L’isoniazide è uno dei principali farmaci antitubercolari di sintesi.
Alla categoria degli antitubercolari appartengono anche alcuni antibiotici (rifampicina, streptomicina) ed altri farmaci di sintesi (etambutolo, pirazinamide, etionamide).
Di solito la terapia della tubercolosi polmonare, provocata dal Mycobacterium tubercolosis, dura alcuni mesi e prevede l’uso di associazioni di 3 o 4 farmaci.
L’associazione di più farmaci consente di ridurre al minimo il rischio che si sviluppino ceppi resistenti.
L’isoniazide corrisponde all’idrazide dell’acido isonicotinico.
Si tratta di una sostanza di basso peso molecolare, idrofila e non ionizzata al pH fisiologico.
L’isoniazide si ottiene interamente per sintesi chimica a partire dall’acido isonicotinico o da un suo derivato (cloruro dell’acido o estere) per trattamento con idrazina.
L’isoniazide interferisce con la sintesi degli acidi micolici, costituenti essenziali dell’involucro dei micobatteri.
In particolare, l’isoniazide viene convertita in una specie reattiva (radicale isonicotinoile) in grado di legarsi covalentemente al NADH presente come cofattore nel sito catalitico dell’enoil reduttasi.
L’azione selettiva dell’isoniazide è dovuta alla circostanza di essere bioattivata esclusivamente nel citoplasma dei micobatterici.
Quando il bacillo tubercolare è in fase di crescita l’isoniazide ha effetti battericidi. Nella fase di riposo del bacillo l’isoniazide ha effetti batteriostatici.
Lo spettro d’azione dell’isoniazide è ristretto principalmente ai micobatteri (Mycobacterium tubercolosis, Mycobacterium kansasii).
L’isoniazide mostra una certa attività anche su Bordetella pertussis.
Il principale meccanismo di resistenza all’isoniazide consiste nella produzione di una forma mutata della perossidasi che, nel citoplasma del micobatterio, converte questo farmaco in una specie radicalica reattiva.
Come accennato, l’isoniazide usata da sola seleziona facilmente ceppi resistenti nel corso di una terapia cronica. Per tale motivo il trattamento della tubercolosi prevede sempre associazioni di più farmaci.
L’unica indicazione terapeutica dell’isoniazide è la tubercolosi polmonare sostenuta dal Mycobacterium tubercolosis.
L’isoniazide viene somministrata nell’adulto per via orale a dosi comprese tra 300 e 800 mg/die.
Il farmaco viene assunto una o due volte al giorno.
L’isoniazide può essere somministrata anche per via intramuscolare o endovenosa.
L’isoniazide ha una biodisponibilità orale del 50%.
Questo farmaco si lega poco alle proteine plasmatiche;
si distribuisce bene nei tessuti e penetra all’interno delle cellule.
Viene eliminata principalmente per via metabolica.
In particolare, viene trasformata nel fegato in N-acetil derivato inattivo.
L’emivita dell’isoniazide è di circa 1,5 ore negli “acetilatori veloci” (90-95% dei giapponesi e di altri popoli asiatici) e raggiunge le 4-5 ore negli “acetilatori lenti” (50% degli americani sia bianchi che neri e 60-70% degli europei).
Gli effetti collaterali che possono essere causati dall’isoniazide sono i seguenti:
L’isoniazide è controindicata nei seguenti pazienti:
L’isoniazide rallenta la metabolizzazione ossidativa della fenitoina provocando un incremento dei livelli plasmatici di questo farmaco.
Il risultato è un’amplificazione della frequenza e dell’intensità degli effetti indesiderati della fenitoina.
Per quale motivo l’isoniazide esplica un’azione selettiva sui micobatteri?
Con quali altri farmaci antitubercolari viene somministrata?
Con quali modalità l’isoniazide viene eliminata dall’organismo?
Chimicamente l’isoniazide è un derivato:
A dell’acido nicotinico
B dell’acido isonicotinico
C amidico
D aminico
E idrazidico
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