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Immacolata Niola » 16.Esempi di lavorazioni pericolose: produzione e applicazione degli asfalti


Asfaltatura

Definizione di asfalto
Per asfalto si intende, in Europa, una miscela al 4-7% di bitume con materiali inerti (pietrisco, sabbia, filler, polveri), che viene usata per la pavimentazione di strade e marciapiedi. Non va confuso con il catrame, che deriva dal riscaldamento in assenza d’aria del carbon fossile.

Il bitume
È un materiale dotato di proprietà leganti, di colore bruno o nerastro, insolubile in acqua, solido o semisolido a temperatura ambiente. Può essere di origine naturale o artificiale. È presente in natura nelle rocce asfaltiche (rocce impregnate di bitume) o in sacche sotterranee che possono dar luogo ad affioramenti superficiali (vedi figura).
Il bitume artificiale è ottenuto in raffineria come residuo della distillazione sotto vuoto del petrolio.

Affioramento naturale di bitume (Ranch la Brea). Fonte:
wikipedia

Affioramento naturale di bitume (Ranch la Brea). Fonte: wikipedia


Asfaltatura (segue)

Composizione del bitume. È costituito chimicamente da:

  • una miscela di idrocarburi alifatici ad alto numero di atomi di carbonio (superiore a 25);
  • altri composti organici contenenti ossigeno, azoto e zolfo;
  • Idrocarburi Policiclici Aromatici;
  • tracce di metalli: ferro, nichel e vanadio.

Opere di asfaltatura. Comprendono:

  • la produzione dell’asfalto;
  • la stesa dell’asfalto su strade;
  • la stesa dell’asfalto su marciapiedi.

Asfaltatura (segue)

Produzione dell’asfalto
Consiste nella miscelazione a caldo dei componenti. In particolare, prevede:

  • il dosaggio automatico del materiale inerte, l’essiccazione in forno rotante a 140-160 °C e l’immissione nella torre di miscelazione;
  • il dosaggio e trasporto in circuito chiuso del filler (inerti con una granulometria inferiore ai 7,5 µ) dai silos alla torre di miscelazione;
  • il riscaldamento del bitume nei serbatoi, il dosaggio e trasporto in circuito chiuso alla torre di miscelazione;
  • il mescolamento dei componenti e lo scarico del prodotto finito sugli autocarri diretti ai luoghi di stesa o nei silos di stoccaggio.

Asfaltatura (segue)

Stesa dell’asfalto su strade
Comporta:

  • l’eventuale fresatura del vecchio asfalto, la spazzatura e la raccolta del fresato;
  • la spruzzatura di emulsione bituminosa sul fondo stradale;
  • lo scarico dell’asfalto da autocarri a cassone posteriore ribaltabile;
  • la stesa mediante macchine vibrofinitrici;
  • la finitura a mano con pale in prossimità di incroci e tombini;
  • la compattazione con rulli compattatori (in prossimità di marciapiedi, con una piastra vibrante, detta talpa o rana);
  • il raffreddamento con acqua.

Video di rappresentazione, seppur parziale, dell’asfaltatura di un tratto di strada.

Asfaltatura di una strada.
Fonte: wikipedia.

Asfaltatura di una strada. Fonte: wikipedia.


Asfaltatura (segue)

Stesa dell’asfalto su marciapiedi
Prevede:

  • il trasporto dell’asfalto al luogo di stesa in “bonze” dotate di caldaie e mescolatori;
  • la movimentazione mediante carriole;
  • la stesa a mano mediante spatole di legno a lungo manico;
  • l’aggiunta di uno strato di sabbia;
  • l’eventuale raffreddamento con getti di acqua fredda.

Rischi per la salute

Possono aversi sia nella fase di produzione degli asfalti, all’interno delle aziende, che in quella di applicazione, all’esterno, e sono associati alla presenza di agenti chimici, fisici, biologici, nonché alla movimentazione manuale di carichi.

Agenti chimici
Sono costituiti essenzialmente da:

  • Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Si liberano dal bitume e dall’asfalto durante la lavorazione, il trasporto e l’applicazione; sono anche contenuti nei fumi e vapori emessi dal gasolio, utilizzato come carburante dei veicoli e come solvente nella pulizia di attrezzi e mezzi da opera incrostati;
  • idrogeno solforato. Può formarsi, seppur raramente, durante lo stoccaggio del bitume caldo;
  • oli lubrificanti. Sono impiegati nella manutenzione degli attrezzi e dei mezzi d’opera;
  • polveri. Possono sollevarsi:
    • nella fase di produzione: durante il carico degli inerti nelle tramogge o durante il riempimento dei silos con filler, per dispersioni dalle tubazioni di raccordo;
    • nella fase di asfaltatura: durante la fresatura.

Rischi per la salute (segue)

Effetti degli agenti chimici
Sono legati soprattutto agli IPA. Questi:

  • sono assorbiti dall’organismo per via respiratoria e cutanea;
  • provocano irritazioni a livello di mucose e congiuntive;
  • possono avere effetti mutageni e cancerogeni. In particolare, secondo la IARC:
    • alcuni di essi sono classificabili nel gruppo 1 (cancerogeni certi per l’uomo);
    • altri sono classificabili nel gruppo 2 A (probabili cancerogeni);
    • altri ancora sono classificabili nel gruppo 2 B (possibili cancerogeni);
  • i principali organi bersaglio risultano: polmoni,vescica, pelle e tratto laringo-faringeo. Inoltre, possono causare leucemie.

Va precisato, tuttavia, che i fumi che si liberano dai distillati petroliferi (e, dunque, dal bitume) contengono solo l’1% di composti aromatici. Ben più pericolosi sono i fumi di catrame, che ne contengono il 90% circa, ma tale materiale, in Italia, non viene utilizzato per la produzione di asfalti.
L’idrogeno solforato, ove mai si sviluppasse, potrebbe causare una serie di problemi importanti, variabili, a seconda della concentrazione, da una forte irritazione delle mucose ad asfissia, collasso, danni al sistema nervoso, paralisi e morte in pochi minuti.
Le polveri possono provocare irritazioni delle congiuntive e delle mucose in generale, con conseguenze a carico dell’apparato respiratorio (tosse, problemi di respirazione ecc.).

Rischi per la salute (segue)

Agenti fisici
Sono costituiti da:

  • rumore. È dovuto essenzialmente:
    • nella fase di produzione dell’asfalto, al vaglio e selezione degli inerti;
    • nella fase di stesa, alla vibrofinitrice e alla talpa;
  • vibrazioni. Sono indotte:
    • nel corpo intero, dalla conduzione di mezzi di trasporto e di opera (pala meccanica, fresatrice, vibrofinitrice, rullo);
    • nel sistema mano-braccio, da alcune fasi lavorative specifiche che richiedono l’uso di utensili a movimento percussorio o rotatorio-percussorio;
  • videoterminali. Sono utilizzati soprattutto dagli addetti alla cabina di controllo degli impianti;
  • microclima. Rappresenta l’insieme dei fattori che condizionano gli scambi termici fra uomo e ambiente: temperatura, umidità, velocità dell’aria, tipo di attività svolta ecc. Le attività lavorative in cui può diventare più sfavorevole sono:
    • nell’unità produttiva, le operazioni nella cabina di controllo;
    • nell’ambiente esterno, la stesa dell’asfalto;
  • radiazioni ultraviolette. Investono i lavoratori esposti al sole per le operazioni di stesa.

Rischi per la salute (segue)

Effetti degli agenti fisici

  • rumore: danni uditivi ed extra-uditivi (v. lezione n. 3);
  • vibrazioni: patologia dolorosa a carico del rachide dorso-lombare; artropatia e alterazioni muscolo-tendinee del sistema mano-braccio; sindrome di Raynaud (v. lezione n. 3);
  • videoterminali: disturbi oculo-visivi, muscolo-scheletrici, affaticamento mentale (v. lezione n. 4);
  • microclima: discomfort; colpo di calore;
  • radiazioni ultraviolette: eritemi e ustioni solari; fotoinvecchiamento; tumori cutanei (epiteliomi e melanomi).

Agenti biologici
Sono microrganismi o endoparassiti umani presenti nell’ambiente esterno, che potrebbero provocare infezioni, allergie o intossicazioni (v. lezione n. 5). Particolarmente preoccupante è il Clostridium del tetano.

Rischi per la salute (segue)

Altri rischi

  • movimentazione manuale di carichi. È un tipo di rischio presente durante l’asfaltatura di strade e marciapiedi, quando si rende necessario spostare o sollevare carichi di peso superiore ai 3 kg (carriole, pale ecc.);
  • mantenimento di posizioni incongrue. Può verificarsi sia all’interno dell’azienda, specificamente nella cabina di controllo, che nelle operazioni di asfaltatura, ad esempio nell’utilizzo della pala.

Effetti sulla salute
Possono aversi:

  • effetti acuti: “colpo della strega”; mal di schiena;
  • malattie muscolo-scheletriche: ernie del disco con conseguente sciatalgia; tendiniti; infiammazioni dei muscoli del dorso, dei dischi intervertebrali e delle articolazioni di ginocchia e spalle (v. Lezione n. 2).

Rischi per la salute (segue)

Misure generali di prevenzione e protezione

  • corretta valutazione del rischio mediante monitoraggio ambientale e personale dell’esposizione;
  • informazione/formazione dei lavoratori;
  • riduzione ai livelli più bassi possibili dell’esposizione ai fattori di rischio;
  • adozione di adeguate misure igieniche;
  • eventuale sorveglianza sanitaria.

Misure specifiche di prevenzione e protezione

  • esposizione agli IPA in luoghi confinati (gallerie, garage):
    • aspirazione dell’aria o ventilazione forzata;
    • uso di mascherine;
  • esposizione a idrogeno solforato: aspirazione dell’aria o ventilazione forzata;
  • esposizione a polveri:
    • copertura dei nastri trasportatori;
    • irrorazione con getti d’acqua;
    • aspirazione dell’aria o ventilazione forzata;
    • uso di mascherine;

Rischi per la salute (segue)

Misure specifiche di prevenzione e protezione (segue)

  • esposizione al rumore:
    • adozione di macchine meno rumorose;
    • rinnovamento di parti meccaniche usurate;
    • manutenzione dei macchinari;
    • impiego di cabine insonorizzate;
    • separazione di lavorazioni rumorose;
    • impiego di DPI (cuffie, tappi auricolari);
    • visite periodiche di controllo dei lavoratori;
  • esposizione alle vibrazioni:
    • scelta di veicoli a bassa trasmissione di vibrazioni;
    • interventi di manutenzione, soprattutto a livello delle sospensioni;
    • sedili di guida con sistemi di ammortizzamento idonei;
    • pause di recupero e rotazione dei lavoratori;
  • esposizione ai videoterminali:
    • progettazione ergonomica del posto di lavoro;
    • corretta organizzazione del lavoro;

Rischi per la salute (segue)

Misure specifiche di prevenzione e protezione (segue)

  • esposizione alle radiazioni solari UV:
    • impiego di prodotti antisolari;
    • vestiario idoneo;
    • occhiali da sole con protezione UV certificata;
  • microclima:
    • abbigliamento idoneo;
    • separazione della cabina di controllo dall’impianto di produzione;
    • impianto di climatizzazione;
    • adeguato apporto ai lavoratori di acqua e integratori salini;
  • esposizione al Clostridium tetani:
    • vaccinazione antitetanica e richiamo periodico;
  • movimentazione manuale di carichi:
    • ripartizione adeguata dei carichi fra più lavoratori (peso massimo per maschi adulti: 30 kg);
    • assunzione di atteggiamenti corretti nelle operazioni di lavoro.

Rischi per la sicurezza

Riguardano il rischio infortunistico nella fase di produzione e stesa. Comprendono:

  • il rischio legato agli agenti chimici: proiezione di asfalto caldo (fino a 200-250 °C); contatti con sostanze caustiche;
    • conseguenze: ustioni anche gravi;
  • il rischio legato alla movimentazione di carichi con macchine:
    • possibilità di caduta di gravi dall’alto;
    • schiacciamenti;
    • cadute a livello e scivolamenti;
    • investimenti;
    • tagli, abrasioni;
    • proiezione di schegge.

Rischi per la sicurezza (segue)

  • Prevenzione generale
    • attenzione nell’uso di mezzi meccanici e nelle manovre di guida.
  • Protezioni individuali
    • protezione del capo: caschi;
    • protezione degli occhi: occhiali con visiere;
    • protezione delle mani: guanti appropriati;
    • protezione dei piedi: scarpe antinfortunistiche con suole antiscivolo;
    • protezione delle vie respiratorie: maschere respiratorie;
    • protezione da caduta: cinture di sicurezza.

I materiali di supporto della lezione

Cirla P. E. et al., “Valutazione dell'esposizione a composti organici aromatici e IPA nelle opere di asfaltatuta: i risultati dello Studio PPTP-POPA”, G. Ital. Med. Lav. Erg., 27(2005), 303-307.

Asfalti

Bitume

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