Il benzene è un idrocarburo la cui formula bruta, nota sin dal 1825, è C6H6. La formula molecolare evidenzia un elevato grado di insaturazione, tuttavia il benzene non mostra l’elevata reattività tipicamente presente negli idrocarburi insaturi. NON da reazioni di addizione.
Il benzene è il capostipite di tutta una classe di composti che presentano nella propria struttura molecolare un anello a sei atomi di carbonio con un sistema di elettroni p delocalizzati.
Molti di questi composti sono caratterizzati da particolari fragranze, e per questo motivo, quando sono stati isolati, a partire dal XIX secolo, è stato dato loro il nome di composti “aromatici”.
Attualmente, nella terminologia chimica, l’aggettivo “aromatico” non individua una specie caratterizzata da un odore gradevole, ma un composto che abbia reattività e caratteristiche strutturali analoghe a quelle del benzene.
Il benzene è una molecola coniugata con elettroni p delocalizzati. La descrizione della risonanza nel benzene viene fatta con due strutture di Lewis equivalenti definite strutture limite di risonanza. La struttura reale del benzene è rappresentata dall’ ibrido di risonanza.
Attenzione, come l’unicorno e il drago, le strutture limite di risonanza sono immaginarie. Soltanto l’ibrido di risonanza, come il rinoceronte, è reale.
I sei carboni del benzene sono ibridati sp2, hanno geometria planare con gli angoli di legame di 120°.
Ogni atomo di carbonio ha un orbitale p che si estende sotto e sopra il piano della molecola definito dai legami σ.
I 6 orbitali p adiacenti si sovrappongono, delocalizzando i 6 elettroni sui sei atomi dell’anello e rendono il benzene una molecola coniugata.
La delocalizzazione elettronica π viene normalmente rappresentata con due ciambelle sopra e sotto il piano dell’anello benzenico.
Un composto per poter essere classificato come aromatico deve soddisfare i seguenti criteri:
Perchè un composto planare e ciclico sia aromatico, la sua nuvola continua di elettroni deve contenere (4n + 2) π elettroni, dove n è un numero intero positivo compreso lo zero.
Gli idrocarburi monociclici con un’alternanza di legami singoli e doppi sono chiamati annuleni.
Il ciclobutadiene non è aromatico perché non ha un numero dispari di coppie di elettroni.
Il ciclooctatetraene non è aromatico perché non ha un numero dispari di coppie di elettroni e tra l’altro non è planare.
Il ciclopropene non è aromatico perché possiede un carbonio ibridato sp3 e quindi perde il requisito indispensabile della nuvola π ininterrotta.
Il catione ciclopropenile è aromatico: numero dispari di coppie elettroniche π (una), tutti i carboni sono ibridati sp2 (compreso il carbonio carico positivamente) quindi rispetta i 2 requisiti per l’aromaticità.
L’anione ciclopropenile non è aromatico perché ha un numero pari (2) di coppie elettroniche π.
Anche il cicloeptatriene e il cilopentadiene, come il ciclopropene, non sono molecole aromatiche per la presenza di un carbonio ibridato sp3 che interrompe la coniugazione.
Esistono anche idrocarburi policiclici aromatici. Per stabilire se un idrocarburo policiclico è aromatico si applicano gli stessi criteri visti per gli idrocarburi monociclici.
Naftalene, fenantrene e crisene sono esempi di idrocarburi policiclici aromatici.
Esistono composti aromatici che non sono idrocarburi in quanto contengono uno o più atomi diversi dal carbonio. Si definiscono composti eterociclici.
Un composto eterociclico è un composto ciclico in cui uno o più atomi dell’anello sono diversi dal carbonio.
L’atomo diverso dal carbonio si chiama eteroatomo.
Gli elementi comunemente presenti sono azoto, ossigeno e zolfo.
La piridina è un composto eterociclico aromatico.
Tutti gli atomi dell’anello, compreso l’azoto, sono ibridati sp2 e ogni atomo possiede un orbitale p.
La coppia elettronica di non legame presente sull’azoto è in un orbitale sp2 e non partecipa al sistema π.
Anche il pirrolo è aromatico. La coppia di elettroni solitaria presente sull’atomo di azoto, ibridato sp2, si trova in un orbitale p e quindi partecipa al sistema π.
In totale abbiamo 3 coppie elettroniche π (2 per ogni doppio legame C-C e una sull’atomo di azoto).
Le strutture limite di risonanza mostrano chiaramente come gli elettroni della coppia solitaria partecipano al sistema π del pirrolo.
Anche nel furano, l’ossigeno è ibridato sp2. Delle 2 coppie solitarie, solo quella presente nell’orbitale p partecipa al sistema π del furano.
L’altra coppia è localizzata in un orbitale sp2.
Esistono composti eterociclici aromatici policiclici come la chinolina e l’indolo. Inoltre è possibile la presenza di più eteroatomi come nella purina e nella pirimidina.
Il pKa del ciclopentadiene è 15. Se confrontiamo con il pKa dell’etano, ci accorgiamo che gli idrogeni legati al carbonio sp3 hanno una straordinaria acidità.
La base coniugata, l’anione ciclopentadienile, è aromatica.
L’anione è ciclico, planare e possiede una nuvola elettronica π con 3 coppie di elettroni. Ricorda che il carbonio carico negativamente è ibridato sp2.
Le strutture limite di risonanza come l’ibrido indicano che tutti i carboni dell’anione ciclopentadienile sono equivalenti. La carica negativa è delocalizzata su tutti i carboni.
Il bromuro di ciloeptatrienile è un alogenuro alchilico che mostra un insolito comportamento da composto ionico.
Il composto nella forma covalente non è aromatico poiché il carbonio legato all’alogeno è ibridato sp3. Nella forma ionica, il catione cicloeptatrienile è aromatico. Ciclico, planare con tutti i carboni sp2, e 6 elettroni ∏ delocalizzati.
Le strutture limite di risonanza mostrano la delocalizzazione elettronica del catione cicloeptatrienile.
Perché un composto sia aromatico esso deve:
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