La farmacognosia, da farmakon (farmaco) e gnosis (conoscenza), è una disciplina che tratta i prodotti di origine naturale impiegati come farmaci o nella preparazione di farmaci.
Nel senso più generale quindi la farmacognosia si occupa di droghe di origine vegetale, animale e minerale, intendendo il termine “droga” la parte di pianta (radice, foglia, ecc.) che viene normalmente utilizzata. Attualmente, le droghe di maggiore impiego sono quelle di origine vegetale, ottenute da piante medicinali.
Fonte: Società Italiana di Farmacognosia (SIPHAR).
La farmacognosia è una materia multidisciplinare.
Essa comprende:
Peculiarità della farmacognosia sono il riconoscimento e la descrizione delle droghe vegetali.
Farmaco: sostanza usata per trattare, prevenire o diagnosticare una malattia.
Farmacologia: studia gli effetti, il meccanismo d’azione, l’uso e le reazioni avverse dei farmaci. La farmacologia comprende la farmacocinetica e la farmacodinamica.
Farmacoterapia: terapia a base di farmaci.
La farmacocinetica illustra l’azione subita dal farmaco da parte dell’organismo ricevente; studia le modalità di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione dei farmaci da parte dell’organismo umano.
La farmacodinamica descrive l’azione del farmaco nei confronti di chi lo riceve (sito d’azione dei farmaci).
Studia il meccanismo d’azione.
I farmaci mirano a svolgere un’azione selettiva, ma raramente riescono nell’intento.
Il beneficio associato all’uso di qualsiasi farmaco è accompagnato sempre dal rischio di effetti collaterali.
Le droghe si dividono in droghe organizzate e non organizzate.
Droghe organizzate: presentano una struttura cellulare (sono costituite da tutto il corpo vegetale o da una parte di esso: foglia radice, corteccia, ecc.).
Droghe non organizzate: prive di elementi cellulari (sono costituite da un prodotto secreto o fuoriuscito dalle cellule, come ad esempio il latice, gli essudati, i balsami, etc).
Il principio attivo è il componente responsabile dell’azione farmacologica della droga.
Le droghe vegetali vengono generalmente utilizzate:
La fitoterapia è la parte della farmacoterapia che si avvale dell’utilizzo esclusivo di droghe vegetali o di preparazioni vegetali da essa ottenute.
La fitoterapia moderna utilizza prevalentemente estratti vegetali.
Metaboliti primari: costituiscono l’edificio e le funzionalità di base cellulare (es. proteine, lipidi, acidi nucleici).
Metaboliti secondari: sono responsabili delle attività farmacologiche e delle proprietà organolettiche delle droghe vegetali.
I metaboliti secondari (principi attivi) vengono prodotti nella pianta attraverso due principali vie biosintetiche:
I fattori che influenzano il contenuto e la qualità dei principi attivi si dividono in:
Periodo durante il quale è opportuno effettuare la raccolta della droga, ovvero quando in essa è massimo il contenuto di principi attivi.
Il controllo di qualità delle droghe prevede:
Le droghe vegetali vengono utilizzate come tali (in forma di polveri) oppure per ottenere soluzioni estrattive con varie caratteristiche.
Le tecniche di estrazione posso eseguirsi:
Infusi:
preparazioni liquide ottenute estemporaneamente versando sulle droghe, ridotte ad un grado conveniente di suddivisione, acqua alla temperatura di ebollizione e lasciando poi a contatto con l’acqua stessa per un tempo più o meno lungo.
Decotti:
preparazioni liquide ottenute estemporaneamente facendo bollire in acqua le droghe opportunamente polverizzate.
Preparazioni concentrate, liquide, solide o di consistenza intermedia, ottenute generalmente da materie prime vegetali o animali disseccate.
Gli estratti si preparano per macerazione, per percolazione o per mezzo di altri adatti e convalidati procedimenti utilizzando etanolo.
A seconda del grado di concentrazioni, gli estratti si dividono in:
La fitoterapia moderna utilizza prevalentemente estratti secchi.
Un estratto standardizzato contiene un livello costante di uno o più costituenti chimici (definiti composti marker). I composti marker, scelti come indicatori della qualità dell’estratto standardizzato, possono essere componenti importanti per l’attività farmacologica oppure essere composti chimici indicatori di qualità o identificazione.
E’ il rapporto tra il peso della droga di partenza ed il peso dell’estratto finale. In pratica, in un estratto 5:1, significa che sono stati impiegati 5 g di droga per ottenere 1 g di estratto.
Miscele complesse di sostanze organiche per lo più volatili, di costituzione chimica varia, poco solubili in acqua. Nelle piante sono presenti in tessuti particolari. Possono essere preparati per:
Tecnica di separazione che sfrutta la differenza dei punti di ebollizione delle diverse sostanze presenti in una miscela.
La distillazione in corrente di vapore è un processo che grazie al vapore in corrente riduce drasticamente i tempi di distillazione rispetto alla distillazione tradizionale sulla fiamma.
1. Definizioni
2. Cenni su simpatico e parasimpatico
3. Alcaloidi fenilalchilaminici
5. Alcaloidi – chinolinici - piridinici – imidazolici - piperidicini
10. Antrachinoni
11. Saponine
13. Droghe contenenti monoterpeni e fenoli
14. Sesquiterpeni
15. Diterpeni e meroterpenoidi
16. Flavonoidi
17. Composti correlati ai flavonoidi
18. Tannini, gingeroli e lignani
19. Lipidi
20. Carboidrati