Asfaltatura
Definizione di asfalto
Per asfalto si intende, in Europa, una miscela al 4-7% di bitume con materiali inerti (pietrisco, sabbia, filler, polveri), che viene usata per la pavimentazione di strade e marciapiedi. Non va confuso con il catrame, che deriva dal riscaldamento in assenza d’aria del carbon fossile.
Il bitume
È un materiale dotato di proprietà leganti, di colore bruno o nerastro, insolubile in acqua, solido o semisolido a temperatura ambiente. Può essere di origine naturale o artificiale. È presente in natura nelle rocce asfaltiche (rocce impregnate di bitume) o in sacche sotterranee che possono dar luogo ad affioramenti superficiali (vedi figura).
Il bitume artificiale è ottenuto in raffineria come residuo della distillazione sotto vuoto del petrolio.
Affioramento naturale di bitume (Ranch la Brea). Fonte:
wikipedia
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Composizione del bitume. È costituito chimicamente da:
- una miscela di idrocarburi alifatici ad alto numero di atomi di carbonio (superiore a 25);
- altri composti organici contenenti ossigeno, azoto e zolfo;
- Idrocarburi Policiclici Aromatici;
- tracce di metalli: ferro, nichel e vanadio.
Opere di asfaltatura. Comprendono:
- la produzione dell’asfalto;
- la stesa dell’asfalto su strade;
- la stesa dell’asfalto su marciapiedi.
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Produzione dell’asfalto
Consiste nella miscelazione a caldo dei componenti. In particolare, prevede:
- il dosaggio automatico del materiale inerte, l’essiccazione in forno rotante a 140-160 °C e l’immissione nella torre di miscelazione;
- il dosaggio e trasporto in circuito chiuso del filler (inerti con una granulometria inferiore ai 7,5 µ) dai silos alla torre di miscelazione;
- il riscaldamento del bitume nei serbatoi, il dosaggio e trasporto in circuito chiuso alla torre di miscelazione;
- il mescolamento dei componenti e lo scarico del prodotto finito sugli autocarri diretti ai luoghi di stesa o nei silos di stoccaggio.
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Stesa dell’asfalto su strade
Comporta:
- l’eventuale fresatura del vecchio asfalto, la spazzatura e la raccolta del fresato;
- la spruzzatura di emulsione bituminosa sul fondo stradale;
- lo scarico dell’asfalto da autocarri a cassone posteriore ribaltabile;
- la stesa mediante macchine vibrofinitrici;
- la finitura a mano con pale in prossimità di incroci e tombini;
- la compattazione con rulli compattatori (in prossimità di marciapiedi, con una piastra vibrante, detta talpa o rana);
- il raffreddamento con acqua.
Video di rappresentazione, seppur parziale, dell’asfaltatura di un tratto di strada.
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Stesa dell’asfalto su marciapiedi
Prevede:
- il trasporto dell’asfalto al luogo di stesa in “bonze” dotate di caldaie e mescolatori;
- la movimentazione mediante carriole;
- la stesa a mano mediante spatole di legno a lungo manico;
- l’aggiunta di uno strato di sabbia;
- l’eventuale raffreddamento con getti di acqua fredda.
Rischi per la salute
Possono aversi sia nella fase di produzione degli asfalti, all’interno delle aziende, che in quella di applicazione, all’esterno, e sono associati alla presenza di agenti chimici, fisici, biologici, nonché alla movimentazione manuale di carichi.
Agenti chimici
Sono costituiti essenzialmente da:
- Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Si liberano dal bitume e dall’asfalto durante la lavorazione, il trasporto e l’applicazione; sono anche contenuti nei fumi e vapori emessi dal gasolio, utilizzato come carburante dei veicoli e come solvente nella pulizia di attrezzi e mezzi da opera incrostati;
- idrogeno solforato. Può formarsi, seppur raramente, durante lo stoccaggio del bitume caldo;
- oli lubrificanti. Sono impiegati nella manutenzione degli attrezzi e dei mezzi d’opera;
- polveri. Possono sollevarsi:
- nella fase di produzione: durante il carico degli inerti nelle tramogge o durante il riempimento dei silos con filler, per dispersioni dalle tubazioni di raccordo;
- nella fase di asfaltatura: durante la fresatura.
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Effetti degli agenti chimici
Sono legati soprattutto agli IPA. Questi:
- sono assorbiti dall’organismo per via respiratoria e cutanea;
- provocano irritazioni a livello di mucose e congiuntive;
- possono avere effetti mutageni e cancerogeni. In particolare, secondo la IARC:
- alcuni di essi sono classificabili nel gruppo 1 (cancerogeni certi per l’uomo);
- altri sono classificabili nel gruppo 2 A (probabili cancerogeni);
- altri ancora sono classificabili nel gruppo 2 B (possibili cancerogeni);
- i principali organi bersaglio risultano: polmoni,vescica, pelle e tratto laringo-faringeo. Inoltre, possono causare leucemie.
Va precisato, tuttavia, che i fumi che si liberano dai distillati petroliferi (e, dunque, dal bitume) contengono solo l’1% di composti aromatici. Ben più pericolosi sono i fumi di catrame, che ne contengono il 90% circa, ma tale materiale, in Italia, non viene utilizzato per la produzione di asfalti.
L’idrogeno solforato, ove mai si sviluppasse, potrebbe causare una serie di problemi importanti, variabili, a seconda della concentrazione, da una forte irritazione delle mucose ad asfissia, collasso, danni al sistema nervoso, paralisi e morte in pochi minuti.
Le polveri possono provocare irritazioni delle congiuntive e delle mucose in generale, con conseguenze a carico dell’apparato respiratorio (tosse, problemi di respirazione ecc.).
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Agenti fisici
Sono costituiti da:
- rumore. È dovuto essenzialmente:
- nella fase di produzione dell’asfalto, al vaglio e selezione degli inerti;
- nella fase di stesa, alla vibrofinitrice e alla talpa;
- vibrazioni. Sono indotte:
- nel corpo intero, dalla conduzione di mezzi di trasporto e di opera (pala meccanica, fresatrice, vibrofinitrice, rullo);
- nel sistema mano-braccio, da alcune fasi lavorative specifiche che richiedono l’uso di utensili a movimento percussorio o rotatorio-percussorio;
- videoterminali. Sono utilizzati soprattutto dagli addetti alla cabina di controllo degli impianti;
- microclima. Rappresenta l’insieme dei fattori che condizionano gli scambi termici fra uomo e ambiente: temperatura, umidità, velocità dell’aria, tipo di attività svolta ecc. Le attività lavorative in cui può diventare più sfavorevole sono:
- nell’unità produttiva, le operazioni nella cabina di controllo;
- nell’ambiente esterno, la stesa dell’asfalto;
- radiazioni ultraviolette. Investono i lavoratori esposti al sole per le operazioni di stesa.
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Effetti degli agenti fisici
- rumore: danni uditivi ed extra-uditivi (v. lezione n. 3);
- vibrazioni: patologia dolorosa a carico del rachide dorso-lombare; artropatia e alterazioni muscolo-tendinee del sistema mano-braccio; sindrome di Raynaud (v. lezione n. 3);
- videoterminali: disturbi oculo-visivi, muscolo-scheletrici, affaticamento mentale (v. lezione n. 4);
- microclima: discomfort; colpo di calore;
- radiazioni ultraviolette: eritemi e ustioni solari; fotoinvecchiamento; tumori cutanei (epiteliomi e melanomi).
Agenti biologici
Sono microrganismi o endoparassiti umani presenti nell’ambiente esterno, che potrebbero provocare infezioni, allergie o intossicazioni (v. lezione n. 5). Particolarmente preoccupante è il Clostridium del tetano.
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Altri rischi
- movimentazione manuale di carichi. È un tipo di rischio presente durante l’asfaltatura di strade e marciapiedi, quando si rende necessario spostare o sollevare carichi di peso superiore ai 3 kg (carriole, pale ecc.);
- mantenimento di posizioni incongrue. Può verificarsi sia all’interno dell’azienda, specificamente nella cabina di controllo, che nelle operazioni di asfaltatura, ad esempio nell’utilizzo della pala.
Effetti sulla salute
Possono aversi:
- effetti acuti: “colpo della strega”; mal di schiena;
- malattie muscolo-scheletriche: ernie del disco con conseguente sciatalgia; tendiniti; infiammazioni dei muscoli del dorso, dei dischi intervertebrali e delle articolazioni di ginocchia e spalle (v. Lezione n. 2).
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Misure generali di prevenzione e protezione
- corretta valutazione del rischio mediante monitoraggio ambientale e personale dell’esposizione;
- informazione/formazione dei lavoratori;
- riduzione ai livelli più bassi possibili dell’esposizione ai fattori di rischio;
- adozione di adeguate misure igieniche;
- eventuale sorveglianza sanitaria.
Misure specifiche di prevenzione e protezione
- esposizione agli IPA in luoghi confinati (gallerie, garage):
- aspirazione dell’aria o ventilazione forzata;
- uso di mascherine;
- esposizione a idrogeno solforato: aspirazione dell’aria o ventilazione forzata;
- esposizione a polveri:
- copertura dei nastri trasportatori;
- irrorazione con getti d’acqua;
- aspirazione dell’aria o ventilazione forzata;
- uso di mascherine;
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Misure specifiche di prevenzione e protezione (segue)
- esposizione al rumore:
- adozione di macchine meno rumorose;
- rinnovamento di parti meccaniche usurate;
- manutenzione dei macchinari;
- impiego di cabine insonorizzate;
- separazione di lavorazioni rumorose;
- impiego di DPI (cuffie, tappi auricolari);
- visite periodiche di controllo dei lavoratori;
- esposizione alle vibrazioni:
- scelta di veicoli a bassa trasmissione di vibrazioni;
- interventi di manutenzione, soprattutto a livello delle sospensioni;
- sedili di guida con sistemi di ammortizzamento idonei;
- pause di recupero e rotazione dei lavoratori;
- esposizione ai videoterminali:
- progettazione ergonomica del posto di lavoro;
- corretta organizzazione del lavoro;
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Misure specifiche di prevenzione e protezione (segue)
- esposizione alle radiazioni solari UV:
- impiego di prodotti antisolari;
- vestiario idoneo;
- occhiali da sole con protezione UV certificata;
- microclima:
- abbigliamento idoneo;
- separazione della cabina di controllo dall’impianto di produzione;
- impianto di climatizzazione;
- adeguato apporto ai lavoratori di acqua e integratori salini;
- esposizione al Clostridium tetani:
- vaccinazione antitetanica e richiamo periodico;
- movimentazione manuale di carichi:
- ripartizione adeguata dei carichi fra più lavoratori (peso massimo per maschi adulti: 30 kg);
- assunzione di atteggiamenti corretti nelle operazioni di lavoro.
Rischi per la sicurezza
Riguardano il rischio infortunistico nella fase di produzione e stesa. Comprendono:
- il rischio legato agli agenti chimici: proiezione di asfalto caldo (fino a 200-250 °C); contatti con sostanze caustiche;
- conseguenze: ustioni anche gravi;
- il rischio legato alla movimentazione di carichi con macchine:
- possibilità di caduta di gravi dall’alto;
- schiacciamenti;
- cadute a livello e scivolamenti;
- investimenti;
- tagli, abrasioni;
- proiezione di schegge.
Rischi per la sicurezza (segue)
- Prevenzione generale
- attenzione nell’uso di mezzi meccanici e nelle manovre di guida.
- Protezioni individuali
- protezione del capo: caschi;
- protezione degli occhi: occhiali con visiere;
- protezione delle mani: guanti appropriati;
- protezione dei piedi: scarpe antinfortunistiche con suole antiscivolo;
- protezione delle vie respiratorie: maschere respiratorie;
- protezione da caduta: cinture di sicurezza.