Uno strato diffusivo instazionario unidimensionale é descritto dalla seguente equazione:
Equazione di conservazione della frazione di miscelamento Z in condizioni non reattive ed a densità costante.
Nel caso in cui la condizione iniziale (t=t0) sia una funzione a scalino, l’evoluzione di Z si può ottenere dall’integrazione di Z secondo la procedura classica riportata in appendice A di questa lezione. Essa consiste nell’uso della variabile di Boltzmann combinazione di x e t.
In tal modo con le condizioni ai limiti Z( x=ξ=0)=Z0 e Z (x→∞) =Z∞ si ottiene una soluzione basata sulla funzione riportata di seguito:
Lo spessore dello strato di miscelamento e la funzione degli errori sono dati rispettivamente dalle seguenti equazioni:
Dalla figura si desume che erf( ξ ) é zero per ξ=0, sale linearmente per valori inferiori ad 1, per poi tendere asintoticamente ad 1. Un’espressione approssimata dello spessore dello strato diffusivo isotermo incompressibile δm é data dal valore di x per cui Z = 0.05 o Z=0.95.
Esso é dato da , che é proprio la quantità con cui si adimensionalizza x nella combinazione di variabili alla Boltzmann.
Pertanto vale 0 al centro dello strato diffusivo, vale 1 nella zona periferica dello stesso dove Z assume valori di Z=0.05.
δm viene definito come spessore dello strato diffusivo, esso cresce nel tempo secondo una legge .
In condizioni di combustione non ci sono lavori sperimentali o numerici che descrivono l’evoluzione della parte dello strato diffusivo reagente.
E’ facile supporre che nel caso di velocità di reazione infinita tutta l’ossidazione è concentrata su una superficie, a Z=Zst, infinitamente sottile e localizzata ad una distanza dalla stazione di riferimento pari a δ0.05.
In altre parole la fiamma è sulla periferia dello strato diffusivo e si allontana sempre di più dall’interfaccia, localizzato per definizione a Z=Zst.
Nel caso in cui lo strato reattivo non sia infinitamente sottile ma abbia nello spazio della frazione di miscelamento uno “spessore” σ , é possibile ricavare uno spessore fisico dello strato diffusivo, ipotizzando che Z sia lineare nell’intorno di Zst.
Uno strato diffusivo stazionario può essere realizzato solo se vi è un trasporto convettivo che impedisce la naturale crescita dello spessore dello strato. E’ difficile pensare ad una condizione fluidodinamica che sia descritta dall’equazione 1-D convettiva diffusiva stazionaria, così come riportata dalla seguente espressione:
Questa condizione è parzialmente soddisfatta sull’asse (o piano) di simmetria di due getti contrapposti. Infatti il campo di moto è descritto dall’equazione:
per cui per y=0 la componente della velocità v è praticamente nulla lungo l’asse (o piano) di simmetria.
Una fiamma a diffusione unidimensionale e stazionaria può essere ottenuta da una configurazione aerodinamica generata da due getti contrapposti, così come riportato nella figura a lato.
Il campo di velocità può essere approssimato da un flusso potenziale in cui le componenti delle velocità siano dipendenti da un solo parametro “a” e siano descritte dalle seguenti equazioni
Pertanto l’equazione di conservazione può essere riformulata come
La descrizione del campo quindi da un solo parametro.
Lungo l’asse geometrico dei getti si crea un campo convettivo-diffusivo unidimensionale. Una fiamma si può stabilizzare nell’intorno del punto di ristagno a cui é generalmente associato l’origine degli assi x ed y.
Sull’asse x é possibile scrivere un’equazione del bilancio di entalpia sensibile così semplificata
facendo un cambio di variabile del tipo
e differenziando si ottiene
dove χ prende il nome di velocità di dissipazione dello scalare Z ed ha le dimensioni dell’inverso del tempo
Una notevole semplificazione deriva, dalla eventuale possibilità di conoscere Yi=Yi(Z) o T=T(Z) indipendentemente da χ o come funzione nota di χ, perché in questo caso basta conoscere Z e χ per poter conoscere tutte le velocità
In letteratura sono noti cinque tipi di approcci per determinare Y= Y(Z, χ) o T= T(Z, χ).
Schematicamente questi approcci possono essere indicati, in accordo con il tipo di metodologia seguita o con l’ipotesi più significativa a cui sono legati, come:
a) Fiamma infinitamente sottile in Z=Zst
b) Ipotesi di equilibrio chimico
c) Ipotesi di singola reazione con velocità di reazione finita con alta energia di attivazione, a cui sono associate le teorie o modelli, cosiddetti asintotici.
d) Ipotesi di reazioni multiple con velocità finite. Modellazione numerica
e) Approccio sperimentale.
Le ipotesi a) e b) sono state descritte nei modelli presentati in precedenza. Per tali modelli Y e T sono solo funzioni di Z e non di χ. Verifichiamo, ora che ciò sia vero nel caso fluidodinamico qui descritto sotto le ipotesi c) e d). Per mezzo della teoria asintotica si dimostra che nella fiamma a diffusione unidimensionale e stazionaria
dove a è il gradiente di velocità assiale o radiale, che caratterizza tutto il campo di moto.
Pertanto essendo “a” una costante in tutto il campo, χst é funzione solo di Zst. Per ottenere un campo con χst più grande si aumenta la velocità dei due getti indisturbati e quindi anche il valore di “a” aumenta.
Sia la teoria asintotica che i modelli numerici predicono che all’aumentare della velocità di dissipazione dello scalare Z la Tmax si sposta verso Z>Zst ed assume valori che decrescono lentamente.
Temperatura contro frazione di miscelamento per diversi valori della velocità di dissipazione.
La Tmax si mantiene costante fino a valori di cioè in corrispondenza del valore di χst detto di “quenching”, per cui la fiamma si estingue.
Massima temperatura in fiamma a diffusione “stirata” per diversi valori dell’inverso della velocità di dissipazione stechiometrica.
La larghezza della fiamma nello spazio di Z può essere calcolato ad un fissato valore di χst,diagrammando (cioè la velocità di rilascio di calore) contro Z.
La deviazione standard (σ) della gaussiana che meglio si adatta alla W(Z) é una misura dello spessore della fiamma nello spazio Z.
Sempre con modelli numerici è stato possibile calcolare lo spessore di fiamma σ al variare della velocità di dissipazione χ. Diagrammando σ contro l’inverso della velocità di dissipazione, si osserva che σ aumenta al crescere di χ, ma si mantiene sempre a valori più bassi di Zst.
Per valutare lo spessore nello spazio fisico bisogna considerare il fatto che Z varia quasi linearmente intorno a Zst con coefficiente angolare:
per cui:
ciò significa che se si riesce a predire Zst, si predice anche σ(χst) e quindi anche Δxf .
La figura mostra come, conoscendo Zst e σ sia possibile risalire allo spessore della fiamma Δxf.
Inoltre la teoria asintotica dimostra che il tempo caratteristico in cui evolve la reazione é calcolabile con l’espressione:
da cui il tempo caratteristico associato all’estinzione è
In altre parole esiste un tempo chimico caratteristico che dipende dal campo di moto, mentre il tempo di estinzione é unico.
Consideriamo un elemento di superficie dA scelto su un’interfaccia al tempo to. Tale elemento è identificato con elemento di linea δL(to) rappresentativo della sezione δA. L’evoluzione nel tempo di δL, in assenza di diffusione della frazione di massa del tracciante che segna δL, sarà descritta dall’insieme delle derivate materiali DYt/Dt passanti per i punti di δL(to).
Tale linea (o superficie) prende il nome di linea intermateriale.
Consideriamo una terna di assi ortogonali xn, xt1, xt2 con l’origine sul punto materiale P e che orienti l’asse xn ortogonalmente alla linea materiale.
Ipotizziamo che le linee (o isosuperfici) a Z=cost siano sempre parallele alla linea intermateriale e che la curvatura della linea (o superficie) intermateriale nell’intorno di P sia sempre sufficientemente piccola da poter considerare che le superfici di isolivello a frazione di massa costante siano “quasi piatte” cosicché siano valide le seguenti ipotesi
In questo caso l’equazione di conservazione della frazione di massa si scrive in generale come
mentre,rispetto alla terna xn, xt1, xt2 può essere scritta, sotto l’ipotesi di ρ e D costanti, come
Sviluppando in serie di Taylor la un lungo la xn e trascurando nell’espansione i termini di ordine superiori al primo, si ottiene
un0 è, per scelta della terna di riferimento uguale a zero, mentre può essere approssimata alla velocità di stiramento della superficie K nell’ipotesi già fatta di superfici intermateriale praticamente piatta, per cui l’espressione dello stiramento diventa
In mezzi incompressibili e stazionari si può porre
per cui l’equazione di conservazione diventa
Questa equazione rappresenta lo strato diffusivo convettivo instazionario sotto l’ipotesi di linearizzabilità del campo di moto (ovverosia u=Kx).
Essa rappresenta con più rigore uno strato diffusivo analogo a quello illustrato nel caso stazionario (immesso nel campo dei getti contrapposti), in cui le condizioni di immissione dei getti variano nel tempo.
La frazione di miscelamento Z si ottiene integrando l’equazione secondo la procedura riportata in appendice C . L’evoluzione di Z è ancora una volta descritta dalla funzione errore secondo le stesse relazioni (riportata nelle due seguenti equazioni) ottenute per il caso instazionario non stirato.
L’unica differenza è che lo spessore dello strato diffusivo δm differisce da quello non stirato per un fattore di stiramento .
Una rappresentazione schematica di un doppio strato diffusivo è riportata nella figura. Al tempo t0 la funzione è a doppio scalino.
La distanza tra le due superfici intermateriali è dato da Δn . La distribuzione della frazione di miscelamento varia nel tempo e nello spazio in accordo alla seguente equazione
I profili delle Z riportati in figura sono abbastanza esplicativi di per se. Essi interferiscono solo dopo un certo intervallo di tempo, in modo che la Z non assume più valori unitari, ma decresce progressivamente.
APPENDICE A
Calcolo del profilo di concentrazione nel caso instazionario, unidimensionale.
Si usa una variabile (detta di Boltzmann) come combinazione delle due presenti (una distanza adimensionalizzata).
Ponendo:
Per trovare a (costante di integrazione) si valuta la funzione a
da cui
in conclusione
con
Per trovare a (costante di integrazione) si valuta la funzione a.
Nel caso le condizioni al contorno siano
si può scrivere
per trovare a si pone
In conclusione:
Per trovare a (costante di integrazione) si valuta la funzione a.
APPENDICE B
Una fiamma si può stabilizzare nell’intorno del punto di ristagno a cui é generalmente associato l’origine degli assi x ed y.
Sull’asse x é possibile scrivere un’equazione del bilancio di entalpia sensibile così semplificata
facendo un cambio di variabile del tipo e differenziando come qui di seguito riportato:
APPENDICE B
si ottiene:
oppure:
dove:
χ prende il nome di velocità di dissipazione dello scalare Z ed ha le dimensioni dell’inverso del tempo.
APPENDICE C
Risoluzione dello strato diffusivo-convettivo instazionario, nel caso di velocità linearizzabile.
Si approssima la con
dove:
è la “velocità di stiramento” ed è in relazione a: (definito “rapporto di stiramento”) attraverso la seguente equazione:
Per cui, in sintesi, si ottiene che:
Eseguiamo una trasformazione di variabili. Poniamo:
per cui si ottiene anche che
In altre parole Zα dipenderà dalle due variabili e
Pertanto andando ad eseguire le trasformazioni di variabile si ottiene:
Il termine perché la
è solo funzione del tempo.
Pertanto mettendo in evidenza l’equazione precedente si riduce a
Sostituendo alle derivate rispetto a xn e t, le espressioni sopra ottenute, si ottiene:
scegliamo opportunamente la funzione f(t) tale che:
Cosicché: per cui
e quindi: ponendo l’arbitrario valore di f(to) uguale a 1.
In definitiva: ottenendo:
scegliendo, ancora:
si ottiene:
Ricordando che: ed integrando
in dt, si ottiene:
L’equazione di conservazione di Z ottenuta in precedenza è la classica equazione della diffusione instazionaria che può essere risolta con la ulteriore trasformazione di variabile “alla Boltzmann” e cioè ponendo:
da cui:
cosicché:
Si ottiene:
e cioè:
o equivalentemente:
ponendo ancora si ha:
separando le variabili ed integrando si ottiene
Per cui sostituendo G ed integrando ancora tra ed η corrente
si ottiene :
dove è la funzione errore.
Infine si ricava:
che, per xn=∞(erf(∞)=1), permette di determinare Z=Z∞ ,e quindi
Pertanto
Pertanto si ottiene la seguente espressione della frazione di massa:
La distanza dall’origine della coordinate per cui
viene qui definita come spessore di strato di miscelamento , si ha
La funzione errore vale 0.9 per un valore della variabile circa uguale 1, per cui:
L’equazione di conservazione della frazione di miscelamento sono lineari in Z. Pertanto Z può essere pensata come la differenza di due distribuzioni Z1 e Z2 ottenute dall’integrazione della equazione di conservazione unidimensionale con condizioni iniziali come quelle descritte dalla linea continua nel caso 1 e 2. La frazione di miscelamento è quindi data dall’equazione sul lato destro del riquadro e cioè dalla differenza di due funzioni errore determinate sulle variabili adimensionalizzate e
Nel caso in cui Δn tenda all’infinito erf(ξ2)=-1 per cui Z si distribuisce come nel caso dello strato diffusivo isolato e cioè
In quest’ultimo caso il flusso diffusivo, attraverso una superficie posizionata ad x=0 ed unitaria al tempo t=0 può essere ottenuto attraverso la seguente equazione
Infatti per la legge di Fick nel caso non stirato il flusso diffusivo è
Ricordando le formule di derivazione della funzione errore si ottiene che:
Per cui il flusso diffusivo, nel caso di strato isolato, può essere espresso come:
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