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Immacolata Niola » 17.Esempi di lavorazioni pericolose: il trattamento dei rifiuti


La gestione dei rifiuti

La gestione dei rifiuti e delle acque reflue espone la salute e la sicurezza dei lavoratori a numerose fonti di pericolo. Ai fini della valutazione del rischio e della individuazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare, occorre preliminarmente distinguere tra vari tipi di impianti, deputati al trattamento di rifiuti solidi urbani o speciali e di acque reflue civili o industriali. Nello specifico ci occuperemo di:

  1. impianti di trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU);
  2. impianti di termovalorizzazione;
  3. impianti di stoccaggio definitivo in discarica dei residui dei processi 1 e 2;
  4. impianti di depurazione delle acque reflue civili.

1. Impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani (RSU)

Le principali fasi di trattamento che possono costituire un rischio per i lavoratori sono:

  • scarico dei rifiuti dai mezzi di trasporto in vasche interrate o in cumuli;
  • trasporto mediante benna e alimentazione dei rifiuti nella tramoggia del trituratore;
  • triturazione grossolana;
  • trasporto, mediante nastri trasportatori, dei rifiuti triturati alla selezione;
  • separazione e recupero dei metalli (ferro e alluminio);
  • separazione della frazione organica umida → bacini di bio-ossidazione → compostaggio → raffinazione;
  • separazione della frazione secca ad elevato potere calorico (carta, plastica) → produzione CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) → pressatura e imballaggio del CDR (prodotto bioessiccato) → termovalorizzazione.

2. Impianti di termovalorizzazione

Sono i moderni impianti di combustione dei rifiuti, attrezzati per il recupero del calore che si sviluppa durante il processo e che può essere utilizzato per lavorazioni industriali, teleriscaldamento o produzione di energia elettrica. A differenza degli inceneritori tradizionali, non bruciano rifiuti indifferenziati, bensì CDR, ossia il combustibile ricavato dal trattamento della frazione secca dei rifiuti.

Il funzionamento si articola in 3 fasi fondamentali:
1. ricevimento, stoccaggio e movimentazione dei rifiuti;

Prima fase di funzionamento del termovalorizzatore “i Cipressi”. Fonte: termovalorizzatore

Prima fase di funzionamento del termovalorizzatore “i Cipressi”. Fonte: termovalorizzatore

Termovalorizzatore di Vienna, decorato da Friedensreich Hundertwasser, collegato ad una rete di distribuzione del calore. Fonte: wikipedia

Termovalorizzatore di Vienna, decorato da Friedensreich Hundertwasser, collegato ad una rete di distribuzione del calore. Fonte: wikipedia


2. Impianti di termovalorizzazione (segue)

2. combustione dei rifiuti e produzione di vapore per la generazione di elettricità;
3. trattamento dei fumi di combustione per l’abbattimento degli inquinanti.

Gli effluenti della combustione sono:

  • scorie e ceneri volanti, destinate alla discarica;
  • calore, che viene trasformato in vapore, diretto alla turbina per la produzione di energia elettrica;
  • fumi, che sono trattati con:
    • precipitatore elettrostatico (per abbattere il particolato);
    • filtro a maniche (per depolverizzare i gas);
    • lavaggio a umido (per la neutralizzazione acida).

A tale trattamento segue l’espulsione dei fumi residui dal camino.

Seconda fase di funzionamento del termovalorizzatore “i Cipressi”. Fonte: termovalorizzatore

Seconda fase di funzionamento del termovalorizzatore “i Cipressi”. Fonte: termovalorizzatore

Terza fase di funzionamento del termovalorizzatore “i Cipressi”. Fonte: termovalorizzatore

Terza fase di funzionamento del termovalorizzatore “i Cipressi”. Fonte: termovalorizzatore


Impianti di stoccaggio definitivo in discarica

Le principali attività connesse allo stoccaggio definitivo dei residui del trattamento degli RSU e degli impianti di combustione sono:

  • operazioni di scavo e allestimento della discarica;
  • sversamento dei rifiuti nel bacino;
  • movimentazione e compattazione dei rifiuti;
  • copertura giornaliera con terreno del bacino;
  • captazione, deumidificazione, filtrazione e invio alla combustione del biogas sviluppatosi;
  • asporto del percolato e trasferimento, in autocisterne, ai serbatoi di raccolta.

A ciò vanno aggiunte le attività di pulizia e manutenzione di mezzi, impianti ed apparecchiature, nonché dell’intera area di esercizio della discarica.

Impianti di depurazione delle acque reflue civili

Le acque reflue vengono sottoposte ad una serie di trattamenti, che possono riassumersi schematicamente nei seguenti:

  • scarico nelle vasche di raccolta;
  • sollevamento con pompe o coclee;
  • grigliatura, dissabbiatura e disoleatura (asportazione di materiale grossolano, sabbie ed oli);
  • sedimentazione primaria (separazione “fanghi primari”);
  • ossidazione biologica delle acque (in vasche provviste di dispositivi per la miscelazione e l’ossigenazione);
  • sedimentazione secondaria (chiarificazione per separazione di “fango secondario”);
  • filtrazione;
  • sterilizzazione delle acque chiarificate con ipoclorito di sodio;
  • digestione anaerobica del fango, con produzione di:
    • biogas → impiego come combustibile;
    • fanghi mineralizzati → essiccamento per la definitiva inertizzazione e riduzione volumetrica.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche

Rischi per la salute
Sono legati essenzialmente alla presenza di agenti biologici, in particolare funghi e batteri, in concentrazione molto elevata soprattutto nel periodo estivo; non mancano, tuttavia, virus, parassiti e allergeni.
Le aree più critiche sono rappresentate da:

  • zona di ricezione dei rifiuti;
  • vasca di raccolta;
  • trituratore;
  • discarica;
  • sistema di captazione del biogas.

Non sono esenti da contaminazione gli uffici.

Effetti sulla salute

  • infezioni virali e batteriche;
  • micosi;
  • allergie.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

Sistemi di prevenzione e protezione

  • automazione di impianti e processi;
  • separazione delle aree contaminate da quelle “pulite”, con creazione di zone filtro;
  • controllo della tenuta delle aperture negli ambienti di processo;
  • aspirazione e depurazione dell’aria inquinata;
  • aspirazione da zona sicura o filtrazione dell’aria immessa negli uffici amministrativi, nelle sale controllo, cabine di automezzi, spogliatoi e locali di riposo;
  • pulizia a umido degli ambienti di lavoro;
  • periodica disinfezione, disinfestazione e derattizzazione;
  • osservanza di misure igieniche;
  • impiego di adeguati DPI: tuta a perdere, guanti, occhiali, maschera facciale, eventualmente autorespiratore.

Le slide che seguono si basano su studi realizzati dalla CONTARP dell’INAIL, così come sono stati riassunti negli opuscoli citati nei “Materiali di supporto alla lezione”.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

Rischi per la salute
Agenti chimici

Sono costituiti da:

  • polveri;
  • Composti Organici Volatili (COV);
  • Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).

Le aree di maggiore criticità sono:

  • per le polveri, i COV e gli IPA: gli ambienti chiusi di ricezione e selezione;
  • per le polveri: i nastri trasportatori, durante la pulizia quotidiana; il trituratore; il compattatore; l’escavatore e il bacino della discarica;
  • per i COV E GLI IPA: la vasca di raccolta; la vasca di bioessiccazione; il sistema di captazione del biogas; il sistema di recupero e trattamento del percolato; l’area attiva della discarica.

Effetti sulla salute
Patologie respiratorie.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

 

Sistemi di prevenzione e protezione da agenti chimici

  • separazione delle aree contaminate da quelle “pulite”;
  • aspirazione e depurazione dell’aria inquinata;
  • aspirazione da zona sicura o filtrazione dell’aria immessa negli uffici amministrativi, nelle sale controllo, locali di riposo ecc.;
  • in ambienti chiusi di processo: mantenimento dell’aria in depressione;
  • in ambienti chiusi di stazionamento del personale: sovrappressione rispetto alle aree contaminate;
  • pulizia a umido degli ambienti di lavoro;
  • regolazione della circolazione degli automezzi negli ambienti indoor;
  • impiego di adeguati DPI: guanti, occhiali, maschere filtranti, eventualmente autorespiratore.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

Rischi per la salute
Agenti fisici

Sono rappresentati da:

  • rumore;
  • vibrazioni;
  • microclima.

Rumore. Le sorgenti principali sono:

  • i mezzi di movimentazione;
  • il trituratore.

Effetti sulla salute

  • ipoacusia;
  • riduzione del livello di attenzione.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

Rumore (segue)

Sistemi di prevenzione e protezione

  • automazione di impianti e processi;
  • adeguata manutenzione di impianti e mezzi di movimentazione;
  • impiego di adeguati DPI (cuffie o tappi auricolari).

Vibrazioni. Riguardano il corpo intero e sono generate essenzialmente dai mezzi di:

  • carico/scarico dei rifiuti;
  • movimentazione;
  • compattazione.

Effetti sulla salute: disturbi muscolo-scheletrici.
Sistemi di prevenzione e protezione:

  • postazioni di lavoro ergonomiche;
  • manutenzione dei mezzi di movimentazione;
  • turni di riposo.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

Rischi per la salute
Agenti fisici

Microclima. Rappresenta un fattore di rischio in caso di:

  • temperature alte o molto basse;
  • elevata umidità;
  • intensa attività fisica.

Situazioni critiche

  • operazioni all’aperto;
  • movimentazione dei materiali.

Rischi professionali negli impianti di trattamento degli RSU e nelle discariche (segue)

Microclima (segue)

Possibili effetti sulla salute

  • colpo di calore;
  • ipotermia;
  • con uso di strumenti vibranti, sindrome di Raynaud;
  • affaticamento.

Sistemi di prevenzione e protezione

  • impiego di impianti di condizionamento nei mezzi di movimentazione;
  • turnazioni;
  • abbigliamento adeguato.

Rischi professionali negli impianti di termovalorizzazione

Rischi per la salute
Agenti chimici

Sono costituiti essenzialmente da:

  • polveri;
  • fumi;
  • diossine;
  • metalli pesanti;
  • altre sostanze.

Fasi critiche

  • per le polveri: loro rimozione dall’impianto di depurazione dell’aria; rifacimento dell’isolamento in materiale refrattario;
  • per i fumi: combustione dei rifiuti;
  • per le diossine e i metalli pesanti: manutenzione dei filtri per il trattamento dei fumi di combustione;
  • altre sostanze: depurazione dei fumi.

Rischi professionali negli impianti di termovalorizzazione (segue)

Agenti chimici (segue)

Effetti sulla salute: essenzialmente problemi respiratori.
Sistemi di prevenzione e protezione

  • aspirazione localizzata sui punti di emissione delle polveri;
  • regolare manutenzione e pulizia degli impianti;
  • DPI adeguati (in particolare, autorespiratori).

Agenti fisici
Rumore. Le fasi critiche
sono rappresentate da:

  • normale conduzione degli impianti;
  • manutenzioni straordinarie.

Effetti sulla salute: ipoacusia
Sistemi di protezione: DPI (cuffie o tappi auricolari).

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili

Rischi per la salute
Agenti biologici

  • batteri;
  • virus;
  • funghi;
  • protozoi;
  • elminti.

Aree critiche

Sono soprattutto quelle in cui la turbolenza causata nei liquidi da organi in movimento determina la formazione di spruzzi ed aerosol e, con essi, la dispersione di agenti biologici nell’ambiente; in particolare, sono costituite da:

  • la vasca in cui viene immesso il refluo;
  • il punto di sollevamento;
  • la passerella della vasca di grigliatura;
  • l’area di dissabbiatura;
  • la zona adiacente a quella di insufflazione di aria nel refluo.

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili (segue)

Agenti biologici (segue)

Effetti sulla salute

  • infezioni virali e batteriche;
  • micosi;
  • allergie;
  • problemi respiratori.

Sistemi di prevenzione e protezione

  • automazione dei processi;
  • interventi sugli impianti per ridurre la formazione di aerosol;
  • separazione degli ambienti di lavoro dagli altri locali;
  • aspirazione dell’aria inquinata;
  • filtrazione dell’aria immessa nei locali di riposo;
  • osservanza di norme igieniche;
  • uso di DPI adeguati: maschere facciali; tute a perdere; occhiali; eventuale autorespiratore.

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili (segue)

Agenti chimici
Comprendono, fra gli altri:

  • COV;
  • composti solforati;
  • oli esausti;
  • vernici;
  • grassi;
  • polveri.

Alcune fasi critiche

  • scarico nelle vasche di raccolta;
  • formazione di aerosol contenenti sostanze pericolose;
  • manutenzione di impianti.

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili (segue)

Agenti chimici (segue)

Effetti sulla salute

  • dermatiti;
  • ustioni;
  • allergie;
  • malattie respiratorie;
  • tumori.

Sistemi di prevenzione e protezione

  • separazione degli ambienti di lavoro dagli altri locali;
  • aspirazione dell’aria inquinata e filtrazione;
  • captazione da posizione sicura o filtrazione dell’aria da immettere nei locali di riposo;
  • pulizia a umido dei locali;
  • uso di DPI adeguati: maschere filtranti; occhiali; tute resistenti agli agenti chimici; guanti; docce e lavaocchi di emergenza; polveri in grado di assorbire le sostanze disperse.

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili (segue)

Agenti fisici
Sono costituiti da:

  • rumore;
  • microclima.

Rumore. È dovuto essenzialmente a:

  • pompaggio dei reflui;
  • vortici dei reflui;
  • manutenzione di macchine, quali compressori, soffianti ecc.;
  • organi in movimento;
  • macchine per pressatura fanghi.

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili (segue)

Rumore (segue)

Effetti sulla salute

  • ipoacusia;
  • riduzione del livello di attenzione.

Sistemi di prevenzione e protezione

  • automazione di impianti e processi;
  • uso di impianti a bassa emissione sonora;
  • impiego di silenziatori per i componenti più rumorosi;
  • adozione di sistemi fonoassorbenti;
  • adeguata manutenzione degli impianti;
  • uso di DPI idonei: cuffie, caschi fonoisolanti.

Rischi professionali negli impianti di depurazione delle acque reflue civili (segue)

Microclima. Rappresenta un fattore di rischio in caso di:

  • temperature alte o molto basse;
  • elevata umidità.

Possibili effetti sulla salute

  • colpo di calore;
  • ipotermia;
  • con uso di strumenti vibranti, sindrome di Raynaud;
  • affaticamento;
  • calo dell’attenzione.

Sistemi di prevenzione e protezione

  • corretta organizzazione del lavoro;
  • addestramento al lavoro in condizioni di caldo e di freddo;
  • installazione di impianti di condizionamento nei mezzi di trasporto dei materiali;
  • consumo di cibi e bevande adeguate.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti

I rischi per la sicurezza sono presenti in tutte le tipologie di impianti per il trattamento dei rifiuti. Possono essere distinti fondamentalmente in:

  • rischio infortunistico generico;
  • rischio infortunistico da macchine;
  • rischio elettrico;
  • rischio da incendi ed esplosioni.

A questi si aggiungono i rischi derivanti dal possibile contatto con materiali infetti, che rientrano nella tipologia di rischio biologico (v. lezione n. 5).
Rischio infortunistico generico. Può riguardare anche lavorazioni di altro tipo ed è legato a tutte quelle situazioni che possono comportare:

  • cadute, per la presenza, ad esempio, di dislivelli, irregolarità nella pavimentazione, scale, passerelle o parapetti non ben manutenuti ecc.;
  • cadute di oggetti, in caso di presenza di frammenti a terra ecc.;
  • urti contro oggetti, per la presenza di parti sporgenti o di materiale lungo le vie di passaggio;
  • punture e tagli, causate da frammenti sul suolo o sul pavimento, da parti sporgenti, da materiale situato lungo il passaggio ecc.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Il rischio infortunistico generico è presente soprattutto nelle fasi di manutenzione e pulizia di ambienti e impianti e può determinare conseguenze di diversa entità, da “semplici” contusioni a ferite più o meno gravi, infezioni, fratture fino ad amputazioni.
Sistemi di prevenzione e protezione
Comprendono, tra gli altri:

  • una maggiore automazione di impianti e processi;
  • una corretta manutenzione e pulizia delle aree e degli attrezzi manuali;
  • un’adeguata progettazione degli ambienti e delle strutture;
  • un’adeguata segnaletica;
  • sistemi di arresto delle macchine;
  • uso di idonei DPI: elmetto; occhiali; guanti antitaglio; cinture di sicurezza (per lavori in quota); calzature antinfortunistica.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio infortunistico da macchine. Riguarda tutte le macchine che intervengono nei cicli di lavorazione dei rifiuti, come quelle di:

  • movimentazione e trasporto dei materiali: automezzi per la raccolta; benne; autogru; nastri trasportatori;
  • trattamento dei rifiuti: trituratori; vagli rotanti; imballatrici; presse;
  • trattamento acque reflue: pompe; sistemi di grigliatura e filtrazione; agitatori; aeratori, compressori.

Possibili conseguenze per i lavoratori: distorsioni; fratture; schiacciamenti; amputazioni.
Sistemi di prevenzione e protezione

  • adozione di macchine con marcatura CE;
  • adozione di mezzi di trasporto dotati di particolari dispositivi di sicurezza e di controllo della marcia e del carico;
  • sistemi automatici di pulizia degli impianti;
  • manutenzione regolare;
  • creazione di aree di rispetto intorno alle macchine, nella fase di funzionamento.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio elettrico. È legato alla presenza di:

  • cabine elettriche e trasformatori;
  • pannelli di alimentazione;
  • cavi, interruttori ecc.

Effetti della corrente elettrica sul corpo umano. Dipendono da vari fattori, fra i quali:

  • la natura del contatto;
  • lo stato della pelle;
  • gli indumenti indossati;
  • le condizioni ambientali;
  • la resistenza interna dell’organismo, variabile da un soggetto all’altro.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio elettrico (segue)

Le conseguenze più frequenti sono:

  • ustioni (da quelle localizzate sulla cute a necrosi di vaste aree e sistemi, con rischio di morte elevatissimo);
  • arresto della respirazione (per contrazione muscolare e conseguente mancata espansione della gabbia toracica);
  • tetanizzazione (contrazione spasmodica dei muscoli);
  • fibrillazione ventricolare (contrazione caotica delle fibrille del ventricolo fino all’arresto cardiaco);
  • paralisi temporanee,
  • lesioni degli organi di senso (es. vertigini);
  • traumi per urti e cadute conseguenti alla scossa elettrica.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio elettrico (segue)

Sistemi di prevenzione e protezione

  • impiego di componenti e materiali adeguati;
  • impiego di impianti antideflagranti;
  • isolamento dei conduttori e delle apparecchiature;
  • disponibilità di elettrogeneratori di emergenza per le apparecchiature di sicurezza;
  • manutenzione programmata degli impianti, con DPI idonei;;
  • interruttori da sovraccarichi e dispersioni (magnetotermico, differenziale ecc. );
  • precauzioni generiche (agire con mani ben asciutte, indossare calzature di gomma ecc.).

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio da incendi ed esplosioni. È legato alla presenza di sostanze infiammabili ed esplodenti, nonché di fonti di ignizione in varie fasi del ciclo di trattamento degli RSU e delle acque reflue.

Sostanze infiammabili ed esplodenti:

  • materiali combustibili contenuti nei rifiuti;
  • polveri secche di CDR;
  • gas di digestione microbiologica;
  • vapori infiammabili nelle vasche di disoleazione;
  • lubrificanri, carburanti ecc.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio da incendi ed esplosioni (segue)
Possibili fonti di ignizione

  • scintille;
  • sigarette;
  • calore generato da attriti;
  • superfici e punti caldi;
  • impianti elettrici o di illuminazione non in regola.

Possibili effetti sull’uomo

  • ustioni;
  • stress termico;
  • intossicazione da fumo o da vapori tossici;
  • danni all’apparato uditivo;
  • traumi da propagazione di onde di pressione.

Rischi per la sicurezza negli impianti di trattamento dei rifiuti (segue)

Rischio da incendi ed esplosioni (segue)

Sistemi di prevenzione e protezione

  • aspirazione dell’aria in presenza di sostanze e materiali infiammabili;
  • aspirazione delle polveri e delle masse in fase di biodegradazione;
  • eliminazione/riduzione delle fonti di ignizione;
  • adozione di impianti antideflagranti;
  • saturazione con gas inerti delle condotte di aspirazione del biogas;
  • negli inceneritori, collocazione, all’imboccatura del forno, di reti in grado di impedire l’ingresso di materiali ostruenti;
  • manutenzione e pulizia programmate;
  • sistemi di arresto delle macchine per conferimento non conforme di materiali;
  • controlli visivi continui, mediante telecamere a circuito chiuso;
  • rilevatori di fumo;
  • segnaletica di sicurezza;
  • predisposizione di mezzi di estinzione incendi;
  • realizzazione di uscite di sicurezza adeguate;
  • DPI idonei.

I materiali di supporto della lezione

Fioretti P. et al., La sicurezza per gli operatori degli impianti di trattamento e di stoccaggio dei Rifiuti Solidi Urbani, Milano, Tipolitografia INAIL, 2009.

Fioretti P. et al., La sicurezza per gli operatori degli impianti di depurazione delle acque reflue civili, Milano, Tipolitografia INAIL, 2009.

INAIL, Sicurezza gestione impianti rifiuti

Rischio elettrico 2

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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