono valutati tenendo conto di come si potranno svolgere le attività produttive in futuro.
La valutazione dei beni disponibili è connessa alle loro prospettive di utilizzo nelle future combinazioni produttive.
Tale valutazione è funzione dei ricavi futuri realizzabili dalla chiusura del circuito produttivo.
La misura di tali ricavi dipende dal prezzo o della vendita diretta del bene (valore di realizzo diretto) o della vendita del bene realizzato col concorso di quel fattore produttivo (valore di realizzo indiretto).
Valore di presumibile realizzo diretto
Si utilizza per valutare prodotti finiti, merci, semilavorati.
Rappresenta la quota-parte del prezzo che l’impresa ritiene di poter realizzare vendendo direttamente il bene in rimanenza.
Si determina in funzione del rapporto tra il costo del bene in rimanenza e il costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa.
Si attiva una combinazione produttiva per acquistare e vendere la merce A
Costo di acquisto merce A = 60
Costi di vendita
Trasporti/assicurazioni = 5
Provvigioni = 5
Costi per servizi vari = 10
Costo totale della produzione = 80
Costo bene in rimanenza (60) / Costo totale della produzione (80)
si applica al Prezzo presunto di vendita (100), per cui si avrà il vslore presumibile come inidcato nella figura a lato.
Valore di presumibile realizzo indiretto
Si utilizza per valutare i beni non destinati alla vendita diretta, (ffs, ffr, semilavorati).
Quota-parte del presunto prezzo che l’impresa ritiene di poter realizzare vendendo il prodotto realizzato col concorso del bene in rimanenza.
Si determina in funzione del rapporto tra il costo del bene in rimanenza e il costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa.
Si attiva una combinazione produttiva per produrre e vendere il prodotto B
Costo di acquisto materia a 50
Costo di acquisto materia b 10
Costo lavoro 30
Costo energia 20
Costi di vendita
Trasporti/assicurazioni 10
Provvigioni 20
Costi per servizi vari 10
Costo totale della produzione 150
Costo bene a in rimanenza (50) / Costo totale della produzione (150)
si applica al Prezzo presunto di vendita (120)
I valori di presumibile realizzo diretto ed indiretto rappresentano i valori massimi che possono essere assegnati alle attività.
Oltre tali limiti i valori attribuiti sono non ragionevoli, poiché irrealizzabili nelle prospettive della attività futura dell’impresa.
I valori delle passività possono essere rappresentati da una fascia di valori compresi tra il valore nominale dell’obbligazione e il valore di presumibile estinzione.
La valutazione delle rimanenze è strumentale alla determinazione di un reddito di esercizio attendibile;
Le «operazioni in corso» vanno iscritte ai valori con la maggiore probabilità di essere recuperati dai ricavi futuri
La valutazione avviene al costo, quando questo è più basso del valore di presumibile realizzo, ossia il valore più basso tra quelli ragionevoli (principio della prudenza).
Finalità del principio della prudenza
Non attribuire al periodo in chiusura utili futuri presunti, rivenienti dal collocamento sul mercato dei prodotti ad un prezzo superiore al costo.
Tali utili presunti, infatti, appartengono al periodo in cui saranno realizzati i ricavi.
Il principio della prudenza si applica:
1) Convenzione del minor valore per le attività o convenzione del costo.
Le attività vanno iscritte al costo di acquisizione o di produzione o al valore di presumibile realizzo se inferiore al costo.
2) Convenzione del maggior valore per le passività.
La passività vanno iscritte al valore nominale o al valore presumibile estinzione se superiore al valore nominale.
3) Imputazione al periodo dei costi futuri presunti.
Costi/perdite futuri presunti derivanti da rischi specifici e che già gravano sulla gestione al tempo tn vanno anticipati all’esercizio in chiusura.
Identifica un insieme di attività e passività valutate secondo prudenza in un’ottica di continuazione della vita dell’impresa.
È determinato per assegnare a ciascun periodo la porzione di reddito proveniente dai processi produttivi compiuti in quello stesso periodo.
È il valore che può essere assegnato al capitale nella fase di cessazione dell’attività d’impresa per liquidazione dell’attivo e del passivo.
I beni perdono il vincolo di destinazione e hanno un valore correlato alla loro singola attitudine allo scambio.
Supponiamo che:
1. L'azienda e l'economia aziendale
2. Alcuni cenni sull'evoluzione della ragioneria
3. I circuiti di operazioni: in particolare il capitale proprio e di credito
4. I circuiti di operazioni: in particolare circuito della produzione e dei finanziamenti concessi
5. Una sintesi: circuito dei finanziamenti e degli investimenti
6. Relazioni tra il circuito dei finanziamenti e il circuito degli investimenti
7. L'individuazione di due aspetti della gestione: aspetto finanziario ed economico.
9. Reddito di periodo e capitale di funzionamento
10. Assestamento di fine periodo – prospetti di reddito e capitale
11. Le scritture di epilogo e di riapertura
12. Cenni sul bilancio d'esercizio
13. Le valutazioni di fine periodo
14. L'economicità e le condizioni di equilibrio del sistema impresa
Cavalieri ─ Franceschi, Economia aziendale, vol. I, seconda edizione, Giappichelli, Torino, 2008.
Cerbioni-Cinquini-Sostero; Contabilità e bilancio, seconda edizione McGraw-Hill, 2006.